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Tamagoyaki e Colazione giapponese, benessere fisico

Tiziana Colombo: per voi, Nonnapaperina

Ricetta proposta da
Tiziana Colombo

Tamagoyaki
Ricette per intolleranti, Cucina Giapponese
Ricette senza glutine
Ricette senza lattosio
preparazione
Preparazione: 01 ore 00 min
cottura
Cottura: 01 ore 00 min
dosi
Ingredienti per: 4 persone
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5/5 (1 Recensione)

A colazione serviamo il tamagoyaki

Il tamagoyaki è una vera istituzione in Giappone, a tal punto da essere integrato in molte ricette. Per esempio alcune peculiari tipologie di sushi sono avvolte non già dall’alga nori, bensì proprio da questa frittatina, che per l’occasione viene srotolata o bucata al centro per ospitare il riso e il pesce.

La colazione giapponese e la sua cucina negli ultimi anni sta spopolando ovunque diventando una vera e propria moda. Raffinata sì ma ormai accessibile a tutte le tasche, soprattutto con la diffusione dei ristoranti “all you can eat” che la rendono ormai un fast food sminuendo così la filosofia che risiede dietro a ogni ingrediente.

Comunemente la cucina giapponese viene identificata solo con il sushi e il pesce crudo, consumati però saltuariamente e non di certo quello che un giapponese comune mette nel suo piatto ogni giorno. Quindi mi sono chiesta cosa mangiano realmente i giapponesi? E soprattutto, essendo un argomento poco discusso… cosa consumano a colazione?

In realtà ho scoperto che la colazione tipica giapponese è molto ricca ed elaborata, simile a un pranzo, ma essendo le preparazioni piuttosto lunghe molti giovani preferiscono consumare una colazione all’americana.

Ricetta colazione giapponese

Preparazione colazione giapponese

Per preparare il tamagoyaki procedete in questo modo. Rompete le uova in una ciotola e sbattetele amalgamando il rosso con il bianco. Poi filtrate il composto con un colino e trasferitelo in un’altra ciotola.

Ora aggiungete il mirin, il brodo dashi, lo zucchero, un pizzico di sale e la salsa di soia. Infine frullate il tutto con il minipimer. A parte prendete una padella antiaderente molto piccola (se possibile proprio quella per tamagoyaki) e ungetene il fondo con l’olio. Poi versate due cucchiai di composto di uova e ruotate la padella in modo da spalmarlo su tutta la superficie.

Appena le uova si sono solidificate, arrotolate il tutto e lasciatelo lì dov’è. Aggiungete un altro filo di olio e versate altri due cucchiai di composto, stendetelo in modo che vada sotto al rotolo di uova.

Quando anche questo nuovo strato si è solidificato, arrotolato, ma nel verso opposto. Spingete il nuovo rotolo verso l’estremità della padella e ripetete il procedimento con il resto del composto. Alla fine del processo dovreste avere una frittata arrotolata a più strati.

Infine spegnete il fuoco e ponete il rotolo su una carta da forno oppure su una carta oleata. Ora avvolgete il rotolo, cercando di modellarlo in forma rettangolare , infine lasciatelo raffreddare per pochi minuti. Ricavate dal rotolo sette fette da condire con un filo di salsa di soia e con il daikon grattugiato. Servite e buon appetito.

Ingredienti colazione giapponese

  • 4 uova
  • 1 cucchiaio di dashi in polvere
  • 1 cucchiaio di salsa di soia
  • un cucchiaio di zucchero
  • 1 cucchiaino di mirin
  • due cucchiai di olio
  • un pizzico di sale.

Tamagoyaki, la frittata di uova come non l’avete mai assaggiata

Il tamagoyaki è una delle ricette giapponesi più singolari agli occhi di un occidentale. La ricetta suggerisce un diverso modo di concepire la frittata di uova. Per l’occasione questa frittata viene arrotolata in più strati, che vengono cotti un po’ per volta nella stessa padella. Anche la padella è particolare, infatti si utilizza la makiyakinabe, una padellina piccola e rettangolare. La forma è data dalla necessità di “spostare” verso i bordi gli strati di uovo una volta che sono cotti, in modo da procedere con la preparazione degli altri strati.

Il tamagoyaki propone in genere un sentore dolce dovuto alla presenza del mirin, che è un derivato alcolico del riso. La dolcezza è comunque controbilanciata dalla salsa di soia, che è molto salata. Attualmente il mirin si trova quasi solo nei negozi etnici, mentre nei supermercati è abbastanza raro. Potreste avvertire la necessità di preparare il mirin in casa, ma potrebbe non essere una buona idea in quanto il procedimento è laborioso e richiede alcune settimane. Esistono svariate tipologie di tamagoyaki, che si differenziano soprattutto per il diverso grado di dolcezza e sapidità. Sono però tutte accomunate dalla presenza del dashi, il celebre brodo di pesce della cucina giapponese.

Un focus sulla salsa di soia

Come abbiamo visto la salsa di soia è uno degli ingredienti più importanti del tamagoyaki, o almeno lo è nella versione che vi presento qui. E’ anche uno degli ingredienti più conosciuti della cucina giapponese, ma dalle nostre parti è utilizzato come condimento esterno, piuttosto che come parte integrante delle ricette. Il ruolo della salsa di soia è comunque lo stesso in quanto insaporisce e conferisce un deciso tocco sapido.

