Baghrir, il pane marocchino davvero buono
Cos’è il Baghrir e perché è così buono?
Il Baghrir è un tipo di pane praticamente sconosciuto in Italia. E’ infatti originario del Marocco, dove viene impiegato sia per pasti salati che per preparazioni dolciarie (sebbene la differenza tra dolce e salato sia poco marcata nella cucina araba). E’ un pane particolare, molto diverso dalle tipologie consumate in Italia, e persino dal pane arabo così come lo conosciamo. Alcuni lo paragonano alle crepes, a cui effettivamente assomiglia, soprattutto se si considera il colore e la leggerezza. Il Baghrir, però, ha una particolarità, presenta delle bolle molto grandi sulla superficie che sono un po’ il suo marchio di fabbrica. Questo lo rende adatto soprattutto ai condimenti liquidi o comunque non troppo densi. In Marocco va per la maggiore un composto di burro fuso e miele, ma ovviamente ciascuno può scegliere il condimento che vuole.
Ricetta Baghrir
Preparazione Baghrir
Per la preparazione del pane Baghrir iniziate versando il lievito di birra, il semolino e la farina nel bicchiere del mixer e frullate per un minuto, poi aggiungete anche l’acqua, il lievito per dolci, il sale, e lo zucchero. Riprendendo a frullare nuovamente noterete la creazione di bolle d’aria.
Ora ponete una padella antiaderente sul fuoco e scaldatela senza aggiungere olio, quando è ben calda versate un mestolo di composto.
Non appena il composto sarà cotto e bianco da un lato, rimuovetelo dalla padella e adagiatelo su un piatto. Potrete ammirare questa specie di crepes gonfiarsi e creare dei buchi, questi spazi serviranno poi per trattenere al meglio i condimenti.
In Marocco si utilizza il burro fuso, soprattutto in compagnia con il miele. L’effetto ricorda un po’ il succo d’acero quando viene messo sulle frittelle americane.
Ingredienti Baghrir
- 250 gr. di semolino
- 90 gr. di farina 00
- 1 cucchiaino di lievito di birra secco
- 1 cucchiaino di sale
- 8 gr. di lievito per dolci
- ½ lt di acqua naturale tiepida
- 2 cucchiai di zucchero (facoltativo).
Nella colazione marocchina troviamo un amalgama di sapori e di tradizioni che riflettono la ricchezza culturale del Paese.Fra le colazioni africane è una delle mie preferite. Il pane è un elemento fondamentale: dal Khobz, un pane rotondo e piatto, al Baghrir, un pancake soffice e forato che si accompagna spesso con miele o burro. Le Msemen sono un’altra varietà di pane, una sorta di focaccia piegata e fritta che può essere consumata sia dolce che salata.
Uno dei pregi del Baghrir è la sua semplicità. La ricetta è davvero semplice, si realizza con una manciata di ingredienti e in pochissimo tempo. Non è nemmeno necessario impastare! Il consiglio, comunque, è di stare attenti alle dosi, in quanto possono fare la differenza tra un Baghrir “venuto bene”, e quella che può essere qualificata solo come una sua brutta copia.
Il tè alla menta è un must, una tradizione che trascende il semplice atto del bere per diventare un rituale di condivisione e ospitalità. Accanto al tè, è comune trovare anche caffè, preparato in stile turco o espresso.
Formaggi locali e olive spesso fanno parte del panorama, offrendo un contrasto salato ai sapori più dolci. Miele, confetture e Amlou, una pasta a base di mandorle, miele e olio di Argan, sono altri ingredienti che potete aspettarvi di trovare.
Non è raro imbattersi nelle Corna di Gazzella, dei deliziosi dolcetti ripieni di mandorle e profumati con acqua di fiori d’arancio, che aggiungono un tocco di dolcezza e raffinatezza alla tavola.
Le caratteristiche nutrizionali del semolino
Il semolino è uno dei protagonisti del pane Baghrir. Ciò potrà suonare strano, dal momento che questo ingrediente non viene considerato come adatto alle preparazioni complesse. Tenete a mente, però, che il Baghrir è una ricetta popolare e per giunta molto antica, dunque la presenza del semolino non è affatto ingiustificata. Il semolino, infatti, conferisce a questa tipologia di pane un tocco rustico, oltre a contribuire concretamente alla panificazione. Non dovete dimenticare, poi, che il semolino è comunque un ingrediente nutriente, che esprime un valore biologico elevato. Il riferimento è in particolare alla buona quantità di fibre, che come molti sanno contribuiscono a migliorare le prestazioni dell’apparato digerente.
Il semolino, poi, apporta molti sali minerali. Su tutti, il potassio, presente in quantità davvero elevate. Discorso simile per il fosforo e il magnesio. Per quanto riguarda le vitamine il semolino si difende molto bene, sono presenti la vitamina PP, la B1 e la B2. La quantità di grassi è trascurabile, mentre le proteine rappresentano l’11%, una percentuale che non ha nulla da invidiare a quella di molti altri cereali. L’apporto calorico, invece, non riserva sorprese: 100 grammi di semolino contengono 350 kcal.
Perché abbiamo utilizzato il lievito di birra secco?
In genere, almeno nelle preparazioni casalinghe, si utilizza il lievito di birra fresco, generalmente venduto in cubetti e ottimo per realizzare il pane, la pizza, i dolci etc. Per questa ricetta del Baghrir, però, consiglio il lievito di birra secco, che è sostanzialmente liofilizzato e in polvere. E’ una scelta “strana” per una ricetta che, almeno formalmente, riguarda il pane. In realtà si tratta della scelta più idonea. Il motivo è semplice ed è dovuto al mescolamento “forzato” della farina e del semolino, ma anche del lievito; questi tre ingredienti, infatti, vanno frullati assieme. Tale operazione è facilitata dal fatto che i tre ingredienti abbiano più o meno una consistenza simile, da qui la necessità del lievito di birra secco.
Vorrei soffermarmi per un po’ su questo ingrediente. Spesso viene considerato in modo meramente strumentale come un semplice veicolo di panificazione. In realtà, è un ingrediente che può riservare qualche sorpresa dal punto di vista nutrizionale. E’ infatti ricco di vitamine del gruppo B, che contribuiscono alla rigenerazione delle unghie, dei capelli e delle ossa. E’ anche ricco di sali minerali, e in particolare di zinco. Inoltre contribuisce ad abbassare il colesterolo, e quindi a prevenire patologie acute dell’apparato cardiocircolatorio. Insomma, a prescindere dal suo ruolo nella panificazione, è un alimento davvero prezioso.
Vi invito a provare anche i chebakia. Dolci marocchini davvero unici e deliziosi. Perfetti per il periodo del ramadan, questi dolci speziati e zuccherini sono ideali per interrompere il digiuno. La loro forma ricorda quella dei fiori e il loro colore ambrato li rende particolarmente invitanti. Assaporarli è un’esperienza che consiglio vivamente per scoprire le tradizioni culinarie del Marocco.
Ricette arabe ne abbiamo? Certo che si!
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