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Scopri il tè Matcha e non potrai piu farne a meno!

Tiziana Colombo: per voi, Nonnapaperina

Ricetta proposta da
Tiziana Colombo

te Matcha
Ricette per intolleranti, Cucina giapponese
Ricette a basso contenuto di nichel
Ricette vegetariane
Ricette senza glutine
Ricette senza lattosio
preparazione
Preparazione: 01 ore 00 min
cottura
Cottura: 01 ore 00 min
dosi
Ingredienti per: 4 persone
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Che cosa è il tè Matcha ?

Il tè Matcha (Tea matcha, Matcha tea, Matcha the, green Matcha tea, Matcha the verde)  è il tè del momento, non solo in Italia ma in tutto il mondo. Originario del Giappone, è un tè pregiatissimo dal colore verde brillante, tanto che storicamente era riservato solo ai Samurai e alla famiglia reale. Il tè verde giapponese Matcha, grazie alla sua versatilità in cucina e alle sue incredibili proprietà, è diventato uno degli alimenti più popolari e annoverato di diritto tra l’elenco dei superfood. E non finisce qui. Il Matcha te è infatti l’ingrediente chiave della suggestiva cerimonia del tè giapponese, un mix ben equilibrato di gesti e principi zen, un’esperienza da provare almeno una volta nella vita.

Ricetta crema al tè matcha e lamponi:

Preparazione tè matcha

La crema al tè matcha come si prepara? Per la preparazione della crema al tè matcha e lamponi iniziate scolando la ricotta e mettendola in una coppetta. In una ciotola a parte versate i tuorli e lo zucchero, poi montateli con cura con le fruste elettriche. A questo punto unite la ricotta e i due cucchiaini di tè in polvere.

Mescolate con cura e aggiungete gli albumi precedentemente montati a neve. Nel mentre, mescolate con una spatola spostando il composto dal basso verso l’alto. Dividete il composto in quattro bicchieri da portata, poi guarniteli con una spolverata di cannella e due lamponi per ogni porzione.

Ingredienti tè matcha

  • 2 uova
  • 200 gr. di ricotta consentita
  • 2 cucchiai di zucchero di canna
  • 2 cucchiaini di tè matcha in polvere
  • 8 lamponi
  • q. b. di cannella.

Riconoscerlo è facilissimo perché questo è l’unico tè verde in polvere e non in foglie, che non si prepara per infusione ma per sospensione. Tre settimane prima del raccolto, le piante vengono coperte con dei teli in modo che rimangano nella penombra. In questo modo si aumenta il contenuto di clorofilla, conferendo il tipico colore verde acceso del tè Matcha giapponese. Le foglie vengono poi cotte a vapore, asciugate e macinate per raggiungere la classica consistenza di una polvere finissima. Alcune foglie diventano il miglior te matcha verde giapponese (Gyokuro), altre vengono pulite da steli e nervature e macinate a pietra. Ecco che si ottiene il Matcha.

Nonostante sia considerato il the giapponese per eccellenza, l’origine di questa tradizione è in realtà cinese. All’epoca della dinastia Song (960 – 1279) si usava conservare le foglie di tè lavorate in “torte”, per poi sbriciolarle nell’acqua calda e favorirne lo scioglimento con l’originale frustino per il te’ matcha. La tradizione dice che nel 1200 d.C. fu poi portato in Giappone da monaci buddisti che visitarono la Cina in quel periodo. Ci sono molti tipi di te verde ma questo a parer mio è il migliore.

tè Matcha

Le proprietà del tè verde Matcha

Il the giapponese verde è da sempre apprezzato per le sue straordinarie proprietà benefiche e salutari, tanto da essere consigliato come bevanda detossinante, disintossicante e depurativa. È una delle bevande più ricche di antiossidanti al mondo (addirittura 6 volte superiore alle bacche di Goji) e di clorofilla (utile come detox e per combattere i radicali liberi). Inoltre stimola il metabolismo, dona energia al corpo, rafforza il sistema immunitario, combatte il colesterolo, migliora l’umore e iuta nella concentrazione. Grazie all’importante livello di teina, questo tè è particolarmente consigliato alla mattina, sia da solo che con l’aggiunta di latte (Matcha latte o Matcha cappuccino).

