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Fagottini di pasta fillo al sesamo per un aperitivo sfizioso

Tiziana Colombo: per voi, Nonnapaperina

Ricetta proposta da
Tiziana Colombo

Fagottini di pasta fillo al sesamo
Ricette per intolleranti, Cucina Italiana
Ricette senza lattosio
preparazione
Preparazione: 5 min
cottura
Cottura: 8 min
dosi
Ingredienti per: 4 persone
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Sapori autentici: fagottini di pasta fillo al sesamo

La ricetta dei fagottini di pasta fillo al sesamo, con crema di formaggio, miele e mandorle è la scelta ideale per chi ricerca un aperitivo gustoso e leggero al tempo stesso. Iniziamo dalla pasta, io ho optato per la pasta fillo fresca consentita, sottilissima e dalla consistenza croccante, più leggera della classica posta sfoglia, è senza lattosio ed è perfetta per vegetariani e vegani. Passando al ripieno: la cremosità del formaggio, la dolcezza del miele di acacia e il sapore unico delle mandorle tostate, tutto si unisce in una farcitura per palati sopraffini. Vi ho incuriosito abbastanza? Allora, scoprite con me come preparare i fagottini di pasta fillo al sesamo, con crema di formaggio, miele e mandorle, di certo ne resterete ampiamente soddisfatti.

Ricetta fagottini di pasta fillo al sesamo

Preparazione fagottini di pasta fillo al sesamo

  • Tostate le mandorle in forno a 180°C per 5 minuti.Lavorate il formaggio fino a renderlo cremoso, unite il pecorino grattugiato, il miele, le mandorle tostate e tagliate a piccoli pezzi.
  • Poi, aggiustate di sale e pepe.
  • Tagliate la pasta fillo a strisce, disponete i mucchietti di ripieno al formaggio e formate i fagottini.
  • Spennellateli con l’uovo sbattuto, spolverizzateli con il sesamo nero e fateli cuocere in forno a 190°C per 8 minuti.

Ingredienti fagottini di pasta fillo al sesamo

  • 4 fogli di pasta fillo consentita
  • 300 gr. di formaggio fresco cremoso consentito
  • 50 gr. di pecorino grattugiato
  • 30 gr. di miele di acacia
  • 100 gr. di mandorle sgusciate
  • 1 uovo
  • q. b. di sesamo nero
  • q. b. di sale e di pepe.

Dolcezza da gustare e quanti benefici nel miele di acacia!

I fagottini di pasta fillo al sesamo mi permettono di approfondire il tema sul miele, che mi sta tanto a cuore. Partiamo dal miele di acacia, un energizzante naturale che rifornisce il nostro sistema nervoso di nuove energie. Inoltre, la sua alta digeribilità e il contenuto di proteine, vitamine, sali minerali e amminoacidi lo rende un valido ricostituente. Anche i diabetici leggeri possono consumarlo poiché il suo contenuto di zuccheri è essenzialmente dovuto al fruttosio e dunque non richiede insulina per la sua metabolizzazione. Se soffrite di mal di gola, dovete disintossicare il fegato o avete bisogno di un prodotto ad azione lassativa, il miele di acacia fa per voi. Vi aiuterà anche in caso di acidità di stomaco e, più in generale, per salvaguardare il benessere dell’apparato digerente.

Il miele è la sostanza edulcorante più antica; infatti, soltanto negli ultimi duecento anni lo zucchero raffinato è diventato abbastanza a buon mercato da entrare nell’uso comune. I metodi per fare il miele vanno dai moderni procedimenti altamente industrializzati alla raccolta del miele selvatico nelle foreste del Sunderbans o a quella compiuta faticosamente dai pigmei del Congo. Spesso nelle società primitive le api vengono allevate in tronchi d’albero scavati e in alcune zone – a esempio nelle foreste della Persia settentrionale – è necessario appendere gli alveari in alto, sugli alberi, fuori dalla portata degli orsi.

Le proprietà nutrizionali del miele

Un miele medio contiene il 38% di fruttosio, il 31 % di glucosio e il 7 % di maltosio. Ma queste percentuali variano, e quanto più è alta quella del glucosio tanto più facilmente il miele si cristallizza. In ogni modo il miele col tempo si cristallizza quasi sempre e il processo può essere accelerato rimescolandolo. D’altra parte se il miele cristallizzato si conserva per mezz’ora a temperatura appena troppo calda esso si liquefa, e dopo è difficile che si cristallizzi di nuovo. L’industria tende a produrre il genere di miele più richiesto dal mercato. Il saccarosio, sia detto per inciso, non è presente nel miele, perché, pur essendo contenuto nel nettare dei fiori, gli enzimi della saliva delle api lo trasformano in glucosio e in fruttosio.

Il miele contiene inoltre sostanze volatili resinose e odorose, acidi organici e solitamente anche grani di polline, e vi sono differenze enormi di carattere e di qualità a seconda dei fiori da cui proviene. Il colore può variare dal bianco o crema, al marrone, rosso, purpureo, nero e perfino verde mare. Anche quando è fresco può essere sia denso sia molto liquido, come accade spesso coi mieli selvatici o tropicali. Ma a noi interessa soprattutto l’aroma, che può variare enormemente. Il miele più comune proviene dai prati di trifoglio e affini, dal trifoglio bianco a quello odoroso, all’erba medica e cosi via. Questo tipo di miele è delicato ed è il migliore da usare normalmente in cucina; ma ne esistono qualità speciali aromatizzate, il miele ricavato dai fiori d’arancio, di pompelmo, di salvia, di eucalipto, di lampone, dalle conifere.

