Semifreddo al gianduia, un dessert perfetto come fine pasto
Semifreddo al gianduia, un ottimo fine pasto
Oggi vi presento il semifreddo al gianduia, un’ottima soluzione per un fine pasto o una merenda gustosa, è un dolce bello da vedere e dal carattere gourmet.
Il semifreddo al gianduia è la dimostrazione di come anche la pasticceria di qualità sia alla portata dei principianti, o almeno di chi non ha molta esperienza in cucina. Sono infatti richiesti una manciata di ingredienti e gesti semplici, come il montare la panna con le fruste elettriche, riporre e prelevare uno stampo al frigorifero e applicare della granella a mo’ di guarnizione.
La protagonista indiscussa della ricetta è la crema gianduia, una vera chicca della tradizione piemontese. E’ frutto dell’abbraccio tra cacao e nocciola, e stupisce per la morbidezza e per la sua versatilità.
Vi consiglio di preparare il semifreddo al gianduia quando pensate di avere degli ospiti. Che sia per concludere un pasto o come merenda raffinata, il semifreddo al gianduia non vi deluderà, vi farà fare bella figura e garantirà un’esperienza gastronomica di rilievo agli invitati.
Ricetta semifreddo al gianduia
Preparazione semifreddo al gianduia
- Ecco i passaggi necessari per preparare un ottimo semifreddo al gianduia. In una ciotola versate la panna e montatela con le fruste elettriche fino ad ottenere un composto dalla consistenza morbida e ariosa.
- In una ciotola a parte versate il mascarpone e lavoratelo con una spatola per fargli acquisire cremosità.
- Poi incorporate la crema gianduia e mescolate con delicatezza. Infine aggiungete la panna montata con estrema delicatezza per evitare che si smonti, facendo dei movimenti dal basso verso l’alto.
- Versate il composto così ottenuto in uno stampo da plumcake, copritelo con la pellicola alimentare e riponetelo in freezer per almeno 4 ore.
- Prelevatelo dal freezer 30 minuti prima del servizio e guarnite con la granella di nocciole.
Ingredienti semifreddo al gianduia
- 200 gr. di panna da montare
- 200 gr. di mascarpone
- 100 gr. di crema gianduia
- q. b. di granella di nocciole
Come rendere il semifreddo con gianduia a prova di intolleranze
Il semifreddo al gianduia contiene due derivati del latte: la panna e il mascarpone. Dunque, potrebbe impensierire gli intolleranti al lattosio. Cosa dovrebbero fare? Prendere con filosofia l’ennesima rinuncia? In realtà basta adottare qualche accorgimento.
Per esempio, basta sostituire la panna con una versione delattosata, ne troverete in abbondanza nei supermercati. Inoltre, se il prodotto è di qualità non avvertirete la differenza con la panna normale, se si esclude una nota dolce in più. La maggiore dolcezza è dovuta al delattosamento, un processo che scompone il lattosio in due zuccheri semplici, ma in questo caso è un effetto collaterale abbastanza azzeccato.
E per quanto concerne il mascarpone? Ebbene, di base esso non causa problemi agli intolleranti di lattosio, infatti ne contiene poco o nulla. Il mascarpone, infatti, non è realizzato con il latte vero e proprio bensì con la crema di latte. Il processo di realizzazione è così raffinato da disperdere il lattosio contenuto nella materia prima.
Per quanto concerne le altre forme di intolleranza, i celiaci non corrono alcun rischio visto che la lista degli ingredienti non contiene cereali. Discorso diverso per chi manifesta problemi con il nichel. La crema gianduia, in virtù della presenza del cacao, ne è piena e in commercio non esistono sostituti validi al momento.

Cosa sapere sulla nocciola
La nocciola fa capolino non solo all’interno della crema gianduia ma anche in fase di guarnizione, sotto forma di granella. La granella di nocciole va aggiunta al semifreddo al gianduia al momento del servizio, dopo che il semifreddo è stato fatto riposare a temperatura ambiente. In questo modo si aggiunge colore, gusto e un pizzico di croccantezza al semifreddo, migliorando sensibilmente l’esperienza gastronomica che scaturisce dal suo consumo.
La nocciola è vittima di pregiudizi, come quelli secondo cui farebbe male alla salute. Il riferimento è all’apporto calorico elevato, tuttavia si tratta di grassi benefici per il sistema cardiovascolare.
