Le 11 risposte per affrontare la celiachia

Le 11 risposte per affrontare la celiachia. Come presidente del Mondo Delle Intolleranze, ogni giorno ricevo email di aiuto con domande di ogni tipo soprattutto sul tema celiachia e sensibilità al glutine e, devo dire che spesso le domande sono confuse, e poggiano su assunzioni prive di fondamento scientifico.
Da qui nasce l’idea di questo post: un vademecum con le domande e le risposte fondamentali che ogni celiaco o ssensibile al glutine vorrebbe conoscere.
1) In cosa consiste la celiachia?
La celiachia è una malattia autoimmune che colpisce l’intestino tenue in seguito all’assunzione. Questa malattia si manifesta in seguito all’assunzione di glutine, proteina contenuta nel frumento, ma anche in altri cerali quali farro, orzo, segale e kamut..
Succede infatti che la gliadina contenuta nel glutine provochi una reazione immunitaria degli anticorpi presenti nell’intestino tenue, i quali non rintracciando la presenza di alcun organismo estraneo, provvedono ad intaccare la mucosa intestinale, provocando l’appiattimento dei villi intestinali.
Questa conseguenza determina una difficoltà da parte del soggetto di assimilare i nutrienti contenuti nel cibo ingerito. In particolare nei bambini e negli adolescenti inconsapevoli di essere affetti da celiachia, l’assunzione prolungata nel tempo di glutine può essere causa di un rallentamento nello sviluppo fisico (sia legato alla crescita del bambino, ma anche allo sviluppo degli organi dell’apparato riproduttore, soprattutto nelle femmine, quali ad esempio un ritardo nella presentazione del ciclo mestruale).

2) Esiste una cura per la celiachia?
No, nel senso tradizionale del termine, ovvero non esiste una terapia per “guarire” dalla celiachia.
L’unica soluzione ad oggi è quella di seguire per sempre una dieta priva di glutine, in modo da consentire la rigenerazione della mucosa intestinale in modo che la stessa possa riprendere ad assorbire tutti i nutrienti presenti nel cibo ingerito.
Questa dieta deve essere seguita indistintamente da tutti i soggetti diagnosticati celiaci, anche per bambini e ragazzi, in quanto attraverso una corretta alimentazione potranno scongiurare eventuali problemi connessi allo sviluppo. Seguendo una dieta priva di glutine un celiaco condurrà una vita normale.
3) Quali sono i sintomi?
La sintomatologia legata alla celiachia è molto complessa e può variare da persona a persona.
Esistono infatti celiaci sintomatici ed asintomatici. I primi presentano problemi strettamente legati all’apparato digerente ed intestinale, quali mal di stomaco, dolori intestinali, crampi, dissenteria, stipsi, nausee e vomito. Gli asintomatici invece manifestano reazioni fisiche non necessariamente riconducibili a problemi con alimenti ingeriti, come ad esempio eritemi ed eczemi, sonnolenza e stanchezza cronica, formicolii e dolori agli arti, difficoltà di concentrazione, anemia, sbalzi d’umore, irritabilità, ansia ed iperattività (questo si riscontra soprattutto nei bambini i quali o non riescono a stare fermi, oppure al contrario sono troppo tranquilli), disturbi della crescita, amenorrea, sterilità e aborti frequenti ed all’apparenza ingiustificati.
4) La celiachia è un’allergia?
No, la celiachia non è un’allergia. Un’allergia è una reazione immediata all’assunzione di un alimento dannoso al nostro organismo che può anche portare allo shock anafilattico, situazione che mette a rischio la vita del soggetto colpito. Nella celiachia non succede nulla di tutto ciò e non esiste rischio di shock anafilattico.
5) Con quali strumenti si può diagnosticare la celiachia?
Per escludere la celiachia può essere sufficiente come primo step effettuare delle semplici analisi del sangue.
Se queste sono positive non è detto che ci si trovi necessariamente di fronte ad un caso di celiachia, è pertanto necessario effettuare una biopsia intestinale con prelievo di tessuto dell’intestino tenue che diagnosticherà l’atrofia dei villi intestinali mediante l’esame istologico.
In seguito alla nuova normativa del 2015 la biopsia intestinale per convalidare la diagnosi celiaca rimane obbligatoria solo nei soggetti adulti. Nei soggetti in età pediatrica ed adolescenziale invece, in presenza di un quadro clinico ben delineato con problemi di malassorbimento, sintomi correlati all’assunzione di glutine e valori degli anticorpi indicatori almeno 10 volte superiori al valore di soglia e dalla presenza del profilo genetico compatibile (anche questo rilevabile mediante semplice esame del sangue), si potrà procedere alla convalida della diagnosi celiaca senza la biopsia, ma con l’aggiunta agli esami del sangue del test genetico.
E’ importante ricordare che questi esami devono essere eseguiti quando ancora si segue un regime alimentare che prevede l’assunzione di glutine in quanto se eliminato prima di effettuare questi esami il risultato può risultare alterato, dando quindi dei falsi negativi.

