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Cavolfiore

cavolfiore

Le proprietà del cavolfiore

Il cavolfiore, pur essendo considerato un ingrediente povero, è tra gli alimenti più apprezzati e ricorrenti della cucina italiana. Si caratterizza per la tipica infiorescenza, che forma quella che viene comunemente chiamata “testa” o “palla”, composta da grandi peduncoli floreali ammassati uno contro l’altro. Il cavolfiore è una specie molto versatile, ossia si adatta a quasi tutti i tipi di terreno, e può essere raccolto da ottobre a maggio. Tutte le varietà di cavolfiore si distinguono proprio per lo stato di maturazione e il periodo di raccolta.

Questo ortaggio è anche un alimento molto nutriente, infatti contiene tantissima vitamina C e potassio. E’ inoltre ricco di antiossidanti e sostanze antinfiammatorie, in buona sostanza fa bene all’apparato cardiovascolare e alla tiroide. Infine ha un apporto calorico davvero basso, pari a 40 kcal per 100 grammi.

Le più conosciute varietà

Esistono numerose varietà di cavolfiore, le quali si distinguono principalmente per il periodo in cui vengono raccolte. Dunque presentano gradi di maturazione differenti. Ecco un’esaustiva panoramica delle varietà di cavolfiore.

  • Autunnale. Si caratterizza per una infiorescenza piuttosto croccante e per un sapore corposo; è il classico cavolfiore da insalata.
  • Invernale. Come croccantezza e sapore è simile a quello autunnale, per quanto risulti al palato un po’ più dolce e morbido.
  • Primaverile. Questa varietà si caratterizza per un sapore nettamente più dolce delle altre e una morbidezza spiccata. Viene impiegata principalmente come condimento per i primi piatti.
  • Arancione. E’ una delle varietà che si fa notare non solo per il colore accesso, ma anche per la sua dolcezza e per un gusto decisamente più pieno. E’ il cavolfiore ideale per le zuppe, le puree, ma anche per ricette particolari come le crocchette al cavolfiore arancione. Il suo colore accesso è dovuto all’abbondanza di beta carotene, con un apporto superiore di circa il 25% rispetto alla variante bianca.
  • Bianco. E’ un cavolfiore che si fa apprezzare per un sapore a metà strada tra il dolce e l’aromatico. Può essere utilizzato come ingrediente da insalata, magari arricchito con olio, sale e aceto. Può essere utilizzato anche per preparare risotti, sughi per la pasta e ripieni.
  • Verde. E’ la variante colorata del cavolfiore. Si caratterizza per la presenza del betacarotene, una sostanza che funge da precursore per la vitamina A. Per quanto concerne il sapore è sostanzialmente identico alla controparte bianca, sebbene sia un po’ più delicato.
  • Viola. Presenta una delle tante tonalità cromatiche del cavolfiore. In questo caso il sapore non differisce dalle altre varianti, tuttavia si rivela prezioso dal punto di vista nutrizionale. Il viola è dato dalle antocianine, dei formidabili antiossidanti in grado di contrastare i radicali liberi e agire in funzione anticancro.

Come possiamo utilizzarlo in cucina?

Il cavolfiore ha una caratteristica in realtà sgradevole, infatti quando viene cotto tende a puzzare. Questa particolarità è dovuta ad alcune particolari sostanze che ricoprono la superficie, ma che non hanno nessun impatto né in termini di gusto né tantomeno in termini di valore nutrizionale. A prescindere da ciò il cavolfiore spicca per una certa versatilità, come dimostrano le tante ricette che lo vedono come protagonista. Qui sotto ne presento alcune.

Una parte delle ricette a base di cavolfiore fanno parte delle tradizioni regionali italiane, soprattutto quelle del nord Italia. In particolare mi riferisco alle ricette che vedono il cavolfiore come condimento dei famosi canederli. Altre ricette sono invece più ambiziose e propongono abbinamenti particolari, mi riferisco in particolare alle ricette “fusion” che associano il cavolfiore a ingredienti tipici di altre culture culinarie come il wasabi e la tempura.

Come cucinare il cavolfiore

Benché sia associato ai contorni, il cavolfiore è in realtà un eccellente ingrediente per i primi piatti. Ecco qualche esempio (che ho già trattato qui sul sito).

