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Brandani Gift Group
Brandani Gift Group è una vera e propria istituzione con radici profonde nella tradizione. Con una storia che abbraccia l’esperienza e una costante attenzione alle nuove tendenze, l’azienda si è affermata come una fonte di raffinatezza e innovazione nel mondo degli articoli da regalo e per la casa. L’Italian Style permea tutto il catalogo, il che non sorprende dato il profondo attaccamento alla terra toscana, un luogo noto per la sua bellezza e il suo buon gusto. Questo stile distintivo ha catturato il cuore di una clientela d’élite in tutto il mondo, che apprezza la qualità e l’eleganza dei prodotti Brandani Gift Group.
Per soddisfare al meglio le esigenze dei suoi clienti, l’azienda ha investito nella creazione di un sito web aggiornato e di facile consultazione. Ma l’impegno per l’eccellenza va oltre: Brandani Gift Group offre un’assistenza meticolosa al consumatore finale. Questo impegno si traduce in una garanzia di prodotti di alta qualità e un servizio sempre puntuale ed impeccabile.
Il nuovo catalogo della Brandani Gift Group è una testimonianza della sua energia e determinazione nel rimanere al passo con i cambiamenti del mercato. Le linee di prodotti non si limitano a riflettere le nuove tendenze, ma le anticipano, creando articoli che uniscono estetica e funzionalità in modo impeccabile. Dalla fase iniziale di ricerca e design alla gestione del magazzino, l’obiettivo rimane costantemente il massimo, garantendo ai clienti l’accesso a prodotti eccezionali.
In un mercato in continua evoluzione, Brandani Gift Group continua a distinguersi come un punto di riferimento per chi cerca l’eccellenza nell’arredamento per la casa e nei regali di alta qualità. La sua dedizione all’innovazione e alla raffinatezza continua a conquistare il cuore di clienti in tutto il mondo.
Vogliamo parlare della collezione Reef! Questa eccezionale serie di piatti estivi è stata ispirata dai profondi fondali oceanici, portando tutta la magia del mare direttamente sulla tua tavola. Le sfumature di azzurro si intrecciano con vivaci coralli, delicate conchiglie, scintillanti stelle marine e pesci, creando un incantesimo che trasformerà ogni pasto in un’esperienza straordinaria.
I piatti della collezione Reef sono realizzati con melamina, un materiale che unisce in modo sorprendente la resistenza alla leggerezza. Questi piatti diventano i compagni ideali per le tue avventure all’aperto, garantendo massima praticità in ogni situazione.
La loro leggerezza non solo semplifica il trasporto, ma li rende perfetti anche per gli amanti delle attività all’aria aperta. Non dovrai preoccuparti di cadute accidentali, poiché la melamina è famosa per la sua resistenza agli urti. Inoltre, la sua capacità di sopportare il calore ti consente di gustare pasti caldi senza preoccuparti di danneggiare i tuoi piatti preferiti.
Che tu sia un appassionato di avventure all’aria aperta o desideri semplicemente portare un tocco di atmosfera marina nella tua vita quotidiana, la collezione Reef è la scelta perfetta per te! Con la sua linea di piatti e tessuti coordinati, aggiungerà un tocco di eleganza a ogni momento condiviso intorno a un tavolo.
La mia collezione preferita
Scegliere tra la vasta gamma di collezioni proposte può davvero essere una sfida, specialmente quando tutte sono belle e ben curate. È proprio vero che “l’occhio vuole la sua parte”, e la bellezza dei prodotti può influenzare notevolmente la tua scelta. Ecco alcuni consigli per aiutarti a prendere la decisione:
Definisci il tuo stile: Prima di iniziare a esplorare le collezioni, considera il tuo stile personale e l’estetica della tua casa. Hai un’idea chiara di quale sia il tuo stile? Ad esempio, preferisci uno stile moderno, classico, rustico o minimalista? Questo ti aiuterà a restringere le opzioni.
Scopo d’uso: Pensaci anche al motivo per cui stai cercando articoli da regalo o per la casa. È per arricchire la tua decorazione d’interni, per un’occasione speciale, o per una funzione specifica? Conoscere il tuo obiettivo renderà più facile la scelta.
Coerenza: Cerca di mantenere una certa coerenza nell’arredamento della tua casa. Se hai già uno stile dominante o una palette di colori, cerca articoli che si adattino a questa estetica. Ciò contribuirà a creare un ambiente armonioso.
Priorità: Identifica le caratteristiche o le funzionalità che consideri più importanti. Ad esempio, potresti dare la priorità alla qualità dei materiali, alla funzionalità, al prezzo o alla versatilità.
Fai ricerche online: Esplora le collezioni online, leggi recensioni e guarda le immagini dei prodotti in contesto. Questo ti darà un’idea migliore di come gli articoli si inseriranno nella tua casa.
Visualizza in negozio: Se possibile, visita un negozio fisico per vedere gli articoli di persona e toccarli. Questo può aiutarti a valutare la qualità e l’aspetto dei prodotti in modo più accurato.
Ascolta il tuo istinto: Alla fine, segui il tuo istinto e scegli gli articoli che ti colpiscono di più e che pensi si adatteranno meglio alla tua casa e al tuo stile di vita. La bellezza e l’estetica svolgono un ruolo importante nella soddisfazione con i tuoi acquisti.
Pianifica il budget: Ricorda di stabilire un budget in anticipo e cerca articoli che rientrino in quel budget. Ciò ti aiuterà a evitare spese eccessive.
Tempo di riflessione: Se sei incerto, prenditi il tempo per riflettere prima di effettuare l’acquisto. Non c’è alcuna fretta nel prendere una decisione, e a volte una pausa può portare a una scelta più ponderata.
Alla fine, il processo di selezione può essere un piacere in sé, poiché ti permette di esplorare le tante opzioni creative disponibili e di creare uno spazio che rispecchi veramente la tua personalità e il tuo gusto. Buona scelta!
