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Le intolleranze alimentari e le allergie si combattono a tavola

la salute vien mangiando

Intolleranze e allergie alimentari a tavola, dei problemi diffusi

Intolleranze, allergie e sensibilità alimentari a tavola sono tre termini diversi che corrispondono a tre disturbi altrettanto differenti, sebbene vengano spesso utilizzati come sinonimi. In comune hanno alcuni sintomi e la capacità di provocare reazioni avverse al cibo. Nel complesso coinvolgono fino al 2% della popolazione adulta e fino all’8% dei bambini. Disturbi, però, che possono essere gestiti con soddisfazione, se si è disposti a modificare almeno un po’ le proprie abitudini alimentari. Prima di parlare della gestione delle intolleranze, allergie e sensibilità è bene fare il punto su questi disturbi e spiegare le differenze che intercorrono tra di essi.

L’allergia è un disturbo del sistema immunitario, che riconosce come “nemico” una certa sostanza e genera reazioni pericolose, che si tramutano in una sintomatologia più o meno grave e più o meno estesa.

L’intolleranza alimentare è l’incapacità dell’apparato digerente di digerire, assorbire, gestire una specifica sostanza, magari per carenze enzimatiche o per disfunzioni dei villi intestinali. La sintomatologia è più localizzata in quanto il disturbo non coinvolge il sistema immunitario.

La sensibilità è una forma molto blanda di intolleranza, quindi l’individuo può continuare ad assumere la sostanza incriminata, almeno in piccole quantità. I sintomi si manifestano più raramente o in maniera più blanda.

Le sostanze più spesso coinvolte nelle intolleranze, nelle allergie e nelle sensibilità sono glutine, lattosio e nichel. 

Sintomi, diagnosi e cura delle intolleranze alimentari

Alcuni sintomi delle intolleranze alimentari a tavola sono condivisi da tutti e tre i disturbi. Per esempio quelli gastrointestinali: diarrea, nausea, vomito, dolori addominali. Altri sintomi, invece, sono specifici dell’allergia, che è tale perché coinvolge il sistema immunitario. In questo caso è possibile registrare spossatezza, debolezza generale, vertigini, stordimento, prurito e dermatiti. Nelle fattispecie più gravi, si assiste a difficoltà respiratorie, che possono anticipare addirittura gli shock anafilattici. Per quanto concerne le diagnosi, si segnalano differenze ancora più importanti. Infatti, le allergie sono rilevabili analizzando la risposta immunitaria, tramite un semplice prelievo del sangue. In alternativa, è possibile procedere con il Prick Test, in cui si sottopone la cute ai sospetti allergeni alimentari e si verifica la sussistenza di reazioni dermatologiche.

Il discorso è un po’ più complesso per quanto riguarda le intolleranze alimentari, in quanto le dinamiche sono “locali” e coinvolgono solo l’apparato digerente. Si procede in genere con una dieta ad eliminazione, in occasione della quale ci si priva di un alimento per volta, per vedere se vi è una reazione e da cosa essa è scatenata. Un’intolleranza specifica, quella al lattosio, è rilevabile con un test clinico, il breath test. In questo tipo di test gli intolleranti al lattosio respirano in una specie di palloncino, se il “respiro” è carico di alcuni tipi di batteri e sottoprodotti della flora intestinale, allora vi è una intolleranza. La celiachia rappresenta un caso a parte. Le conseguenze sono in  parte immunitarie, sicché si procede con un test capace di rilevare la risposta anticorpale. Possono essere utili anche il breath test e l’esame delle feci. Nei casi più complessi, invece, si precede alla biopsia duodenale.

intolleranze alimentari a tavola

Come gestire la celiachia e la sensibilità al glutine

Rimanendo sull’argomento delle intolleranze alimentari a tavola, come si gestisce la celiachia e, più in generale, l’intolleranza al glutine? La risposta è semplice: eliminando il glutine dalla propria dieta. Può sembrare una missione impossibile, visto che il glutine sembra essere dappertutto: nel pane, nella pizza, nei biscotti e in molti tipi di impasti. In realtà, tutte queste preparazioni possono essere realizzate con farine alternative e del tutto gluten free. Sbaglia chi pensa a questi ingredienti come a dei surrogati delle farine “standard”. Infatti, possono offrire molto in termini di sapore, resa e proprietà nutrizionali. A tal proposito, vi rimando ad un approfondimento sulle farine senza glutine, ma mi preme sottolineare quanto questo tipo di farine possano fornire un’occasione di sperimentazione

Le farine alternativa sono una risorsa per accedere a nuovi sapori, apprezzabili anche da chi non soffre di disturbi particolari. Le farine senza glutine più utilizzate sono la farina di riso e quella di mais. Tuttavia, ne esistono tante altre di tipo esotico e proteico (come quella di quinoa), oppure rustiche e rimineralizzanti, come quelle di grano saraceno, fonio e amaranto. Insomma, c’è l’imbarazzo della scelta.

Come gestire i disturbi legati al lattosio

Nel mondo delle intolleranze alimentari a tavola, gestire quella al lattosio è ancora più semplice. In primo luogo perché si presenta con diversi livelli di gravità, e spesso in forma lieve. Molti possono bere comunque il latte, ma in quantità non esagerate e sopportando solo leggeri fastidi. Ad ogni modo, le alternative sono due: eliminare del tutto il latte e i derivati, oppure sostituirli con versioni vegetali, come il latte di cocco, il latte di mandorla e i formaggi con impasti ai legumi. In alternativa, è possibile consumare latte e prodotti derivati del tutto delattosati.

Esatto, avete capito bene, è possibile rimuovere il lattosio dal latte. Il procedimento è semplice e del tutto naturale. Consiste nell’integrare l’enzima lattasi nel latte, prima di trattarlo o di confezionarlo. Questo enzima scinde il lattosio in zuccheri digeribili anche dagli intolleranti. Il processo non altera il gusto e le proprietà nutrizionali, infatti proteine, calcio e vitamina D sono preservati. L’unico difetto è il prezzo in quanto i prodotti delattosati costano un po’ di più.

Come gestire l’allergia e l’intolleranza al nichel

Il discorso si complica se le intolleranze alimentari a tavola riguardano il nichel. In primo luogo, perché si trova in tantissimi alimenti, dunque è difficile evitarlo. In secondo luogo perché, a differenza del lattosio, non può essere eliminato dai cibi. Dunque, la vita è parecchio complicata per gli allergici e gli intolleranti al nichel. L’unico aspetto positivo è che in effetti i disturbi legati al nichel sono più rari rispetto quelli che coinvolgono il lattosio e il glutine.

Ad ogni modo, vi rimando ad un mio approfondimento sugli alimenti che contengono il nichel, in modo da sapere cosa mangiare senza grossi problemi. Per fortuna esiste anche in questo caso una soluzione, infatti alcuni produttori sono specializzati nelle coltivazioni idroponiche e nella gestione “sapiente” dei suoli. In breve, riescono a produrre frutta e verdura da terreni senza nichel, e quindi a loro volta privi di questa sostanza. Non sono molti, ma cercate di rivolgervi a loro per gustare in tutta sicurezza, pomodori, broccoli e altri tipi di verdure.

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1 commento su “Le intolleranze alimentari e le allergie si combattono a tavola

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