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Portulaca

Portulaca erba aromatica

Un focus sulla portulaca

Oggi parliamo della portulaca, una pianta aromatica molto sottovalutata ma che può regalare più di qualche soddisfazione in cucina. In realtà, con il termine “portulaca” si intende un’intera classe di piante. La variante più conosciuta è la oleracea, detta anche “erba porcellana”. Questa portulaca è commestibile, sicché può rappresentare una risorsa dal punto di vista gastronomico. Si presenta con dei piccoli fiori gialli, foglie consistenti e fusto carnoso.

La seconda varietà più famosa è chiamata anche cicuta ed è molto velenosa. Per fortuna è facile da riconoscere in quanto genera un olezzo sgradevole, presenta delle radici di colore bianco e un fusto decisamente più chiaro rispetto alle altre varietà.

Le altre varietà di portulaca suscitano un interesse meramente botanico, sebbene alcune di esse possano giocare un ruolo in ambito decorativo.

Il sapore di questa pianta aromatica

Della portulaca commestibile, ovvero la oleracea, si mangia un po’ tutto: gambo, boccioli e foglie. Tuttavia a vantare gli usi più vari sono proprio le foglie, che si presentano con una buona consistenza, che suscita gradevoli sensazioni al palato. Il sapore è particolare in quanto esprime sia note aspre, che ricordano alla lontana il limone, sia note salate. Ad alcuni la portulaca potrebbe sembrare “astringente”, ma in realtà la sua intensità torna molto utile in cucina. Questa pianta aromatica interagisce al meglio con una vasta gamma di ingredienti, riuscendo ad emergere anche nelle ricette più complesse.

La portulaca può essere consumata cruda, e quindi può partecipare ad insalate più o meno ricche. Tuttavia, è ottima anche da cotta, magari al vapore o in padella con un filo di olio. Da questo punto di vista presenta dei punti in comune con le lattughe a foglia piccola, come il songino, o altre erbe aromatiche come il basilico.

La portulaca in cucina, l’erba porcellana e le sue ricette

Il sapore e la consistenza della portulaca commestibile, o erba porcellana che dir si voglia, le conferiscono una certa versatilità. A dimostrarlo sono alcune delle ricette che ho pubblicato sul sito e che elenco qui di seguito.

Rotolo di frittata con portulaca. Un piatto rustico e davvero gustoso dalle ottime proprietà nutrizionali. Una frittata arrotolata per mantenersi in forma, dal sapore gradevole e con un ottimo impatto visivo.

Pasta con pesto di portulaca. In questo caso la portulaca fa le veci del basilico, dando vita a un intingolo estremamente saporito. La ricetta è simile a quella del pesto classico, anche perché chiama in causa i soliti pinoli, il Parmigiano, l’olio etc.

Insalata con melone e portulaca. E’ uno splendido esempio di come la portulaca possa eccellere anche da cruda. Questa ricetta dimostra inoltre la sua capacità di “resistere” alla presenza di ingredienti molto caratterizzati, come può essere considerato il melone.

Frittata con portulaca e farina di ceci. Una frittata estremamente rustica che ha proprio nella portulaca la sua punta di diamante.

Lasagna con erbe spontanee. Una variante peculiare di lasagna, in quanto viene realizzata con tante erbe di campo. La portulaca emerge molto bene ed è responsabile delle note tra il salato e l’acidulo che la ricetta esprime con decisione.

Fattoush. Chiudiamo con un piatto etnico, per la precisione della cucina libanese. Un’abbondante fetta di pane arabo fa da letto a una insalata estremamente complessa, che esprime sapori variegati tra l’acidulo e il salato. La portulaca arricchisce l’insalata e riesce a dare il meglio di sé sul piano organolettico e scenografico.

Le proprietà nutrizionali e le controindicazioni

La portulaca non è solo buona e versatile, ma è anche nutriente. Fa parte della categoria “piante grasse”, che si caratterizzano per una certa abbondanza di omega tre, grassi benefici per l’organismo e in particolare per il cuore. In ogni caso l’apporto calorico della portulaca è ridotto, anzi è leggermente inferiore alla media dei vegetali. Per la precisione si attesta sulle 20 kcal per 100 grammi.