Arredare la cucina è un’arte
Arredare la cucina è davvero un’arte, perché richiede una combinazione di funzionalità e estetica per creare uno spazio che sia al tempo stesso pratico e accogliente. Ecco alcune considerazioni chiave da tenere a mente quando si tratta di arredare la cucina:
Funzionalità: La cucina è uno degli spazi più utilizzati in casa, quindi la sua progettazione deve essere altamente funzionale. Pensa a come organizzare gli elettrodomestici, gli utensili da cucina e i mobili in modo da rendere il lavoro in cucina più efficiente. La disposizione degli elementi come il piano di lavoro, il lavello e il piano cottura è fondamentale.
Stile e design: Scegli uno stile di arredamento che rifletta la tua personalità e si adatti al resto della casa. Puoi optare per uno stile moderno, classico, rustico o minimalista, a seconda dei tuoi gusti. Assicurati che i materiali, i colori e i dettagli decorativi siano coerenti con lo stile scelto.
Spazio di archiviazione: Una cucina ben organizzata richiede un’ampia capacità di archiviazione. Pensaci attentamente quando scegli i mobili della cucina, inclusi gli armadietti, i cassetti e le dispense. L’obiettivo è mantenere gli utensili e gli ingredienti ben organizzati e facilmente accessibili.
Illuminazione: La luce è essenziale in cucina. Assicurati di avere una buona illuminazione generale, ma anche luci specifiche per il piano di lavoro e l’area del lavello. Questo aiuterà a evitare errori in cucina e renderà lo spazio più accogliente.
Materiali durevoli: Poiché la cucina è un ambiente soggetto a usura e umidità, è importante scegliere materiali durevoli per pavimenti, controsoffitti e mobili. Materiali come granito, acciaio inossidabile e legno massello sono spesso scelte popolari per la loro resistenza.
Dettagli personali: Non dimenticare di aggiungere tocchi personali alla tua cucina. Questi possono includere opere d’arte, piante, tessuti o oggetti decorativi che aggiungono calore e personalità allo spazio.
Elettrodomestici di qualità: Investi in elettrodomestici di buona qualità, in modo da rendere la cucina più efficiente e duratura nel tempo. Gli elettrodomestici di alta qualità spesso offrono funzioni avanzate che semplificano la preparazione dei pasti.
Budget: Stabilisci un budget prima di iniziare a pianificare l’arredamento della cucina. Questo ti aiuterà a prendere decisioni informate e a evitare sorprese finanziarie.
In definitiva, arredare la cucina è un processo che richiede pianificazione, creatività e attenzione ai dettagli. Con la giusta combinazione di elementi funzionali e estetici, puoi trasformare la tua cucina in uno spazio che riflette il tuo stile di vita e diventa il cuore pulsante della tua casa.
Per non parlare dell’importanza della tavola
‘attenzione nell’apparecchiare la tavola è un aspetto essenziale dell’arte di arredare la cucina. Una tavola ben preparata può trasformare un semplice pasto in un’esperienza gastronomica e visiva memorabile. Ecco alcuni suggerimenti su come apparecchiare la tavola in modo accattivante:
Scegli la tovaglia e le tovagliette: Inizia con la base. Scegli una tovaglia o tovagliette che si adattino allo stile della tua cucina e della tua tavola. Puoi optare per tessuti eleganti o materiali più casuali a seconda dell’occasione.
Posiziona i sottobicchieri o i sottopentole: Proteggi la superficie della tua tavola posizionando sottobicchieri o sottopentole sotto i piatti caldi o le pentole. Questi possono essere di materiali diversi, come legno, ceramica o vetro, e aggiungono un tocco decorativo.
Scelta delle stoviglie: Utilizza stoviglie coordinate che si armonizzino con il tema o lo stile della tua cucina. Se hai servizi di piatti speciali per occasioni speciali, questo è il momento ideale per usarli.
Posiziona le posate: Posiziona le posate in modo strategico. Le forchette dovrebbero essere a sinistra dei piatti, i coltelli a destra con il filo rivolto verso l’interno e le cucchiaia a destra dei coltelli. Puoi anche disporre le posate in modo elegante su tovaglioli piegati o su portaposate.
Aggiungi bicchieri e calici: Se stai servendo bevande, posiziona i bicchieri o i calici sopra e a destra dei piatti principali. Puoi avere bicchieri per acqua e vino, o altri bicchieri speciali per bevande come il succo o il cocktail.
Tovaglioli e anelli per tovaglioli: Piega i tovaglioli in modo creativo o utilizza anelli per tovaglioli decorativi per aggiungere un tocco di eleganza. I tovaglioli possono anche essere posizionati su o accanto ai piatti.
Decorazioni e centrotavola: Aggiungi decorazioni o un centrotavola che si adatti all’occasione. Questi possono essere fiori freschi, candele profumate, piante o oggetti decorativi che aggiungono colore e stile alla tavola.
Attenzione ai dettagli: Prenditi cura dei dettagli, come l’ordine e l’allineamento dei piatti e delle posate. Assicurati che tutto sia pulito e privo di macchie.
Illuminazione: Se la cena si protrae oltre il tramonto, considera l’uso di candele o luci soffuse per creare un’atmosfera accogliente.
Personalizzazione: Infine, fai in modo che la tavola rifletta il tuo stile personale e il tema dell’evento. L’apparecchiatura può essere semplice ed elegante o più elaborata a seconda delle tue preferenze.
Apparecchiare la tavola è un modo meraviglioso per mostrare l’attenzione ai dettagli e l’amore per l’arte culinaria. Con un po’ di creatività e cura, puoi creare un’esperienza di ristorante di alta classe proprio nella tua cucina.
Ecco come rendere una casa più bella in poche mosse
Rendere una casa più bella è un processo creativo e gratificante che combina estetica e funzionalità. Per trasformare il vostro spazio in un’oasi accogliente, ecco dieci mosse chiave, con un focus particolare sui casalinghi.
Cominciamo con i colori. Nei piccoli spazi, l’uso di tonalità tenui come il bianco, il beige o il grigio chiaro può fare miracoli, creando un’illusione di maggiore ampiezza e luminosità. È sorprendente come una semplice mano di vernice possa aprire e trasformare uno spazio.
Poi, c’è la questione dell’illuminazione. La giusta lampada o un elegante lampadario possono non solo illuminare una stanza ma anche definirne il carattere. Giocate con diverse fonti di luce per creare atmosfere diverse, da quella calda e accogliente a quella vivace e stimolante.