La moda del momento è il bubble tea

Il bubble tea al tè matcha è una delle mode del momento! Ve ne sarete sicuramente accorti passeggiando in città, soprattutto nelle metropoli e nei luoghi turistici, sempre più persone sorseggiano strani bicchieroni multicolor. Quel che probabilmente stanno gustando, a meno che non si tratti di smoothies, centrifugati o frappè, sarà probabilmente uno sgargiante bubble tea. Ma di che si tratta?

Se ve lo state chiedendo, probabilmente l’onda di questa moda ancora non vi ha raggiunti e ci penso io ad aggiornarvi! Direttamente da Taiwan, dove questi bubble tea sono già noti da molti anni, una moda travolgente e stravagante si è diffusa in tutto il mondo. Una moda culinaria che coinvolge soprattutto i giovanissimi ma che ha illustri fan al suo attivo, come ad esempio Hillary Clinton che li ha recentemente assaporati ed apprezzati. Parliamo in sostanza di un tè reso molto più consistente da delle aggiunte lattose (siano esse latte puro, vegetale, yogurt, panna o similari).

Il gelato al tè matcha: per chi non vuole gustare il solito ice cream

Il gelato al tè Matcha o matcha ghiacciato (qualcuno scrive impropriamente the verde matcha o the matcha) è una varietà tipica del Giappone, diffusa in molti paesi dell’Asia orientale. Viene venduto spesso all’interno della monaka (cialda di riso) ed utilizzato in Giappone nella tradizionale cerimonia del tè.

La sua larga diffusione e commercializzazione in altri continenti è iniziata negli anni Ottanta, soprattutto nei ristoranti giapponesi e nei negozi di alimentari. In precedenza, i gusti più diffusi in Giappone erano vaniglia, fragola e cioccolato.

Non è dato di sapere quando di preciso è nata l’usanza di questo gelato. L’unica cosa certa è che, in alcune cene di gala imperiali del periodo Meiji (1868-1912), fu offerto un dolce a base di gelato al tè verde con la forma del Monte Fuji. Prima del gelato vero e proprio, era popolare in Giappone il ghiaccio tritato aromatizzato al tè verde di Uji Kintoki.

Ma vogliamo parlare anche di un ottimo dolce? La ciambella al tè matcha non è il classico dolce e non è una normale ciambella (non fosse altro per il colore verde!). Avete mai preparato una ciambella di questo colore? Forse sì, ma probabilmente il verde era dato da qualche colorante. In questo caso, invece, è un colorante naturale; il colore è infatti dato dal the verde in polvere, una variante molto apprezzata e consumata in Giappone, ma che di recente si è diffusa anche in Italia. Dei pregi del tè matcha bio, che sono sia organolettici che gustativi, parlerò in un prossimo paragrafo. In questo vorrei soffermarmi di più sul procedimento.

Un procedimento che, per quanto strano possa apparire, è in realtà abbastanza semplice. Non è richiesta una grande manualità, ma solamente ingredienti di qualità e le dosi giuste. Anzi, l’unico elemento di difficoltà è dato dalla cottura. Potrebbe non essere sufficiente rispettare il minutaggio, in primis perché dipende dal forno, secondariamente perché il composto presenta caratteristiche particolari, che ne accentuano la morbidezza. Il rischio, se il dolce non viene cotto abbastanza, è che risulti “debole” e ceda su se stesso. Dunque, cuocetelo per il tempo necessario, anche qualora doveste superare i 30-35 minuti indicati dalla ricetta

E come non nominare un mocktail! Il matcha gin è un mocktail che fa degli aromi e dei profumi il suo tratto distintivo. E’ realizzato, come suggerisce il nome, con il tè matcha e con il gin. Se vi state chiedendo se questo cocktail sia  una bevanda analcolica, la risposta è no! Vi consiglio anche la crostata con crema al tè matcha. Una crostata fuori dal comune per almeno tre motivi. In primo luogo è realizzata con farine alternative e senza glutine,

Preparazione the matcha : un rito

Come preparare il te matcha? Per preparare il te’ verde matcha si procede versando in una tazza chiamata chawan 1 cucchiaino di polvere di the verde (o 2 chasaku, il tipico cucchiaio/palettina in bambù che serve per dosare la quantità di tè). Poi aggiungete 150 ml di acqua minerale naturale alla temperatura di 70-75°C e sciogliete il tutto aiutandovi con una piccola frusta di bambù, il chasen. Dovete fare questa operazione partendo dolcemente con dei movimenti lenti e poi proseguire in modo energico, non praticando un movimento circolare, ma disegnando una sorta di M. In questo modo si formerà una densa schiuma in superficie.

