Prepariamo la pagnotta di grano saraceno
Prepariamo la pagnotta di grano saraceno
La pagnotta di grano saraceno è un’alternativa molto gustosa al pane classico. In un certo senso è anche più genuina e salutare. In primo luogo perché è realizzata con la farina di grano saraceno, anziché la classica farina doppio zero raffinata. Secondariamente perché integra il miele di acacia, un ingrediente particolare, in genere non associato al pane, che esercita un impatto organolettico straordinario. Tornando alla farina, va specificato che quella di grano saraceno si caratterizza per le ottime capacità panificatorie. Un aspetto non scontato, dal momento che molte farine alternative peccano da questo punto di vista.
Il grano saraceno, poi, vanta tutta una serie di qualità assenti nei cereali classici. Il riferimento è all’eccezionale apporto di fibre, che agisce a beneficio dell’apparato digerente e della flora intestinale. Discorso simile per le vitamine, che sono estremamente abbondanti e appartengono prevalentemente al gruppo B. Per quanto concerne i sali minerali, il grano saraceno è ricco di fosforo, calcio, ferro, rame, magnesio e manganese. L’aspetto più importante, però, è la totale assenza di glutine, in virtù di ciò il grano saraceno può essere consumato anche dai celiaci.
Ricetta pagnotta di grano saraceno
Preparazione pagnotta di grano saraceno
Per la preparazione della pagnotta di grano saraceno iniziate versando la farina in una ciotola, poi ponete al centro il lievito sciolto nel miele e impastate con delicatezza, integrando poco per volta i 380 ml. di acqua tiepida. Contestualmente, e sempre con gradualità, unite l’olio e il sale. Ora impastate con energia fino ad ottenere un panetto morbido e abbastanza compatto.
Fate lievitare l’impasto per almeno un’ora (deve aumentare drasticamente il suo volume), poi separate dei pezzi di uguale dimensione e formate con essi dei panini. Poneteli su una teglia ricoperta di carta da forno e coprite il tutto con un telo umido. Lasciate lievitare ulteriormente per circa 40 minuti, poi cuocete al forno. In teoria bastano 40 minuti (se il forno è già caldo), i primi 10 vanno eseguiti a 200 gradi, gli ultimi 30 minuti a 180 gradi. Tuttavia controllate la cottura immergendo uno stecchino all’interno del panino e verificando che sia ben asciutto.
Ingredienti pagnotta di grano saraceno
- 500 gr. di farina di grano saraceno
- 1 cucchiaio di miele di acacia
- 25 gr. di lievito di birra fresco
- 380 ml. di acqua naturale
- 3 cucchiai di olio extravergine di oliva
- q. b. di sale fino.
Il ruolo del miele di acacia
Come già accennato, l’altra peculiarità della pagnotta di grano saraceno è la presenza del miele. Di base il pane viene arricchito da ingredienti “grassi”, come l’olio e il burro. Tuttavia con il miele la pagnotta “guadagna” in dolcezza, profondità organolettica e leggerezza. A tal proposito, quale miele utilizzare? Il consiglio è di usare un miele delicato, visto il rischio concreto di coprire gli altri sapori. L’ideale è rappresentato dal miele di acacia, che presenta un colore ambrato chiaro e un sapore delicato e ben riconoscibile. Il miele di acacia è un toccasana, oltre che un ingrediente meritevole di attenzione “culinaria”. Per esempio è un meraviglioso disintossicante, in particolare contribuisce a mantenere in perfetto stato il fegato.
Il miele di acacia, così come il millefiori, è un ottimo antibatterico e antinfiammatorio. Essendo ricco di vitamine e sali minerali, poi, è un discreto ricostituente. Una precisazione, il miele di acacia è dolce, ma ha un indice glicemico moderato. Proprio per questo può essere consumato con relativa sicurezza anche dai diabetici. In occasione di questa ricetta, il miele va integrato fin da subito. In particolare viene posto al centro della farina, in modo da poter essere assorbito con maggiore rapidità. Tuttavia fate attenzione alle dosi, il miele di acacia è pur sempre un prodotto dolcificante, che può sbilanciare la ricetta dal punto di vista organolettico.
Quale lievito utilizzare?
Da questo punto di vista la pagnotta di grano saraceno non differisce dalle altre tipologie di pane. Va utilizzato, infatti, un lievito estremamente tradizionale utilizzato anche per la pizza, come il lievito di birra. Nello specifico va usata la sua variante fresca, che interviene non solo dal punto di vista chimico (per facilitare la lievitazione), ma anche organolettico. Le preparazioni assumono un sapore più composito se vengono arricchite dal lievito di birra fresco.