Gli specchi decorativi sono un altro trucco nel nostro arsenale di design. Funzionali ma anche esteticamente piacevoli, riflettono la luce e danno profondità agli ambienti, rendendoli visivamente più spaziosi.
L’arredamento di una casa racconta la storia di chi ci vive. Mischiate pezzi antichi con moderni, oggetti di lusso con trovate economiche. Questo mix non solo aggiunge interesse visivo ma parla anche delle vostre esperienze e gusti personali.
Non dimentichiamo l’importanza degli elementi naturali. I cestini di vimini sono un modo pratico e stiloso per aggiungere storage, portando un tocco rustico e naturale. E poi, “go green”: le piante non solo sono belle da vedere, ma purificano anche l’aria, aggiungendo vita e colore ai vostri spazi.
Ma veniamo ai casalinghi, un aspetto spesso trascurato ma fondamentale. Piatti, bicchieri e tovaglie sono più di semplici oggetti utilitari. Scegliete stili che rispecchino la vostra personalità: piatti colorati per un tocco vivace, bicchieri eleganti per serate speciali, tovaglie con stampe audaci per cene memorabili. L’abbinamento di questi elementi può creare un senso di armonia e stile, trasformando ogni pasto in un’esperienza.
Infine, personalizzate i vostri spazi con arte e fotografie, tessuti e texture che aggiungono calore, e con una riorganizzazione che riduce il disordine, mantenendo tutto ordinato e accogliente. Aggiungere un tocco personale con oggetti che significano qualcosa per voi rende la vostra casa unica, una vera espressione di chi siete.
Incorporando questi elementi nella vostra casa, creerete un ambiente non solo esteticamente piacevole ma anche funzionale e accogliente. E ricordate, la bellezza sta nei dettagli!
I dettagli fanno la differenza
I dettagli fanno la differenza in ogni casa, e oggetti come tappeti, cuscini, copripiumini, cornici e vasi sono essenziali per dare carattere e calore ad ogni stanza. Cominciamo dai tappeti: essi possono definire lo spazio, aggiungere comfort sotto i piedi e inserire un tocco di colore o di pattern in una stanza altrimenti neutra. Scegliete un tappeto che rispecchi il vostro stile e che si abbini agli altri elementi della stanza, come i mobili e le pareti.
Passiamo poi ai cuscini e ai copripiumini. Questi elementi tessili sono un modo semplice ed efficace per aggiungere colore e texture, oltre a fornire comfort. Potete optare per colori vivaci per ravvivare una stanza o per tonalità più sobrie per un look raffinato. I copripiumini, in particolare, possono trasformare l’aspetto della vostra camera da letto con un minimo sforzo.
Le cornici sono un altro tocco personale che può fare la differenza. Che si tratti di foto di famiglia, opere d’arte o anche solo stampe grafiche, incorniciate ciò che vi rappresenta. Giocate con diverse dimensioni e stili di cornici per creare un’interessante galleria murale o per semplicemente esaltare un’immagine singola.
Infine, non sottovalutate il potere dei vasi. Che siano utilizzati per contenere piante o come oggetti decorativi a sé stanti, i vasi possono aggiungere un elemento di design in qualsiasi spazio. Sceglieteli in materiali, forme e dimensioni diverse per aggiungere profondità e interesse visivo ai vostri ambienti.
Incorporando questi elementi nella vostra casa, potrete creare un ambiente che rispecchia il vostro gusto personale e offre un’accoglienza calda e confortevole a chiunque entri
Ma non è finita qui!
Oltre ai tessili e agli accessori, anche i mobili e gli elementi aromatici giocano un ruolo cruciale nel definire l’atmosfera di una casa. Prendiamo ad esempio sedie e poltrone: non sono solo sedute, ma veri e propri statement di design. Scegliere la giusta poltrona o un set di sedie può cambiare l’aspetto di una stanza, aggiungendo stile e funzionalità. Che si tratti di una poltrona in stile vintage per un angolo lettura accogliente o di sedie moderne per la sala da pranzo, questi pezzi possono diventare i protagonisti della stanza.
I diffusori di fragranze, poi, sono un modo semplice ma efficace per migliorare l’atmosfera di casa. Una fragranza delicata può rievocare ricordi, evocare emozioni e rendere l’ambiente più accogliente. Scegliete fragranze che riflettano la stagione o il vostro umore, creando un’esperienza sensoriale che accoglie piacevolmente voi e i vostri ospiti.
Infine, i soprammobili sono i tocchi finali che raccontano la vostra storia. Oggetti d’arte, libri, sculture, ciotole decorative o anche ricordi di viaggi possono essere disposti su mensole, tavolini e altri spazi per aggiungere personalità e interesse. Questi piccoli dettagli sono l’espressione della vostra personalità e dei vostri interessi, rendendo la casa veramente vostra.
Combinando sedute di design, diffusori di fragranze e soprammobili attentamente selezionati, potrete creare un ambiente che non è solo esteticamente gradevole, ma che rispecchia anche la vostra identità, rendendo la vostra casa unica e indimenticabile.
E infine gli elettrodomestici
Gli elettrodomestici a vista in cucina sono non solo strumenti pratici, ma possono anche diventare elementi decorativi che contribuiscono all’estetica dell’ambiente. Molti elettrodomestici moderni sono progettati con un occhio di riguardo sia alla funzionalità sia al design, permettendo loro di integrarsi armoniosamente nell’arredamento della cucina.
Prendiamo, ad esempio, il bollitore. Disponibile in un’ampia varietà di stili e colori, può diventare un vero e proprio punto focale sul piano di lavoro, specialmente se abbinato ad altri elettrodomestici o accessori. Una friggitrice, una tostiera o un estrattore di succo, scelti con cura, possono non solo essere utili ma anche aggiungere un tocco di stile. Alcuni di questi elettrodomestici presentano finiture in acciaio inox, colori vivaci o design retrò, offrendo la possibilità di scegliere in base allo stile della vostra cucina.
