Frutto della passione
Cosa c’è da sapere sul frutto della passione
Il frutto della passione è un alimento di recente diffuso anche in Italia. Di esso colpisce il nome, oltre che il frutto stesso. In realtà è una derivazione molto creativa del nome “botanico” Passiflora edulis. Per il resto si tratta di un “normale” frutto tropicale, che si caratterizza per una polpa molto morbida e ricca di semi, dal gusto aromatico e gradevole. A seconda delle varietà, e soprattutto del grado di maturazione, può essere dolce o dolce-acidulo.
Spicca anche per le sue proprietà nutrizionali. Infatti, è straordinariamente ricco di ferro, potassio, fibra alimentare, vitamina C e betacarotene. Presenta una quantità di grassi ridotta, ma non trascurabile, a tal punto da apportare ben 97 kcal per 100 grammi. Si tratta però di grassi “buoni”, come gli acidi omega-6. Notoriamente il frutto della passione esercita funzioni antinfiammatorie e antiossidanti. E’ scientificamente provata, poi, la sua capacità di scongiurare o alleviare i sintomi della colite.
Le varietà del frutto della passione
Esistono numerose cultivar di questo frutto, soprattutto in sud America. Tutte le varietà, però, possono essere ricondotte a due grandi categorie: il frutto della passione giallo e il frutto della passione viola.
- Giallo. Le dimensioni sono notevoli ed il gusto più dolce. La buccia si presenta più spessa e la polpa meno ricca di semi.
- Viola. Le dimensioni sono ridotte, la buccia è sottile (comunque non commestibile) e la polpa è leggermente acidula.
Gastronomicamente parlando…
Il frutto della passione si consuma come qualsiasi altro frutto tropicale “grasso”. Il pensiero va all’avocado, con cui condivide alcune caratteristiche ma non il sapore. L’avocado, infatti, può essere impiegato anche per alcune preparazioni salate, invece il frutto della passione predilige quasi esclusivamente le preparazioni dolciarie. Il riferimento è in particolare a tutto quanto possa esserci di fresco ed estivo: succhi, granite, sorbetti, gelati, frappé etc. Da questo punto di vista la morbidezza della polpa aiuta parecchio.
E’ un classico ingrediente da cocktail. In realtà raramente viene integrato nel cocktail sotto forma di succo, piuttosto viene posto come gradevole elemento da guarnizione che aggiunge gusto e migliora l’impatto estetico della bevanda (un elemento fondamentale). Ad ogni modo vi invito a sperimentare più ricette possibili con il frutto della passione, anche perché è piuttosto versatile e in grado di dare molte soddisfazioni in cucina.
A cosa fa bene il frutto della passione?
Il frutto della passione non è solo un alimento squisito e “bello da vedere” ma fa anche bene alla salute. Ho già accennato ai principi nutritivi in esso contenuto ma reputo sia utile approfondire.
Per esempio, l’apporto di vitamina C, solo leggermente inferiore a quello degli agrumi, giova al sistema immunitario e soprattutto a contrastare le anemie. D’altronde, questa sostanza facilita l’assorbimento del ferro. Allo stesso tempo, l’abbondanza di fibre stimola la digestione e regola il transito intestinale.
Si segnala anche una certa abbondanza di vitamina A, utile alla pelle e alla vista. Troviamo poi tanti antiossidanti, sostanze che aiutano a prevenire il cancro, rallentano l’invecchiamento e neutralizzano i radicali liberi.
Per quanto concerne i sali minerali, troviamo il potassio, una sostanza che regolarizza la pressione del sangue. In linea di massima, il frutto della passione, al di là del suo “sostanzioso” apporto calorico, può essere considerato un frutto benefico.
Chi non deve mangiare il frutto della passione?
E’ raro trovare delle controindicazioni “assolute” sul consumo di frutta, ovvero non dovute a situazioni patologiche; lo stesso vale per il frutto della passione. In questo caso dovrebbe evitare di mangiare il “passion fruit” chi soffre di allergia al lattice, infatti questa sostanza è presente nell’alimento, per quanto in dosi non elevate.
In ogni caso è bene non darsi al consumo smodato di passion fruit: l’apporto di fibre è davvero elevato, dunque potrebbe trasformarsi in un’arma a doppio taglio, ossia può avere un effetto lassativo.
Semaforo giallo anche per chi soffre di reflusso gastroesofageo e gastrite. In questo caso è necessario verificare il grado di acidità degli alimenti. Il frutto della passione è leggermente acido, e questo potrebbe causare qualche disturbo. Ovviamente non siamo al livello del pomodoro, ma poco ci manca.
Il fiore del frutto della passione, una meraviglia della natura
Vale la pena spendere qualche parola anche per il fiore, e non solo per il frutto. Il “fiore della passione”, ufficialmente “passiflora” è infatti tra i più belli e i più particolari in assoluto. Sembra proprio che madre natura abbia dato fondo alla sua creatività quando ha “partorito” la passiflora.
Il fiore si presenta con petali larghi e multicolori, arricchiti da sfumature verde e viola. Il pistillo è molto sviluppato e si evolve in forme inaspettate.
La passiflora può essere impiegata a scopo decorativo ma è anche una risorsa di tipo gastronomico – terapeutico. Infatti, viene consumata sotto forma di infuso per alleviare problemi intestinali, piuttosto che per curare l’insonnia. Il suo sapore è buono e molto delicato, proprio per questo prendersi cura di sé con la passiflora è solo un piacere.
Gli usi più particolari di questo frutto
Il frutto della passione può essere impiegato anche per ricette salate. Per esempio, può trasformarsi in una delicata ma saporita salsa con cui condire carne e pesce. In tal modo si conferisce ai secondi un carattere agrodolce. La salsa, in realtà, non è altro che una composta realizzata senza zucchero. E’ perfetta soprattutto con il salmone e con il pollo alla piastra.
Nondimeno, la salsa al passion fruit può essere impiegata per condire piatti marinati. In questo caso la marinatura deve essere “potente” e realizzata con molte spezie. Il rischio, infatti, è che il frutto copra interamente il sapore della carne o del pesce, dando vita a un piatto poco bilanciato.
In qualche caso si può “allungare” la salsa con del brodo sapido o comunque neutro, in modo da smorzarne il sapore. Un’idea simpatica vede come protagonista il brodo di pesce della tradizione giapponese, ossia il dashi.