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Contorni caldi e freddi per tutti
Contorni caldi e freddi per chi ha delle intolleranze alimentari
I contorni caldi o freddi che siano, oltre a farci sentire sazi, evitando di farci mangiare in eccesso, ci aiutano anche a completare i nostri pasti e ad assumere tutte le sostanze nutritive che ci servono per affrontare la nostra giornata. Insalate, verdure grigliate, carpacci e purè sono solo alcune delle opzioni che avete per preparare un pranzo o una cena completi.
Sul portale di Nonna Paperina esiste una categoria dedicata appositamente per ai contorni per l’intolleranza al glutine, al lattosio e a basso contenuto di nichel. Qualche esempio? Carciofi ripieni di pesto alle erbe ed agrumi, fagiolini con pancetta, finocchi con acciughe sono alcune delle ricette deliziose che avete a portata di click. Quale preferite?
Bilanciare i pasti con i contorni
Solitamente, le ricette per contorni si basano principalmente sulle verdure, cotte o crude. Tuttavia, molti secondi piatti si possono trasformare in un contorno gustoso. Un esempio sono le torte salate che possono trasformarsi in un elemento in più del pasto. I contorni assumono sempre più importanza in cucina, non solo per sentirsi sazi ma anche per poter bilanciare correttamente il pranzo o la cena.
Sul portale vi presento una vasta gamma di contorni per permettervi di completare i vostri pasti anche da un punto di vista nutrizionale. Dipendendo dal vostro primo o secondo piatto, potrete scegliere un contorno più ricco di fibre, carboidrati o proteine. Cercate sempre di utilizzare prodotti stagionali o di ricorrere alle conserve per poter utilizzare alimenti genuini che provengono da altri periodi dell’anno.
Contorni: trovare l’equilibrio fra i sapori
Oltre al punto di vista nutrizionale, un contorno dev’essere scelto anche in base al sapore, per poter essere in armonia con i piatti che accompagna. Un contorno può esaltare il gusto di un secondo piatto, neutralizzare i sapori per passare a un’altra pietanza o anche semplicemente accompagnare in maniera armoniosa le altre portate.
Potrete trovare ricette di contorni di ogni genere, da quelli più leggeri a quelli più forti, da quelli a base di verdure a quelli di carne. Scegliete con cura all’interno della lista che vi propongo: avrete l’opportunità di scegliere le elaborazioni anche in base alla difficoltà e al tempo a vostra disposizione. Equilibrate i vostri pasti con un contorno gustoso!
I contorni perfetti per la pausa pranzo…
I contorni perfetti, anche quando abbiamo poco tempo a disposizione
In ufficio? Anche i contorni fanno la differenza. Sì, lo so: per coloro che lavorano tutto il giorno, organizzarsi per il pranzo è spesso un’impresa. I ritmi lavorativi frenetici, la corsa per prendere i bambini a scuola, lo sport e la spesa.
Con tutto questo per la mente, il pensiero di cucinare è un tormento per molti, soprattutto perché spesso non c’è neanche il tempo di pensare a cosa preparare! Nella scuola di cucina di NonnaPaperina.it parleremo anche di questo… e vedrete che gran parte dello stress vi lascerà in pace!
Oggi vi darò qualche idea per aiutarvi nella scelta di pasti veloci come i contorni che si possono cucinare proprio per la pausa pranzo. Anche i contorni meritano la giusta attenzione e, grazie alle ricette che vi proporrò, potrete restare leggeri e scegliere le vostre opzioni preferite persino in base ad alcune specifiche intolleranze alimentari.
Quindi, che tipo di contorno possiamo preparare per il pranzo in ufficio? Ci vuole qualcosa di nutriente, saziante, genuino, facile da preparare e in grado di mantenersi fino al giorno seguente, nel caso lo prepariate la sera prima…
Le verdure sono sempre in prima linea
Se siete stanchi di mangiare cibo precotto, confezionato o avere l’appuntamento fisso presso il vostro ristoratore di fiducia, dovrete cambiare qualcosa. Modificare le vostre abitudini è possibile e, in questo caso, si tratta di un’operazione che richiederà solo un po’ del nostro tempo.
Tuttavia, subito dopo, vi potrete rendere conto di quanto sia più salutare cucinare del buon cibo con le proprie mani, dai primi ai contorni, piuttosto che comprarlo già pronto. Se il tempo che avete a disposizione è poco e non vi permette di fare rientro a casa, non preoccupatevi: potrete giocare d’anticipo e seguire i miei consigli.
Naturalmente, bisogna sempre fare riferimento a pasti che si mantengano anche se la loro assunzione avverrà molte ore dopo. Con questi presupposti, potrete contare sulle verdure di stagione saltate in padella, cotte al vapore, al forno, grigliate o persino crude… Tutto dipende dai vostri gusti e dagli ortaggi scelti. In ogni caso, il suggerimento è di prediligere ingredienti freschi, biologici e di qualità.
Altri consigli per i vostri contorni “da ufficio”
Su questo blog potrete trovare molteplici idee e ricette, tutte da provare, che vedranno come protagonisti persino dei deliziosi contorni che vi permetteranno di accompagnare i vostri pasti, proponendovi nutrimento e sazietà.
Come anticipato, gran parte delle ricette migliori si basano sulle verdure, cotte o crude, ma un occhio di riguardo lo daremo anche ai legumi. A questo punto, vi suggerisco di munirvi di appositi contenitori e di posate per l’ufficio, e poi di ritagliarvi un po’ di tempo ogni giorno per la preparazione di piatti sfiziosi.
Vi presento ora alcuni dei contorni che mi hanno più colpito. A corredo trovate i link alle ricette complete, che vi consiglio di leggere per passare dalla teoria alla pratica.