Tra l’altro questo tipo di lievito è anche ricco di nutrienti, infatti apporta discrete dosi di magnesio, fosforo, potassio, ferro, calcio e selenio. Quest’ultima sostanza esercita un’azione antiossidante, e in virtù di ciò riduce lo stress ossidativo e contribuisce a prevenire il cancro. Non mancano le vitamine, e in particolare quelle del gruppo B. Il lievito di birra, infine, esercita una funzione disintossicante nei confronti del fegato. Inoltre ha un impatto positivo sull’apparato cardiovascolare e sul metabolismo degli zuccheri, sostenendo l’azione dell’insulina.
Le persone obbligate a seguire una dieta senza glutine e senza lattosio sono sempre di più: una volta sarebbe stato un vero problema, e coloro che soffrivano di queste intolleranze e allergie alimentari avrebbero dovuto rinunciare a moltissimi cibi. Per fortuna l’offerta di prodotti “gluten free” e “lactose free” sta diventando sempre più ampia, semplificando di molto la vita agli intolleranti.
Celiachia: l’impegno di Regione Lombardia
Progetto Celiachia : app di Regione Lombardia. Da qualche anno a questa parte, la comunità scientifica e le istituzioni stanno dedicando un’attenzione molto particolare alla celiachia. Regione Lombardia, da tempo esempio di eccellenza per quanto riguarda la sanità e la cura della salute pubblica, lo dimostra con Progetto Celiachia.
Di cosa si tratta? Di un’iniziativa messa a punto grazie all’aiuto della società Lombardia Informatica. Grazie al suddetto progetto, una realtà fin dal 2014, è possibile, attraverso la Carta Nazionale dei Servizi, utilizzare il budget celiachia – una somma messa a disposizione dall’ente regionale – per acquistare prodotti gluten free su tutto il territorio nazionale. L’onere economico è a carico del Servizio Sanitario Nazionale.
La sfida di Regione Lombardia
La sfida di Regione Lombardia è a dir poco ambiziosa. L’obiettivo, infatti, è quello di dare corpo a un sistema unico a livello nazionale, così da concretizzare dei benefici effettivi per gli utenti. In questo modo, chi soffre di celiachia ha la possibilità di muoversi liberamente per il Paese, consapevole di avere sempre a disposizione una somma finalizzata all’acquisto di prodotti gluten free.
Come si accede al servizio Progetto Celiachia?
Il servizio è di indubbia qualità. A questo punto, viene da chiedersi cosa bisogna fare per accedere. Fondamentale a tal proposito è l’utilizzo della Carta Nazionale dei Servizi. Su di essa, viene accreditato il budget mensile per l’acquisto dei prodotti gluten free
Una volta che ci si reca presso il punto vendita e che arriva il momento di pagare i prodotti, tramite il POS – la macchinetta per il pagamento con carta di credito – dell’esercizio e un codice segreto a disposizione del singolo assistito, si può usufruire dell’importante beneficio.
Il progetto, in questi anni, è stato accolto con molto successo. Sono infatti più di 34.000 i celiaci che usufruiscono di questo servizio. Le farmacie che aderiscono sono quasi 3.000, 196 i negozi specializzati e più di 600 i punti vendita della GDO (grande distribuzione organizzata).
Iniziativa innovativa che è stata salutata con pareri positivi anche da altre Regioni, come per esempio la Toscana, è chiara spia di quanto il contributo delle istituzioni sia fondamentale per gestire al meglio la celiachia e la qualità della vita di chi ha a che fare con questa condizione.
Celiachia: un protocollo per migliorare la diagnosi precoce. Nel 2014 sono state circa 170mila le nuove diagnosi di celiachia in Italia. Purtroppo questa condizione è ancora sottovalutata, soprattutto per quanto riguarda la diagnosi precoce (si stima che siano circa 400.000 gli italiani affetti da celiachia che ancora non sanno della loro condizione clinica).
Tale situazione si verifica perché i primi sintomi della celiachia si presentano spesso in maniera blanda, coinvolgendo parti del corpo diverse dall’apparato gastrointestinale (sono in particolare il gonfiore addominale, il dimagrimento e i frequenti episodi di vomito a mettere in allarme chi poi scopre di soffrire di celiachia).
Un protocollo ministeriale per la diagnosi precoce di celiachia
Alla luce di questo quadro epidemiologico impossibile da ignorare, il Ministero della Salute ha avviato un programma d’investimenti in collaborazione con le province autonome di Trento e Bolzano. L’obiettivo di tale percorso è stata la realizzazione di un protocollo incentrato su diagnosi, follow up e prevenzione della celiachia, una malattia che, come dimostrano i dati presentati nel paragrafo precedente (che non tengono conto di tutti i soggetti che hanno questo problema e non lo sanno), è tutto tranne che rara nel nostro Paese.
