Nonnapaperina » Intolleranze alimentari e Allergie » Intolleranza al nichel
Intolleranza al nichel

Intolleranza al nichel: una sfida quotidiana, ma gestibile
Quando parliamo di intolleranza al nichel, molti pensano subito ai gioielli o agli oggetti in metallo. Pochi sanno, però, che questo metallo è presente anche in tantissimi alimenti. E proprio da qui nasce la vera difficoltà per chi ne soffre: ritrovarsi a dover rivedere radicalmente la propria alimentazione, spesso da un giorno all’altro, senza sapere da dove iniziare.
Io stessa ho incontrato tante persone confuse e disorientate davanti a questa diagnosi. Non è facile accettare che cibi comuni come pomodori, cioccolato o spinaci possano causare fastidi e sintomi anche seri. Ma, come spesso accade in cucina e nella vita, serve solo un po’ di tempo per riorganizzarsi, imparare e trovare nuove abitudini.
In questo articolo troverai informazioni pratiche, spiegazioni semplici e tanti spunti per mangiare bene anche senza nichel. Non voglio solo elencare alimenti vietati, ma aiutarti a costruire un nuovo modo di cucinare che sia vario, piacevole e sicuro. Perché mangiare con attenzione non significa rinunciare al gusto, ma imparare a volersi bene anche a tavola.
Molte persone associano l’intolleranza al nichel al contatto con gioielli come braccialetti, orecchini e collane. In realtà, pochi sanno che questo metallo è presente anche in numerosi alimenti. Verdure, frutta, pesce, farine, spezie e condimenti possono contenerlo in quantità variabili, risultando problematici per chi è sensibile.
Affrontare la diagnosi: primi passi
Ricevere una diagnosi di intolleranza al nichel può essere destabilizzante. Cambiare abitudini alimentari, eliminare cibi comuni e riorganizzare la cucina sembrano sfide impegnative. Questa sezione del sito è pensata per supportarti in questo percorso, offrendo sia informazioni teoriche sia pratiche. Troverai ricette senza nichel e consigli utili per vivere serenamente questa condizione.
Il nichel nella vita quotidiana
Il nichel è il quinto elemento più abbondante sulla Terra e viene utilizzato in numerosi prodotti industriali per la sua resistenza e il basso costo. È presente in molti oggetti di uso quotidiano, comprese le monete, rendendo difficile evitarne il contatto. Non sorprende che sia considerato uno degli allergeni più diffusi nei paesi industrializzati.
Normative europee sul nichel
Per limitare gli effetti negativi del nichel sulla salute, la Comunità Europea ha imposto restrizioni al suo utilizzo. I prodotti destinati al contatto prolungato con la pelle non devono rilasciare più di 0.5 microgrammi per cm² a settimana; per piercing e orecchini, il limite è 0.2. Queste misure hanno contribuito a ridurre le reazioni allergiche nella popolazione.
Manifestazioni cutanee dell’allergia al nichel
La reazione più comune al nichel è la dermatite allergica da contatto, che si manifesta con eczemi su lobi, polsi, collo e ombelico. Anche viso e cuoio capelluto possono essere colpiti a causa del contatto con telefoni cellulari, fermagli per capelli o piercing. In alcuni casi, la dermatite può estendersi ad aree non direttamente esposte, suggerendo un assorbimento sistemico del metallo.
Sintomi extra-cutanei e dibattito scientifico
Oltre alle manifestazioni cutanee, l’intolleranza al nichel può causare sintomi gastrointestinali (dolore addominale, diarrea, nausea), respiratori (rinite, asma), neurologici (cefalea) e generali (astenia, febbre). Tuttavia, la comunità scientifica è ancora divisa sulla reale esistenza di queste forme sistemiche, poiché mancano studi conclusivi in merito.
Alimenti ricchi di nichel da evitare
Numerosi alimenti contengono nichel: cioccolato, pomodori, cipolle, spinaci, legumi, pere, frutta secca, caffè, riso, cavoli, carote. Il rischio aumenta con la cottura in pentole di metallo o la conservazione in scatola. Anche posate e utensili da cucina possono contribuire alla contaminazione.
Difficoltà diagnostiche e consigli pratici
Distinguere i sintomi dell’intolleranza al nichel da altre condizioni, come la sindrome dell’intestino irritabile, non è sempre semplice. Gonfiore, diarrea o mal di stomaco possono avere diverse cause. Nel dubbio, è consigliabile ridurre il contatto con il nichel e osservare le reazioni del proprio corpo.
Adattare l’alimentazione in famiglia
Modificare l’alimentazione può risultare complesso, soprattutto se in famiglia solo una persona è intollerante. È fondamentale organizzarsi, essere creativi e pazienti. Con le giuste informazioni e ricette pensate ad hoc, una cucina senza nichel può essere gustosa, varia e conviviale.
Non posso che augurarti buon lavoro e buon divertimento. La buona cucina è un’arte e una sfida da vivere con leggerezza e curiosità.
Dr. Michele Di Stefano
Cos’è il nichel?
Il nichel è un metallo naturale che si trova ovunque: nel suolo, nell’acqua e nell’aria. È uno degli elementi più abbondanti sulla Terra e, per la sua resistenza alla corrosione e la facilità con cui si lavora, viene usato in tantissimi oggetti che usiamo ogni giorno. Lo trovi nei gioielli, nelle chiavi, nelle monete, ma anche in alcune batterie, utensili da cucina, cosmetici, detersivi e persino negli imballaggi degli alimenti.
Ma il nichel non è presente solo negli oggetti. Entra a far parte anche della catena alimentare, perché piante e animali lo assorbono dal terreno e dall’acqua. Per questo motivo è contenuto in molti alimenti comuni, anche sani e naturali. Alcuni ne contengono quantità maggiori, altri meno, ma quasi nessun cibo ne è completamente privo.
Per la maggior parte delle persone il nichel non crea problemi. Ma per chi è sensibile o intollerante, anche una piccola esposizione può scatenare disturbi fastidiosi. Le reazioni più comuni sono dermatiti, prurito e arrossamenti, ma in alcuni casi possono comparire anche disturbi digestivi o malesseri più generali.
Conoscere cos’è il nichel è il primo passo per affrontare l’intolleranza. Sapere dove si trova, come entra nel nostro corpo e come possiamo limitarlo senza rinunciare al piacere della tavola ci permette di vivere meglio, senza paura e con più consapevolezza.
Intolleranza al nichel: quando mangiare diventa una sfida quotidiana
La diagnosi è solo l’inizio