Anche lo scaldapiatti, spesso trascurato dal punto di vista estetico, può essere selezionato in modo da completare l’aspetto generale della cucina. Il trucco sta nel trovare un equilibrio tra estetica e funzionalità, assicurandosi che questi elettrodomestici siano non solo belli da vedere ma anche comodi da usare e facili da pulire.
In conclusione, scegliendo elettrodomestici che si armonizzino con lo stile della vostra cucina, potrete creare un ambiente funzionale e allo stesso tempo esteticamente piacevole. Questi oggetti del quotidiano diventano così parte integrante del design, contribuendo a creare una cucina che è non solo un luogo dove cucinare, ma anche uno spazio da vivere e da mostrare.
E quindi vi dò un consiglio!
Vi consiglio comunque di fare una “visita” allo shop online di Brandani, in modo da valutare i prodotti con calma e scegliere quello che catturerà maggiormente la vostra attenzione. La scelta, lo ripeto, è davvero ampia e capace di soddisfare le molteplici esigenze dei clienti. Sullo sfondo, tutto il know-how di Brandani, tutto lo spirito creativo e l’attenzione alla qualità di una delle più apprezzabili aziende made in Italy impegnate negli articoli per la casa.
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Mai fare autodiagnosi
Sintomi e sostanze scatenanti
Da quanto appena detto deriva anche l’eterogeneità di sintomi che allergie e intolleranze provocano. I sintomi delle allergie sono sovente sistemici e violenti, e possono includere forte malessere, rush e problemi respiratori. Se l’interazione con la sostanza avviene a livello cutaneo, si possono notare eczemi in corrispondenza della zona di contatto. E’ il caso dell’allergia al nichel. Non mancano, soprattutto in caso di assunzione, problemi gastrointestinali, come dolori, crampi, diarrea e nausea. I sintomi delle intolleranze sono più circoscritti e sono principalmente gastrointestinali. Ciò si verifica - nella maggior parte dei casi - in quanto l’organismo non riesce ad assimilare la sostanza, dunque produce gas nel tentativo di farlo. Tale abnorme quantità di gas provoca i sintomi che abbiamo appena descritto. Questo è proprio il caso dell’intolleranza al lattosio, infatti il lattosio rimane per lo più integro, anziché scomporsi in glucosio e galattosio, stimolando un accumulo di gas. Una differenza tra allergie e intolleranze, che spesso viene scambiata per punto in comune, è la classe di sostanze che scatenano le une e le altre. Nel caso delle allergie, la sostanza incriminata è un alimento nel suo complesso. Nel caso delle intolleranze, è spesso una molecola, uno zucchero o una proteina. Le allergie alimentari più comuni riguardano il latte, il miglio, il frumento, le uova e i crostacei. Le intolleranze alimentari più comuni, invece, riguardano il lattosio, il glutine e così via. Ciò pone in essere conseguenze diversificate sul tenore di vita. In buona sostanza, quello degli allergici risulta molto più compromesso. Dover evitare una sostanza è un conto, dover evitare un alimento è un altro paio di maniche. Giusto per fare un esempio, chi è intollerante al lattosio può comunque bere latte e consumare latticini, purché siano delattosati. Chi è allergico al latte non dispone di questa possibilità.Come diagnosticare allergie e intolleranze?
La diagnosi delle allergie alimentari è sostanzialmente clinica, dunque è frutto dell’osservazione di reazioni visibili e misurabili empiricamente. Ciò ha determinato la convinzione secondo cui anche il singolo individuo possa giungere a una diagnosi, senza l’aiuto di un esperto. In realtà è un errore madornale. L’autodiagnosi è fallace in quanto per individuare correttamente la malattia è necessario un bagaglio di conoscenze utile ai fini dell’interpretazione dei fenomeni. Inoltre, è anche pericolosa in quanto si rischia di scatenare i sintomi della malattia. E’ vero che la diagnosi passa per prove ed errori, ma queste devono susseguirsi in una prospettiva di riduzione dei rischi propria della professione medica. Dunque, sì all’eliminazione dalla dieta di questo o quell’elemento, per capire se è proprio lui a scatenare i sintomi allergici. Si anche all’aggiunta di dosi ulteriori del sospetto allergene per verificare la reazione dell’organismo, ma secondo tappe e indicazioni ben precise, fornite dallo specialista. Anche l’intolleranza viene diagnostica o più frequentemente “scovata” con l’aggiunta o la sottrazione di elementi specifici dalla dieta. Il primo scopo è comunque escludere l’allergia, cosa tra l’altro abbastanza semplice vista la diversità di sintomi. In alcuni casi sono a disposizione alcuni test che garantiscono una diagnosi. E’ il caso del breath test per le intolleranze al lattosio. Il paziente viene invitato a consumare del latte, in modo progressivo. Successivamente, soffia in un macchinario che analizza la composizione dell’aria immessa. Se si riscontra una quantità di anidride carbonica esagerata, allora si è in presenza di una intolleranza, infatti l’abbondanza di CO2 è causata proprio dalla cattiva digestione e dal malassorbimento. Se vi è un sospetto caso di celiachia, invece, si possono realizzare degli esami del sangue per rintracciare gli anticorpi specifici, in quanto tale patologia “stimola” comunque il sistema immunitario.Gli esami strumentali nello specifico
Vale la pena approfondire la questione degli esami strumentali. Molti, infatti, pensano all’iter diagnostico con un po’ di timore reverenziale, immaginando chissà quale pratica complessa o dolorosa. In realtà è tutto molto semplice, e nemmeno troppo scomodo. Ciò vale soprattutto per il breath test. Sul meccanismo di azione ho già accennato qualcosa prima, rimane da affrontare il tema della “preparazione”, che merita particolare attenzione. Infatti, non ci si può presentare al breath test come se nulla fosse, ma occorre seguire delle regole ben precise. La più importante riguarda il digiuno: esso deve durare per le otto ore precedenti al test. Lo scopo è quello di giungere con lo stomaco e gli intestini “vuoti”, analizzando al meglio l’impatto del lattosio sull’apparato digerente senza interferenze. Stesso discorso per il fumo. Il consumo di tabacco, infatti, può alterare - seppur impercettibilmente - l’attività respiratoria, inducendo all’errore l’esaminatore. E’ bene, poi, consumare cibo leggero in occasione dell’ultimo pasto (almeno otto ore prima del test). A tal proposito, si consiglia riso, carne o pesce, degli alimenti che producono pochi gas intestinali. Più complessi sono i test per la diagnosi della celiachia, almeno dal punto di vista medico. Per il paziente sono una “passeggiata”, in quanto constano di un semplice prelievo di sangue. Questo viene poi analizzato per verificare la presenza di anticorpi specifici contro il glutine. Gli anticorpi possono essere anti-transglutaminasi (tTG), anti-gliadina (AGA) e anti-endomisio. I risultati, per ovvi motivi, sono difficili da leggere, ma per questo ci sono esperti e specialisti. Se i risultati non sono chiari, o se la celiachia è a uno stadio precoce, è possibile sottoporsi ad alcuni test genetici. Questi hanno lo scopo di verificare la presenza di componenti genetiche associate alla celiachia. I test genetici sono comunque abbastanza rari, anche perchè costano parecchio.Comportamenti e terapie
