Risotto al sakè: un’idea originale per una ricetta gustosa
Parlando dei sakè
Risotto al sakè: un’idea sorprendente! Il sakè è una bevanda tipica della cucina giapponese, da non confondere né con un liquore, né con un distillato, né – tanto meno – con una birra. Questa peculiare bevanda, ha senz’altro una gradazione alcolica, generalmente inclusa tra 13 e 16%, ma non è questa la sua caratteristica principale. Il sakè viene prodotto tramite due processi di fermentazione del riso.
In una prima fase il riso viene levigato (spesso a mano) e su di esso viene indotta la creazione di una muffa con un microrganismo chiamato koji-kin unito al lievito (noto come kobo). Tramite questo procedimento il riso viene convertito in zuccheri fermentabili e posto in una vasca in cui si aggiungono altra acqua ed altro riso. Questa prima fermentazione dura circa 4 settimane e ne segue una seconda di sette giorni in cui si aggiunge vapore, koji, riso ed acqua.
A questo punto il liquido viene filtrato, pastorizzato ed introdotto nelle bottiglie per il consumo. Il sakè viene servito in alcuni recipienti di ceramica noti come tokkuri ed in piccoli bicchieri chiamati choko. Particolarmente tipico è il consumo di sakè tramite una scatolina in legno, chiamata masu.
Ricetta risotto al sakè
Preparazione risotto al sakè
- Tagliate a striscioline sottili il prosciutto crudo.
- Pelate e affettate sottilmente lo scalogno.
- Scaldate un tegame e versate due cucchiai di olio e poi lo scalogno. Fate appassire mescolando con un cucchiaio di legno.
- Unite il riso e lasciate tostare qualche minuti prima di sfumare con il sakè e portate a fine cottura versando mestolini di acqua bollente man mano.
- Su di una teglia ricoperta da carta forno disponete le striscioline di crudo e infornate per qualche minuto rigirandoli almeno una volta. Nel giro di pochi minuti risulteranno belle croccanti.
- A fine cottura regolate di sale e di pepe.
- Spegnete il fuoco e lasciate riposare per un paio di minuti.
- Servite il risotto decorandolo con le striscioline di prosciutto crudo croccanti.
Ingredienti risotto al sakè
- 360 gr. di riso Carnaroli
- 1 scalogno
- mezzo bicchiere di sakè Sake Gekkeikan Black and Gold
- 2 cucchiai olio extravergine d’oliva
- 2 fette di prosciutto crudo da circa 30 gr. cadauna
- q. b. di sale e pepe nero
Il sakè freddo o caldo?
Ma il sakè cos’è? Il sakè, usato in questo ottimo risotto, è un liquore giapponese tipico che può essere apprezzato freddo, a temperatura ambiente o riscaldato a bagnomaria, a seconda del tipo. Generalmente, direttamente sulla confezione è indicata la modalità migliore di consumo per poterne apprezzare al meglio le caratteristiche.
Riscaldando il sakè, fino a 40/50° se ne può percepire un sapore pieno, avvolgente e corposo, perfetto in abbinamento a piatti o stuzzichini.
Dalla storia millenaria al moderno trend
Le origini del sakè sono lontanissime nel tempo. Prime attestazioni in Giappone si hanno già nel terzo secolo e fin da subito si registrò il legame tra questa bevanda e gli eventi più formali (come matrimoni, funerali o riti d’iniziazione). Questa bevanda nipponica, dalle origini antichissime, trova al giorno d’oggi una rinnovata fama internazionale, figlia della grande diffusione dei ristoranti giapponesi sul territorio occidentale. Diversi ristoranti giapponesi in Italia propongono ai propri clienti una selezione di pregiati sakè, da acquistare in bottiglia o da consumare in abbinamento alle pietanze servite in loco.
In Giappone il consumo di sakè è occasionale, legato agli eventi, oppure in abbinamento agli aperitivi. Generalmente nel Paese d’origine, il sakè non viene consumato in occasione di grandi pasti, mentre invece il suo uso occidentale è proprio come liquore da tavola (sostitutivo del vino). Una moda tutta moderna è quella di usare il sakè come liquore base per la preparazione di cocktail, oggi piuttosto popolari (es. mojito di sakè, sakè-tini, svakda, ecc..).
Il sakè (esistono diversi tipi di sakè, che sono prodotti a partire dal riso, ma in alcune versioni possono essere presenti anche altri ingredienti per aromatizzarlo. Alcuni produttori tuttavia riportano su certe versioni la dicitura “senza glutine”).
Il risotto al sakè, una variante sfiziosa
Il risotto al sakè è sicuramente la soluzione giusta per coloro che vanno alla ricerca di una variante sfiziosa e fantasiosa da proporre ai propri ospiti, rifacendosi anche ad un gusto un po’ esotico, grazie alla presenza dell’elemento orientale, come il sakè.
Questo risotto può essere realizzata in poco tempo, in quanto i tempi medi si aggirano intorno ai 30-40 minuti. Può essere presa in considerazione per diventare un primo piatto di una cena a base di carne o mista, così come ben si presta anche per essere uno dei tanti elementi che compongono il vostro aperitivo variegato o antipasto in occasione di una cena impegnativa, dove il must è ben figurare.
Un risotto al sakè per stupire!