Parlare di intolleranza al nichel significa affrontare un tema complesso, spesso sottovalutato. Non è solo una moda o una fissazione: è una vera e propria condizione che può limitare la vita quotidiana. Arrivare alla diagnosi, però, è un percorso lungo e faticoso. I sintomi sono vaghi, spesso intermittenti. Stanchezza cronica, mal di testa, gonfiore addominale, pruriti, sfoghi sulla pelle. Si confondono facilmente con altri disturbi. Chi vive questo problema sa bene quante visite, analisi, tentativi falliti bisogna affrontare prima che qualcuno pronunci le parole giuste. Anche i test non sono sempre affidabili, e spesso la diagnosi arriva per esclusione, dopo un cammino costellato di frustrazioni e dubbi.
Il dopo diagnosi: un labirinto da decifrare
Una volta confermata la sensibilità o allergia al nichel, si entra in un’altra fase: quella dell’adattamento. Ed è qui che comincia la vera fatica. Il nichel è ovunque: negli alimenti, nei cosmetici, nei detersivi, perfino nell’acqua del rubinetto. In cucina significa dover rinunciare a molti cibi considerati sani: pomodori, legumi, cioccolato, frutta secca, tè, spinaci. Non è solo questione di dieta: è un cambio radicale dello stile di vita. Serve imparare a leggere le etichette con attenzione, a cucinare con materiali compatibili (niente pentole in acciaio inox), a pianificare ogni pasto. Ci si sente spesso soli, incompresi, a tratti arrabbiati. Ma con il tempo si impara. Ci si adatta, si trovano nuove abitudini, si riscoprono sapori dimenticati. La strada è lunga, sì. Ma non impossibile. E quando il corpo finalmente inizia a stare meglio, anche l’umore cambia. Si torna a sorridere a tavola, un passo alla volta.
Cucina a basso contenuto di nichel: come organizzarla per vivere meglio
Un nuovo modo di cucinare, più attento ma possibile
Affrontare una dieta a basso contenuto di nichel significa rivoluzionare il proprio rapporto con la cucina. Non basta cambiare la lista della spesa: bisogna ripensare gli strumenti, i gesti quotidiani, le abitudini consolidate. Il primo passo è capire che non sei solo. All’inizio può sembrare tutto complicato e limitante, ma con un po’ di organizzazione si riesce a cucinare in modo sicuro, sereno e anche gustoso. La parola chiave è: semplificare. Togli il superfluo, tieni solo ciò che sai essere davvero compatibile. La cucina diventa più essenziale, ma anche più consapevole.
Materiali e strumenti: cosa tenere e cosa evitare
Il nichel è presente in molti materiali da cucina, soprattutto nell’acciaio inox. Quindi il primo cambiamento riguarda proprio le pentole e padelle: meglio scegliere quelle in vetro, ceramica, terracotta smaltata o alluminio rivestito, purché di ottima qualità. Attenzione anche ai mestoli, ai colini, ai contenitori: spesso il nichel si nasconde nei dettagli. Un piccolo investimento iniziale per sostituire gli strumenti più a rischio può fare una grande differenza nel tempo. Usa taglieri di legno naturale, evita utensili metallici a contatto diretto con il cibo durante la cottura. Anche piccoli accorgimenti come l’utilizzo dell’acqua filtrata possono aiutare.
Pulizia, conservazione e attenzione quotidiana
Una cucina a basso contenuto di nichel richiede più attenzione nella pulizia e nella conservazione. Meglio evitare pellicole argentate, fogli di alluminio o contenitori metallici per riporre il cibo. Scegli contenitori in vetro o plastica alimentare certificata, e usa strofinacci puliti, evitando detersivi troppo aggressivi o non testati. Anche la lavastoviglie può essere un rischio: alcune componenti rilasciano tracce di nichel. Meglio lavare a mano gli utensili più delicati. E infine, organizza la dispensa in modo chiaro, separando ciò che è sicuro da ciò che può contenere tracce. La cucina diventa il tuo spazio di protezione: mantenerla pulita, ordinata e coerente con il tuo stile di vita ti farà sentire più forte, più tranquillo, più a casa.
Psicologia della dieta restrittiva per l’intolleranza al nichel: come vivere bene anche con limitazioni
Quando il cibo diventa una fonte di ansia
Ricevere una diagnosi di intolleranza al nichel significa entrare in un mondo fatto di divieti, rinunce, liste da memorizzare. Non è solo una questione fisica: c’è un impatto emotivo profondo. Il momento della spesa può diventare fonte di stress. Le cene con gli amici, motivo di imbarazzo o frustrazione. Si inizia a vivere il cibo con sospetto, come se fosse un nemico da cui proteggersi. Questa reazione è normale. Ci si sente soli, spaesati, a volte anche arrabbiati. Nessuno dovrebbe avere paura di ciò che mangia, eppure è proprio quello che accade quando si convive con una dieta fortemente restrittiva. È importante riconoscere questa dimensione psicologica e non sottovalutarla: fa parte del percorso.
Darsi il permesso di sentirsi fragili
Adattarsi a una dieta a basso contenuto di nichel non è un processo automatico. Richiede tempo, consapevolezza e molta pazienza. È fondamentale darsi il permesso di fare fatica, di sbagliare, di vivere momenti di scoraggiamento. Non siamo macchine, e non esiste la perfezione in cucina. Ogni persona ha il proprio ritmo. Alcuni giorni tutto fila liscio, altri invece basta l’invito in pizzeria per sentirsi esclusi. Accogliere questi sentimenti, parlarne, trovare una rete di supporto – anche online – fa la differenza. Vivere bene con delle limitazioni non significa ignorarle, ma imparare a gestirle con equilibrio. E soprattutto, non lasciare che definiscano chi siamo.
Ritrovare piacere nel cibo, nonostante tutto
Con il tempo si impara che anche una dieta restrittiva per il nichel può essere creativa, varia e gratificante. Non sarà più come prima, ma può diventare qualcosa di nuovo, tutto tuo. Riscopri ingredienti semplici, costruisci nuove abitudini, sperimenti nuove ricette. Inizi a cucinare con amore e attenzione, trasformando la necessità in scelta. Questo cambio di prospettiva è fondamentale. Si smette di contare solo ciò che manca e si comincia a vedere ciò che si può costruire. Mangiare non è più solo un atto di nutrimento, ma di cura. Cura di sé, del proprio corpo, ma anche del proprio equilibrio emotivo. E allora vivere bene, anche con limitazioni, non è più un sogno difficile, ma un percorso concreto, fatto di piccoli passi e grandi conquiste quotidiane.