Tanti contorni per tutti i gusti e per tutte le esigenze
Qui sul sito ho pubblicato moltissime ricette di contorni. Come al solito ho puntato sulla varietà, a tal punto che potremmo suddividere le ricette per categorie, anche per quel che concerne i soli contorni. Per esempio trovate:
Insalate. Sono i classici contorni della cucina italiana, ma anche i più semplici. In genere prevedono una base di verdure a foglia larga (come la lattuga), ma le possibilità sono innumerevoli.
Ortaggi ripieni. Questi contorni fanno parte della tradizione del Sud Italia ma vengono ormai preparati ovunque. Si fanno apprezzare per la varietà dei sapori e per la completezza. In genere si opta per ortaggi come peperoni e pomodori. Il ripieno richiede quasi sempre il pangrattato.
Verdure e ortaggi cotti e conditi. In questa categoria rientrano tutti quei contorni che prevedono la cottura delle verdure, spesso condite con olio e spezie, piuttosto che con salsine e intingoli.
Zucchine trifolate
Partiamo da un contorno classico e molto diffuso soprattutto nel sud Italia: le zucchine trifolate. La trifolatura è un metodo di cottura che vede come protagonisti gli ortaggi (più raramente i funghi) e alcuni aromi: aglio, menta, olio, sale e pepe. Le zucchine vengono tagliate a cubetti per l’occasione, senza rimuovere la buccia. Vengono poi cotte in un leggero soffritto di aglio e condite infine con olio a crudo, menta e sale.
Nonostante l’impiego abbondante dell’olio, le zucchine trifolate sono leggere grazie all’utilizzo di questi ortaggi, apprezzati per un apporto di calorie molto basso. Sono comunque nutrienti in quanto ricchi di vitamina C e di potassio, nonché di acqua e di fibre. Questi due elementi permangono anche dopo la cottura e rendono l’ortaggio sia depurativo che digestivo.
Cipolla di Acquaviva al forno
Passiamo ora ad un contorno molto corposo tipico della Puglia: la cipolla di Acquaviva al forno. Per l’occasione andrebbe usata la cipolla di Acquaviva delle Fonti, che fa parte della categoria “cipolla rossa” ma spicca per il sapore un po’ più aromatico e soprattutto per le dimensioni accentuate. Non è esattamente una cipolla ripiena, anche perché la farcitura viene posta sopra l’ortaggio e non al suo interno. La farcitura è comunque formata da prezzemolo e pangrattato, dunque è molto semplice.
La ricetta comprende una fase di “lieve” cottura in padella e una seconda fase più lunga al forno, che consente alla cipolla di cuocersi completamente e alla farcitura di acquisire un carattere dorato e una spiccata croccantezza. La cipolla di Acquaviva al forno può essere servita come contorno corposo ma anche come antipasto “tradizionale”.
Peperoni ripieni alla siciliana
Proseguiamo con la categoria “ortaggi ripieni” e con un altro contorno altrettanto classico: i peperoni ripieni alla siciliana, che appartengono anche alla tradizione calabrese. Possono essere utilizzati i peperoni rossi, verdi e gialli, anzi vi consiglio di incorporarli tutti in modo da creare una bella varietà cromatica. Il ripieno viene inserito questa volta dentro l’ortaggio ed è formato dal solito pangrattato, dai capperi, dalle acciughe e dal caciocavallo. In alternativa può essere impiegato un qualsiasi altro formaggio morbido, lievemente salato e non troppo filante.
I peperoni ripieni alla siciliana possono essere considerati un contorno “pesante” o anche un secondo. Secondo alcuni, vista la concomitante presenza di carboidrati, proteine e vitamine, può essere consumato come se fosse un pasto completo. Potete impiegare la stessa ricetta anche per i pomodori ripieni, il risultato sarà comunque straordinario.
Asparagi alla veneta
Spostiamoci ora di un migliaio di chilometri e approdiamo nel nord-est, con gli spettacolari asparagi alla veneta. La ricetta vede come protagonisti gli asparagi arricchiti da una salsina molto densa a base di uova. Gli asparagi, che dovrebbero essere di tipo “bianco”, vanno lessati a testa in giù, in modo che fuoriescano le punte. Gli asparagi devono rimanere croccanti, benché non troppo coriacei. In questo modo si avrà una texture piacevole al palato che renderà ancora più gustoso questo piatto.
Molto particolare è il trattamento riservato alle uova. Queste vanno rassodate per 7-8 minuti (il tempo dipende dalla grandezza delle uova) e tagliate in due. Infine vanno frullate insieme all’aceto di vino bianco e all’olio. La composizione del piatto è caratteristica e ricorda le verdure in pinzimonio. In questo contorno vanno immerse solo le punte degli asparagi, in modo da poter essere consumati con le mani.
Curry di verdure al forno
Il curry di verdure al forno è un piatto molto vario, saporito e colorato. D’altronde basta dare un’occhiata alla lista degli ingredienti per capirlo. In ragione di ciò può essere considerato non solo come un contorno, ma anche come un primo. Questo contorno è formato dai ceci (che garantiscono proteine e carboidrati) e dalle carote, che dovrebbero essere di colori diversi in modo da creare un bel contrasto cromatico. Troviamo infine il latte di cocco e tantissime spezie: dal coriandolo allo zenzero, dall’aglio al curry.
Il curry dovrebbe essere di tipo “indiano”, che è differente rispetto a quello che siamo abituati a consumare. Questo tipo di curry assume i sapori della curcuma, ma lascia spazio anche agli altri tipi di spezie.
Insalata di zucchine crude
La sola espressione “insalata di zucchine crude” potrebbe far storcere il naso a chi è abituato a una cucina molto tradizionale. Nell’immaginario collettivo, infatti, le verdure vengono cotte. La realtà dei fatti è ben diversa, infatti le verdure sono commestibili anche da crude se si fa in modo che la texture risulti meno coriacea. Per fare ciò basta ricavare delle fette estremamente sottili, utilizzando magari una mandolina.