Per il resto la nocciola è ricca di vitamina E, che fa bene al sistema immunitario ed esercita una funzione antiossidante (e quindi antitumorale). Non mancano le vitamine del gruppo B, coinvolte a vario titolo nel metabolismo energetico, il magnesio e il potassio.
Qualche consiglio per un semifreddo al gianduia davvero perfetto
Il semifreddo al gianduia è perfetto così com’è, ma potete comunque migliorarlo o preparare alcune sfiziose varianti. Per esempio, potreste desiderare un semifreddo più speziato. In questo caso basta aggiungere al composto un po’ di cannella o di vaniglia. Badate bene, la cannella è più pungente mentre la vaniglia è più delicata.
Potreste desiderare anche un semifreddo più morbido. In questo caso inserite nell’impasto un po’ di latte condensato, ma senza esagerare per non comprometterne la stabilità. Infine, potreste volere un semifreddo più compatto, più simile a un tartufo gelato che a un semifreddo propriamente detto. In questo caso non dovrete fare altro che prolungare la fase di riposo in freezer, fino a quasi sei ore.
Una versione vegana per il semifreddo al gianduia
Abbiamo appena parlato della versione per intolleranti al lattosio del semifreddo al gianduia, qui introduciamo la versione per i vegani. Prepararla è semplice, basta sostituire la panna con una variante vegetale. Per esempio, si può utilizzare la panna di soia da montare, che è tra le più stabili e versatili. Una valida alternativa è anche la panna di cocco, soprattutto quella ad alto contenuto di grassi in quanto conferisce al semifreddo una consistenza cremosa e ben strutturata, senza però risultare invadente nel gusto. Tuttavia, è importante scegliere una panna di cocco non troppo dolce e dal sapore neutro, così da non interferire con l’aroma del gianduia.
Per quanto concerne il latte va impiegata ovviamente una bevanda vegetale. Le più indicate sono il latte di mandorla e il latte d’avena. Il latte di mandorla è l’opzione più naturale quando si parla di gianduia, in quanto richiama le note fruttate della nocciola, inoltre dona profumi delicati e una dolcezza equilibrata. Il latte di avena, invece, aggiunge una morbidezza vellutata e una leggera rotondità, che contribuiscono a rendere il semifreddo particolarmente piacevole. Entrambe le soluzioni assicurano una resa eccellente, ma con due percorsi aromatici differenti, che vale la pena sperimentare.
Un semifreddo al gianduia si presta a essere accompagnato da liquori morbidi ma aromatici. Il migliore è quasi sempre il nocino, che con le sue note speziate e calde crea un’armonia perfetta con il gianduia. In alternativa si può optare per un liquore al caffè, che aggiunge profondità senza sovrastare il dolce. Molto interessante è anche l’abbinamento con un amaro alle erbe delicate, purché non troppo balsamico.
Il ruolo del cioccolato nel semifreddo al gianduia
Rimane poi il tema del cioccolato. Per un semifreddo vegano è necessario optare per un cioccolato fondente certificato senza latte, oppure per un gianduia vegano (ormai sempre più diffuso). I prodotti di buona qualità replicano con sorprendente efficacia le note caratteristiche del gianduia classico, anche se sostituiscono la componente lattea con grassi vegetali e aumentando leggermente la percentuale di pasta di nocciole.
Un altro aspetto da considerare riguarda la stabilità del composto. La panna vegetale ha una struttura diversa rispetto alla panna animale, dunque è essenziale montarla correttamente. Va tenuta in frigorifero per almeno dodici ore prima dell’uso, e sarebbe preferibile raffreddare anche le fruste e la ciotola. Per aumentare ulteriormente la stabilità alcuni utilizzano un cucchiaino di gomma di guar (o gomma di xantano), ma non è obbligatorio in quanto con una panna vegetale di qualità si può ottenere un ottimo risultato anche senza additivi.
Per quanto riguarda la dolcificazione è sufficiente mantenere la quantità di zucchero prevista dalla ricetta base. Tuttavia, i vegani potrebbero preferire zuccheri non raffinati, come lo zucchero di canna fine o lo zucchero integrale. In questo caso, però, il sapore del semifreddo cambierà leggermente, acquisendo note più calde e quasi caramellate.