Allergia nella biancheria intima, attenti alle intolleranze
I tre rischi che provengono dalla biancheria intima Di norma non si pensa che la biancheria intima...

Rasatura e allergia al nichel, evitiamo le irritazioni
Cos’è l’allergia al nichel? L’allergia al nichel è una delle allergie più frequenti e...

Come proteggere la pelle in caso di intolleranze o allergie?
Intolleranze e allergie: un rischio per la pelle Intolleranze o allergie? Ecco come proteggere la...

Allergia al nichel, attenzione ai gioielli e bigiotteria
Allergia al nichel, un problema serio L’allergia al nichel è una patologia piuttosto diffusa....

Allergia a chiavi e monete, il responsabile è il nichel
Allergia a chiavi e monete : perché succede?. Allergia a chiavi e monete : il responsabile è il...

Calze anallergiche per dire addio ad arrossamento e bruciori
Perché usare le calze anallergiche? Le calze anallergiche sono una soluzione efficace contro un...

Sensibilità al nichel da cibo: insidiosa, come riconoscerla
Cos’è la sensibilità al nichel da cibo La sensibilità al nichel da cibo è una condizione...

Fertilizzanti, i rischi per gli intolleranti al nichel
I rischi presenti nel giardinaggio per chi è sensibile al nichel Il giardinaggio è tra gli hobby...

Tatuaggi e piercing : celano rischi agli allergici
Passione tatuaggi e piercing: quali sono i rischi per la salute? Sono sempre di più i...

Pelle allergica e reattiva: quali creme utilizzare
Allergie, intolleranza e reattività della pelle Oggi parliamo di pelle allergica e reattiva....

Occhiali nichel tested : le alternative in commercio
Allergia al nichel sotto la lente di ingrandimento Per chi è allergico al nichel il contatto con...

Antizanzare senza nichel: attenzione per la pelle
Con la stagione estiva scegliamo gli antizanzare senza nichel Con l’estate alle porte cominciano...

Jeans, fai attenzione se sei allergico al nichel
Nichel nelle cerniere, bottoni e lampo: ma cos’è? Comodi i jeans ma fai attenzione se sei...

Detersivi per piatti : proteggersi in caso di allergia
I detersivi per piatti possono causare allergia? Purtroppo si, i Detersivi per piatti sono ricchi...

Consigli per mantenere le unghie in perfetta salute
Le unghie, uno specchio della nostra salute Qualche consiglio per mantenere le unghie in perfetta...

Allergie e intolleranze alimentari, facciamo un po’ di chiarezza
Allergie e intolleranze alimentari, due disturbi diffusi Le allergie e le intolleranze alimentari...

Bucato : rimedi per chi è allergico ai detersivi
Bucato : sei allergico ai detersivi? Ecco come capire i sintomi. Fare il bucato è necessario,...

Allergia al nichel da farmaci : come evitarla ?
Nichel: come si manifesta l‘allergia da farmaci Anche per quanto riguarda i farmaci il problema...

Disturbi nutrizione e alimentazione: codice lilla
Conosciamo il codice lilla Al Pronto Soccorso arriva il codice lilla dedicato a chi si presenta...

Smalti e vernici, nemici degli allergici al nichel
Smalti e vernici al alto contenuto di nichel Smalti e vernici sono due tra la vastissima gamma di...

Pelli sensibili e detergenti intimi : quale scegliere ?
Detergenti intimi uomo o donna: come scegliere il giusto PH Il detergente intimo è un prodotto...

Allergia al lattice e alimentazione: ecco i miei consigli
Non tutti la conoscono, ma l’ allergia al lattice continua a diffondersi Oggi affrontiamo un...

Allergia da scarpe e vestiti … il lavaggio non basta!
Purtroppo, esiste anche l’ allergia da scarpe e vestiti ! Allergia da scarpe e vestiti ... il...

Allergia al nichel e depilazione : cosa fare
Dire addio ai problemi da allergia al nichel per la depilazione Rossori, bruciori, vescicole,...

Bagnoschiuma e shampoo Nichel Tested
Ecco il motivo per scegliere i bagnoschiuma e gli shampoo nichel tested! Soprattutto d’estate,...

Le intolleranze alimentari e le allergie si combattono a tavola
Intolleranze e allergie alimentari a tavola, dei problemi diffusi Intolleranze, allergie e...

Cinture, scarpe borsette e allergie, il rischio sottovalutato
Allergia da cinture, scarpe e borsette ? Ecco come si manifesta. Cinture, scarpe, borsette e...

Superfici e pavimenti : detergenti per chi è allergico
Quando i detergenti da superfici e pavimenti possono causare allergia? Superfici e pavimenti sono...

Celiachia e intolleranza al nichel:difficile da gestire
Celiachia e intolleranza al nichel vanno quasi sempre più di pari passo, ovvero un numero sempre...

Andiamo dal dentista, ma facendo attenzione alle allergie al nichel
Andiamo dal dentista ? Certo, ma facciamo attenzione. Lo sappiamo bene, sono sempre più frequenti...
Lo sapevi che…

Legge sulla celiachia, la svolta dalla Regione Lombardia
Una legge ad hoc sulla celiachia Forse ci siamo. Per la prima volta sta per essere approvata una legge ad hoc sulla celiachia. La legge è “solo” regionale e deve ancora superare lo scoglio del voto in consiglio, ma il risultato è già da considerarsi straordinario. La regione è la Lombardia e la legge prende il nome di “Norme per il riconoscimento della rilevanza sociale della celiachia”. È stata presentata il 16 maggio 2024. Dopo un iter lungo, fatto di audizioni, relazioni, studi e ritocchi, l’8 maggio ha ricevuto l’approvazione dalla Commissione Sostenibilità...
Ricette e articoli più letti