Il sapore delle zucchine crude è particolare, morbido al palato e ricorda vagamente l’amido. Le zucchine crude vengono poste su un letto di lattughino, una verdura tenera per eccellenza. Sono poi condite con un’emulsione a base di maionese e di yogurt. A guarnire il tutto si aggiunge qualche scaglia di Parmigiano Reggiano e un po’ di olio a crudo. Se lo gradite, potete aggiungere anche il basilico.
Rape bianche alla trentina
Le rape bianche alla trentina non vengono preparate solo a Trento, ma anche in tutto il Veneto e nel Friuli. Possono essere definite come un contorno molto ricco, che vanta una vocazione da secondo piatto. Il riferimento è alla pancetta, presente in una quantità non trascurabile. Il procedimento è molto semplice: si rosola la pancetta, si uniscono le rape fatte a cubetti, si soffrigge un po’ e infine si aggiunge abbondante acqua. Si integra un po’ di sale, pepe e una quantità elevata di zucchero. Infine si applica il coperchio e si cuoce fino a quando i liquidi non saranno riassorbiti.
A questo punto vi ritroverete con le rape e la pancette ben amalgamate, rese lucide e morbide dallo zucchero parzialmente caramellato. Insomma siamo di fronte a un contorno particolare, sia per texture che per gusto, dall’impronta rustica e anche piuttosto completo. Mancano i carboidrati, ma in compenso abbiamo tante proteine e grassi.
Insalata di patate e melagrana
L’insalata di patate più che una ricetta è un “concetto” ben impresso nell’immaginario gastronomico italiano. Da nord a sud sono tante le ricette tradizionali che prevedono le patate in insalata. Quella che vi presento ora, però, rompe un po’ i canoni della tradizione. Infatti suggerisce un abbinamento particolare, quello tra il celebre ortaggio e la melagrana. Si viene così a creare un contrasto interessante, in quanto la corposità delle patate si oppone ai sentori dolci e aciduli della melagrana. Il mix è davvero interessante e non stanca.
Per l’occasione le patate vanno bollite alla vecchia maniera, ovvero intere e con tutta la buccia. Una volta raffreddate, è sufficiente pelarle (la buccia andrà via quasi da sola) e fatte a cubetti grandi. La composizione dell’insalata vede una base in patate, a cui aggiungere i chicchi di melograno, la mela e il sedanino. Il condimento è dato da un’emulsione molto saporita, praticamente una vinaigrette a base di olio extravergine di oliva, succo di limone, sale e pepe. Non appena l’insalata è pronta vi consiglio di farla riposare per mezz’ora, in modo che i sapori si stabilizzino.
Scalogno sott’olio
Le conserve sott’olio possono trasformarsi in contorni veloci e gustosi, sebbene possano essere non troppo leggere. Qui suggerisco lo scalogno sott’olio, che si fa apprezzare per il sapore aromatico ma molto delicato. Lo scalogno, rispetto alla cipolle, propone infatti note meno pungenti e un sentore leggermente più dolce. Inoltre, la sua forma e le sue dimensioni si prestano alla preparazione delle conserve. E’ altresì nutriente se si considera l’abbondanza di vitamina C, vitamina A e oligoelementi abbastanza rari in natura, come selenio e zinco.
Il pregio di questa conserva consiste proprio nel trattamento riservato allo scalogno. Lo scalogno viene lessato in una soluzione di acqua, aceto di mele, alloro, timo, coriandolo, pepe rosa e sale rosa dell’Himalaya. Questi ingredienti aggiungono gusto senza compromettere la proverbiale leggerezza dello scalogno. Come tutte le conserve, anche in questo caso è necessario sterilizzare e pastorizzare i vasetti e i tappi. Il procedimento è identico, si “bolliscono” vasetti e tappi in abbondante acqua per almeno una quindicina di minuti, distanziandoli con un canovaccio per non romperli.
Verdure miste agli agrumi
I contorni vengono spesso considerati come pasti semplici a supporto di secondi e primi più sostanziosi. Concedono tuttavia molto spazio alla creatività. E’ il caso delle verdure miste agli agrumi, che giocano su sentori corposi, aciduli, acri e persino dolci. La base è garantita dalle verdure, ovvero dalle patate, dai broccoli, dagli asparagi e dai cavolfiori. Su di essi si aggiungono il pompelmo e l’arancia, che garantiscono anche una certa varietà a livello cromatico.
Per quel che riguarda il condimento, vi consiglio di andare sul sicuro valorizzando questa particolare insalata con olio extravergine di oliva e sale. La ricetta non prevede spezie, ma al limite potete procedere con un po’ di timo, che emette delle piacevoli note agrumate. La ricetta prevede alcuni momenti di cottura. Gli ortaggi, infatti, devono essere ridotti a tocchetti e cotti al forno per 40 minuti a 210 gradi.
Crauti con miele
Concludiamo con un contorno dal sapore “germanico”: i crauti con mele. I crauti sono un contorno della tradizione tedesca, entrati da tempo nell’immaginario collettivo. Possono essere considerati come listarelle di cavolo cappuccio sottoposti a una marinatura che innesca una sorta di fermentazione. La verdura assume in questo modo un sapore acidulo e molto gradevole, nonché una valenza nutrizionale particolare, come si evince dall’estrema abbondanza di vitamine e sali minerali.
La ricetta è molto semplice, basta passare in padella i crauti, la cipolla e le mele; infine si procede con una lunga cottura in abbondante brodo vegetale. Fate attenzione, però, a scegliere le mele giuste. Dovrebbero avere una polpa morbida e compatibile con una cottura prolungata. Per l’occasione ho utilizzato le renette, che tra le altre cose propongono un sentore acidulo che si sposa molto bene con quello dei crauti. Per quanto concerne la cipolla direi di utilizzarne una bianca, che spicca per il sapore pungente e allo stesso tempo aromatico.
