Le mille tinte della cultura nipponica e scopriamo la goma wakame
Goma wakame, un contorno orientale
La goma wakame è un contorno di origine orientale che spicca per il sapore esotico e delicato. Questa insalata viene servita spesso nei ristoranti giapponesi e cinesi, dove funge spesso anche da antipasto. Questo piatto può essere associato a pasti più sostanziosi, magari a base di carne, pesce e riso.
Dal punto di vista gastronomico può essere definita come una insalata di alghe wakame, un prodotto ormai diffuso anche dalle nostre parti, che si fa apprezzare per il sapore marino e per le ottime proprietà nutrizionali.
La ricetta è davvero semplice, infatti basta unire tra di loro i vari ingredienti: le alghe, l’aceto di riso, la salsa di soia, lo zucchero e l’olio di sesamo. I semi di sesamo, invece, vanno inseriti alla fine. In questo modo fungono da guarnizione e spiccano di più in termini di sapore e texture.
Ricetta goma wakame
Preparazione goma wakame
Preparare la goma wakame è davvero semplice, basta seguire questi passaggi.
- Tagliate l’alga a listarelle.
- Unite in una ciotola l’alga, i semi di sesamo, l’aceto di riso, la salsa di soia e lo zucchero.
- Mescolate e condite con olio di sesamo.
- La vostra goma wakame è pronta per essere gustata!
Ingredienti goma wakame
- 500 gr. di alga wakame
- 3 cucchiai di aceto di riso
- mezzo cucchiaio di zucchero
- 1-2 cucchiai di salsa di soia
- mezzo cucchiaino di olio di sesamo
- q. b. di semi di sesamo.
Cosa sapere sull’alga wakame
Il protagonista della goma wakame è proprio l’alga wakame, un’alga molto usata in cucina e ricca di ottime proprietà nutrizionali. E’ un’alga che si coltiva sulle coste del Giappone, ma viene esportata anche sotto forma di alghe essiccate per poterle conservare per settimane o addirittura mesi.
L’alga wakame spicca per il colore chiaro, per la consistenza liscia e per la grande masticabilità. Non si scioglie in bocca, ma non è nemmeno troppo coriacea. Il sapore è particolare in quanto esprime al meglio il carattere marino in una prospettiva di leggerezza. In ragione di ciò viene consumata con condimenti minimi rispetto agli standard asiatici. In questo caso basta un po’ di olio di sesamo, aceto, salsa di soia e zucchero.
L’alga wakame eccelle anche dal punto di vista nutrizionale, infatti è ricca di vitamine e sali minerali, in particolare di calcio. Contiene anche molto iodio, quindi aiuta a regolarizzare la tiroide in chi soffre di ipotiroidismo ed ipertiroidismo, condizioni cliniche molto diffuse tra la popolazione femminile (ne soffre una donna su dieci).
Il tocco dei semi di sesamo nella goma wakame
La lista degli ingredienti della goma wakame comprende anche i semi di sesamo. I semi andrebbero aggiunti alla fine, in modo da massimizzarne l’effetto dal punto di vista della texture e del gusto.
Perché i semi di sesamo? Tanto per cominciare costituiscono una presenza ricorrente nelle ricette asiatiche, quindi non stupisce la loro partecipazione alla ricetta della goma wakame. In secondo luogo sono aromatici e molto versatili. Li troviamo sul pane, sulla carne, nei contorni e in alcuni casi persino nei dolci.
I semi di sesamo fanno anche bene alla salute. Come la maggior parte dei semi sono ricchi di grassi benefici, come gli acidi grassi omega tre. Questo tipo di grassi giovano al sistema cardiovascolare, benché aiutino anche a prevenire e a risolvere le infezioni.
I semi di sesamo sono anche ricchi di calcio e di fosforo, delle eccellenti sostanze che aiutano a prevenire l’osteoporosi. Infine regolano la pressione arteriosa, soprattutto se si soffre di pressione alta. Infine, contribuiscono a mantenere bassi i livelli di colesterolo cattivo (LDL).
Perché abbiamo usato l’aceto di riso?
La goma wakame si avvale anche del contributo dell’aceto di riso. Sia chiaro, anche l’aceto di vino bianco può andare bene, tuttavia in questo caso si perderebbe un po’ di quel carattere orientale che rende unico il goma wakame.
L’aceto di riso vanta anche alcune caratteristiche peculiari, che lo rendono l’ingrediente preferito per il condimento delle alghe. Questo tipo di aceto è infatti meno acido e meno coprente, quindi perfetto per gli alimenti delicati. Tuttavia è anche abbastanza salato, sebbene non raggiunga i livelli della salsa di soia, che viene molto usata nelle cucine asiatiche.
Inoltre, l’aceto di riso è più salutare delle altre tipologie di aceto. Incide sulle difese immunitarie, aiuta a digerire, depura, contiene i livelli di colesterolo e tiene a bada la glicemia. Infine, esercita una funzione protettiva nei confronti del fegato.