Verdure senza nichel, scopriamole insieme
Verdure senza nichel: esistono davvero? Scopriamolo insieme. Sempre più persone si trovano a...
Frutta e nichel: facciamo chiarezza!
Frutta e nichel: quale possiamo...
Tinta per capelli: i rimedi in caso di allergie
Tinta per capelli: una soluzione di bellezza apprezzata da...
Alimenti che contengono nichel, ecco l’elenco completo
Oggi parliamo degli alimenti che contengono nichel Se...
Calze anallergiche per dire addio ad arrossamento e bruciori
Perché usare le calze anallergiche? Le calze anallergiche...
Mai fare autodiagnosi
Sintomi e sostanze scatenanti
Da quanto appena detto deriva anche l’eterogeneità di sintomi che allergie e intolleranze provocano. I sintomi delle allergie sono sovente sistemici e violenti, e possono includere forte malessere, rush e problemi respiratori. Se l’interazione con la sostanza avviene a livello cutaneo, si possono notare eczemi in corrispondenza della zona di contatto. E’ il caso dell’allergia al nichel. Non mancano, soprattutto in caso di assunzione, problemi gastrointestinali, come dolori, crampi, diarrea e nausea. I sintomi delle intolleranze sono più circoscritti e sono principalmente gastrointestinali. Ciò si verifica - nella maggior parte dei casi - in quanto l’organismo non riesce ad assimilare la sostanza, dunque produce gas nel tentativo di farlo. Tale abnorme quantità di gas provoca i sintomi che abbiamo appena descritto. Questo è proprio il caso dell’intolleranza al lattosio, infatti il lattosio rimane per lo più integro, anziché scomporsi in glucosio e galattosio, stimolando un accumulo di gas. Una differenza tra allergie e intolleranze, che spesso viene scambiata per punto in comune, è la classe di sostanze che scatenano le une e le altre. Nel caso delle allergie, la sostanza incriminata è un alimento nel suo complesso. Nel caso delle intolleranze, è spesso una molecola, uno zucchero o una proteina. Le allergie alimentari più comuni riguardano il latte, il miglio, il frumento, le uova e i crostacei. Le intolleranze alimentari più comuni, invece, riguardano il lattosio, il glutine e così via. Ciò pone in essere conseguenze diversificate sul tenore di vita. In buona sostanza, quello degli allergici risulta molto più compromesso. Dover evitare una sostanza è un conto, dover evitare un alimento è un altro paio di maniche. Giusto per fare un esempio, chi è intollerante al lattosio può comunque bere latte e consumare latticini, purché siano delattosati. Chi è allergico al latte non dispone di questa possibilità.Come diagnosticare allergie e intolleranze?
La diagnosi delle allergie alimentari è sostanzialmente clinica, dunque è frutto dell’osservazione di reazioni visibili e misurabili empiricamente. Ciò ha determinato la convinzione secondo cui anche il singolo individuo possa giungere a una diagnosi, senza l’aiuto di un esperto. In realtà è un errore madornale. L’autodiagnosi è fallace in quanto per individuare correttamente la malattia è necessario un bagaglio di conoscenze utile ai fini dell’interpretazione dei fenomeni. Inoltre, è anche pericolosa in quanto si rischia di scatenare i sintomi della malattia. E’ vero che la diagnosi passa per prove ed errori, ma queste devono susseguirsi in una prospettiva di riduzione dei rischi propria della professione medica. Dunque, sì all’eliminazione dalla dieta di questo o quell’elemento, per capire se è proprio lui a scatenare i sintomi allergici. Si anche all’aggiunta di dosi ulteriori del sospetto allergene per verificare la reazione dell’organismo, ma secondo tappe e indicazioni ben precise, fornite dallo specialista. Anche l’intolleranza viene diagnostica o più frequentemente “scovata” con l’aggiunta o la sottrazione di elementi specifici dalla dieta. Il primo scopo è comunque escludere l’allergia, cosa tra l’altro abbastanza semplice vista la diversità di sintomi. In alcuni casi sono a disposizione alcuni test che garantiscono una diagnosi. E’ il caso del breath test per le intolleranze al lattosio. Il paziente viene invitato a consumare del latte, in modo progressivo. Successivamente, soffia in un macchinario che analizza la composizione dell’aria immessa. Se si riscontra una quantità di anidride carbonica esagerata, allora si è in presenza di una intolleranza, infatti l’abbondanza di CO2 è causata proprio dalla cattiva digestione e dal malassorbimento. Se vi è un sospetto caso di celiachia, invece, si possono realizzare degli esami del sangue per rintracciare gli anticorpi specifici, in quanto tale patologia “stimola” comunque il sistema immunitario.Gli esami strumentali nello specifico
Vale la pena approfondire la questione degli esami strumentali. Molti, infatti, pensano all’iter diagnostico con un po’ di timore reverenziale, immaginando chissà quale pratica complessa o dolorosa. In realtà è tutto molto semplice, e nemmeno troppo scomodo. Ciò vale soprattutto per il breath test. Sul meccanismo di azione ho già accennato qualcosa prima, rimane da affrontare il tema della “preparazione”, che merita particolare attenzione. Infatti, non ci si può presentare al breath test come se nulla fosse, ma occorre seguire delle regole ben precise. La più importante riguarda il digiuno: esso deve durare per le otto ore precedenti al test. Lo scopo è quello di giungere con lo stomaco e gli intestini “vuoti”, analizzando al meglio l’impatto del lattosio sull’apparato digerente senza interferenze. Stesso discorso per il fumo. Il consumo di tabacco, infatti, può alterare - seppur impercettibilmente - l’attività respiratoria, inducendo all’errore l’esaminatore. E’ bene, poi, consumare cibo leggero in occasione dell’ultimo pasto (almeno otto ore prima del test). A tal proposito, si consiglia riso, carne o pesce, degli alimenti che producono pochi gas intestinali. Più complessi sono i test per la diagnosi della celiachia, almeno dal punto di vista medico. Per il paziente sono una “passeggiata”, in quanto constano di un semplice prelievo di sangue. Questo viene poi analizzato per verificare la presenza di anticorpi specifici contro il glutine. Gli anticorpi possono essere anti-transglutaminasi (tTG), anti-gliadina (AGA) e anti-endomisio. I risultati, per ovvi motivi, sono difficili da leggere, ma per questo ci sono esperti e specialisti. Se i risultati non sono chiari, o se la celiachia è a uno stadio precoce, è possibile sottoporsi ad alcuni test genetici. Questi hanno lo scopo di verificare la presenza di componenti genetiche associate alla celiachia. I test genetici sono comunque abbastanza rari, anche perchè costano parecchio.Comportamenti e terapie
Quando si è in presenza di un’allergia alimentare, l’unica terapia realmente a portata di mano è l’esclusione totale dell’alimento dalla propria dieta. Tuttavia, in alcuni casi ciò non risulta possibile in quanto provoca un grave peggioramento della qualità della vita. Un’evenienza non comune, ma che fa riferimento solo alle situazioni in cui sono presenti contemporaneamente molte allergie. In questi casi si procede con delle immunoterapie, che prevedono l’esposizione graduale e crescente all’allergene nel tentativo di ripristinare una corretta risposta immunitaria. Nella peggiore delle ipotesi, ovvero quando la sensibilità è estrema si possono assumere farmaci chelanti, che di fatto disintossicano il corpo dalla sostanza incriminata. Per la celiachia vale lo stesso discorso, solo che in questo caso ci si ferma all’eliminazione del glutine. E’ infatti uno sforzo meno gravoso di quanto si pensa, dal momento che esistono molti alimenti che possono sostituire al meglio i cibi full-gluten. Discorso diverso, invece, per l’intolleranza al lattosio. Nella fattispecie è possibile evitare latte, latticini e formaggi freschi, o puntare sulle varianti delattosate. La rimozione del lattosio è un’operazione banale, che altera solo un po’ il gusto. Il procedimento consiste nell’immissione dell’enzima lattasi nel latte. Tale enzima, che manca negli intolleranti, di fatto “scompone” il lattosio. Il lattosio si trasforma poi in glucosio e galattosio, sostanze digeribili da chiunque.Lo stile di vita di chi soffre di intolleranze alimentari