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Mai fare autodiagnosi
Sintomi e sostanze scatenanti
Da quanto appena detto deriva anche l’eterogeneità di sintomi che allergie e intolleranze provocano. I sintomi delle allergie sono sovente sistemici e violenti, e possono includere forte malessere, rush e problemi respiratori. Se l’interazione con la sostanza avviene a livello cutaneo, si possono notare eczemi in corrispondenza della zona di contatto. E’ il caso dell’allergia al nichel. Non mancano, soprattutto in caso di assunzione, problemi gastrointestinali, come dolori, crampi, diarrea e nausea. I sintomi delle intolleranze sono più circoscritti e sono principalmente gastrointestinali. Ciò si verifica - nella maggior parte dei casi - in quanto l’organismo non riesce ad assimilare la sostanza, dunque produce gas nel tentativo di farlo. Tale abnorme quantità di gas provoca i sintomi che abbiamo appena descritto. Questo è proprio il caso dell’intolleranza al lattosio, infatti il lattosio rimane per lo più integro, anziché scomporsi in glucosio e galattosio, stimolando un accumulo di gas. Una differenza tra allergie e intolleranze, che spesso viene scambiata per punto in comune, è la classe di sostanze che scatenano le une e le altre. Nel caso delle allergie, la sostanza incriminata è un alimento nel suo complesso. Nel caso delle intolleranze, è spesso una molecola, uno zucchero o una proteina. Le allergie alimentari più comuni riguardano il latte, il miglio, il frumento, le uova e i crostacei. Le intolleranze alimentari più comuni, invece, riguardano il lattosio, il glutine e così via. Ciò pone in essere conseguenze diversificate sul tenore di vita. In buona sostanza, quello degli allergici risulta molto più compromesso. Dover evitare una sostanza è un conto, dover evitare un alimento è un altro paio di maniche. Giusto per fare un esempio, chi è intollerante al lattosio può comunque bere latte e consumare latticini, purché siano delattosati. Chi è allergico al latte non dispone di questa possibilità.Come diagnosticare allergie e intolleranze?
La diagnosi delle allergie alimentari è sostanzialmente clinica, dunque è frutto dell’osservazione di reazioni visibili e misurabili empiricamente. Ciò ha determinato la convinzione secondo cui anche il singolo individuo possa giungere a una diagnosi, senza l’aiuto di un esperto. In realtà è un errore madornale. L’autodiagnosi è fallace in quanto per individuare correttamente la malattia è necessario un bagaglio di conoscenze utile ai fini dell’interpretazione dei fenomeni. Inoltre, è anche pericolosa in quanto si rischia di scatenare i sintomi della malattia. E’ vero che la diagnosi passa per prove ed errori, ma queste devono susseguirsi in una prospettiva di riduzione dei rischi propria della professione medica. Dunque, sì all’eliminazione dalla dieta di questo o quell’elemento, per capire se è proprio lui a scatenare i sintomi allergici. Si anche all’aggiunta di dosi ulteriori del sospetto allergene per verificare la reazione dell’organismo, ma secondo tappe e indicazioni ben precise, fornite dallo specialista. Anche l’intolleranza viene diagnostica o più frequentemente “scovata” con l’aggiunta o la sottrazione di elementi specifici dalla dieta. Il primo scopo è comunque escludere l’allergia, cosa tra l’altro abbastanza semplice vista la diversità di sintomi. In alcuni casi sono a disposizione alcuni test che garantiscono una diagnosi. E’ il caso del breath test per le intolleranze al lattosio. Il paziente viene invitato a consumare del latte, in modo progressivo. Successivamente, soffia in un macchinario che analizza la composizione dell’aria immessa. Se si riscontra una quantità di anidride carbonica esagerata, allora si è in presenza di una intolleranza, infatti l’abbondanza di CO2 è causata proprio dalla cattiva digestione e dal malassorbimento. Se vi è un sospetto caso di celiachia, invece, si possono realizzare degli esami del sangue per rintracciare gli anticorpi specifici, in quanto tale patologia “stimola” comunque il sistema immunitario.Gli esami strumentali nello specifico
Vale la pena approfondire la questione degli esami strumentali. Molti, infatti, pensano all’iter diagnostico con un po’ di timore reverenziale, immaginando chissà quale pratica complessa o dolorosa. In realtà è tutto molto semplice, e nemmeno troppo scomodo. Ciò vale soprattutto per il breath test. Sul meccanismo di azione ho già accennato qualcosa prima, rimane da affrontare il tema della “preparazione”, che merita particolare attenzione. Infatti, non ci si può presentare al breath test come se nulla fosse, ma occorre seguire delle regole ben precise. La più importante riguarda il digiuno: esso deve durare per le otto ore precedenti al test. Lo scopo è quello di giungere con lo stomaco e gli intestini “vuoti”, analizzando al meglio l’impatto del lattosio sull’apparato digerente senza interferenze. Stesso discorso per il fumo. Il consumo di tabacco, infatti, può alterare - seppur impercettibilmente - l’attività respiratoria, inducendo all’errore l’esaminatore. E’ bene, poi, consumare cibo leggero in occasione dell’ultimo pasto (almeno otto ore prima del test). A tal proposito, si consiglia riso, carne o pesce, degli alimenti che producono pochi gas intestinali. Più complessi sono i test per la diagnosi della celiachia, almeno dal punto di vista medico. Per il paziente sono una “passeggiata”, in quanto constano di un semplice prelievo di sangue. Questo viene poi analizzato per verificare la presenza di anticorpi specifici contro il glutine. Gli anticorpi possono essere anti-transglutaminasi (tTG), anti-gliadina (AGA) e anti-endomisio. I risultati, per ovvi motivi, sono difficili da leggere, ma per questo ci sono esperti e specialisti. Se i risultati non sono chiari, o se la celiachia è a uno stadio precoce, è possibile sottoporsi ad alcuni test genetici. Questi hanno lo scopo di verificare la presenza di componenti genetiche associate alla celiachia. I test genetici sono comunque abbastanza rari, anche perchè costano parecchio.Comportamenti e terapie