Le novità del protocollo in questione – pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale lo scorso 19 agosto – comprendono diversi aspetti riguardanti l’approccio quotidiano con il paziente e mettono in primo piano un’attenzione particolare ai bambini.
Progetto Celiachia: le novità per lo screening diagnostico
Il nuovo protocollo ministeriale si concentra in particolare sulla diagnosi precoce della celiachia, che abbiamo già ricordato essere oggi particolarmente importante. Il percorso prevede uno screening iniziale contraddistinto dall’esecuzione di test sierologici, ai quali segue una biopsia intestinale.
Quest’ultimo step può essere evitato nei pazienti in età pediatrica, ma solo se sono presenti specifiche condizioni cliniche riconducibili alla celiachia, oltre alla risposta positiva alla dieta senza glutine e a specifici riscontri genetici e di positività agli anticorpi antitransglutaminasi.
Un’ampia trattazione è ovviamente dedicata alla dieta senza glutine e alla differenza tra celiachia e allergia al glutine.
Il protocollo ministeriale – definito ufficialmente dopo 8 anni di accordi – si pone come punto di riferimento ufficiale per migliorare l’informazione generale sulla malattia, tenendo come obiettivo principale l’aumento delle diagnosi precoci e la diminuzione dei percorsi di screening errati, che sono sinonimo d’inutili privazioni alimentari e di sofferenza psicologica per chi le vive in prima persona.
Dieta gluten free? Certamente non è per tutti!
La dieta gluten free sta diventando quasi una moda, entrando anche far parte dello stile di vita di persone che non sono né intolleranti né allergici al glutine. Infatti, le persone realmente celiache sono decisamente poche rispetto a tutti coloro che effettivamente eliminano questa sostanza dal proprio regime alimentare. Ma le domande che sorgono sono: si tratta della scelta giusta? Cosa può accadere a chi elimina il glutine dalla propria alimentazione senza un valido motivo?
Molti esperti non concordano con questa scelta. Non a caso, questo tipo di dieta può comportare delle considerevoli controindicazioni e problematiche a tutti coloro che non soffrono di celiachia in quanto impoverisce in particolar modo la loro alimentazione. A questo proposito, ecco tutto quello che dovreste sapere riguardo la dieta senza glutine.
Ecco 5 ragioni per evitare la dieta gluten free
Esistono delle valide motivazioni per le quali chi non soffre di celiachia non dovrebbe eliminare il glutine dalla propria alimentazione, ma prima è importante sottolineare una cosa: avere frequenti problemi gastrici quando si consuma alimenti derivati dai cereali, non significa necessariamente soffrire di intolleranza al glutine. I celiaci presentano sintomi molto diversi e, pertanto, prima di iniziare con le ristrettezze è opportuno consultare un allergologo.
Tuttavia, coloro che sanno di non essere celiaci, ma seguono comunque la dieta gluten free, dovrebbero sapere che:
- Questa dieta può anche non comportare il dimagrimento.
- I prodotti senza glutine costano di più.
- I prodotti per celiaci possono causare dolori di addominali.
- Uno degli effetti negativi di questa dieta è un aumento della stanchezza.
- Questa scelta può comportare carenze alimentari.
Questo è quanto riportato nel libro “Gluten Freedom” redatto da Alessio Fasano, il direttore e fondatore del Center for Celiac Research che si trova al Massachusetts General Hospital. Queste cinque ragioni ci fanno capire che la dieta senza glutine non è del tutto salutare per coloro che non soffrono di celiachia. Infatti, preferire i prodotti per celiaci può comportare problemi alla salute, anche gravi, e persino al portafoglio.
Dieta gluten free: conclusioni e consigli finali
Come avrete capito, non è necessario scegliere i prodotti privi glutine se si desidera perdere peso: essi offrono comunque un notevole apporto di calorie e spesso contengono anche maggiori quantità di zuccheri e grassi, che servono per renderli molto più gradevoli per il palato. D’altra parte, offrono un ridotto apporto di fibre e per questo possono comportare irregolarità intestinale, infiammazioni, crampi e altre tipologie di disagi all’apparato gastrointestinale.
Inoltre, la dieta gluten free è costosa in quanto i prodotti per celiaci contengono cereali speciali. Tuttavia, è utile anche sapere che questi ultimi offrono un ridotto apporto di vitamina D, ferro, acido folico e zinco, causando così delle carenze nutrizionali e sintomi come stanchezza, cambiamenti di umore e perdita di capelli.
Insomma, è ovvio che la dieta senza glutine non è per tutti. Perciò, onde evitare problemi, il consiglio è sempre quello di variare e non farsi mancare nulla: un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre la migliore soluzione, anche per perdere peso.
Ricette pane ne abbiamo? Certo che si!
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