Il miele di rosmarino proviene dai pendii mediterranei, i mieli resinosi dalle foreste di pino, quelli con profumo di fiori da Grasse presso Nizza e dalla Riviera italiana, oppure dai fiori alpini. Si può trovare miele di grano saraceno, di acacia, di uva spina, di sicomoro e perfino, come m’è capitato di leggere, miele verde contenuto in favi rossi e proveniente dall’Africa, e miele nero che arriva dal Brasile. Se qualcuno adopera in cucina queste ghiottonerie deve tener presente che non vanno cotte, perché questo farebbe disperdere gli aromi.

Il miele di certi fiori, come ad esempio quello dell’oleandro, è velenoso, e altri hanno effetto narcotizzante. Il miele derivato .dall’erica è diverso dagli altri essendo gelatinoso, e il migliore è pieno di bolle d’aria e non sgorga quando si taglia il favo. Esistono anche tipi di miele derivati da altre eriche; sono rossi e profumati, ma di una fluidità normale.

Quando cucinando si riscalda il miele, non solo se ne disperde il delicato aroma, ma si fa caramellare lo zucchero. Nei piatti crudi in cui è contemplato il miele, la scelta del tipo adatto è ardua, e c’è molto spazio per iniziative personali.

Fagottini di pasta fillo al sesamo

Come scegliere il formaggio cremoso per i fagottini di pasta fillo al sesamo

Il formaggio cremoso è uno degli ingredienti principali dei fagottini di pasta fillo al sesamo. E’ responsabile di buona parte del sapore e della consistenza che il ripieno esprime. Nello specifico, il formaggio cremoso va lavorato in modo da diventare ancora più morbido, infine viene arricchito con il miele, le mandorle (tritate e tostate) e il pecorino grattugiato. La presenza del formaggio cremoso potrebbe impensierire gli intolleranti al lattosio, ma basta acquistare una variante delattosata per risolvere il problema.

Se il prodotto è di qualità il sapore è quasi indistinguibile dall’originale. Si apprezza solo qualche nota dolce in più, che può risultare utile in una ricetta come questa. Per quanto concerne il pecorino è già privo di lattosio nelle sue versioni più stagionate.

Cosa sapere sulle mandorle

Come abbiamo visto anche le mandorle giocano un ruolo fondamentale nei fagottini di pasta fillo al sesamo nero. Le mandorle, se vengono ben tostate, garantiscono una buona croccantezza e un bel contrasto con la morbidezza del formaggio spalmabile. Inoltre, forniscono una certa quota di sentori aromatici, che sono valorizzati da un’anima corposa, che riesce ad imporsi anche al cospetto degli ingredienti più intensi.

Ciò che pochi sanno è che le mandorle fanno anche bene alla salute. Certo, abbondano di calorie (650 kcal per 100 grammi) ma sono legate soprattutto alla presenza di grassi benefici, che impattano in modo positivo sul cuore e sul sistema cardiovascolare. Per il resto le mandorle sono ricche di vitamine del gruppo B, potassio, calcio, fosforo e magnesio. In linea di massima le mandorle fanno bene alle ossa, alle funzioni cognitive e ai capelli.

Il ruolo del sesamo nei fagottini di pasta fillo

Infine parliamo del sesamo nero, un elemento aromatico e versatile che può essere impiegato nei composti o anche sventagliato sugli impasti. Non è raro vederlo sul pane o sulle torte salate, d’altronde garantisce un apporto organolettico importante, trasmettendo sentori molto intensi che ricordano la nocciola.

Il sesamo nero è ricco di acido linoleico, un grasso che aumenta l’apporto calorico ma si rivela davvero benefico per l’organismo, in quanto contribuisce a tenere sotto controllo il colesterolo cattivo.

Il sesamo nero abbonda di vitamina E, una sostanza che funge da antiossidante e quindi da antitumorale. E’ ricco anche di fosforo, calcio, selenio e manganese. Questi ultimi due sono abbastanza rari in natura, benché si rivelino molto preziosi per l’organismo. Il selenio protegge la tiroide, mentre il manganese impatta in modo positivo sulla salute delle ossa e contribuisce all’integrità dei tessuti connettivi.

FAQ sui fagottini di pasta fillo al sesamo

Quante calorie ha un foglio di pasta fillo?

La pasta fillo apporta circa 300 kcal per 100 grammi. Si tratta di un valore molto basso, almeno in relazione a quello della pasta sfoglia e della pasta brisée, che sfiora le 400 kcal. In  media un foglio pesa 80 grammi, dunque il suo apporto calorico si attesta sulle 240 kcal.

Perché la pasta fillo si chiama così?

L’etimologia è molto chiara, in geco “fillo” significa “sfoglia”.

Che differenza c’è tra la pasta sfoglia e la pasta fillo?

La differenza principale risiede nei grassi impiegati. La pasta sfoglia contiene burro, mentre la pasta fillo contiene solo olio. Di conseguenza, la pasta fillo presenta un sapore più delicato ed è meno calorica.

In quale reparto si trova la pasta fillo?

La pasta fillo si trova nel reparto frigo dei supermercati, in genere vicino alla pasta sfoglia e alla pasta brisée.

Ricette di fagottini ne abbiamo? Certo che si!

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