Per il resto si apprezza una grande varietà di vitamine, tra cui la vitamina C, la vitamina E (che funge da antiossidante) e la vitamina A, che giova alla pelle e alla vista. La portulaca se la cava bene anche con i sali minerali, viste le quantità di magnesio, potassio, calcio e ferro. Queste sostanze fanno bene al metabolismo energetico, alla pressione del sangue, alle ossa e regolano la quantità di ossigeno nel sangue stesso.

E per quel che concerne le controindicazioni? E’ in realtà strano parlare di controindicazioni per un alimento così benefico, eppure ce n’è qualcuna. Il riferimento è a chi soffre di calcoli renali, o tende a svilupparli più di altri. Il motivo di ciò risiede nell’acido ossalico, particolarmente presente nella portulaca.

Dovrebbe porre la massima attenzione anche chi soffre di colon irritabile, viste le elevate quantità di fibre che la pianta contiene. Questa, va detto, è una controindicazione che caratterizza quasi tutti i vegetali.

Come coltivare la portulaca?

La portulaca può essere coltivata con relativa facilità, tanto in giardino quanto in vaso. Per quanto concerne la prima soluzione il consiglio è di scegliere zone soleggiate, in quanto la pianta ama molto il caldo. Durante i mesi freddi, invece, va coperta con un riparo in modo che non subisca i venti freddi, che sarebbero letali per la pianta. L’innaffiatura può essere anche scarsa: durante la stagione fredda va annaffiata una volta alla settimana, mentre durante l’estate una volta ogni tre giorni.

Per quanto concerne la concimazione, essa dovrebbe avvenire ogni due settimane e nel periodo compreso tra maggio e settembre. E’ utile inumidire il terriccio prima di procedere con l’integrazione del concime.

Questi accorgimenti valgono anche per la portulaca da vaso. In questo caso, però, si consiglia di spostare la pianta in un luogo riparato durante i mesi freddi. E’ anche utile optare per un concime a lento rilascio, in quanto questa “versione” della portulaca è un po’ più esigente rispetto a quella da giardino, vista la scarsa profondità del terriccio.

La portulaca velenosa, ovvero la cicuta

Come ho già anticipato la portulaca presenta una variante velenosa, la celebre cicuta. La cicuta è famosa per tutta una serie di motivi, in particolare perché la sua ingestione veniva utilizzata come pena di morte nell’antichità.

Basti pensare a Socrate, che morì – da condannato a morte – proprio bevendo la cicuta. L’aneddoto è celebre, in quanto si narra che il filosofo rifiuta l’opportunità di scappare per fornire ai suoi discepoli un esempio di coraggio a difesa delle proprie idee.

Altri personaggi famosi deceduti a causa della cicuta sono Teodoro di Cirene, un filosofo cinico costretto a bere la cicuta per il suo rifiuto di rispettare le norme religiose e sociali della sua città, considerate da lui irrazionali e oppressive. Poi troviamo Focione di Atene, un generale e uomo politico accusato di tradimento per aver cercato di negoziare con i Macedoni durante un periodo di instabilità. Infine citiamo Teramene un politico ateniese condannato per l’opposizione al regime oligarchico dei Trenta Tiranni, che venne costituito dopo la sconfitta di Atene per mano di Sparta nella Guerra del Peloponneso.

Portulaca da mangiare, ecco come riconoscerla

Se si raccoglie la portulaca selvatica è bene fare molta attenzione. Ciò significa imparare a distinguere la portulaca commestibile dalla variante velenosa. In realtà è semplice, basta conoscere le differenze tra le due varianti.