Chi soffre di intolleranze alimentari o allergia va incontro a un drastico peggioramento della qualità della vita? Il senso comune suggerisce di sì. Se l’unica terapia possibile, eccettuati i casi speciali (es. immunoterapia) è rinunciare agli alimenti che provocano i sintomi, si fa presto a concludere che questi disturbi privano di uno dei piaceri della vita, ossia mangiare ciò che si vuole. Il ragionamento ha una sua fondatezza, ma corrisponde al vero solo se chi ha ricevuto una diagnosi “si lascia andare” e non reagisce con furbizia di fronte a un problema in effetti piuttosto grave. La verità è semplice: si può convivere con le intolleranze e con le allergie senza compromettere il proprio rapporto con il cibo. Insomma, si può evitare di scambiare le sofferenze fisiche (sintomi da intolleranze e allergie) con le sofferenze psicologiche. Il segreto sta nel cambiare il proprio approccio all’alimentazione, intraprendendo un percorso di conoscenza degli alimenti. La natura offre tanti alimenti in grado di sostituire quelli che, per una intolleranza o un’allergia sono off limits. Nella stragrande maggioranza dei casi sono buoni, nutrienti e porgono il fianco alla buona cucina. Per intraprendere questo percorso e portarlo a termine sono necessari alcuni “ingredienti”. In primo luogo è necessario metabolizzare la diagnosi sul piano psicologico. Non è un processo immediato, ma prima o poi tutti se ne fanno una ragione. Secondariamente è necessario sviluppare una forma mentis diversa e più aperta a nuovi sapori, che vanno oltre gli approcci diversi da quello “mediterraneo classico”. E’ un caso, ma buona parte degli alimenti “agibili” provengono da altri contesti, e lo stesso si può dire delle ricette che ne fanno uso. Infine, è bene sviluppare una vera cultura della condivisione. Coinvolgere il prossimo nel proprio percorso di crescita, o più banalmente condividere i pasti “anti-intolleranze” restituisce una dimensione di normalità e cambia la percezione che i “sani” hanno degli intolleranti e degli allergici.Alcuni dettagli sull’intolleranza al lattosio e sulla celiachia
Cosa significa, nello specifico, convivere con questi disturbi? Rispondo alla domanda limitando il campo di indagine a quelli più diffusi: l’intolleranza al lattosio e la celiachia. D’altronde, ne so qualcosa, visto che sono affetta da entrambe. Attualmente, dopo aver intrapreso un percorso di conoscenza e di evoluzione del mio rapporto con il cibo, posso dirmi soddisfatta. Per me questi disturbi non sono un problema in quanto ci convivo non solo sul piano psicologico, ma anche come stile di vita, applicando in modo oculato eventuali rinunce. Per esempio, affronto l’intolleranza al lattosio sostituendo il latte e i suoi derivati con versioni vegetali, come il latte di mandorla, il latte di cocco e il latte di soia. In alternativa, posso tranquillamente consumare prodotti delattosati, che sono buoni come quelli “normali” sebbene un po’ più costosi. La celiachia mi ha imposto un cambio di marcia pesante, che mi ha portato a scoprire tanti alimenti e a esprimere un livello di creatività in cucina per me inedito (ho sempre amato sperimentare). Sostituiscono la farina di frumento con quella di riso e di mais, come fanno tutti, ma allo stesso tempo consumo - e preparo deliziose ricette – con farine diverse e più esotiche. Qualche esempio? La farina di amaranto, la farina di quinoa, la farina di fonio etc. Non è uno sforzo, ma piuttosto un piacere. Anche perché nella stragrande maggioranza dei casi aggiungono un tocco di fantasia ai piatti. Senza considerare le loro proprietà nutrizionali, che sono spesso più accentuate rispetto delle farine standard. Non di rado contengono anche molte proteine e sono ricche di sali minerali e di vitamine. Per quanto concerne l’apporto calorico non ci sono grosse differenze, del resto la farina è sempre farina!
Esplora la versatilità di Cucinarea: il tuo palcoscenico culinario
Cucinarea rappresenta molto più di un semplice spazio. È un ambiente dove la passione per il cibo e il design si fondono, creando un'atmosfera unica per ogni tipo di evento. Con i suoi spazi eleganti e attrezzature all'avanguardia, Cucinarea è il luogo ideale per trasformare ogni occasione in un momento memorabile. Che si tratti di lezioni di cucina, riunioni aziendali o grandi eventi, scopri come possiamo esaltare ogni tua iniziativa.
Corsi di cucina: impara dai migliori
A Cucinarea, ogni mese ospitiamo corsi di cucina che si concentrano su menu eleganti e sofisticati. Avrai l'opportunità di imparare direttamente da chef rinomati e specializzati, che ti guideranno nella preparazione di piatti che lasceranno i tuoi ospiti a bocca aperta. I nostri corsi sono un perfetto equilibrio tra intrattenimento e apprendimento, svolgendosi in un ambiente accogliente e raffinato, ideale per chiunque desideri migliorare le proprie abilità culinarie. I corsi sono articolati in due fasi: una dimostrazione pratica dello chef e una fase di degustazione, durante la quale potrai gustare e condividere i piatti appena preparati, trasformando l'apprendimento in un vero piacere.
Sala riunioni e convegni: unisce eleganza e funzionalità
La nostra sala riunioni è progettata per ospitare una vasta gamma di eventi aziendali e convegni. Spaziosa e ben arredata, questa sala offre un ambiente ideale per incontri di lavoro, presentazioni e iniziative speciali. È il contesto perfetto per promuovere il networking, l'aggiornamento professionale e il rafforzamento dello spirito di squadra. Le nostre sale possono essere configurate per incontri tra dirigenti, trattative d'affari, o eventi sia formali che informali. Grazie all'offerta gastronomica di alto livello, ogni incontro diventa un'occasione memorabile.
Servizio di chef a domicilio: trasforma la tua casa in un ristorante di alta classe
Il nostro servizio di chef a domicilio porta la cucina di alta qualità dei migliori ristoranti direttamente nella tua casa. Questa modalità di servizio sta guadagnando sempre più popolarità, permettendoti di godere dell'ebbrezza di avere uno chef personale senza lasciare il comfort domestico. Gli chef a domicilio sono professionisti esperti che adattano i loro menu per creare eventi memorabili, sia che si tratti di cene formali che di incontri più casuali. La preparazione dei piatti avviene sotto i tuoi occhi, rendendo ogni occasione un momento speciale e personalizzato. Ogni evento gestito dal nostro chef diventa un'occasione unica, attentamente progettata per soddisfare le esigenze specifiche di ogni cliente.
Team building: crescita e divertimento
Il team building è una serie di attività pensate per rafforzare lo spirito di squadra e migliorare la coesione tra i membri di un team. Attraverso sfide cooperative e divertenti, i partecipanti lavorano insieme per raggiungere obiettivi comuni, migliorando la comunicazione e l'interazione. Le nostre attività di team building sono progettate per essere non solo efficaci ma anche coinvolgenti, creando un ambiente positivo e stimolante. Queste esperienze sono cruciali per formare team affiatati e motivati, che si traducono in prestazioni migliori sul lavoro.
Le sale eventi: location perfette per momenti indimenticabili
Le nostre sale eventi offrono lo spazio ideale per ogni tipo di festa o celebrazione. Ogni dettaglio è pensato per creare un ambiente che non sia solo un luogo, ma un punto di partenza per costruire ricordi preziosi. Che si tratti di un incontro intimo o una grande celebrazione, le nostre sale sono adattabili per realizzare l'evento che i nostri clienti hanno sempre sognato. Dalla disposizione degli spazi all'illuminazione, ogni elemento è modulabile per soddisfare le esigenze più specifiche.
Location per shooting fotografici
Cucinarea offre anche spazi ideali per shooting fotografici e produzioni video. I nostri spazi sono progettati con grande attenzione allo stile e all'arredamento, creando ambientazioni uniche che arricchiscono ogni tipo di servizio fotografico o produzione video. Dallo stile sobrio ed elegante della sala convegni, ideale per video istituzionali, all'ambiente vivace della cucina, perfetto per video culinari, ogni angolo di Cucinarea è pensato per essere fotogenico e funzionale.
Ebook scaricabili gratuitamente

