Risotto al tè nero, un primo piatto originale e speziato
Risotto al tè nero: una ricetta che stupisce a prova di intolleranze alimentari
Il risotto al tè nero è la ricetta perfetta per chi ama sorprendere in cucina senza controindicazioni dovute ad intolleranze alimentari varie. La nostra tradizione gastronomica nazionale vede nel riso uno degli ingredienti, accanto alla pasta, più amati dai consumatori i quali sono soliti considerarlo come una utile base di preparazione di ricette originali, fresche o calde a seconda della stagione, in ogni caso piene di fantasia.
Un ingrediente dalle innumerevoli proprietà e dagli straordinari benefici, il tè nero, viene proposto in questa nostra ricetta in una versione del tutto innovativa, capace di arricchire di novità, colore e sapore un grande classico della tradizione, il riso appunto.
Ricetta risotto al te nero
Preparazione risotto al te nero
- Bollite l’acqua e immergete l’apposito pallina per infusione in cui avrete messo il tè.
- Lasciate in infusione per circa 5/6 minuti. Se non avete la pallina per infusione potete usare i filtri di carta.
- Tostate a secco il riso e sfumate con il te. Cuocete unendo poco alla volta altro te.
- A fine cottura regolate di sale e pepe, poi aggiungete la buccia grattugiata del limone.
Ingredienti risotto al te nero
- 320 gr. di riso Carnaroli
- 1 lt. e mezzo di acqua
- 2 cucchiaini di tè nero affumicato (Lapsang Souchong)
- 1 buccia limone bio grattugiata
- un pizzico di sale e pepe
Risotto al tè nero: quando il riso si tinge dei colori d’Oriente
Pensate che preparare il risotto al tè nero sia un’azzardo? Tutti noi conosciamo il tè nero: base per le nostre bevande calde da assaporare in inverno al mattino o al pomeriggio speziate a piacere o arricchite con una fettina di limone o del latte, a seconda dei gusti. Esso rivendica a pieno titolo il privilegio di essere la bevanda, dopo l’acqua, più antica e consumata sulla terra e vanta una storia che risale addirittura a circa 5.000 anni fa.
Il risotto al tè nero si arricchisce dunque dei colori e dei sapori dell’Oriente, visto che i maggiori paesi produttori di questa bevanda sono sempre stati India e Giappone. Avvolte da un alone di mistero, le origini del tè nero sono costellate da leggende di ogni tipo, tese a rivendicarne la “titolarità” assoluta ora dall’uno ora dall’altro paese.
Quello che però, dal punto di vista squisitamente nutrizionale, non può essere considerato indifferente è il grande tenore in termini di proprietà curative che questa preziosa “erba” d’Oriente cela, essendo ormai, anche dal punto di vista scientifico, considerata una miniera di antiossidanti utili alla prevenzione del cancro e dei problemi circolatori.
Gusto e genuinità in un un piatto a prova di intolleranze
Nella presente ricetta viene consigliato l’uso del tè nero, ma, in assenza di esso, è possibile avvalersi anche di quello rosso o verde, l’importante è che non si faccia ricorso ad infusi di vario genere preparati però con piante diverse da quella dalla quale si ricava il tè. Ad averne la peggio sarebbero, infatti, il gusto, la consistenza ed i valori nutrizionali.
Il risotto al tè nero, in questa ricetta da noi in questa sede proposta, vede nella sua preparazione l’utilizzo di riso semi-integrale. La scelta non è casuale. Esso è infatti in grado di conferire a risotti e minestre quel tocco in più di sapore naturale che rende i piatti unici ed è ideale per una sana ed equilibrata alimentazione che non scende a compromessi con il piacere di una cucina ricca di gusto.
Perché il risotto al tè nero non viene mantecato?
Se avete già spulciato la ricetta potreste aver provato un po’ di stupore per la sua semplicità. E’ sufficiente sfumare il riso con il tè nero appena preparato e aggiungere un po’ di buccia di limone grattugiato per dare vita a un riso nero fuori dal comune, ma che può essere definito senza alcun problema un risotto gourmet.