Sul piano nutrizionale questo piatto è sicuramente ricco di sostanze interessanti. Il riso semintegrale tipo Arborio, per ogni 100 grammi di prodotto, ci conferisce circa 347 kcal, ma anche diverse proteine, grassi, sale e fibre.
Si tratta di un valido alleato per coloro i quali devono osservare una dieta a basso contenuto calorico sia per ridurre peso corporeo sia per contenere la presenza delle colesterolo cattivo nel sangue.
Dal canto suo, il sakè è una bevanda alcolica di origini giapponesi, ottenuta dalla fermentazione del riso che, per ogni 100 grammi di prodotto, ci offre ben 134 kcal.
Il rimanente apporto proteico di grassi animali e vegetali è affidato al prosciutto crudo e all’olio extravergine di oliva. Tutti gli ingredienti utili, per realizzare il nostro risotto al sakè, potete acquistarli in qualsiasi supermercato in ogni stagione. I costi da sostenere sono medi.
Come fare il sakè in casa?
Il sakè può essere acquistato nei negozi etnici ma anche in alcuni supermercati particolarmente forniti. Nondimeno, si può provare a farlo in casa.
Dunque, come fare il sakè? Tanto per cominciare è necessario reperire il riso da sakè (preferibilmente a grano corto), il koji (riso inoculato con spore del fungo Aspergillus oryzae), un lievito specifico per riso, dell’acqua e dello zucchero. Per quanto concerne le attrezzature queste comprendono una vaporiera per riso, un fermentatore con gorgogliatore, termometri per il controllo della temperatura, recipienti per la sterilizzazione e un setaccio fine.
Ora passiamo al procedimento. Il riso viene lavato, ammollato e cotto a vapore, quindi viene mescolato con il koji, che converte l’amido in zuccheri fermentabili. Poi si aggiunge il lievito e l’acqua, ingredienti che danno inizio alla fermentazione.
Durante il processo è importante mantenere una temperatura stabile tra i 15°C e i 20°C per 20-30 giorni, monitorando la fermentazione regolarmente. Una volta completata la fermentazione il sakè viene filtrato, pastorizzato e imbottigliato, pronto per l’invecchiamento o per il consumo immediato.
Quale riso utilizzare?
Il riso migliore per i risotti è il Carnaroli. Si tratta di una verità che fa parte dell’agroalimentare italiano, tuttavia è stato sintetizzato solo qualche decennio fa, nel secondo dopoguerra, ad opera dell’agronomo Ettore De Vecchi, a partire dal riso Vialone Nano e dal Lavarone.
Il Carnaroli è il riso perfetto per i risotti per due motivi: non scuoce, dunque supporta le lunghe cotture, e assorbe bene i sapori, dando vita a risotti ben legati e omogenei.
Certo, le alternative al Carnaroli non mancano. Molto apprezzato è anche il riso Arborio, che si caratterizza per una consistenza cremosa (a seguito della cottura). Stesso discorso per il riso Vialone, da cui il Carnaroli deriva. Ha molto in comune con quest’ultimo, anche se il riso Vialone spicca per i chicchi più piccoli e di forma tondeggiante.
Il contributo del prosciutto crudo
Come abbiamo visto il prosciutto crudo gioca un ruolo importante per questo risotto al sakè. Nello specifico il prosciutto guarnisce e allo stesso tempo valorizza il risotto. Inoltre, viene tagliato a striscioline e infornato per qualche minuto affinché assuma una consistenza croccante, tale da creare un gradevole contrasto con la cremosità del risotto.
Il prosciutto crudo aumenta lo spessore organolettico della ricetta. Le proteine fanno la parte del leone in questo caso, ma si segnalano anche tanti sali minerali come magnesio, fosforo e potassio, nonché le vitamine del gruppo B, che impattano sul metabolismo energetico e sullo sviluppo dei tessuti.
L’unico vero difetto del prosciutto crudo, peraltro condiviso con buona parte delle carni trattate, è l’abbondanza di sodio. Per questa ragione va consumato con moderazione, soprattutto da chi soffre di pressione alta.
FAQ sul risotto al sakè
Che sapore ha il sakè?
Il sakè ha un sapore complesso e variegato che può essere dolce o secco, inoltre ha note fruttate e floreali, oltre ad un leggero retrogusto di riso. Alcuni tipi di sakè presentano anche sfumature di gusto umami, con una consistenza che può variare dal setoso al leggermente viscoso, a seconda della qualità e del metodo di produzione.
Quanti gradi ha il sakè?
Il sakè ha una gradazione alcolica che varia generalmente tra il 14% e il 20%. Alcuni tipi di sakè, come il Genshu, possono avere una gradazione più alta, mentre altri vengono diluiti con acqua e quindi sono più leggeri. La gradazione dipende dal tipo di fermentazione e dal processo di produzione.
A quali piatti si abbina il sakè?
Il sakè si abbina bene con piatti della cucina giapponese come sushi, sashimi, tempura e yakitori. Può accompagnare anche piatti più complessi come il sukiyaki o il ramen. Grazie alla sua versatilità si sposa bene anche con formaggi, carni bianche, pesce alla griglia e persino dessert a base di frutta.
Chi non può bere il sakè?
Il sakè dovrebbe essere evitato da chi ha qualche problema con l’alcol. La categoria è ampia e comprende alcolisti, persone con malattie epatiche e donne in gravidanza.
Ricette con il sakè ne abbiamo? Certo che si!
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