In questa sezione potrete scaricare gratuitamente alcuni ebook che, sono sicura, vi saranno di grande aiuto in cucina.
Ebook, un formato perfetto per imparare divertendosi Qui su Nonnapaperina.it ho preparato per voi una sezione piena di ebook da scaricare gratuitamente. Gli ebook sono pieni di contenuti esposti in modo leggero e gradevole. Reputo, infatti, che questo formato sia l’ideale per imparare divertendosi, senza necessariamente appesantire il contenuto con testi troppo corposi. D’altronde, sono pensati per essere visualizzati con facilità anche dal cellulare, ovunque vi troviate.
Tutti gli ebook riprendono un tema e lo approfondiscono. Dopo una prima parte introduttiva e descrittiva, presentano alcune ricette ad hoc, corredate di indicazioni precise e immagini che mostrano il risultato finale. Troverete ovviamente una dettagliata lista di ingredienti (con particolare riferimento al dosaggio) e la preparazione della ricetta esposta in modo semplice ed alquanto creativo.
Perché quindi scaricare gli ebook? In primo luogo perché sono gratis, secondariamente perché rappresentano una risorsa per migliorare le proprie “performance” in cucina, senza doversi sorbire complicati e lunghi manuali. Avete solo l’imbarazzo della scelta, vista l’abbondanza dei temi che ho affrontato in questi anni.
Gli ebook tematici
Come ho già specificato, gli ebook sono principalmente “tematici”, ovvero affrontano un alimento, un pasto della giornata o un evento. Ho scelto questo approccio in quanto mi è sembrato quello più utile, in grado di fornire un valido aiuto a chi è alla ricerca di soluzioni per soddisfare una specifica esigenza.
Non mancano ovviamente gli ebook dedicati alle festività. In particolare, ho affrontato il tema della cucina natalizia, ma ho dedicato un ebook anche a feste meno tradizionali ma ormai radicate dalle nostre parti, come Halloween. Altri ebook si concentrano su uno specifico alimento, come la zucca, un ortaggio che merita di essere apprezzato non solo per il gusto e per le proprietà nutrizionali, ma anche per la sua versatilità. Quest’ultima qualità emerge anche solo sfogliando l’ebook, ricco di ricette molto diverse tra di loro.
Ho parlato anche dei pasti in sé. Per esempio, ho dedicato un ebook ai dessert, argomento che appassiona tutti colori che si cimentano in cucina. Inoltre, ho dedicato un ebook alle colazioni, a rimarcare l’importanza di questo pasto, e ai contorni (soprattutto insalate).
Un compromesso tra tradizione e sperimentazione
Tutti gli ebook procedono da un’attenta selezione di ricette. Ho cercato di raggiungere un equilibrio tra tradizione e sperimentazione, fondendo i due approcci. Reputo, infatti, che la tradizione vada rispettata, ma vadano lasciati margini per la creatività. L’importante è replicare lo “spirito” di un piatto tradizionale, a prescindere dalle sostituzioni che possono coinvolgere gli ingredienti.
In tutti gli ebook ho dato ampio spazio alle ricette anti intolleranze alimentari. Spesso vedrete ricette realizzate con basi senza glutine, con creme senza lattosio e con alimenti a basso contenuto di nichel. Inoltre, si potrebbe considerare questa scelta come una sorta di auto-limitazione. In realtà si tratta di un pregiudizio, e non è certo l’unico quando si indaga il rapporto tra il senso comune e le intolleranze alimentari.
Infondo, il messaggio che questi ebook vogliono lanciare è il linea con ciò che cerco di trasmettere con Nonnapaperina.it, ossia è possibile sconfiggere le intolleranze alimentari con la buona cucina e con un approccio creativo, che può essere condiviso con chiunque (intolleranti e non). Insomma, le ricette sono pensate a uso e consumo di celiaci e intolleranti in generale, e sono godibili anche da tutti gli altri. Un terreno comune che regala grandi soddisfazioni, a prescindere da disturbi e patologie. Fammi sapere che ne pensi!.
Don’t worry be happy
Non preoccuparti e sii felice. Questo è il mio motto.
Ricordo ancora quando, molti anni or sono, mi diagnosticarono non una ma ben tre intolleranze: al lattosio, al nichel e al glutine. Una dopo l’altra, senza nemmeno il tempo di metabolizzare la notizia. Mi sentivo perduta, mi prendeva il magone al solo pensiero di dover rinunciare ai miei piatti preferiti. Se è vero che anche il cibo è fonte di felicità, sentivo di averla persa per sempre.
Ben presto ho scoperto che la cucina è la chiave per uscirne e non perdere nulla nella vita. Sono sempre stata appassionata di cucina e del buon cibo. Ho sempre manifestato interesse per le ricette della tradizione italiana e per quelle estere. Inoltre, non mi sono mai tirata indietro quando si trattava di sperimentare. Proprio l’apertura mentale al nuovo mi ha salvata. Ho capito ben presto che là fuori c’era una marea di alimenti ancora alla mia portata, e infinite ricette con cui valorizzarli.
Nonnapaperina.it nasce proprio per questo scopo, ossia condividere con voi non solo le ricette per intolleranti, ma anche un approccio diverso alla gestione della malattia. Un approccio che non punta a limitare i danni, ma a trovare la felicità in una cucina solo all’apparenza diversa. In tutto ciò mi ha spinto il senso di condivisione, che non mi è mai mancato, ma anche la consapevolezza di poter fare del bene, contribuendo alla serenità altrui.
Nonnapaperina.it nel suo piccolo è la dimostrazione di come le intolleranze alimentari possano essere sconfitte proprio sul terreno in cui sembrano avere vita facile: l’alimentazione. In realtà le difficoltà della vita sono un’occasione per mettersi in gioco. Un paradosso buffo, ma che trova conferme nella vita reale: le difficoltà spingono a mettersi in gioco, e mettersi in gioco significa superare le difficoltà.
