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Graffe napoletane, un dolce fritto per il Carnevale

Tiziana Colombo: per voi, Nonnapaperina

Ricetta proposta da
Tiziana Colombo

Graffe napoletane
Ricette per intolleranti, Cucina Italiana, Carnevale
Ricette vegetariane
Ricette senza glutine
Ricette senza lattosio
preparazione
Preparazione: 01 ore 00 min
cottura
Cottura: 01 ore 00 min
dosi
Ingredienti per: 4 persone
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5/5 (2 Recensioni)

Graffe napoletane, una ricetta unica per dei dolci particolari

Oggi parliamo delle graffe napoletane, uno dei dolci partenopei più caratteristici. Piacciono a tutti, sono belli da vedere e buoni da gustare. Si presentano con una forma che ricorda delle ciambelline irregolari e sono cariche di “personalità”. Sono morbide ma esternamente propongono una texture ruvida e gradevole al palato.

Le graffe sono dolci tipici di Carnevale, per questo allietano i banchetti e buffet delle feste di Carnevale, occupando le tavole dei giorni che vanno dal giovedì al martedì grasso. Tuttavia, possono essere reperite in tutti i periodi dell’anno, specie nelle pasticcerie più fornite.

Nondimeno sono facili da preparare, basta creare un impasto a partire da tutti gli ingredienti e una dose generosa di lievito sciolto in acqua. Dopo un riposo di un paio d’ore si formano le graffe vere e proprie. A differenza di quanto accade con le altre ciambelle non si chiudono in cerchio delle listarelle di impasto, ma si stacca una pallina e si crea un buco al centro. In questo modo le graffe conservano un certo spessore.

Infine, vale la pena soffermarsi un attimo sull’etimologia del nome. Il nome “graffa” è molto strano ma ha una chiara origine. Gli storici credono che derivi da “krapfo”, che in antico longobardo significa “uncino”, ossia la forma primitiva delle ciambelle. Altri storici credono che derivi semplicemente da “krapfen”, nome dalla stessa origine che indica i famosi dolci austriaci.

Ricetta graffe napoletane

Preparazione graffe napoletane

  • Per preparare le graffe napoletane seguite questi passaggi. In una grande ciotola versate dell’acqua tiepida e il lievito. Fatela sciogliere e lasciate riposare per 5-10 minuti (si dovrebbe produrre una leggera schiuma).
  • Ora integrate la farina di riso, la fecola di patate, la grappa, lo zucchero, la scorza di limone e un pizzichino di sale.
  • Infine, mescolate con cura fino ad ottenere un impasto omogeneo.
  • Poi coprite con uno straccio pulito e fate riposare in un luogo caldo per 1-2 ore, ovvero il tempo necessario alla lievitazione. In questa fase l’impasto dovrebbe raddoppiare di volume.
  • Riscaldate tanto olio di semi di arachidi in una pentola profonda. In alternativa potete utilizzare una friggitrice ad aria, impostandola sui 170-180 gradi.
  • Ungete le vostre mani di olio e staccate dall’impasto una pallina delle dimensioni di una noce. Con il dito o con il manico di un cucchiaio create un buco al centro, formando una specie di anello. Immergete la “graffa” così ottenuta nell’olio bollente.
  • Ripetete il procedimento fino all’esaurimento dell’impasto. La cottura dovrebbe durare un paio di minuti. Poi prelevate le graffe con una schiumarola e fatele riposare sulla carta assorbente.
  • Infine, decorate con un po’ di zucchero a velo e servite.

Ingredienti graffe napoletane

  • 300 gr. di farina di riso
  • 100 gr. di fecola di patate
  • 50 gr. di zucchero
  • 7 gr. di lievito di birra secco attivo
  • 200 ml. di acqua tiepida
  • 2 uova
  • 2 cucchiai di grappa
  • q. b. di scorza grattugiata di un limone
  • 1 pizzico di sale
  • q. b. di olio di semi di arachide
  • q. b. di zucchero a velo

Le differenze tra queste graffe e le graffe napoletane originali

Le graffe napoletane che vi presento qui sono leggermente diverse dalle graffe originali. Sia chiaro, queste graffe rispettano lo spirito della tradizione, ma allo stesso tempo innovano parecchio.

Tanto per cominciare ho preferito conferire leggerezza al dolce. In virtù di ciò ho sostituito le patate lessate e schiacciate, che sono un marchio di fabbrica delle graffe napoletane, con la fecola di patate. Non preoccupatevi il sapore delle patate emerge comunque, anche perché non ho usato la farina 00 ma quella di riso.