Quando si è in presenza di un’allergia alimentare, l’unica terapia realmente a portata di mano è l’esclusione totale dell’alimento dalla propria dieta. Tuttavia, in alcuni casi ciò non risulta possibile in quanto provoca un grave peggioramento della qualità della vita. Un’evenienza non comune, ma che fa riferimento solo alle situazioni in cui sono presenti contemporaneamente molte allergie. In questi casi si procede con delle immunoterapie, che prevedono l’esposizione graduale e crescente all’allergene nel tentativo di ripristinare una corretta risposta immunitaria. Nella peggiore delle ipotesi, ovvero quando la sensibilità è estrema si possono assumere farmaci chelanti, che di fatto disintossicano il corpo dalla sostanza incriminata. Per la celiachia vale lo stesso discorso, solo che in questo caso ci si ferma all’eliminazione del glutine. E’ infatti uno sforzo meno gravoso di quanto si pensa, dal momento che esistono molti alimenti che possono sostituire al meglio i cibi full-gluten. Discorso diverso, invece, per l’intolleranza al lattosio. Nella fattispecie è possibile evitare latte, latticini e formaggi freschi, o puntare sulle varianti delattosate. La rimozione del lattosio è un’operazione banale, che altera solo un po’ il gusto. Il procedimento consiste nell’immissione dell’enzima lattasi nel latte. Tale enzima, che manca negli intolleranti, di fatto “scompone” il lattosio. Il lattosio si trasforma poi in glucosio e galattosio, sostanze digeribili da chiunque.Lo stile di vita di chi soffre di intolleranze alimentari
Chi soffre di intolleranze alimentari o allergia va incontro a un drastico peggioramento della qualità della vita? Il senso comune suggerisce di sì. Se l’unica terapia possibile, eccettuati i casi speciali (es. immunoterapia) è rinunciare agli alimenti che provocano i sintomi, si fa presto a concludere che questi disturbi privano di uno dei piaceri della vita, ossia mangiare ciò che si vuole. Il ragionamento ha una sua fondatezza, ma corrisponde al vero solo se chi ha ricevuto una diagnosi “si lascia andare” e non reagisce con furbizia di fronte a un problema in effetti piuttosto grave. La verità è semplice: si può convivere con le intolleranze e con le allergie senza compromettere il proprio rapporto con il cibo. Insomma, si può evitare di scambiare le sofferenze fisiche (sintomi da intolleranze e allergie) con le sofferenze psicologiche. Il segreto sta nel cambiare il proprio approccio all’alimentazione, intraprendendo un percorso di conoscenza degli alimenti. La natura offre tanti alimenti in grado di sostituire quelli che, per una intolleranza o un’allergia sono off limits. Nella stragrande maggioranza dei casi sono buoni, nutrienti e porgono il fianco alla buona cucina. Per intraprendere questo percorso e portarlo a termine sono necessari alcuni “ingredienti”. In primo luogo è necessario metabolizzare la diagnosi sul piano psicologico. Non è un processo immediato, ma prima o poi tutti se ne fanno una ragione. Secondariamente è necessario sviluppare una forma mentis diversa e più aperta a nuovi sapori, che vanno oltre gli approcci diversi da quello “mediterraneo classico”. E’ un caso, ma buona parte degli alimenti “agibili” provengono da altri contesti, e lo stesso si può dire delle ricette che ne fanno uso. Infine, è bene sviluppare una vera cultura della condivisione. Coinvolgere il prossimo nel proprio percorso di crescita, o più banalmente condividere i pasti “anti-intolleranze” restituisce una dimensione di normalità e cambia la percezione che i “sani” hanno degli intolleranti e degli allergici.Alcuni dettagli sull’intolleranza al lattosio e sulla celiachia
Cosa significa, nello specifico, convivere con questi disturbi? Rispondo alla domanda limitando il campo di indagine a quelli più diffusi: l’intolleranza al lattosio e la celiachia. D’altronde, ne so qualcosa, visto che sono affetta da entrambe. Attualmente, dopo aver intrapreso un percorso di conoscenza e di evoluzione del mio rapporto con il cibo, posso dirmi soddisfatta. Per me questi disturbi non sono un problema in quanto ci convivo non solo sul piano psicologico, ma anche come stile di vita, applicando in modo oculato eventuali rinunce. Per esempio, affronto l’intolleranza al lattosio sostituendo il latte e i suoi derivati con versioni vegetali, come il latte di mandorla, il latte di cocco e il latte di soia. In alternativa, posso tranquillamente consumare prodotti delattosati, che sono buoni come quelli “normali” sebbene un po’ più costosi. La celiachia mi ha imposto un cambio di marcia pesante, che mi ha portato a scoprire tanti alimenti e a esprimere un livello di creatività in cucina per me inedito (ho sempre amato sperimentare). Sostituiscono la farina di frumento con quella di riso e di mais, come fanno tutti, ma allo stesso tempo consumo - e preparo deliziose ricette – con farine diverse e più esotiche. Qualche esempio? La farina di amaranto, la farina di quinoa, la farina di fonio etc. Non è uno sforzo, ma piuttosto un piacere. Anche perché nella stragrande maggioranza dei casi aggiungono un tocco di fantasia ai piatti. Senza considerare le loro proprietà nutrizionali, che sono spesso più accentuate rispetto delle farine standard. Non di rado contengono anche molte proteine e sono ricche di sali minerali e di vitamine. Per quanto concerne l’apporto calorico non ci sono grosse differenze, del resto la farina è sempre farina!