Mi rivolgo a tutti coloro che hanno ricevuto di recente una diagnosi di intolleranza alimentare, di allergia alimentare o di celiachia. Sentitevi in diritto di dispiacervi per tutto il tempo necessario, prendetevi tutto il tempo che vi serve per elaborare la notizia. Dopo, però, rialzatevi e reagite. Anche perché potete farlo. La soluzione è a portata di mano e anche divertente, ossia ripensare la cucina, l’alimentazione e il proprio rapporto con il cibo.
Vi consiglio anche di abbandonare prima possibile i pensieri negativi che, certamente, stanno affollando la vostra mente. Lo so perché ci sono passata anche io. Un esempio? La convinzione che la condizione di intollerante alimentare segni un solco rispetto al prossimo e alle altre persone è molto consistente. D’altronde, non potete mangiare alcune delle cose che gli altri mangiano tutti i giorni!
E’ un pensiero negativo e falso. In primo luogo, il concetto di intolleranza alimentare è entrato stabilmente nell’immaginario collettivo, dunque nessuno si stupisce di una persona che soffre di questo disturbo. Oggi più che mai lo stigma della malattia è superfluo e fuori luogo. Secondariamente gli alimenti a disposizione degli intolleranti e le ricette che su di essi si basano sono buoni per tutti, anche per chi non soffre di problemi del genere. Insomma, la “ghettizzazione” non ha senso di esistere, men che meno quella in cui il presunto malato relega se stesso.
Anzi, molti accolgono con gioia la possibilità di sperimentare nuovi piatti in cucina. Un dolce realizzato con una farina alternativa può suscitare maggiore interesse rispetto a un dolce classico. E poco importa se si toccano le corde dell’appartenenza. Non è certo un alimento a fare di un piatto il simbolo della tradizione!
Stesso discorso per la paura di provocare fastidi agli altri nelle occasioni sociali, quando si va a mangiare fuori tutti assieme. Quello delle intolleranze alimentari non è affatto un tabù, dunque tutte o quasi le attività di ristorazione offrono alternative a chi soffre di intolleranza al lattosio, al nichel, o per chi è affetto da celiachia e da allergie. Per questo motivo vi consiglio di fare come me, anche se la diagnosi vi ha sconvolto e vi ha preso in contropiede. Non preoccupatevi, siate felici. La soluzione c’è ed è molto concreta.
Ho aperto questo mio excursus sulle intolleranze alimentari e allergie alimentari con un riferimento alle mie diagnosi. In realtà la mia storia da questo punto di vista è un po’ più lunga e complessa. Vale la pena raccontarla, in quanto può offrire qualche spunto per superare certi passaggi forse un po’ più ardui. Il giro di boa più importante è avvenuto a qualche mese di distanza dalle prime diagnosi, quando ero già venuta a patti con la mia nuova condizione.
Ebbene, non ero più intollerante al nichel, ma ero proprio allergica. La notizia non mi ha sconvolto più di tanto in quanto si trattava pur sempre di evitare o gestire il nichel. Tuttavia, ho scoperto sulla mia pelle che l’allergia porta ad una sensibilità ancora più spiccata. Azzerare il nichel è impossibile, dunque mi sono sottoposta inizialmente a una terapia iposensibilizzante, che punta a introdurre nel mio corpo quantità di nichel dapprima minime, e poi via via più elevate, in modo da abituare l’organismo.
La terapia è fallita, in quanto la mia estrema sensibilità alla sostanza non lasciava margini di manovra. Ho provato quasi subito con una terapia chelante, che invece consiste nella disintossicazione naturale da alcuni metalli, nichel in primis. Questo rimedio ha funzionato, in quanto in poco tempo ho smesso di accusare i sintomi e ho potuto sospendere i cortisonici (che i sintomi li tenevano a bada).
Cosa dimostra la mia storia? Semplicemente, anche quando gli ostacoli sembrano insormontabili, esiste sempre una soluzione. Nel campo dell’alimentazione il mio caso è abbastanza particolare, eppure sono qui, soddisfatta della mia dieta e del mio rapporto con il cibo.
Cosa può fare per voi Nonnapaperina.it
Ho già introdotto il motivo per cui ho intrapreso il progetto di Nonnapaperina.it, ossia condivisione della mia esperienza e la possibilità, per tutti, di fruire di soluzioni a portata di mano per un’alimentazione a prova di intolleranze alimentari. Tanto vale, quindi, parlare un po’ del sito e dare qualche consiglio per “viverlo” al meglio. Ad esempio, per la vita di tutti i giorni, fate riferimento alla sezione “ricette per intolleranti”. Ne trovate a bizzeffe, tutte categorizzate per portata (primi, secondi etc.), momento della giornata (colazione, pranzo, cena), funzione (basi, impasti, creme, salse) e molto altro ancora.
Non trascurate, però, anche la sezione sulle festività. Se il principio cardine del progetto è la condivisione, allora la palla passa presto a voi, quindi condividete liberamente le ricette con i vostri cari e con i vostri amici. E quale migliore occasione di una festività, sia essa il Natale, la Pasqua o la Festa della Mamma? Non di rado le ricette hanno un ché di artistico. I piatti porgono il fianco a un concetto “elevato” di cucina, che coinvolge non solo il senso del gusto, ma pone le basi per un’esperienza a tutto tondo. Il tutto a uso e consumo degli intolleranti alimentari, o degli amanti del buon cibo in generale.
Il consiglio, comunque, è quello di spaziare. Il sito è basato sul principio dell’ipertesto, ossia ciascuna ricetta ne richiama altre, e molte altre ancora. Lasciatevi trasportare e vi sembrerà realmente di intraprendere un viaggio nella cucina anti-intolleranze alimentari, nella sua versione più “friendly” e divertente! Buona degustazione a tutti!
Intolleranze alimentari e allergie si sconfiggono a tavola
Quello delle intolleranze alimentari e delle allergie rischia di diventare un problema di ordine sociale se non viene gestito con attenzione. In primis per le dimensioni del fenomeno. Si stima, infatti, che circa il 10% della popolazione soffra di un qualche disturbo legato all’assorbimento di sostanze alimentari e, allo stesso tempo, in grado di generare sintomi più o meno importanti. Sul banco degli imputati vi sono l’intolleranza al lattosio e la celiachia, che sono le patologie in assoluto più diffuse, ma vanno prese in considerazione anche l’allergia e la sensibilità al nichel.