Dove si acquistano i prodotti senza glutine
Una disponibilità sempre più ampia
Oggi trovare prodotti senza glutine è molto più semplice rispetto a qualche anno fa. Il numero crescente di persone con celiachia o intolleranze, insieme alle campagne di sensibilizzazione, ha favorito la diffusione di alimenti certificati. Se in passato i celiaci dovevano rivolgersi quasi esclusivamente alle farmacie, ora l’offerta si è ampliata.
Oltre alle grandi catene di supermercati, che dedicano scaffali specifici al senza glutine, esistono veri e propri market interamente specializzati in prodotti gluten free. Questo rende più facile fare la spesa quotidiana senza rinunce.
La questione dei costi
Un aspetto che rimane critico è la differenza di prezzo rispetto ai prodotti tradizionali. Gli alimenti senza glutine risultano spesso più costosi e rappresentano un peso per le famiglie. Per questo lo Stato prevede agevolazioni destinate alle persone con diagnosi certificata di celiachia.
Chi ha completato l’iter diagnostico presso centri accreditati può fare richiesta alla propria ASL. In questo modo riceve buoni mensili con cui acquistare alimenti erogabili nei punti vendita convenzionati.
Come funzionano i buoni
I buoni per i prodotti senza glutine sono riconosciuti a livello nazionale, ma le modalità cambiano da regione a regione. In alcune zone vengono caricati direttamente sulla Tessera Sanitaria, in altre sono cartacei e da ritirare presso l’ASL, o vengono inviati periodicamente. Questa varietà di procedure può creare qualche differenza di gestione tra territori.
Un altro punto importante: i buoni devono essere spesi nella regione che li ha emessi. Non è quindi possibile utilizzarli liberamente in tutta Italia. Nonostante queste differenze, rappresentano comunque un supporto concreto per chi ogni giorno deve seguire una dieta senza glutine.
7) È possibile avere una vita normale?
Assolutamente si, la celiachia non è una malattia invalidante ed inoltre chi ne è affetto ha la fortuna che per risolvere il problema non deve assumere farmaci, ma semplicemente deve seguire una dieta priva di glutine.
Inoltre, come Associazione ci impegniamo da diversi anni per far comprendere anche ai più scettici che un’alimentazione priva di glutine non significa adattarsi ad una dieta peggiore o ad alimenti privi meno buoni.
Dieta senza glutine non significa dieta senza gusto.
Ormai esiste veramente tutto in versione gluten free, oltre alla vasta gamma di farine utilizzabili, troviamo dolci, prodotti da forno, pasta di diversi formati e tipologie, addirittura anche la birra è stata realizzata anche senza glutine.
Questi prodotti se scelti accuratamente non hanno veramente nulla da invidiare ai cugini con glutine, e questo lo possono confermare anche i non celiaci che degustano il suddetto cibo. Siamo arrivati ad un livello tale che spesso nemmeno si sente la differenza.
Inoltre negli ultimi tempi molte sempre più strutture, dagli alberghi ai ristoranti fino alle navi da crociera e le compagnie aeree, si sono attrezzate proponendo menu adatti agli intolleranti o comunque facendosi trovare pronti in caso di richieste specifiche.

Come comportarsi in cucina
Attenzione alle contaminazioni
Quando si cucina per una persona con celiachia, non basta eliminare il glutine dagli ingredienti. Il rischio maggiore è quello delle contaminazioni. Anche piccole quantità possono causare problemi. Gli studi hanno stabilito che la soglia massima tollerata è di 20 ppm, cioè 20 parti per milione. Per capirci, anche un frammento di mollica di pane può superare questo limite.
Ecco perché è fondamentale conoscere bene l’ABC della celiachia: cibi permessi, vietati e quelli a rischio. Questi ultimi, pur non contenendo glutine per natura, possono risultare contaminati nei processi industriali. Per sicurezza devono riportare la dicitura “senza glutine”, il marchio della spiga barrata o essere inclusi nel prontuario AIC.
Superfici e utensili puliti
La prima regola pratica è pulire accuratamente le superfici di lavoro. Tavoli, piani cucina e taglieri non devono presentare residui. I taglieri e le posate in legno andrebbero evitati, perché più difficili da sanificare completamente. Meglio scegliere materiali lisci e lavabili con facilità.
Stessa attenzione per pentole, piatti e bicchieri: se ben lavati in lavastoviglie o a mano con acqua e detersivo, non rappresentano un rischio. L’importante è verificare che non vi siano resti di precedenti preparazioni.
Durante la cottura
Quando si cucina, non bisogna mai mescolare con le stesse posate alimenti con e senza glutine. Anche un gesto semplice può compromettere il pasto. Se si utilizza il forno, è meglio disporre i piatti senza glutine nel ripiano superiore e quelli con glutine in quello inferiore, riducendo così il rischio di contaminazione incrociata.
Un po’ di attenzione in più permette di preparare pasti sicuri e gustosi, senza timori per chi deve seguire una dieta senza glutine. In questo modo, la convivialità resta un momento di serenità per tutti.