Quando si è in presenza di un’allergia alimentare, l’unica terapia realmente a portata di mano è l’esclusione totale dell’alimento dalla propria dieta. Tuttavia, in alcuni casi ciò non risulta possibile in quanto provoca un grave peggioramento della qualità della vita. Un’evenienza non comune, ma che fa riferimento solo alle situazioni in cui sono presenti contemporaneamente molte allergie. In questi casi si procede con delle immunoterapie, che prevedono l’esposizione graduale e crescente all’allergene nel tentativo di ripristinare una corretta risposta immunitaria. Nella peggiore delle ipotesi, ovvero quando la sensibilità è estrema si possono assumere farmaci chelanti, che di fatto disintossicano il corpo dalla sostanza incriminata. Per la celiachia vale lo stesso discorso, solo che in questo caso ci si ferma all’eliminazione del glutine. E’ infatti uno sforzo meno gravoso di quanto si pensa, dal momento che esistono molti alimenti che possono sostituire al meglio i cibi full-gluten. Discorso diverso, invece, per l’intolleranza al lattosio. Nella fattispecie è possibile evitare latte, latticini e formaggi freschi, o puntare sulle varianti delattosate. La rimozione del lattosio è un’operazione banale, che altera solo un po’ il gusto. Il procedimento consiste nell’immissione dell’enzima lattasi nel latte. Tale enzima, che manca negli intolleranti, di fatto “scompone” il lattosio. Il lattosio si trasforma poi in glucosio e galattosio, sostanze digeribili da chiunque.Lo stile di vita di chi soffre di intolleranze alimentari
Chi soffre di intolleranze alimentari o allergia va incontro a un drastico peggioramento della qualità della vita? Il senso comune suggerisce di sì. Se l’unica terapia possibile, eccettuati i casi speciali (es. immunoterapia) è rinunciare agli alimenti che provocano i sintomi, si fa presto a concludere che questi disturbi privano di uno dei piaceri della vita, ossia mangiare ciò che si vuole. Il ragionamento ha una sua fondatezza, ma corrisponde al vero solo se chi ha ricevuto una diagnosi “si lascia andare” e non reagisce con furbizia di fronte a un problema in effetti piuttosto grave. La verità è semplice: si può convivere con le intolleranze e con le allergie senza compromettere il proprio rapporto con il cibo. Insomma, si può evitare di scambiare le sofferenze fisiche (sintomi da intolleranze e allergie) con le sofferenze psicologiche. Il segreto sta nel cambiare il proprio approccio all’alimentazione, intraprendendo un percorso di conoscenza degli alimenti. La natura offre tanti alimenti in grado di sostituire quelli che, per una intolleranza o un’allergia sono off limits. Nella stragrande maggioranza dei casi sono buoni, nutrienti e porgono il fianco alla buona cucina. Per intraprendere questo percorso e portarlo a termine sono necessari alcuni “ingredienti”. In primo luogo è necessario metabolizzare la diagnosi sul piano psicologico. Non è un processo immediato, ma prima o poi tutti se ne fanno una ragione. Secondariamente è necessario sviluppare una forma mentis diversa e più aperta a nuovi sapori, che vanno oltre gli approcci diversi da quello “mediterraneo classico”. E’ un caso, ma buona parte degli alimenti “agibili” provengono da altri contesti, e lo stesso si può dire delle ricette che ne fanno uso. Infine, è bene sviluppare una vera cultura della condivisione. Coinvolgere il prossimo nel proprio percorso di crescita, o più banalmente condividere i pasti “anti-intolleranze” restituisce una dimensione di normalità e cambia la percezione che i “sani” hanno degli intolleranti e degli allergici.Alcuni dettagli sull’intolleranza al lattosio e sulla celiachia
Cosa significa, nello specifico, convivere con questi disturbi? Rispondo alla domanda limitando il campo di indagine a quelli più diffusi: l’intolleranza al lattosio e la celiachia. D’altronde, ne so qualcosa, visto che sono affetta da entrambe. Attualmente, dopo aver intrapreso un percorso di conoscenza e di evoluzione del mio rapporto con il cibo, posso dirmi soddisfatta. Per me questi disturbi non sono un problema in quanto ci convivo non solo sul piano psicologico, ma anche come stile di vita, applicando in modo oculato eventuali rinunce. Per esempio, affronto l’intolleranza al lattosio sostituendo il latte e i suoi derivati con versioni vegetali, come il latte di mandorla, il latte di cocco e il latte di soia. In alternativa, posso tranquillamente consumare prodotti delattosati, che sono buoni come quelli “normali” sebbene un po’ più costosi. La celiachia mi ha imposto un cambio di marcia pesante, che mi ha portato a scoprire tanti alimenti e a esprimere un livello di creatività in cucina per me inedito (ho sempre amato sperimentare). Sostituiscono la farina di frumento con quella di riso e di mais, come fanno tutti, ma allo stesso tempo consumo - e preparo deliziose ricette – con farine diverse e più esotiche. Qualche esempio? La farina di amaranto, la farina di quinoa, la farina di fonio etc. Non è uno sforzo, ma piuttosto un piacere. Anche perché nella stragrande maggioranza dei casi aggiungono un tocco di fantasia ai piatti. Senza considerare le loro proprietà nutrizionali, che sono spesso più accentuate rispetto delle farine standard. Non di rado contengono anche molte proteine e sono ricche di sali minerali e di vitamine. Per quanto concerne l’apporto calorico non ci sono grosse differenze, del resto la farina è sempre farina!
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Ebook scaricabili gratuitamente
In questa sezione potrete scaricare gratuitamente alcuni ebook che, sono sicura, vi saranno di grande aiuto in cucina.