Zucchero e salsa di soia, un abbinamento vincente
Della goma wakame stupisce la contemporanea presenza dello zucchero e della salsa di soia, ovvero di un alimento molto dolce ed uno troppo salato. L’abbinamento può sembrare azzardato, ma in realtà funziona molto bene in quanto equilibra il complesso condimento dell’alga, impedendo che gli altri ingredienti coprano il sapore. Allo stesso tempo valorizza il piatto secondo i principi agrodolci della cucina orientale (giapponese e cinese).
La salsa di soia incide molto bene anche sulla salute, se si esclude il notevole apporto di sodio (dannoso soprattutto per gli ipertesi). Si segnala, inoltre, la presenza di grassi benefici, sali minerali, vitamine e antiossidanti. Queste sostanze aiutano a prevenire il cancro, tengono a bada i radicali liberi e rallentano l’invecchiamento cellulare.
La mia vacanza in Giappone, oltre gli stereotipi
Le mille tinte della tradizione millenaria della cultura nipponica. La mia permanenza in Giappone è davvero agli sgoccioli. Solo un altro giorno e poi si ritorna in Italia. Il tempo è davvero volato in questa immersione totale nella cultura nipponica. Ho conosciuto e incontrato un sacco di gente, imparato cose nuove, assistito a riti millenari, esplorato luoghi fantastici e, ovviamente assaggiato nuovi sapori, nuovi abbinamenti, pietanze sofisticate e ricercate. Un’esperienza sensoriale grandiosa!
Spesso crediamo di sapere tante cose sui luoghi lontani da noi come il Giappone solo perché sono dei posti così belli, avvolti in un alone di fantasia, per cui se ne parla solo per luoghi comuni. E quando arrivi qui tutti questi stereotipi cadono e lasciano il posto alla realtà, quella che puoi toccare con mano e vivere intensamente, e a tutte le sue sfumature, diverse e fantastiche. E io ho fatto proprio questo, mi sono vissuta questa vacanza in tutto e per tutto, senza perdermi nemmeno un attimo delle mille tinte della tradizione millenaria nipponica.
Il sake, la bevanda giapponese per eccellenza
Nel nono giorno di viaggio nel Lontano Oriente ho assaggiato finalmente il sake, una delle bevande alcoliche più rinomate e usate in Giappone. Il sake si ottiene dalla fermentazione del riso e si può bere caldo o freddo, a seconda la stagione, il gusto ma anche l’abbinamento gastronomico. Il sake viene servito in tazzine di terra cotta o di ceramica, oppure in bicchieri di vetro.
Ci sono tantissimi tipi di sake, un po’ come da noi per il vino! Le diverse classi, chiamate Tokutei meisho, sono definite e controllate dal governo giapponese. Tutto il sake che appartiene alle categorie Junmai è ottenuto esclusivamente da riso ed acqua, senza alcol aggiunto. Nelle altre categorie di sake Premium, invece, si può aggiungere alcol fino al 10% del peso del riso. Nel sake di qualità inferiore, e quindi non Premium, è infine possibile aggiungere ancora più alcol ed altri ingredienti, quali il glutammato.
La scrittura come arte, tra eleganza e raffinatezza
Altra chicca di questo giorno è stata il corso di scrittura giapponese, forse la più difficile in assoluto da studiare e riprodurre. Ebbene io ho imparato a scrivere il mio nome disegnando i simboli su un foglio bianco con un particolare pennello di bambù da intingere nell’inchiostro. Anche la scrittura in Giappone è considerata una forma d’arte e per questo va riproposta in modo elegante e raffinato. Vi assicuro che è stata un’altra esperienza che difficilmente scorderò!
Durante il corso ho imparato che la scrittura giapponese è formata da tre componenti: i kanji, l’hiragana e il katakana. L’hiragana e il katakana sono due alfabeti sillabici fonetici. Il katakana è utilizzato comunemente per trascrivere le parole di origine non giapponese, per i nomi scientifici di piante e animali, per la trascrizione dei suoni e per dare enfasi ad alcune parole. L’hiragana, invece, è usato per tutto il resto, come la coniugazione dei verbi ed i suffissi delle parole. I kanji, infine, rappresentano la parte più complessa della scrittura giapponese: derivano dal cinese e sono diverse migliaia, di cui circa 1500 sono quelli di uso più comune.
FAQ sulla goma wakame
Che sapore ha il goma wakame?
Il goma wakame ha un sapore particolare. Le note marine dell’alga si fondono con quelle della salsa di soia e con l’aroma spiccato del sesamo.
Quanto costa l’alga wakame?
L’alga wakame costa circa 7 euro al kg, dunque è un alimento a portata di tutti benché di chiara origine esotica. Viene in genere venduta essiccata, quindi va reidratata prima dell’utilizzo.
A cosa fa bene l’alga wakame?
L’alga wakame è ricca di sali minerali e in particolare di calcio (quindi fa bene alle ossa). E’ utile anche in caso di disfunzioni ormonali in quanto regolarizza la funzione della tiroide.
Ricette giapponesi ne abbiamo? Certo che si!
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