In particolare è alquanto strana la totale assenza di mantecatura. Tutte le ricette di risotto si concludono con la mantecatura, ossia con l’aggiunta di elementi che legano, rendono la texture più cremosa e insaporiscono il riso. Nella maggior parte dei casi si opta per il Parmigiano e il burro, ma non mancano soluzioni con il gorgonzola, il taleggio, il Grana etc.
E allora perché questo risotto non viene mantecato? Semplice, perché la mantecatura eliminerebbe il sapore del tè nero. Quest’ultimo ingrediente è più intenso delle varianti classiche, ma rimane pur sempre un tè, dunque è molto delicato. Tanto vale non interferire con il suo aroma, anche a costo di perdere qualcosa in termini di texture e cremosità.
Il contributo del limone nel risotto al te nero
Un altro ingrediente principale di questo risotto al tè nero è il limone, di cui si utilizza la buccia grattugiata. Essa va aggiunta a fine preparazione, poco prima del servizio, ed ha lo scopo di garantire una nota aromatica, fresca e amarognola allo stesso tempo; il tutto senza sovrastare il delizioso aroma del tè nero.
Alcuni potrebbero storcere il naso per la presenza del limone, vista la sua capacità di caratterizzare i piatti e stravolgerne il sapore. In questo caso, però, è provvidenziale in quanto esalta le note del tè e garantisce una certa complessità organolettico. D’altronde il limone viene spesso impiegato per insaporire il tè.
Ovviamente utilizzate solo i limoni bio, in quanto presentano una buccia più edibile, resa tale dall’assenza di sostanze chimiche nei processi di produzione. Inoltre, nella maggior parte dei casi i limoni bio sono più buoni e intensi visti i loro metodi di produzione. Ciò vale per tutte le sue componenti: buccia, polpa etc.
La migliore varietà di riso per il risotto
Quando si parla di risotti il pensiero va al riso Carnaroli, ovviamente questo particolare risotto al tè nero non fa eccezione. Perché il Carnaroli è la varietà di riso migliore per i risotti? I motivi sono due: non scuoce, sopporta le lunghe cotture e assorbe liquidi e sapori come nessun altro.
Il Carnaroli, benché faccia parte dell’immaginario collettivo, è un riso piuttosto recente. E’ infatti frutto degli esperimenti dell’agronomo Ettore Vecchi, che nel dopoguerra ebbe l’idea di unire due tipologie di riso: il Vialone Nano e il Lavarone.
Ovviamente la ricetta “riesce” anche se si utilizzano altre varietà di riso. In questo caso, però, il piatto potrebbe apparire troppo slegato, innescando una disarmonia tra gli ingredienti.
FAQ sul risotto al tè nero
Di cosa sa il risotto al tè nero?
Il risotto al tè nero presenta note aromatiche che ricordano in maniera indiscutibile la bevanda. Proprio per questo è intenso, vagamente minerale e tannico, inoltre è ricco di un gusto che richiama al malto, all’orzo e ai cereali in generale.
Come si fa un risotto a regola d’arte?
Per preparare un risotto a regola d’arte è necessario seguire alcuni passaggi specifici: la preparazione di un fondo, la tostatura del riso, l’aggiunta di eventuali condimenti, l’integrazione del brodo, la cottura e la mantecatura. Tuttavia questo risotto è diverso, infatti si cuoce il riso (sfumandolo nel tè nero appena preparato) e si aggiunge in fase di guarnizione la buccia di limone grattugiata.
Chi ha inventato il risotto?
Secondo le più accreditate ipotesi scientifiche il risotto è stato inventato nel XVIII secolo. Tuttavia, fa la comparsa ufficiale solo nel 1779, nel ricettario del famoso cuoco marchigiano Antonio Nebbia. In questa prima versione, però, il riso veniva cotto in un soffritto a base di burro.
Ricette risotti ne abbiamo? Certo che si!
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