Alla fine ciò che conta è che il semifreddo vegano mantenga lo spirito del semifreddo tradizionale: leggero ma goloso, vellutato e scioglievole, con quell’inconfondibile armonia tra cioccolato e nocciole che definisce il gianduia. Ebbene, si può ottenere tutto questo senza alcun ingrediente di origine animale.
Una guarnizione complessa per il semifreddo gianduia
La guarnizione, nella versione originale, è affidata alle nocciole. Tuttavia, si può pensare a una guarnizione più complessa. Per esempio, si può optare per una combinazione di nocciole caramellate, scaglie di cioccolato fondente e una salsa di accompagnamento. Le nocciole caramellate aggiungono croccantezza e un contrasto aromatico particolarmente efficace: basta sciogliere lo zucchero in un pentolino, farlo brunire leggermente e aggiungere le nocciole tostate. Una volta raffreddato, il croccante va tritato grossolanamente. In questo modo ogni cucchiaiata di semifreddo offre un gioco di consistenze decisamente articolato.
Le scaglie di cioccolato fondente, invece, introducono un elemento leggermente amaro, che contrasta la dolcezza di base del semifreddo al gianduia. E’ importante scegliere un fondente di ottima qualità, con una percentuale di cacao non inferiore al settanta per cento. La terza componente della guarnizione può essere una salsa, magari una coulisse di frutti rossi. Lamponi e ribes rimangono la scelta perfetta: con la loro acidità interrompono la dolcezza del semifreddo e amplificano le note aromatiche della gianduia.
Si possono utilizzare anche frutti rossi freschi oppure congelati. In ogni caso basta cuocerli qualche minuto con poco zucchero e frullarli, ottenendo una salsa liscia e brillante. L’accostamento tra la gianduia e i frutti rossi è un classico intramontabile, che cattura per equilibrio e freschezza. Per un approccio più ricercato si può immaginare anche una guarnizione al triplo cioccolato: gianduia alla base, fondente come scaglie e cioccolato bianco fuso a filo. La dolcezza del cioccolato bianco, se dosata con moderazione, crea un contrasto gradevole e dona al semifreddo un aspetto scenografico.
Infine, per un tocco aromatico, si può aggiungere un pizzico di sale in fiocchi sopra la superficie. Il sale amplifica la percezione del cioccolato e della nocciola, creando un effetto sorprendente ma sempre elegante.
Servire correttamente un semifreddo è fondamentale per apprezzarne la struttura e il gusto. Va estratto dal freezer con anticipo, generalmente dieci o quindici minuti prima, affinché la consistenza diventi morbida al punto giusto. È importante anche la temperatura dei piatti: meglio raffreddarli, così il semifreddo non si scioglie troppo velocemente.
FAQ sul semifreddo al gianduia
Com’è fatta la crema gianduia?
La crema gianduia è fatta con cacao amaro, olio di nocciola, nocciole, latte e aromi vari. Nella sua forma base, ovvero quella di cioccolato, spicca per la morbidezza, per la dolcezza aromatica e per gli intensi richiami alla nocciola.
Com’è fatto il semifreddo?
In genere il semifreddo è realizzato con panna, albumi (o altri addensanti) e un ingrediente principale che può essere la nocciola, il cacao, un succo o una crema. Nel semifreddo al gianduia gli albumi sono assenti e vengono sostituiti dalla crema gianduia nella loro funzione di addensamento.
Dove si tiene il semifreddo?
Il semifreddo si conserva il freezer. La presenza di alimenti che non congelano, o congelano in modo solo parziale, preserva la texture del dessert.
Quanto tempo prima si toglie il semifreddo dal freezer?
Il semifreddo si toglie dal freezer 30 minuti prima del servizio. Se si va oltre potrebbe risultare troppo duro e quindi poco godibile, inoltre si farebbe fatica a estrarlo dallo stampo. Nel caso in cui risultasse difficile estrarre il semifreddo, potete immergere la parte bassa dello stampo in acqua calda per qualche secondo.
Come si fa la granella di nocciole?
Per fare la granella di nocciole basta tostarle al forno a una temperatura medio-bassa per un quarto d’ora. Poi si fanno raffreddare, si rimuove la pellicina (mediante sfregamento su un canovaccio pulito o con le mani) e si riducono ad un trito grossolano.
Ricette di semifreddi ne abbiamo? Certo che si!
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