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Ebook scaricabili gratuitamente
In questa sezione potrete scaricare gratuitamente alcuni ebook che, sono sicura, vi saranno di grande aiuto in cucina.
Ebook, un formato perfetto per imparare divertendosi Qui su Nonnapaperina.it ho preparato per voi una sezione piena di ebook da scaricare gratuitamente. Gli ebook sono pieni di contenuti esposti in modo leggero e gradevole. Reputo, infatti, che questo formato sia l’ideale per imparare divertendosi, senza necessariamente appesantire il contenuto con testi troppo corposi. D’altronde, sono pensati per essere visualizzati con facilità anche dal cellulare, ovunque vi troviate.
Tutti gli ebook riprendono un tema e lo approfondiscono. Dopo una prima parte introduttiva e descrittiva, presentano alcune ricette ad hoc, corredate di indicazioni precise e immagini che mostrano il risultato finale. Troverete ovviamente una dettagliata lista di ingredienti (con particolare riferimento al dosaggio) e la preparazione della ricetta esposta in modo semplice ed alquanto creativo.
Perché quindi scaricare gli ebook? In primo luogo perché sono gratis, secondariamente perché rappresentano una risorsa per migliorare le proprie “performance” in cucina, senza doversi sorbire complicati e lunghi manuali. Avete solo l’imbarazzo della scelta, vista l’abbondanza dei temi che ho affrontato in questi anni.
Gli ebook tematici
Come ho già specificato, gli ebook sono principalmente “tematici”, ovvero affrontano un alimento, un pasto della giornata o un evento. Ho scelto questo approccio in quanto mi è sembrato quello più utile, in grado di fornire un valido aiuto a chi è alla ricerca di soluzioni per soddisfare una specifica esigenza.
Non mancano ovviamente gli ebook dedicati alle festività. In particolare, ho affrontato il tema della cucina natalizia, ma ho dedicato un ebook anche a feste meno tradizionali ma ormai radicate dalle nostre parti, come Halloween. Altri ebook si concentrano su uno specifico alimento, come la zucca, un ortaggio che merita di essere apprezzato non solo per il gusto e per le proprietà nutrizionali, ma anche per la sua versatilità. Quest’ultima qualità emerge anche solo sfogliando l’ebook, ricco di ricette molto diverse tra di loro.
Ho parlato anche dei pasti in sé. Per esempio, ho dedicato un ebook ai dessert, argomento che appassiona tutti colori che si cimentano in cucina. Inoltre, ho dedicato un ebook alle colazioni, a rimarcare l’importanza di questo pasto, e ai contorni (soprattutto insalate).
Un compromesso tra tradizione e sperimentazione
Tutti gli ebook procedono da un’attenta selezione di ricette. Ho cercato di raggiungere un equilibrio tra tradizione e sperimentazione, fondendo i due approcci. Reputo, infatti, che la tradizione vada rispettata, ma vadano lasciati margini per la creatività. L’importante è replicare lo “spirito” di un piatto tradizionale, a prescindere dalle sostituzioni che possono coinvolgere gli ingredienti.
In tutti gli ebook ho dato ampio spazio alle ricette anti intolleranze alimentari. Spesso vedrete ricette realizzate con basi senza glutine, con creme senza lattosio e con alimenti a basso contenuto di nichel. Inoltre, si potrebbe considerare questa scelta come una sorta di auto-limitazione. In realtà si tratta di un pregiudizio, e non è certo l’unico quando si indaga il rapporto tra il senso comune e le intolleranze alimentari.
Infondo, il messaggio che questi ebook vogliono lanciare è il linea con ciò che cerco di trasmettere con Nonnapaperina.it, ossia è possibile sconfiggere le intolleranze alimentari con la buona cucina e con un approccio creativo, che può essere condiviso con chiunque (intolleranti e non). Insomma, le ricette sono pensate a uso e consumo di celiaci e intolleranti in generale, e sono godibili anche da tutti gli altri. Un terreno comune che regala grandi soddisfazioni, a prescindere da disturbi e patologie. Fammi sapere che ne pensi!.
Don’t worry be happy
Non preoccuparti e sii felice. Questo è il mio motto.
Ricordo ancora quando, molti anni or sono, mi diagnosticarono non una ma ben tre intolleranze: al lattosio, al nichel e al glutine. Una dopo l’altra, senza nemmeno il tempo di metabolizzare la notizia. Mi sentivo perduta, mi prendeva il magone al solo pensiero di dover rinunciare ai miei piatti preferiti. Se è vero che anche il cibo è fonte di felicità, sentivo di averla persa per sempre.
Ben presto ho scoperto che la cucina è la chiave per uscirne e non perdere nulla nella vita. Sono sempre stata appassionata di cucina e del buon cibo. Ho sempre manifestato interesse per le ricette della tradizione italiana e per quelle estere. Inoltre, non mi sono mai tirata indietro quando si trattava di sperimentare. Proprio l’apertura mentale al nuovo mi ha salvata. Ho capito ben presto che là fuori c’era una marea di alimenti ancora alla mia portata, e infinite ricette con cui valorizzarli.
Nonnapaperina.it nasce proprio per questo scopo, ossia condividere con voi non solo le ricette per intolleranti, ma anche un approccio diverso alla gestione della malattia. Un approccio che non punta a limitare i danni, ma a trovare la felicità in una cucina solo all’apparenza diversa. In tutto ciò mi ha spinto il senso di condivisione, che non mi è mai mancato, ma anche la consapevolezza di poter fare del bene, contribuendo alla serenità altrui.
Nonnapaperina.it nel suo piccolo è la dimostrazione di come le intolleranze alimentari possano essere sconfitte proprio sul terreno in cui sembrano avere vita facile: l’alimentazione. In realtà le difficoltà della vita sono un’occasione per mettersi in gioco. Un paradosso buffo, ma che trova conferme nella vita reale: le difficoltà spingono a mettersi in gioco, e mettersi in gioco significa superare le difficoltà.