Dove si nascondono le insidie
Rischi nascosti negli alimenti
Le insidie del glutine non si trovano solo nei cibi chiaramente vietati. Anche alimenti che sembrano innocui, come un’insalata o un contorno semplice, possono diventare rischiosi se preparati in ambienti contaminati da farine e pane. Basta davvero poco perché un piatto si trasformi in un problema per chi deve seguire una dieta senza glutine.
Lo stesso vale nei bar e nei ristoranti: ciò che appare sicuro può essere in realtà preparato vicino ad altri alimenti contenenti glutine. Per questo è importante affidarsi a chi conosce bene la celiachia e sa come gestirla in cucina.
Attenzione anche a caffè e distributori
Anche una tazzina di caffè può nascondere insidie. Alcune macchinette, infatti, erogano anche caffè d’orzo e questo comporta un rischio di contaminazione. Lo stesso problema può verificarsi nei distributori automatici sul lavoro o negli ospedali: le bevande solubili possono contenere glutine se non specificato chiaramente.
L’unica garanzia è la dicitura “senza glutine” riportata sull’etichetta o sul display. Un dettaglio che fa la differenza e che protegge chi convive con la celiachia.
Leggere oltre le etichette
Per riconoscere i rischi non basta leggere solo gli ingredienti sulle confezioni. Le possibili contaminazioni non sempre vengono indicate. È utile conoscere bene l’ABC della celiachia e prestare attenzione agli alimenti a rischio, per poterli identificare più facilmente in ogni situazione.
Questa consapevolezza aiuta a ridurre gli errori e a vivere con maggiore serenità i momenti fuori casa, dalle pause pranzo agli incontri al ristorante.
Farmaci e integratori
Un’ultima nota riguarda i medicinali. I farmaci identificati come “dispositivo medico” e con codice A.I.C. sono sempre privi di glutine. Diverso il discorso per integratori, vitamine e rimedi omeopatici: solo se riportano chiaramente la dicitura “senza glutine” possono essere considerati sicuri.
Conoscere queste differenze è essenziale per evitare brutte sorprese e gestire la celiachia con maggiore tranquillità, anche fuori dalla cucina di casa.
10) Cosa fare se mio figlio è celiaco
Dopo aver avuto la diagnosi certa seguendo l’iter riportato nella domanda numero 5, bisognerà procedere con una dettagliata spiegazione del problema al bambino.
In primis non bisognerà farglielo pesare, spiegandogli semplicemente che nonostante sia celiaco potrà fare tutto quello che fanno i suoi amici.
In secondo luogo aiutandolo a capire quali sono gli alimenti che può e non può mangiare, quali possono essere a rischio, quali sono gli atteggiamenti da evitare e come fare ad esempio in mensa a scuola a non incorrere in contaminazioni (in questo caso coinvolgendo anche gli insegnanti).
Insomma, fare tutto quello che si può per non far pesare il problema al bambino, per non farlo sentire diverso, ma soprattutto l’aiuto principale deve arrivare dai genitori i quali non devono lamentarsi MAI del problema in sua presenza o farsi vedere compassionevoli..

11) C’è da essere ottimisti se ci diagnosticano la celiachia?
Assolutamente sì. L’ottimismo è il motore migliore per affrontare la celiachia. Cadere in depressione, pensare che non esista una via d’uscita per stare bene è il modo peggiore per approcciarsi alla questione.
L’importante è non chiudersi in se stessi, ma parlare con le persone che ci sono vicine e rapportarsi con coloro che stanno affrontando il medesimo problema.
Con l’aiuto di tutti, ma soprattutto di noi stessi, possiamo e dobbiamo farcela! Un cambiamento di prospettiva è necessario per vivere una vita pienamente normale e assolutamente serena, senza privarci dei piaceri che la tavola ci riserva!
La celiachia non ci preclude nulla, questo bisogna sempre ricordarselo, non è una malattia invalidante. Consolatevi con questi fagottini di fragole e frutta secca. Sul mercato trovate la pasta sfoglia senza glutine e lattosio che è una vera comodità in cucina. E non sconsolatevi. Si puo’ mangiare bene e con gusto!
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