Arrosticini di pecora, un piatto classico abruzzese
Arrosticini di pecora: una tradizione abruzzese ricca di storia e sapore
Gli arrosticini di pecora sono una specialità tipica dell’Abruzzo, oggi apprezzata anche in molte altre zone dell’Italia centrale. Sono spiedini semplici ma straordinariamente saporiti. Prepararli bene significa valorizzare una carne ovina che merita maggiore attenzione, sia per il suo gusto intenso che per le sue qualità nutrizionali. Troppo spesso dimentichiamo la ricchezza della pecora in cucina, concentrandoci solo su carni più comuni come manzo, suino o pollo.
La ricetta originale degli arrosticini abruzzesi ha radici antichissime, forse medievali, eppure è rimasta praticamente intatta nei secoli. Il metodo è diretto: carne ovina tagliata a piccoli cubetti e infilzata su spiedini in legno. La semplicità è il suo punto di forza, insieme alla cottura sulla brace viva, che sprigiona aromi profondi. Esistono piccole varianti nella forma dei cubetti: alcuni li preferiscono irregolari, altri alternano pezzi più grassi e magri. L’importante è rispettare la materia prima.
In alcune versioni più rare si usa carne di montone castrato, dal gusto ancora più deciso. Ma il cuore della tradizione rimane la pecora, con la sua consistenza unica. Serviti caldi, appena tolti dalla brace, gli arrosticini diventano un rituale conviviale. Perfetti con pane casereccio, un buon bicchiere di rosso e la compagnia giusta. È un piatto che racconta un territorio e un popolo: semplice, schietto e orgoglioso della propria cucina. Se non li hai mai provati, è il momento di farlo!
Ricetta arrosticini di pecora
Preparazione arrosticini di pecora
- Per la preparazione degli arrosticini di pecora iniziate tagliando con un coltello ben affilato la carne a dadini di circa 1 centimetro.
- Non rimuovete il grasso in quanto gioca un ruolo importante nella cottura. Anzi, la parte grassa deve rappresentare un quarto del totale in termini di peso.
- Dopo aver ricavato i dadini infilateli negli spiedini di legno.
- Disponete gli spiedini nei piatti di portata e innaffiateli abbondantemente con l’olio d’oliva e il succo di limone.
- Poi salate e pepate come meglio gradite.
- Ora preparate la piastra o la fornacella al carbone. Ad ogni modo, la superficie di cottura deve essere ben calda.
- Cuocete gli arrosticini (circa 3-4 minuti per lato) girandoli spesso e ungendoli con un rametto di rosmarino ben inumidito nell’olio d’oliva.
- Servite gli arrosticini appena cotti e buon appetito!
Ingredienti arrosticini di pecora
- 800 gr. di carne di pecora
- 2 rametti di rosmarino
- q. b. di olio extravergine di oliva
- q. b. di sale e pepe
- succo di mezzo limone
L’apporto nutrizionale della carne di pecora
Uno dei punti di forza degli arrosticini di pecora, o meglio della carne di pecora, è il suo importante apporto nutrizionale. Infatti un etto di carne di pecora contiene ben 18 grammi di proteine e 33 grammi di lipidi. E’ anche ricca di sali minerali come il potassio, il fosforo e il calcio. L’apporto di vitamine è sopra la media, soprattutto in riferimento alle vitamine B1 e B2. L’apporto calorico è paragonabile a quella della carne di maiale, e si attesta sulle 360 kcal per 100 grammi. Formalmente, però, è una carne rossa e il grasso è uno dei componenti più presenti in questo tipo di carne.
Questo può essere un problema per la linea, è vero, ma reputo che uno strappo possa essere fatto di tanto in tanto, soprattutto se a favore di una ricetta così squisita come quella degli arrosticini. Anzi, essa prevede proprio un ruolo centrale per il grasso, che aggiunge sapore alla pietanza e si unisce con gli altri “lipidi” chiamati in causa nella preparazione (principalmente quelli forniti dall’olio extravergine di oliva). Anzi, gli arrosticini di pecora non sono tali se non contengono almeno il 25% di grassi.
Il delicato impatto del rosmarino
Uno dei punti di forza degli arrosticini di pecora è la semplicità, infatti troviamo pochi ingredienti per un secondo che valorizza appieno il gusto della carne, grasso compreso. La lista degli ingredienti, d’altronde, prevede una sola spezia: il rosmarino. In particolare, ad esso viene assegnato un ruolo importante, per quanto abbastanza “sui generis”, infatti va bagnato nell’olio e usato per spennellare i cubetti di carne. In questo modo, essa assorbe allo stesso tempo il sapore del rosmarino e quello dell’olio. Ovviamente, si parla di olio extravergine di oliva, che è da sempre la scelta migliore quando c’è da condire la carne.
A prescindere da questo impiego “non comune”, il rosmarino è una spezia preziosa. Una delle poche che cresce rigogliosa anche nella fascia del mediterraneo, e che non proviene dall’Oriente. Oltre al sapore, e alla sua capacità di valorizzare i secondi piatti, del rosmarino si apprezzano le proprietà antisettiche, soprattutto in caso di patologie all’apparato respiratorio (tosse, mal di gola etc.). Come quasi tutte le spezie conosciute, presenta proprietà nutrizionali al limite del “terapeutico”

Il ruolo del limone nei nostri arrosticini di pecora
Oltre alla carne di pecora, gli arrosticini prevedono l’uso dei già citati olio e rosmarino, oltre al sale, al pepe e al limone. In particolare quest’ultimo ricopre un ruolo importante. Di base, il limone è impiegato per condire le carni bianche, più che le carni rosse. In questo caso, però, il suo apporto risulta determinante.