Mi rivolgo a tutti coloro che hanno ricevuto di recente una diagnosi di intolleranza alimentare, di allergia alimentare o di celiachia. Sentitevi in diritto di dispiacervi per tutto il tempo necessario, prendetevi tutto il tempo che vi serve per elaborare la notizia. Dopo, però, rialzatevi e reagite. Anche perché potete farlo. La soluzione è a portata di mano e anche divertente, ossia ripensare la cucina, l’alimentazione e il proprio rapporto con il cibo.
Vi consiglio anche di abbandonare prima possibile i pensieri negativi che, certamente, stanno affollando la vostra mente. Lo so perché ci sono passata anche io. Un esempio? La convinzione che la condizione di intollerante alimentare segni un solco rispetto al prossimo e alle altre persone è molto consistente. D’altronde, non potete mangiare alcune delle cose che gli altri mangiano tutti i giorni!
E’ un pensiero negativo e falso. In primo luogo, il concetto di intolleranza alimentare è entrato stabilmente nell’immaginario collettivo, dunque nessuno si stupisce di una persona che soffre di questo disturbo. Oggi più che mai lo stigma della malattia è superfluo e fuori luogo. Secondariamente gli alimenti a disposizione degli intolleranti e le ricette che su di essi si basano sono buoni per tutti, anche per chi non soffre di problemi del genere. Insomma, la “ghettizzazione” non ha senso di esistere, men che meno quella in cui il presunto malato relega se stesso.
Anzi, molti accolgono con gioia la possibilità di sperimentare nuovi piatti in cucina. Un dolce realizzato con una farina alternativa può suscitare maggiore interesse rispetto a un dolce classico. E poco importa se si toccano le corde dell’appartenenza. Non è certo un alimento a fare di un piatto il simbolo della tradizione!
Stesso discorso per la paura di provocare fastidi agli altri nelle occasioni sociali, quando si va a mangiare fuori tutti assieme. Quello delle intolleranze alimentari non è affatto un tabù, dunque tutte o quasi le attività di ristorazione offrono alternative a chi soffre di intolleranza al lattosio, al nichel, o per chi è affetto da celiachia e da allergie. Per questo motivo vi consiglio di fare come me, anche se la diagnosi vi ha sconvolto e vi ha preso in contropiede. Non preoccupatevi, siate felici. La soluzione c’è ed è molto concreta.
Ho aperto questo mio excursus sulle intolleranze alimentari e allergie alimentari con un riferimento alle mie diagnosi. In realtà la mia storia da questo punto di vista è un po’ più lunga e complessa. Vale la pena raccontarla, in quanto può offrire qualche spunto per superare certi passaggi forse un po’ più ardui. Il giro di boa più importante è avvenuto a qualche mese di distanza dalle prime diagnosi, quando ero già venuta a patti con la mia nuova condizione.
Ebbene, non ero più intollerante al nichel, ma ero proprio allergica. La notizia non mi ha sconvolto più di tanto in quanto si trattava pur sempre di evitare o gestire il nichel. Tuttavia, ho scoperto sulla mia pelle che l’allergia porta ad una sensibilità ancora più spiccata. Azzerare il nichel è impossibile, dunque mi sono sottoposta inizialmente a una terapia iposensibilizzante, che punta a introdurre nel mio corpo quantità di nichel dapprima minime, e poi via via più elevate, in modo da abituare l’organismo.
La terapia è fallita, in quanto la mia estrema sensibilità alla sostanza non lasciava margini di manovra. Ho provato quasi subito con una terapia chelante, che invece consiste nella disintossicazione naturale da alcuni metalli, nichel in primis. Questo rimedio ha funzionato, in quanto in poco tempo ho smesso di accusare i sintomi e ho potuto sospendere i cortisonici (che i sintomi li tenevano a bada).
Cosa dimostra la mia storia? Semplicemente, anche quando gli ostacoli sembrano insormontabili, esiste sempre una soluzione. Nel campo dell’alimentazione il mio caso è abbastanza particolare, eppure sono qui, soddisfatta della mia dieta e del mio rapporto con il cibo.
Cosa può fare per voi Nonnapaperina.it
Ho già introdotto il motivo per cui ho intrapreso il progetto di Nonnapaperina.it, ossia condivisione della mia esperienza e la possibilità, per tutti, di fruire di soluzioni a portata di mano per un’alimentazione a prova di intolleranze alimentari. Tanto vale, quindi, parlare un po’ del sito e dare qualche consiglio per “viverlo” al meglio. Ad esempio, per la vita di tutti i giorni, fate riferimento alla sezione “ricette per intolleranti”. Ne trovate a bizzeffe, tutte categorizzate per portata (primi, secondi etc.), momento della giornata (colazione, pranzo, cena), funzione (basi, impasti, creme, salse) e molto altro ancora.
Non trascurate, però, anche la sezione sulle festività. Se il principio cardine del progetto è la condivisione, allora la palla passa presto a voi, quindi condividete liberamente le ricette con i vostri cari e con i vostri amici. E quale migliore occasione di una festività, sia essa il Natale, la Pasqua o la Festa della Mamma? Non di rado le ricette hanno un ché di artistico. I piatti porgono il fianco a un concetto “elevato” di cucina, che coinvolge non solo il senso del gusto, ma pone le basi per un’esperienza a tutto tondo. Il tutto a uso e consumo degli intolleranti alimentari, o degli amanti del buon cibo in generale.
Il consiglio, comunque, è quello di spaziare. Il sito è basato sul principio dell’ipertesto, ossia ciascuna ricetta ne richiama altre, e molte altre ancora. Lasciatevi trasportare e vi sembrerà realmente di intraprendere un viaggio nella cucina anti-intolleranze alimentari, nella sua versione più “friendly” e divertente! Buona degustazione a tutti!