Ebook, un formato perfetto per imparare divertendosi Qui su Nonnapaperina.it ho preparato per voi una sezione piena di ebook da scaricare gratuitamente. Gli ebook sono pieni di contenuti esposti in modo leggero e gradevole. Reputo, infatti, che questo formato sia l’ideale per imparare divertendosi, senza necessariamente appesantire il contenuto con testi troppo corposi. D’altronde, sono pensati per essere visualizzati con facilità anche dal cellulare, ovunque vi troviate.
Tutti gli ebook riprendono un tema e lo approfondiscono. Dopo una prima parte introduttiva e descrittiva, presentano alcune ricette ad hoc, corredate di indicazioni precise e immagini che mostrano il risultato finale. Troverete ovviamente una dettagliata lista di ingredienti (con particolare riferimento al dosaggio) e la preparazione della ricetta esposta in modo semplice ed alquanto creativo.
Perché quindi scaricare gli ebook? In primo luogo perché sono gratis, secondariamente perché rappresentano una risorsa per migliorare le proprie “performance” in cucina, senza doversi sorbire complicati e lunghi manuali. Avete solo l’imbarazzo della scelta, vista l’abbondanza dei temi che ho affrontato in questi anni.
Gli ebook tematici
Come ho già specificato, gli ebook sono principalmente “tematici”, ovvero affrontano un alimento, un pasto della giornata o un evento. Ho scelto questo approccio in quanto mi è sembrato quello più utile, in grado di fornire un valido aiuto a chi è alla ricerca di soluzioni per soddisfare una specifica esigenza.
Non mancano ovviamente gli ebook dedicati alle festività. In particolare, ho affrontato il tema della cucina natalizia, ma ho dedicato un ebook anche a feste meno tradizionali ma ormai radicate dalle nostre parti, come Halloween. Altri ebook si concentrano su uno specifico alimento, come la zucca, un ortaggio che merita di essere apprezzato non solo per il gusto e per le proprietà nutrizionali, ma anche per la sua versatilità. Quest’ultima qualità emerge anche solo sfogliando l’ebook, ricco di ricette molto diverse tra di loro.
Ho parlato anche dei pasti in sé. Per esempio, ho dedicato un ebook ai dessert, argomento che appassiona tutti colori che si cimentano in cucina. Inoltre, ho dedicato un ebook alle colazioni, a rimarcare l’importanza di questo pasto, e ai contorni (soprattutto insalate).
Un compromesso tra tradizione e sperimentazione
Tutti gli ebook procedono da un’attenta selezione di ricette. Ho cercato di raggiungere un equilibrio tra tradizione e sperimentazione, fondendo i due approcci. Reputo, infatti, che la tradizione vada rispettata, ma vadano lasciati margini per la creatività. L’importante è replicare lo “spirito” di un piatto tradizionale, a prescindere dalle sostituzioni che possono coinvolgere gli ingredienti.
In tutti gli ebook ho dato ampio spazio alle ricette anti intolleranze alimentari. Spesso vedrete ricette realizzate con basi senza glutine, con creme senza lattosio e con alimenti a basso contenuto di nichel. Inoltre, si potrebbe considerare questa scelta come una sorta di auto-limitazione. In realtà si tratta di un pregiudizio, e non è certo l’unico quando si indaga il rapporto tra il senso comune e le intolleranze alimentari.
Infondo, il messaggio che questi ebook vogliono lanciare è il linea con ciò che cerco di trasmettere con Nonnapaperina.it, ossia è possibile sconfiggere le intolleranze alimentari con la buona cucina e con un approccio creativo, che può essere condiviso con chiunque (intolleranti e non). Insomma, le ricette sono pensate a uso e consumo di celiaci e intolleranti in generale, e sono godibili anche da tutti gli altri. Un terreno comune che regala grandi soddisfazioni, a prescindere da disturbi e patologie. Fammi sapere che ne pensi!.
Don’t worry be happy
Non preoccuparti e sii felice. Questo è il mio motto.
Ricordo ancora quando, molti anni or sono, mi diagnosticarono non una ma ben tre intolleranze: al lattosio, al nichel e al glutine. Una dopo l’altra, senza nemmeno il tempo di metabolizzare la notizia. Mi sentivo perduta, mi prendeva il magone al solo pensiero di dover rinunciare ai miei piatti preferiti. Se è vero che anche il cibo è fonte di felicità, sentivo di averla persa per sempre.
Ben presto ho scoperto che la cucina è la chiave per uscirne e non perdere nulla nella vita. Sono sempre stata appassionata di cucina e del buon cibo. Ho sempre manifestato interesse per le ricette della tradizione italiana e per quelle estere. Inoltre, non mi sono mai tirata indietro quando si trattava di sperimentare. Proprio l’apertura mentale al nuovo mi ha salvata. Ho capito ben presto che là fuori c’era una marea di alimenti ancora alla mia portata, e infinite ricette con cui valorizzarli.
Nonnapaperina.it nasce proprio per questo scopo, ossia condividere con voi non solo le ricette per intolleranti, ma anche un approccio diverso alla gestione della malattia. Un approccio che non punta a limitare i danni, ma a trovare la felicità in una cucina solo all’apparenza diversa. In tutto ciò mi ha spinto il senso di condivisione, che non mi è mai mancato, ma anche la consapevolezza di poter fare del bene, contribuendo alla serenità altrui.
Nonnapaperina.it nel suo piccolo è la dimostrazione di come le intolleranze alimentari possano essere sconfitte proprio sul terreno in cui sembrano avere vita facile: l’alimentazione. In realtà le difficoltà della vita sono un’occasione per mettersi in gioco. Un paradosso buffo, ma che trova conferme nella vita reale: le difficoltà spingono a mettersi in gioco, e mettersi in gioco significa superare le difficoltà.
Mi rivolgo a tutti coloro che hanno ricevuto di recente una diagnosi di intolleranza alimentare, di allergia alimentare o di celiachia. Sentitevi in diritto di dispiacervi per tutto il tempo necessario, prendetevi tutto il tempo che vi serve per elaborare la notizia. Dopo, però, rialzatevi e reagite. Anche perché potete farlo. La soluzione è a portata di mano e anche divertente, ossia ripensare la cucina, l’alimentazione e il proprio rapporto con il cibo.