Zuppa di cavolfiore arrostito. E’ una zuppa diversa dal solito, anche perché è realizzata con gli scampi. In questo caso i cavolfiori vengono cotti al forno, uniti a patate e porri, soffritti e infine frullati in modo da formare una base cremosa e vellutata.

Zuppa di cavolfiore con ginepro. Una ricetta a base di cavolfiore può emettere un buon profumo? Ovviamente sì, se viene ben speziata. E’ il caso di questa zuppa, che tra le altre cose vede come protagonista la creme fraiche e il brodo di pollo.

Crema di cavolfiore e patate. Questo è un primo gourmet, per quanto utilizza ingredienti ufficialmente “poveri”. Si tratta di una delicata vellutata di cavolfiori e patate che ospita, quasi a mo’ di decorazione, dei rollè di spinaci e pollo.

Farfalle con pesto di cavolfiore. In questo caso il cavolfiore è l’ingrediente principale di una salsa molto delicata e gustosa, realizzata anche con la panna e con un classico soffritto di cipolle e porri.

Cavolfiore gratinato. Questa è a dire il vero una versione ancora più complessa del classico cavolfiore gratinato in quanto, insieme a questo ortaggio, troviamo altri ingredienti come la besciamella e lo speck. E’ un piatto che piace a tutti in quanto è cremoso e croccante allo stesso tempo.

Per quanto concerne i contorni, viene utilizzato in genere il cavolfiore bollito. Basta cuocere l’ortaggio in acqua bollente poco salata per una ventina di minuti, scolarlo e condirlo a piacere con olio d’oliva e qualche spezia (ad esempio prezzemolo e pepe).

Il cavolfiore può essere cotto in padella. In questo caso vi consiglio di utilizzare il burro come grasso di cottura, poiché ammorbidisce il sapore deciso dell’ortaggio.

Quali sono i benefici del cavolfiore?

Giunti a questo punto vale la pena approfondire i benefici nutrizionali del cavolfiore. Come abbiamo visto, le proprietà nutrizionali del cavolfiore sono ottime, e ciò determina un impatto positivo sull’organismo.

Tanto per cominciare, il cavolfiore giova all’apparato digerente in virtù di una spiccata abbondanza di fibre. Inoltre, garantisce un equilibrato assorbimento di zuccheri e grassi. A giovarne sono valori importanti come la glicemia e il colesterolo.

Ma il cavolfiore esercita un impatto anche sul sistema vascolare, d’altronde è ricco di vitamina K, che regola la densità del sangue e aiuta a prevenire le patologie trombotiche.

Ricco è anche l’apporto di sali minerali, che impatta su molti organi: il calcio che giova alle ossa e ai denti, il fosforo che giova al cervello e il potassio, che regolarizza la pressione del sangue.

Infine, il cavolfiore fa bene a chi sta sostenendo una dieta dimagrante in quanto aumenta il senso di sazietà e può essere consumato in quantità abbondanti. Tuttavia fate attenzione a non esagerare con il condimento.

Quali sono le controindicazioni del cavolfiore?

Può sembrare strano parlare di controindicazioni per un ortaggio che, come abbiamo visto, è molto salutare. Tuttavia le controindicazioni esistono, ma sono dovute a un consumo eccessivo dell’ortaggio, in una quantità superiore al mezzo chilo al giorno.

In questo caso si potrebbe avvertire un senso di disagio allo stomaco e all’intestino. L’abbondanza di fibre che il cavolfiore vanta, infatti, può fungere da arma a doppio taglio: da un lato supporta la digestione, mentre dall’altro può causare (in caso di consumo eccessivo) meteorismo, gonfiore e irritabilità delle mucose intestinali.

Esistono intolleranze o allergie al cavolfiore? Più che altro si dovrebbe parlare di reazioni para-allergiche. Queste possono coinvolgere i più piccoli, ovvero i bambini in fase di svezzamento. I sintomi coinvolgono lo stomaco e l’intestino e sono in genere nausea, vomito e diarrea. Per fortuna, questa specie di allergia al cavolfiore tende a scomparire nel tempo, entro i cinque anni di vita.

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