La salsa di soia è anche salutare sebbene sia un po’ calorica, inoltre è ricca di sali minerali e di grassi benefici. Sto parlando dei celebri acidi grassi omega tre, che fanno bene al cuore, alla circolazione e alla vista. Tra i sali minerali troviamo il ferro, in genere presente negli alimenti di origine animale. Il ferro è importante in quanto ottimizza il livello di ossigeno nel sangue e previene le anemie. Non mancano poi il potassio (che abbassa la pressione) e il calcio, che giova alle ossa.

L’unico difetto della salsa di soia, o almeno di quella più impiegata in Giappone, è l’abbondanza di sodio. Proprio per questo la salsa di soia dovrebbe essere consumata con molto prudenza da chi soffre di ritenzione idrica e pressione alta.

Il sentore della soia emerge dai tamagoyaki in maniera preponderante e interagisce al meglio con l’altro ingrediente “strong” della ricetta, il daikon, che viene grattugiato sulla frittata prima del servizio. Il daikon è una radice molto consumata in Estremo Oriente che assomiglia allo zenzero per i suoi sentori pungenti.

Come preparare il dashi per la ricetta del tamagoyaki

Il dashi è importante nella ricetta del tamagoyaki in quanto aggiunge sapore e ottimizza la texture, che si fa più stabile. Cos’è nello specifico il dashi? Si tratta di un piatto tipico giapponese formato da brodo di pesce realizzato con le alghe e con il katsuobushi, ovvero il tonno essiccato della tradizione giapponese. Il sapore del tonno essiccato è corposo ma simile al tonno fresco. Il dashi viene anche preparato con le alghe kombu essiccate e con l’acqua.

In occasione della ricetta del tamagoyaki avete due possibilità: utilizzare una versione in polvere del dashi, più pratica da inserire ma anche più difficile da preparare, oppure utilizzare la classica versione liquida. In quest’ultimo caso potreste cimentarvi in prima persona nella sua preparazione. Si inizia cuocendo le alghe in acqua bollente. Dopodiché si tolgono le alghe e, a fuoco spento, si aggiunge il katsuobushi. Mi raccomando, quest’ultimo non deve cuocere in quanto potrebbe generare dei sapori amarognoli. Una volta realizzato il brodo va filtrato in modo che appaia limpido e del tutto privo di grumi.

Alcune versioni più audaci prevedono l’uso di ulteriori ingredienti, per esempio i funghi shiitake, che spiccano per il loro sapore leggermente aromatico ma tutto sommato neutro e quindi adatti a un brodo delicato come questo.

Vediamo però da cosa è composta una colazione giapponese tradizionale.

Il riso, l’alimento senza glutine più consumato al mondo, è un vero e proprio culto, praticamente l’equivalente del nostro pane. È infatti chiamato gohan che significa pasto. Bianco e dai chicchi corti, essendo ricoperto da una farina finissima necessita di numerosi risciacqui prima di essere cotto al vapore rigorosamente senza sale e accompagnato con salsa di soia, semi di sesamo o brodo di miso, tutti ingredienti molto ricorrenti.

colazione giapponese

Il miso è una pasta scura derivante dalla fermentazione di fagioli di soia gialla in acqua e sale, con a volte l’aggiunta di riso o orzo. Contiene un’elevata quantità di proteine, ma molto assimilabili, fermenti vivi (lattobacilli, simili a quelli dello yogurt), sali minerali e fornisce molta energia grazie alla lunga fermentazione. Viene usato per preparare la tradizionale zuppa di miso in cui si trovano cubetti di tofu, cipolla verde, carote, patate, pesce essiccato, alghe… Quest’ultime usate anche per avvolgere involtini di riso.

Essendo il Giappone un arcipelago nell’Oceano pacifico nella colazione giapponese non può mancare il pesce. Il più consumato è il salmone, in tutte le preparazioni: saltato in padella, affumicato o bollito ma anche crudo con salsa di soia, sesamo e tofu. Viene accompagnato dai Tsukemono, tipici sottaceti fatti con cocomeri, carote, cavolo, zenzero, cipolleL’Umeboshi in particolare è un sottaceto fatto con la prugna, che viene consumata anche fresca o essiccata.

La colazione in Giappone è salutare

Le uova, che danno molta energia e senso di sazietà, sono servite sia sode, al tegame, come omelette arrotolate, chiamate Tamagoyaki, che possono essere farcite sia con il dolce che con il salato, oppure versato crudo sul riso mischiato alla salsa di soia mentre cuoce.

E come il riso anche il è un elemento fondamentale che accompagna ogni pasto e una vera e propria arte. Le tipologie di miscele e piante sono numerose. Un tè speciale e prezioso tanto che sta alla base della Cha no yu, la cerimonia del tè, svolta anche nel rituale buddista, è il tè matcha, ottenuto dalle foglie raccolte da particolari piante più giovani di 30 anni (usucha) o che superano i 30 anni (koicha). Una volta essiccate vengono polverizzate fino a ottenere una leggerissima polvere da sciogliere in acqua rigorosamente a 80 gradi e che si può gustare con biscotti di riso giapponesi.

Ricette giapponesi ne abbiamo? Certo che si!

5/5 (1 Recensione)
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