Vi consiglio anche di abbandonare prima possibile i pensieri negativi che, certamente, stanno affollando la vostra mente. Lo so perché ci sono passata anche io. Un esempio? La convinzione che la condizione di intollerante alimentare segni un solco rispetto al prossimo e alle altre persone è molto consistente. D’altronde, non potete mangiare alcune delle cose che gli altri mangiano tutti i giorni!
E’ un pensiero negativo e falso. In primo luogo, il concetto di intolleranza alimentare è entrato stabilmente nell’immaginario collettivo, dunque nessuno si stupisce di una persona che soffre di questo disturbo. Oggi più che mai lo stigma della malattia è superfluo e fuori luogo. Secondariamente gli alimenti a disposizione degli intolleranti e le ricette che su di essi si basano sono buoni per tutti, anche per chi non soffre di problemi del genere. Insomma, la “ghettizzazione” non ha senso di esistere, men che meno quella in cui il presunto malato relega se stesso.
Anzi, molti accolgono con gioia la possibilità di sperimentare nuovi piatti in cucina. Un dolce realizzato con una farina alternativa può suscitare maggiore interesse rispetto a un dolce classico. E poco importa se si toccano le corde dell’appartenenza. Non è certo un alimento a fare di un piatto il simbolo della tradizione!
Stesso discorso per la paura di provocare fastidi agli altri nelle occasioni sociali, quando si va a mangiare fuori tutti assieme. Quello delle intolleranze alimentari non è affatto un tabù, dunque tutte o quasi le attività di ristorazione offrono alternative a chi soffre di intolleranza al lattosio, al nichel, o per chi è affetto da celiachia e da allergie. Per questo motivo vi consiglio di fare come me, anche se la diagnosi vi ha sconvolto e vi ha preso in contropiede. Non preoccupatevi, siate felici. La soluzione c’è ed è molto concreta.
Ho aperto questo mio excursus sulle intolleranze alimentari e allergie alimentari con un riferimento alle mie diagnosi. In realtà la mia storia da questo punto di vista è un po’ più lunga e complessa. Vale la pena raccontarla, in quanto può offrire qualche spunto per superare certi passaggi forse un po’ più ardui. Il giro di boa più importante è avvenuto a qualche mese di distanza dalle prime diagnosi, quando ero già venuta a patti con la mia nuova condizione.
Ebbene, non ero più intollerante al nichel, ma ero proprio allergica. La notizia non mi ha sconvolto più di tanto in quanto si trattava pur sempre di evitare o gestire il nichel. Tuttavia, ho scoperto sulla mia pelle che l’allergia porta ad una sensibilità ancora più spiccata. Azzerare il nichel è impossibile, dunque mi sono sottoposta inizialmente a una terapia iposensibilizzante, che punta a introdurre nel mio corpo quantità di nichel dapprima minime, e poi via via più elevate, in modo da abituare l’organismo.
La terapia è fallita, in quanto la mia estrema sensibilità alla sostanza non lasciava margini di manovra. Ho provato quasi subito con una terapia chelante, che invece consiste nella disintossicazione naturale da alcuni metalli, nichel in primis. Questo rimedio ha funzionato, in quanto in poco tempo ho smesso di accusare i sintomi e ho potuto sospendere i cortisonici (che i sintomi li tenevano a bada).
Cosa dimostra la mia storia? Semplicemente, anche quando gli ostacoli sembrano insormontabili, esiste sempre una soluzione. Nel campo dell’alimentazione il mio caso è abbastanza particolare, eppure sono qui, soddisfatta della mia dieta e del mio rapporto con il cibo.
Cosa può fare per voi Nonnapaperina.it
Ho già introdotto il motivo per cui ho intrapreso il progetto di Nonnapaperina.it, ossia condivisione della mia esperienza e la possibilità, per tutti, di fruire di soluzioni a portata di mano per un’alimentazione a prova di intolleranze alimentari. Tanto vale, quindi, parlare un po’ del sito e dare qualche consiglio per “viverlo” al meglio. Ad esempio, per la vita di tutti i giorni, fate riferimento alla sezione “ricette per intolleranti”. Ne trovate a bizzeffe, tutte categorizzate per portata (primi, secondi etc.), momento della giornata (colazione, pranzo, cena), funzione (basi, impasti, creme, salse) e molto altro ancora.
Non trascurate, però, anche la sezione sulle festività. Se il principio cardine del progetto è la condivisione, allora la palla passa presto a voi, quindi condividete liberamente le ricette con i vostri cari e con i vostri amici. E quale migliore occasione di una festività, sia essa il Natale, la Pasqua o la Festa della Mamma? Non di rado le ricette hanno un ché di artistico. I piatti porgono il fianco a un concetto “elevato” di cucina, che coinvolge non solo il senso del gusto, ma pone le basi per un’esperienza a tutto tondo. Il tutto a uso e consumo degli intolleranti alimentari, o degli amanti del buon cibo in generale.
Il consiglio, comunque, è quello di spaziare. Il sito è basato sul principio dell’ipertesto, ossia ciascuna ricetta ne richiama altre, e molte altre ancora. Lasciatevi trasportare e vi sembrerà realmente di intraprendere un viaggio nella cucina anti-intolleranze alimentari, nella sua versione più “friendly” e divertente! Buona degustazione a tutti!
Intolleranze alimentari e allergie si sconfiggono a tavola
Quello delle intolleranze alimentari e delle allergie rischia di diventare un problema di ordine sociale se non viene gestito con attenzione. In primis per le dimensioni del fenomeno. Si stima, infatti, che circa il 10% della popolazione soffra di un qualche disturbo legato all’assorbimento di sostanze alimentari e, allo stesso tempo, in grado di generare sintomi più o meno importanti. Sul banco degli imputati vi sono l’intolleranza al lattosio e la celiachia, che sono le patologie in assoluto più diffuse, ma vanno prese in considerazione anche l’allergia e la sensibilità al nichel.