Intolleranze alimentari e allergie si sconfiggono a tavola
Quello delle intolleranze alimentari e delle allergie rischia di diventare un problema di ordine sociale se non viene gestito con attenzione. In primis per le dimensioni del fenomeno. Si stima, infatti, che circa il 10% della popolazione soffra di un qualche disturbo legato all’assorbimento di sostanze alimentari e, allo stesso tempo, in grado di generare sintomi più o meno importanti. Sul banco degli imputati vi sono l’intolleranza al lattosio e la celiachia, che sono le patologie in assoluto più diffuse, ma vanno prese in considerazione anche l’allergia e la sensibilità al nichel.
Per inciso, la distinzione tra intolleranza e allergia è fondamentale ai fini medici. I sintomi sono infatti diversi per tipologia o per intensità (o per entrambi). A fare il bello è il cattivo tempo è in particolar modo l’allergia, che coinvolge il sistema immunitario e quindi determina una sintomatologia spesso e volentieri sistemica. Le intolleranze alimentari, invece, producono prevalentemente sintomi gastrointestinali. Discorso a parte per la celiachia, che tecnicamente non è un’allergia, ma coinvolge ugualmente il sistema immunitario.
La distinzione tra intolleranza e allergia, tuttavia, assume una posizione di secondo piano per quanto concerne gli approcci terapici, o per meglio dire “di gestione”. Al netto di alcune eccezioni, che riguardano i casi di “scarsa tollerabilità”, intolleranze e allergie vanno trattate allo stesso modo, ovvero evitando le sostanze che creano i disturbi. Nella quasi totalità dei casi, infatti, non esiste una terapia risolutiva e quindi la guarigione è un’ipotesi da escludere.
Ne è consapevole chi viene raggiunto da una diagnosi di intolleranza o allergia. L’impatto emotivo della diagnosi è molto forte proprio per l’impossibilità di raggiungere una guarigione completa. Sia chiaro, il disorientamento iniziale è fisiologico e giustificato. Tuttavia, deve essere destinato a durare poco, ovvero il tempo necessario a prendere atto della buona notizia riguardante intolleranti e allergici: convivere con questi disturbi si può! E’ possibile quindi convivere con i disturbi alimentari senza rinunciare ai propri piatti preferiti e senza dire addio al proprio stile alimentare.
Non surrogati ma scelte alimentari consapevoli
Le intolleranze alimentari e le allergie si combattono non solo con le armi della medicina, ma anche attraverso un cambio di mentalità, che a sua volta coinvolge il modo di intendere la cucina. Il trucco è semplice, basta non guardare agli alimenti anallergici e anti-intolleranze come a dei surrogati degli “alimenti normali”. Gli alimenti per intolleranti sono infatti alimenti dotati di una propria specificità e in grado di offrire molto sul piano organolettico e visivo.
Chi soffre di intolleranze alimentari e di allergia non dovrebbe replicare il consumo di latte, pane o altri alimenti, ma dovrebbe valorizzare gli alimenti a cui può attingere in tutta sicurezza. Adottare questo approccio significa innanzitutto svincolarsi dal ruolo del “malato”, focalizzandosi in realtà su altri alimenti.
Ad aiutarci in questo senso c’è la natura con le sue molteplici varietà. Gli alimenti che fanno al caso del celiaco, o all’intollerante al lattosio, sono numerosi e spesso buoni e belli da vedere; inoltre sono molto versatili in quanto possono dare inizio a molte ricette davvero sfiziose. Non lo sono solo per chi soffre di queste patologie, ma anche per tutti gli altri. Le implicazioni dal punto di vista sociale sono evidenti.
Col mio sito di cucina porto avanti esattamente questa filosofia. Non è solo uno spazio per conoscere ricette, ma anche un vero e proprio manifesto per chi vuole affrontare le intolleranze alimentari con armi meno tediose di quelle esclusivamente sanitarie. In quest’ottica la farina di riso non è un surrogato della farina tradizionale, ma un elemento a parte con cui realizzare ricette deliziose, che si abbinano con una grande varietà di ingredienti. E lo stesso, ovviamente, si può dire delle farine di amaranto, di fonio, di quinoa etc. Un discorso simile può essere fatto anche per l’intolleranza al lattosio. Al netto della possibilità di delattosare il latte, le varianti vegetali godono di una propria dignità gastronomica e porgono il fianco a un interessante approccio creativo in cucina.
Tra l’altro, questo cambiamento forzato pone le condizioni per un viaggio attraverso le cucine alternative e gli alimenti più esotici. Ecco che si capovolge la prospettiva: intolleranze e allergia non sono solo una condizione gestibile, ma anche un’occasione di arricchimento.
Intolleranze alimentari e socialità, un falso problema
Un altro dei motivi per cui la diagnosi di intolleranza o allergia fa molta paura, gettando nello sconforto chi ne soffre, riguarda le implicazioni per la vita sociale. Chi ha ricevuto una diagnosi da poco è convinto nella maggior parte dei casi che la sua patologia inciderà negativamente sulle occasioni di socialità, sia dal punto di vista psicologico – emotivo che dal punto di vista pratico. Il timore è quello di sentirsi diversi e in qualche modo lontani dai canoni della normalità, questo può portare a disagi anche tra parenti e amici.
In realtà sono paure infondate. In primo luogo una condizione patologica non corrisponde a una condizione di “anormalità” (al netto dell’inconsistenza semantica del termine). Secondariamente basta un minimo di organizzazione e di consapevolezza per gestire anche le occasioni di socialità. Anzi, quando queste si svolgono fuori di casa, ossia nei locali adibiti alla ristorazione, la questione è addirittura più semplice. I gestori infatti sono nella maggior parte dei casi preparati ad accogliere clienti con intolleranze e allergie. In ogni caso basta informarsi prima e scegliere di conseguenza.
Ma il problema non si pone nemmeno se si mangia a casa di altri, o se si invitano a casa propria delle persone. In primo luogo perché le diagnosi di questo tipo non fanno scalpore in quanto sono ormai molto diffuse. In secondo luogo perché i piatti per chi soffre di intolleranze alimentari sono in realtà buoni per tutti, anche per chi non soffre di alcun disturbo. Al netto di tutto ciò, se si pone attenzione al tema della contaminazione alimentare, cucinare per intolleranti alimentari (o per allergici) è più semplice di quanto si possa immaginare.