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Pasta di tamarindo, un condimento per la carne e il pesce

Tiziana Colombo: per voi, Nonnapaperina

Ricetta proposta da
Tiziana Colombo

pasta di tamarindo
Ricette per intolleranti, Cucina Italiana
Ricette vegetariane
Ricette senza glutine
Ricette senza lattosio
preparazione
Preparazione: 01 ore 00 min
cottura
Cottura: 01 ore 00 min
dosi
Ingredienti per: 4 persone
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5/5 (1 Recensione)

Pasta di tamarindo, un intingolo straordinario

La pasta di tamarindo è un intingolo sfizioso, un condimento che può fare la differenza in cucina. Propone sentori e note aromatiche diverse da quelle cui la cucina italiana ci ha abituati. Ciò, piuttosto che spaventare, dovrebbe incuriosire in quanto rende possibile un viaggio nelle gastronomie di altri paesi. La pasta di tamarindo, infatti, viene utilizzata con una certa frequenza nei paesi tropicali: dal Messico alla Thailandia, passando per l’India.

Nonostante il sapore peculiare, che vira deciso sulle note dell’agrodolce, la pasta di tamarindo è facile da preparare. Anche perché bastano due ingredienti: il tamarindo e l’acqua. Basta ammollare il tamarindo in acqua per una buona mezz’ora, per poi schiacciarlo con il dorso di un cucchiaio, con la forchetta o con le mani.

Poi si filtra il liquido, che a questo punto ha già acquisito il sapore del frutto, e lo si addensa cuocendolo sul fuoco fino ad ottenere la consistenza desiderata. In realtà potete saltare questo passaggio se desiderate una salsa sostanzialmente liquida.

Ricetta pasta di tamarindo

Preparazione pasta di tamarindo

  • Per preparare la pasta di tamarindo iniziate spezzettando i baccelli, poi aprite il guscio ed estraete la polpa interna.
  • Mettete in ammollo la polpa di tamarindo in una ciotola con acqua calda.
  • Dopo mezz’ora, ovvero quando la polpa si è completamente ammorbidita, schiacciatela nell’acqua per separare semi e filamenti. Per questa fase potete utilizzare il dorso di un cucchiaio o direttamente le mani.
  • Ora filtrate il liquido impregnato della polpa di tamarindo e versatelo in una pentola.
  • Fate sobbollire l’acqua al tamarindo per qualche minuto, fino a quando non avrà raggiunto la consistenza desiderata. Se desiderate una pasta di tamarindo molto “lenta” potete saltare questo passaggio.
  • Lasciate raffreddare la pasta di tamarindo così ottenuta e versatela in un barattolo a chiusura ermetica.
  • La pasta di tamarindo va conservata in frigorifero, dove dura alcune settimane.

Ingredienti pasta di tamarindo

  • 200 gr. di tamarindo in baccelli
  • 350 ml. di acqua

La pasta di tamarindo per le ricette salate

La pasta di tamarindo conferisce una nota agrodolce ai piatti, proprio per questo viene utilizzata per insaporire la carne e il pesce. Tuttavia vanta alcune applicazioni nei piatti cerealicoli e nelle zuppe, alcuni dei quali fanno saldamente parte delle tradizioni culinarie asiatiche, come il pad thai. Con questa espressione si indica un primo a base di spaghetti di riso variamente conditi, arricchiti spesso con salsa di pesce e gamberi. Ebbene, questo piatto viene spesso valorizzato dalla pasta di tamarindo, che aumenta il suo spessore organolettico.

Un altro uso molto comune della pasta di tamarindo coinvolge il samosa, un rinomato piatto indiano. Si tratta di pasta fritta variamente farcita con patate, piselli, spezie e pasta di tamarindo; quest’ultima viene posta anche all’esterno come condimento. La pasta di tamarindo viene impiegata anche per bilanciare il sapore molto speziato del rendang, una sorta di stufato di carne tipico della cucina malese e indonesiana.

La pasta di tamarindo per le ricette dolci

La pasta di tamarindo può però intervenire anche nelle ricette dolci. In questo caso non si segnalano molti piatti tipici, quindi sono la creatività e la fantasia a dominare. In generale la pasta di tamarindo si comporta come lo sciroppo di tamarindo – ingrediente più utilizzato – proponendo un sapore più concentrato e meno dolce.