Per inciso, la distinzione tra intolleranza e allergia è fondamentale ai fini medici. I sintomi sono infatti diversi per tipologia o per intensità (o per entrambi). A fare il bello è il cattivo tempo è in particolar modo l’allergia, che coinvolge il sistema immunitario e quindi determina una sintomatologia spesso e volentieri sistemica. Le intolleranze alimentari, invece, producono prevalentemente sintomi gastrointestinali. Discorso a parte per la celiachia, che tecnicamente non è un’allergia, ma coinvolge ugualmente il sistema immunitario.
La distinzione tra intolleranza e allergia, tuttavia, assume una posizione di secondo piano per quanto concerne gli approcci terapici, o per meglio dire “di gestione”. Al netto di alcune eccezioni, che riguardano i casi di “scarsa tollerabilità”, intolleranze e allergie vanno trattate allo stesso modo, ovvero evitando le sostanze che creano i disturbi. Nella quasi totalità dei casi, infatti, non esiste una terapia risolutiva e quindi la guarigione è un’ipotesi da escludere.
Ne è consapevole chi viene raggiunto da una diagnosi di intolleranza o allergia. L’impatto emotivo della diagnosi è molto forte proprio per l’impossibilità di raggiungere una guarigione completa. Sia chiaro, il disorientamento iniziale è fisiologico e giustificato. Tuttavia, deve essere destinato a durare poco, ovvero il tempo necessario a prendere atto della buona notizia riguardante intolleranti e allergici: convivere con questi disturbi si può! E’ possibile quindi convivere con i disturbi alimentari senza rinunciare ai propri piatti preferiti e senza dire addio al proprio stile alimentare.
Non surrogati ma scelte alimentari consapevoli
Le intolleranze alimentari e le allergie si combattono non solo con le armi della medicina, ma anche attraverso un cambio di mentalità, che a sua volta coinvolge il modo di intendere la cucina. Il trucco è semplice, basta non guardare agli alimenti anallergici e anti-intolleranze come a dei surrogati degli “alimenti normali”. Gli alimenti per intolleranti sono infatti alimenti dotati di una propria specificità e in grado di offrire molto sul piano organolettico e visivo.
Chi soffre di intolleranze alimentari e di allergia non dovrebbe replicare il consumo di latte, pane o altri alimenti, ma dovrebbe valorizzare gli alimenti a cui può attingere in tutta sicurezza. Adottare questo approccio significa innanzitutto svincolarsi dal ruolo del “malato”, focalizzandosi in realtà su altri alimenti.
Ad aiutarci in questo senso c’è la natura con le sue molteplici varietà. Gli alimenti che fanno al caso del celiaco, o all’intollerante al lattosio, sono numerosi e spesso buoni e belli da vedere; inoltre sono molto versatili in quanto possono dare inizio a molte ricette davvero sfiziose. Non lo sono solo per chi soffre di queste patologie, ma anche per tutti gli altri. Le implicazioni dal punto di vista sociale sono evidenti.
Col mio sito di cucina porto avanti esattamente questa filosofia. Non è solo uno spazio per conoscere ricette, ma anche un vero e proprio manifesto per chi vuole affrontare le intolleranze alimentari con armi meno tediose di quelle esclusivamente sanitarie. In quest’ottica la farina di riso non è un surrogato della farina tradizionale, ma un elemento a parte con cui realizzare ricette deliziose, che si abbinano con una grande varietà di ingredienti. E lo stesso, ovviamente, si può dire delle farine di amaranto, di fonio, di quinoa etc. Un discorso simile può essere fatto anche per l’intolleranza al lattosio. Al netto della possibilità di delattosare il latte, le varianti vegetali godono di una propria dignità gastronomica e porgono il fianco a un interessante approccio creativo in cucina.
Tra l’altro, questo cambiamento forzato pone le condizioni per un viaggio attraverso le cucine alternative e gli alimenti più esotici. Ecco che si capovolge la prospettiva: intolleranze e allergia non sono solo una condizione gestibile, ma anche un’occasione di arricchimento.
Intolleranze alimentari e socialità, un falso problema
Un altro dei motivi per cui la diagnosi di intolleranza o allergia fa molta paura, gettando nello sconforto chi ne soffre, riguarda le implicazioni per la vita sociale. Chi ha ricevuto una diagnosi da poco è convinto nella maggior parte dei casi che la sua patologia inciderà negativamente sulle occasioni di socialità, sia dal punto di vista psicologico – emotivo che dal punto di vista pratico. Il timore è quello di sentirsi diversi e in qualche modo lontani dai canoni della normalità, questo può portare a disagi anche tra parenti e amici.
In realtà sono paure infondate. In primo luogo una condizione patologica non corrisponde a una condizione di “anormalità” (al netto dell’inconsistenza semantica del termine). Secondariamente basta un minimo di organizzazione e di consapevolezza per gestire anche le occasioni di socialità. Anzi, quando queste si svolgono fuori di casa, ossia nei locali adibiti alla ristorazione, la questione è addirittura più semplice. I gestori infatti sono nella maggior parte dei casi preparati ad accogliere clienti con intolleranze e allergie. In ogni caso basta informarsi prima e scegliere di conseguenza.
Ma il problema non si pone nemmeno se si mangia a casa di altri, o se si invitano a casa propria delle persone. In primo luogo perché le diagnosi di questo tipo non fanno scalpore in quanto sono ormai molto diffuse. In secondo luogo perché i piatti per chi soffre di intolleranze alimentari sono in realtà buoni per tutti, anche per chi non soffre di alcun disturbo. Al netto di tutto ciò, se si pone attenzione al tema della contaminazione alimentare, cucinare per intolleranti alimentari (o per allergici) è più semplice di quanto si possa immaginare.