Nello specifico, il suo ruolo è rendere più equilibrato il sapore, che altrimenti potrebbe risultare un po’ troppo forte. La carne di pecora, infatti, è estremamente corposa e inoltre contiene molto grasso. Il limone consente di giungere a un compromesso dal punto di vista organolettico, rendendo gli arrosticini adatti a tutti i palati.
Un’altra favolosa ricetta della tradizione abruzzese la ritrovate nel Parrozzo. Il parrozzo, detto anche pane rozzo, è un dolce tipico della cucina abruzzese che vanta una lunga tradizione. E’ stato inventato agli albori del Novecento, frutto dell’ingegno del pasticciere pescarese Luigi D’Amico. Il parrozzo ha conquistato una certa notorietà già nei primi anni dalla sua nascita, dal momento che è stato promosso da Gabriele D’Annunzio, vate culinario e affezionato allo stesso D’Amico.
Un’altra specialità abruzzese che mi piace molto e ogni tanto preparo sono le pallotte cacio e ova. Sono realizzate con ingredienti semplici e reperibili, come vuole la tradizione di quel territorio. Infatti, non sono altro che polpette di pane, latte e uova, arricchite da formaggi grattugiati e pochi aromi. Le “pallotte”, una volta fritte e ben asciugate (passaggio importante per privarle dell’olio in eccesso) vanno insaporite per qualche minuto nella salsa di pomodoro. Le pallotte cacio e ova non sono particolarmente grasse.
Cosa bere con gli arrosticini di pecora?
La ricetta degli arrosticini di pecora informano su quella che è una delle cucine regionali più importanti d’Italia, ma a cui non viene riservata la considerazione che merita. A dimostrazione di ciò vi è anche una grande varietà di vini abruzzesi che possono accompagnare gli arrosticini di pecora. Ecco tre esempi.
Il primo è il Montepulciano d’Abruzzo, forse il più celebre dei vini della regione. Si tratta di un vino rosso robusto, ricco di sentori di frutta, spezie e liquirizia. E’ molto strutturato, dunque si adatta bene al gusto intenso e leggermente selvatico della carne di pecora. Inoltre è un vino un po’ acidulo, quindi aiuta a contrastare la componente lipidica della pecora.
Una seconda possibilità è data dal Cerasuolo d’Abruzzo, un vino rosato di carattere, ottenuto da uve di Montepulciano ma frutto di una breve macerazione delle bucce. Vanta un colore intenso, che ricorda le ciliegie, e una piacevole vena fruttata che accompagna bene le note più rustiche della carne arrostita.
Per chi preferisce un bianco vi consiglio il Pecorino, un vino abruzzese che si distingue per la sua mineralità e per la buona persistenza. Il Pecorino è perfetto soprattutto se gli arrosticini sono accompagnati da contorni saporiti come formaggio pecorino fresco, pane casereccio o verdure grigliate.

Alcune curiosità anche sugli arrosticini di capra
In virtù delle caratteristiche della sua carne è possibile preparare gli arrosticini di castrato ma anche gli arrosticini di capra. Gli arrosticini di capra si preparano soprattutto in alcune zone dell’Appennino centrale, dove la cultura pastorale predilige non solo ovini ma anche caprini. In queste aree la carne di capra viene lavorata in modo simile a quella ovina, ovvero tagliata a piccoli cubetti e infilata su spiedini di legno.
Cosa dire sul sapore e sulla consistenza di questo tipo di carne? In realtà dipende molto dall’età dell’animale. Se si usa carne di animali giovani il sapore è intenso ma non troppo marcato, con una nota più asciutta rispetto alla pecora e una consistenza leggermente più compatta. Se la carne proviene da animali adulti il gusto si fa più rustico, con una persistenza aromatica che può sorprendere chi è abituato alla dolcezza della carne ovina.
FAQ sugli arrosticini di pecora
Perché si chiamano arrosticini?
Il nome deriva dal verbo “arrostire” ed è un diminutivo affettuoso: “piccole cose da arrostire”. Il riferimento è agli spiedini di carne ovina cotti alla brace, spesso su una canalina di metallo chiamata “furnacella”. Il nome sottolinea la semplicità e la tipicità del piatto, nato come cibo povero e diventato simbolo gastronomico abruzzese.
Con quale carne si fanno gli arrosticini?
Tradizionalmente si usano tagli magri e grassi di carne ovina adulta, più precisamente di pecora. Il mix tra parti magre e piccole quantità di grasso è essenziale per garantire succosità e sapore alla cottura. In alcune varianti moderne si utilizzano agnello o capra, ma la versione autentica resta quella con la pecora.
Che sapore hanno gli arrosticini di pecora?
La carne di pecora ha un sapore intenso e caratteristico, più marcato rispetto a quello dell’agnello. È un gusto leggermente selvatico, con note grasse e terrose che emergono soprattutto con cotture alla griglia. Se ben trattata la carne non è affatto pungente, ma offre un gusto pieno e persistente, apprezzato da chi ama i piatti tradizionali e sostanziosi.
A cosa fa bene la carne di pecora?
La carne di pecora è una buona fonte di proteine ad alto valore biologico, inoltre contiene ferro, zinco e vitamine del gruppo B, in particolare vitamina B12. La presenza di grassi è superiore rispetto ad altre carni bianche, ma se consumata con moderazione può far parte di una dieta equilibrata. Il ferro contenuto è di tipo eme, quindi facilmente assorbibile dall’organismo.
Quali erbe usare per la carne di pecora?
Le erbe migliori per la carne di pecora sono quelle dal profilo aromatico e intenso, come il rosmarino, il timo, l’origano selvatico, la salvia e l’alloro. Anche la menta, usata con parsimonia, può dare un tocco interessante.
Ricette tipiche abruzzesi ne abbiamo? Certo che si!
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