Per esempio è possibile aggiungere un po’ di pasta di tamarindo negli impasti, in modo da donare un carattere più aromatico e acidulo. In questo caso si abbina perfettamente alla frutta secca.

La pasta di tamarindo può essere impiegata anche per realizzare granite, ghiaccioli, sciroppo e gelati. Vi consiglio comunque di non esagerare, in quanto vi è il rischio di creare dei dolci dal sapore troppo intenso. Infine, con la medesima parsimonia, è possibile impiegare la pasta di tamarindo come topping per mousse e dolci al cucchiaio.

pasta di tamarindo

Le proprietà nutrizionali del tamarindo

Giunti a questo punto vale la pena parlare del tamarindo dal punto di vista nutrizionale. Tanto per cominciare il tamarindo è meno calorico di quanto si pensa. La sua consistenza morbida e all’apparenza grassa fanno pensare ad un frutto molto calorico, sulla falsariga dell’avocado. Il tamarindo, invece, non va oltre le 100 kcal per 100 grammi.

Il tamarindo è anche ricco di oligoelementi, inoltre abbonda di vitamina C, potassio e magnesio. In questo frutto troviamo anche una quantità di fibre superiore alla media ed un ottimo apporto di betacarotene, precursore della vitamina A e responsabile del colore arancione del frutto. Il tamarindo è anche un buon astringente, quindi esercita una funzione positiva in caso di problemi digestivi.

Gli altri usi del tamarindo

Il tamarindo è anche un frutto versatile, oltre alla pasta, infatti, può essere impiegato per realizzare un buon succo e un ottimo sciroppo. Il succo, leggermente allungato con l’acqua, funge da ottima bevanda dissetante, rinfrescante e astringente. Lo sciroppo, invece, può essere chiamato in causa per molte ricette. Per esempio può essere applicato sulle mousse e sui dessert al cucchiaio come topping. Nondimeno può essere utilizzato per preparare granite e ghiaccioli, oppure può dare vita a bevande molto zuccherine. In questo caso vi consiglio di associare almeno cinque parti di acqua per ogni parte di sciroppo.

Il procedimento per preparare lo sciroppo di tamarindo è diverso da quello degli altri sciroppi. Si parte preparando una sorta di acqua di tamarindo, ottenuta cuocendo il frutto in abbondante acqua bollente. Poi si aggiunge lo zucchero e si riscalda per un po’ di tempo. Terminata questa fase si filtra per bene l’acqua di tamarindo, prima di essere trasformata in sciroppo.

FAQ sulla pasta di tamarindo

A cosa serve la pasta di tamarindo?

La pasta di tamarindo è un condimento versatile che viene utilizzato per conferire un carattere agrodolce a piatti salati a base di carne e di pesce. Nondimeno, viene chiamata in causa per insaporire zuppe, salse, marinature e bevande.

Che gusto ha il tamarindo?

Il tamarindo ha un gusto suggestivo che coniuga l’acidità degli agrumi e la dolcezza del dattero, il tutto valorizzato da un leggero retrogusto piccante. La pasta di tamarindo, ottenuta dalla polpa del frutto, propone una versione concentrata di questi sapori, dunque si rivela decisamente agrodolce.

Cosa usare al posto della pasta di tamarindo?

Se non disponete della pasta di tamarindo, o non riuscite a prepararla, potete sostituirla con una combinazione di succo di limone e zucchero di canna, oppure da aceto di mele e zucchero. Queste alternative riproducono il carattere agrodolce del tamarindo, pur presentando differenze in termini di sapore.

Quante calorie ha la pasta di tamarindo?

Per quanto possa apparire calorica, in realtà la pasta di tamarindo è leggerissima. Non richiede l’uso di grassi o di altri ingredienti dall’apporto calorico importante. Di base viaggia sulle 50 kcal per 100 grammi se è molto liquida, e sulle 70-80 kcal se è molto densa.

Ricette di condimenti ne abbiamo? Certo che si!

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