Per inciso, la distinzione tra intolleranza e allergia è fondamentale ai fini medici. I sintomi sono infatti diversi per tipologia o per intensità (o per entrambi). A fare il bello è il cattivo tempo è in particolar modo l’allergia, che coinvolge il sistema immunitario e quindi determina una sintomatologia spesso e volentieri sistemica. Le intolleranze alimentari, invece, producono prevalentemente sintomi gastrointestinali. Discorso a parte per la celiachia, che tecnicamente non è un’allergia, ma coinvolge ugualmente il sistema immunitario.
La distinzione tra intolleranza e allergia, tuttavia, assume una posizione di secondo piano per quanto concerne gli approcci terapici, o per meglio dire “di gestione”. Al netto di alcune eccezioni, che riguardano i casi di “scarsa tollerabilità”, intolleranze e allergie vanno trattate allo stesso modo, ovvero evitando le sostanze che creano i disturbi. Nella quasi totalità dei casi, infatti, non esiste una terapia risolutiva e quindi la guarigione è un’ipotesi da escludere.
Ne è consapevole chi viene raggiunto da una diagnosi di intolleranza o allergia. L’impatto emotivo della diagnosi è molto forte proprio per l’impossibilità di raggiungere una guarigione completa. Sia chiaro, il disorientamento iniziale è fisiologico e giustificato. Tuttavia, deve essere destinato a durare poco, ovvero il tempo necessario a prendere atto della buona notizia riguardante intolleranti e allergici: convivere con questi disturbi si può! E’ possibile quindi convivere con i disturbi alimentari senza rinunciare ai propri piatti preferiti e senza dire addio al proprio stile alimentare.
Non surrogati ma scelte alimentari consapevoli
Le intolleranze alimentari e le allergie si combattono non solo con le armi della medicina, ma anche attraverso un cambio di mentalità, che a sua volta coinvolge il modo di intendere la cucina. Il trucco è semplice, basta non guardare agli alimenti anallergici e anti-intolleranze come a dei surrogati degli “alimenti normali”. Gli alimenti per intolleranti sono infatti alimenti dotati di una propria specificità e in grado di offrire molto sul piano organolettico e visivo.
Chi soffre di intolleranze alimentari e di allergia non dovrebbe replicare il consumo di latte, pane o altri alimenti, ma dovrebbe valorizzare gli alimenti a cui può attingere in tutta sicurezza. Adottare questo approccio significa innanzitutto svincolarsi dal ruolo del “malato”, focalizzandosi in realtà su altri alimenti.
Ad aiutarci in questo senso c’è la natura con le sue molteplici varietà. Gli alimenti che fanno al caso del celiaco, o all’intollerante al lattosio, sono numerosi e spesso buoni e belli da vedere; inoltre sono molto versatili in quanto possono dare inizio a molte ricette davvero sfiziose. Non lo sono solo per chi soffre di queste patologie, ma anche per tutti gli altri. Le implicazioni dal punto di vista sociale sono evidenti.
Col mio sito di cucina porto avanti esattamente questa filosofia. Non è solo uno spazio per conoscere ricette, ma anche un vero e proprio manifesto per chi vuole affrontare le intolleranze alimentari con armi meno tediose di quelle esclusivamente sanitarie. In quest’ottica la farina di riso non è un surrogato della farina tradizionale, ma un elemento a parte con cui realizzare ricette deliziose, che si abbinano con una grande varietà di ingredienti. E lo stesso, ovviamente, si può dire delle farine di amaranto, di fonio, di quinoa etc. Un discorso simile può essere fatto anche per l’intolleranza al lattosio. Al netto della possibilità di delattosare il latte, le varianti vegetali godono di una propria dignità gastronomica e porgono il fianco a un interessante approccio creativo in cucina.
Tra l’altro, questo cambiamento forzato pone le condizioni per un viaggio attraverso le cucine alternative e gli alimenti più esotici. Ecco che si capovolge la prospettiva: intolleranze e allergia non sono solo una condizione gestibile, ma anche un’occasione di arricchimento.
Intolleranze alimentari e socialità, un falso problema
Un altro dei motivi per cui la diagnosi di intolleranza o allergia fa molta paura, gettando nello sconforto chi ne soffre, riguarda le implicazioni per la vita sociale. Chi ha ricevuto una diagnosi da poco è convinto nella maggior parte dei casi che la sua patologia inciderà negativamente sulle occasioni di socialità, sia dal punto di vista psicologico – emotivo che dal punto di vista pratico. Il timore è quello di sentirsi diversi e in qualche modo lontani dai canoni della normalità, questo può portare a disagi anche tra parenti e amici.
In realtà sono paure infondate. In primo luogo una condizione patologica non corrisponde a una condizione di “anormalità” (al netto dell’inconsistenza semantica del termine). Secondariamente basta un minimo di organizzazione e di consapevolezza per gestire anche le occasioni di socialità. Anzi, quando queste si svolgono fuori di casa, ossia nei locali adibiti alla ristorazione, la questione è addirittura più semplice. I gestori infatti sono nella maggior parte dei casi preparati ad accogliere clienti con intolleranze e allergie. In ogni caso basta informarsi prima e scegliere di conseguenza.
Ma il problema non si pone nemmeno se si mangia a casa di altri, o se si invitano a casa propria delle persone. In primo luogo perché le diagnosi di questo tipo non fanno scalpore in quanto sono ormai molto diffuse. In secondo luogo perché i piatti per chi soffre di intolleranze alimentari sono in realtà buoni per tutti, anche per chi non soffre di alcun disturbo. Al netto di tutto ciò, se si pone attenzione al tema della contaminazione alimentare, cucinare per intolleranti alimentari (o per allergici) è più semplice di quanto si possa immaginare.