Il te verde Matcha va bevuto caldo e al naturale, senza aggiungere zucchero o altri tipi di dolcificanti.

Il sapore dolce del Matcha si abbina bene con la frutta, lo yogurt, il pudding ai semi di chia, lo sciroppo d’acero, il cioccolato bianco ma anche con le uova in camicia. Si può aggiungere nella preparazione di torte e biscotti, nei frullati, negli gnocchi o nella pasta sfoglia. Si addice molto bene anche alla carne di maiale.

dolci giapponesi

Dolci giapponesi: ecco un fantastico mix di dessert

Il Giappone è un paese che ha un fascino unico grazie alla sua cultura e a paesaggi indimenticabili. Ma c’è un altro elemento che attira la nostra attenzione: la gastronomia. Non esistono solo sushi e ramen. I dessert sono una parte importante della gastronomia giapponese anche se non sono ancora conosciutissimi in occidente probabilmente a causa del loro sapore piuttosto particolare.

Solitamente, sono dolci con relativamente poco zucchero che si elaborano con diversi ingredienti di origine vegetale come gli azuki, dei fagioli rossi con cui si prepara una sorta di marmellata dolce chiamata “anko”, il tè matcha o la farina di riso.

Uno dei dolci giapponesi di cui vi ho già parlato in passato sono i dorayaki, dei piccoli pancake che formano una sorta di panino, farciti con la pasta di fagioli rossi. Vi ricordate del cartone animato Doraemon? Ecco, questo dolce appariva spesso nelle puntate di questo gatto giapponese.

I dolci giapponesi a base di azuki

Oltre ai miei amati dorayaki, come vi ho anticipato all’inizio, esistono moltissimi dolci a base di fagioli rossi, gli azuki, che sono fondamentali per creare la pasta anko. È impossibile fare una lista esaustiva di tutti i dolci giapponesi che vengono preparati con questo ingrediente.

Fra i più famosi dolci giapponesi, troviamo anche l’anmitsu, un dessert a base di diversi tipi di frutta, ad esempio pesche e ciliegie, anko, cubetti di agar agar, la famosa gelatina a base di alghe, e altri ingredienti, il tutto servito in una coppa.

Non si può parlare di anko, inoltre, senza nominare anche il “taiyaki” e lo “yokan”. Il primo è facilmente riconoscibile grazie alla sua forma di pesce. Si tratta di un biscotto che viene farcito con azuki anche se si possono trovare altre varietà a base di crema pasticciera, formaggio o cioccolato.

Lo yokan, invece, è una gelatina che si elabora con anko, zucchero e agar agar. Esiste una varietà di questo dessert chiamato “mizu yokan” che viene preparata con più acqua e, per questo, può essere congelata e mangiata nei giorni estivi.

Farina di riso, ingrediente imprescindibile nella gastronomia giapponese

Fra gli altri ingredienti largamente utilizzati per creare non solo dessert ma pietanze di qualsiasi tipo nella cucina giapponese troviamo la farina di riso.

I “mochi”, ad esempio, sono dei piccoli pasticcini che si mangiano soprattutto a Capodanno ma che si possono trovare durante tutto l’anno. Sono a base di farina di riso glutinoso e possono essere farciti con diversi ingredienti fra cui l’anko ma anche frutta, come le fragole, o il gelato.

Un altro dolce preparato con la farina di riso è il cosiddetto “dango” che è una sorta di spiedino formato da diverse palline, a base di farina e di acqua, cotte al vapore o semplicemente bollite e ricoperte da una salsa di soia dolce.

Spesso, le parti che compongono il dango sono di diversi colori perché l’impasto viene colorato attraverso l’uso di verdure o del tè matcha. L’ultimo dessert che voglio presentarvi è quello che viene preparato specialmente durante la splendida fioritura dei ciliegi: il “sakuramochi”.

Come dice lo stesso nome, è una sorta di mochi, elaborato con gli stessi ingredienti, farcito di anko e ricoperto da una foglia di sakura, ossia di ciliegio.