La farina di riso spicca per la delicatezza e per la capacità di lasciare spazio agli altri ingredienti. E’ anche senza glutine, e dunque compatibile con i celiaci.

Un’altra differenza risiede nella grappa, che ho voluto integrare per conferire alle graffe una maggiore profondità organolettica e una spiccata varietà di sapori. Fate attenzione alle dosi, bastano solo due cucchiai. Se esagerate vi troverete con delle graffe alcoliche e dal sapore troppo intenso.

Come cuocere le graffe

La tradizione suggerisce di friggere le graffe napoletane in abbondante olio bollente. La frittura è il metodo di cottura più calorico, ma può essere comunque alleggerito. E’ sufficiente prendere alcuni accorgimenti. In primo luogo è consigliato utilizzare tanto olio. Solo in questo modo si realizza una vera frittura ad immersione, riducendo la quantità di olio che le graffe assorbono.

L’olio, inoltre, deve essere mantenuto a temperatura, dunque fate attenzione a non inserire troppe graffe tutte insieme. Infine, abbiate cura di far riposare il fritto appena prelevato dalla pentola sulla carta assorbente da cucina per rilasciare l’olio in eccesso.

Tuttavia c’è una seconda alternativa: la cottura nella friggitrice ad aria. Stiamo parlando di un apparecchio interessante che rappresenta l’evoluzione dei forni ventilati, riuscendo a replicare gli effetti della frittura in olio. L’esterno dei cibi “fritti ad aria” è croccante o ruvido, mentre l’interno è morbido, un dettaglio non di poco conto se si considera la possibilità di evitare grassi vegetali e animali. La friggitrice ad aria costa meno di quanto si possa immaginare, dunque vi consiglio di acquistarne una.

Graffe napoletane

Come accompagnare le graffe napoletane

Cosa bere insieme alle graffe napoletane? Dipende dai vostri gusti ovviamente, tuttavia vi consiglio di abbinare un liquore cremoso o leggermente fruttato. I classici limoncello e crema di limoncello sono l’ideale. E’ possibile optare anche per una gradazione inferiore, accompagnando le graffe con un ottimo spumante o con dei vini frizzanti.

Anche chi preferisce bevande analcoliche ha una vasta scelta. Le graffe sono ottime con il caffè, anzi insieme formano un’eccellente colazione o una squisita merenda. Possono essere abbinate anche alla cioccolata calda o al ginseng. Infine, per quanto possa sembrare strano, possono essere consumate insieme ai succhi di frutta, benché sufficientemente dolci.

 

FAQ sulle graffe

Perché si chiama graffa?

Si chiama graffa in quanto il termine deriva da “krapfo”, che in antico longobardo significa “uncino”, ossia la forma che in origine assumevano le preparazioni di questo tipo. L’etimologia è la stessa della parola “krapfen”, che indica le ciambelle della tradizione dolciaria austro-tedesca.

Che differenza c’è tra graffa e ciambella?

Le differenze tra graffa e ciambella sono più numerose di quanto si possa immaginare. La graffa è piccola, mentre la ciambella è più grande. La graffa è realizzata creando un buco su una pallina di impasto, la ciambella è realizzata formando un cerchio con una listarella di impasto. Infine, le graffe sono realizzate con patate e derivati.

Dove sono state inventate le graffe?

Le graffe hanno fatto formalmente il loro esordio nella prima metà dell’Ottocento a Napoli, terra che spicca per l’ottima tradizione dolciaria. Ufficiosamente, e anche in virtù della peculiare etimologia del nome, si pensa che il dolce derivi da preparazioni nate tra la Germania e l’Austria un paio di secoli prima.

Quante calorie hanno le graffe napoletane?

Le graffe napoletane hanno una quantità di calorie paragonabile alle altre ciambelle fritte, dunque pari a 200-300 kcal. L’apporto esatto però dipende dagli ingredienti utilizzati, che in alcune versioni possono cambiare, dalle dimensioni e dal tipo di cottura. Tenete presente che una frittura in abbondante olio produce meno calorie di una frittura con poco olio.

Come si fa la graffa?

Per fare la fare la graffa, o per meglio dire per modellarla, è sufficiente staccare un pezzo di impasto grande quanto una noce e creare un buco al centro con un dito o con il manico di un cucchiaio.

Ricette di dolci di Carnevale ne abbiamo? Certo che si!

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