Nello specifico la portulaca commestibile presenta foglie carnose, lisce e di forma ovale, valorizzate un colore verde brillante tendente al giallo. I fiori sono piccoli e di solito gialli, con cinque petali. Inoltre cresce spesso vicino al suolo, formando tappeti bassi e ramificati. La cicuta, al contrario, ha un aspetto più sostenuto, con foglie simili a quelle del prezzemolo o della carota selvatica, finemente divise e di colore verde scuro. Inoltre presenta macchie violacee sul fusto liscio e i suoi fiori bianchi sono disposti a ombrello.

Il sapore della portulaca è leggermente acidulo e fresco, mentre la cicuta emana un odore sgradevole. Ovviamente vi consiglio è di osservare attentamente la pianta prima di decidere se raccoglierla o meno.

Alcune ricette per le bevande

La portulaca è una risorsa non solo nel food ma anche nel beverage. A partire da questa pianta è infatti possibile realizzare delle squisite bevande. Ecco qualche idea.

Smoothie verde alla portulaca. Una bevanda dal colore verde intenso, cremosa e invitante. In questo caso specifico il sapore leggermente acidulo della portulaca si armonizza al meglio con il sapore dolce della mela e con il gusto aspro del limone, dando vita un mix cool e tonificante. L’aspetto è omogeneo e valorizzato da un profumo delicato di erbe e agrumi.

Tisana rinfrescante alla portulaca. Una bevanda dal colore giallo-verde, limpida e leggera. La portulaca conferisce alla tisana un sentore erbaceo e un tocco acidulo, mentre il limone (o zenzero) esprimono note fresche e aromatiche. L’aroma è delicato, naturale ed esprime una sensazione di benessere.

Centrifugato detox alla portulaca. Una bevanda trasparente dalle tonalità verdi brillanti che si caratterizza per un gusto fresco e bilanciato. La portulaca, che presenta un sapore acidulo e sapido, si può combinare con agrumi aromatici come il lime, in modo da esaltarne il carattere aspro e dolce.

Latte vegetale aromatizzato alla portulaca. Una bevanda che propone un abbinamento fuori dal comune ma azzeccato. In questo caso si possono utilizzare tipi di latte vegetale dal sapore intenso, come quello di cocco e di mandorle. In questo caso la portulaca agisce come un esaltatore di sapidità ed elemento aromatico.

FAQ e domande comuni

Dove si coltiva la portulaca?

La portulaca può essere coltivata tranquillamente in giardino. Il consiglio è di scegliere una zona esposta al sole, in quanto la pianta ama il caldo. Invece, dovrebbe essere riparata durante i mesi autunnali.

Quanto dura una pianta di portulaca?

La portulaca è una pianta autunnale, quindi dura all’incirca un anno. Tuttavia, può diventare una pianta perenne se il clima è caldo torrido, tra il mediterraneo e il tropicale.

Qual è la portulaca velenosa?

Esiste una varietà velenosa della portulaca, che è nota come cicuta. E’ comunque facilmente riconoscibile in quanto il suo odore è pessimo e presenta delle radici bianchissime.

A cosa fa bene la portulaca?

La portulaca è ricca di acidi grassi omega tre, vitamina C, vitamina A, magnesio e potassio. È utile per la salute cardiovascolare, per il rafforzamento del sistema immunitario e per la riduzione dell’infiammazione. Inoltre vanta proprietà antiossidanti che aiutano a proteggere le cellule dai danni dei radicali liberi.

A cosa si abbina la portulaca?

La portulaca si abbina bene a insalate fresche, zuppe, yogurt, inoltre può essere usata come contorno per pesce e carne. Il suo sapore leggermente acidulo e croccante si sposa con formaggi freschi, limone, aglio e ingredienti mediterranei come pomodori e olive.

Che differenza c’è tra pesto di basilico e pesto di portulaca?

Il pesto di basilico è preparato con basilico, pinoli, aglio, olio d’oliva e formaggio, dunque offre un sapore leggermente amaro e aromatico. Il pesto di portulaca, invece, utilizza la portulaca al posto del basilico, risultando più sapido e leggermente acidulo. Può essere arricchito con noci o mandorle per un impatto organolettico più consistente.

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