Crema al te matcha e lamponi

Ed ora un’ottima Crema al tè matcha e lamponi

La crema al tè matcha e lamponi è un dessert fuori dal comune, che esula dalla tradizione italiana e abbraccia, seppur in modo non eccessivo, quella orientale. Il riferimento è ovviamente al tè matcha, che è una preparazione tipica del Giappone, molto consumata anche nel resto dell’Estremo Oriente e solo di recente diffusa delle nostre parti. Benché siano sufficienti solo due cucchiaini per valorizzare ben quattro porzioni di dessert, il suo impatto dal punto di vista organolettico è significativo. D’altronde, spicca per il sapore allo stesso tempo delicato e corposo, che appare leggermente strano a un palato “mediterraneo” e abituato ai classici tè. La caratteristica del tè matcha è il suo colore verde acceso, che è dovuto a una presenza massiccia di clorofilla, una sostanza che contribuisce a mantenere integri gli amminoacidi essenziali che compongono la sua struttura.

La presenza della clorofilla, a sua volta, è frutto di un processo di lavorazione molto particolare, che consta di una lunga fase durante la quale le foglie vengono coperte con un adeguato apporto di ombra. Le foglie vengono poi sottoposte a un metodo di cottura al vapore, che conserva intatte le loro proprietà nutrizionali. Infine, vengono fatte asciugare e macinate in mulini di pietra. Il matcha è uno dei tè più nutrienti e benefici in assoluto. In primis contiene una quantità di antiossidanti davvero rara. Gli antiossidanti, è bene ricordarlo, sono sostanze preziose, che combattono i radicali liberi e aiutano a prevenire il cancro. Il matcha è, inoltre, ricco di teatina, una  sostanza che favorisce la concentrazione e potenzia le capacità cognitive. Inoltre, grazie alla presenza massiccia di polifenoli, impatta positivamente sul sistema immunitario. Infine, apporta una concentrazione elevata di sali minerali, vitamina A, nonché proprietà detossificanti e diuretiche.

Tutti i pregi del lampone

Un tocco di creatività, colore e sapore in questa crema al tè matcha è dato proprio dai lamponi. Nello specifico, a fine preparazione, vengono posti sulla crema otto lamponi interi, due per ogni bicchiere. Con il loro colore rosso acceso creano un bel contrasto con la crema, che si caratterizza di contro per una tonalità piuttosto chiara. I lamponi sono tra i frutti più apprezzati in quanto ricordano da vicino le fragole, pur proponendo sentori meno aciduli, dunque adatti ad ogni palato. Del lampone, però, si apprezzano anche le sostanze nutritive che contengono.

Il frutto spicca, in primis, per il contenuto di vitamine e sali minerali, in linea con quello degli altri frutti di bosco. Notevole è l’apporto di vitamina C, sostanza che funge da antiossidante e che notoriamente supporta il sistema immunitario. Stesso discorso per la vitamina A, che non è frequente trovare nei frutti di bosco. Rilevante è anche il contenuto di magnesio e potassio. Del lampone sono apprezzate, inoltre, le proprietà diuretiche, dovute alla presenza dei tannini, ma anche le proprietà antinfiammatorie. I lamponi, soprattutto se consumati sotto forma di succo, sono considerati anche dei buoni astringenti. L’apporto calorico dei lamponi, infine, è piuttosto basso, pari a 53 kcal per 100 grammi. Una cifra sorprendente, se si considera l’elevata quantità di fruttosio che contiene.

Perché abbiamo usato la ricotta?

Anche la semplice ricotta partecipa attivamente alla ricetta della crema al tè matcha e lamponi. Nello specifico, interviene a metà della preparazione, addizionandola alla montata di tuorli e zucchero. Lo scopo è ovviamente quello di insaporire e garantire i sentori del latte, ma allo stesso tempo donare corpo e morbidezza al composto.

La ricotta è di norma ricca di lattosio, essendo un formaggio fresco. Tuttavia, in commercio trovate anche varianti prive di lattosio, che sono buone come quelle standard, anche perché il processo di rimozione del lattosio non impatta minimamente sul gusto. Si tratta, in fondo, di applicare l’enzima lattasi al latte, in modo che il lattosio venga scomposto nei più digeribili glucosio e galattosio.

Il tè matcha è consentito per gli intolleranti al nichel. I lamponi il mio medico me li ha reintrodotti e non mi danno disturbi. La cannella è soggettiva. Ne metto proprio una punta e non mi crea nessun problema. Nella fase di reintroduzione provate con un pizzico e vedete la reazione.

Ricette matcha ne abbiamo? Certo che si!

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