bg header
logo_print

Gelatina alcolica alla tequila: una dolce delizia

Tiziana Colombo: per voi, Nonnapaperina

Ricetta proposta da
Tiziana Colombo

Gelatina di tequila
Ricette per intolleranti, Cucina Italiana
Ricette senza glutine
Ricette senza lattosio
preparazione
Preparazione: 00 ore 20 min
cottura
Cottura: 00 ore 08 min
dosi
Ingredienti per: 4 persone
Stampa
4/5 (4 Recensioni)

Gelatina alcolica alla tequila, un dolce davvero unico

Oggi prepariamo la gelatina alcolica alla tequila, una famosa bevanda alcolica. Si ottiene attraverso la fermentazione e la distillazione del succo di agave blu, una pianta a “foglie carnose” che cresce nelle zone tropicali. In Italia la tequila viene consumata da sola o in abbinamento al sale e al limone, seguendo un rituale di consumo che valorizza il particolarissimo sapore della bevanda e rappresenta un momento di convivialità.

A dispetto di quanto suggerisce il senso comune, il volume alcolico della tequila è variabile. Cambia, infatti, in base ad alcuni fattori quali l’età della pianta di agave da cui è stato estratto il succo, il tipo di lievito utilizzato per la fermentazione e la temperatura a cui è stato sottoposto il preparato. Ad ogni modo, la maggior parte delle tequila vendute in Italia ha un volume che oscilla tra i 36 e i 42 gradi.

Ricetta gelatina alcolica

Preparazione gelatina alcolica

  • Mettete a riscaldare in un pentolino l’acqua e lo sciroppo di agave.
  • Nel frattempo fate ammollare la gelatina e attendente che si sia sciolta del tutto.
  • Quando l’acqua e lo sciroppo hanno raggiunto i 40 gradi di temperatura versate anche la gelatina e mescolate.
  • Spegnete il fuoco, fate colare il contenuto del pentolino negli appositi stampi e conservate tutto in frigo.
  • Una volta che il composto si sarà solidificato lo potete servire.

Ingredienti gelatina alcolica

  • 100 gr. di acqua naturale
  • 100 gr. di tequila
  • 50 gr. di sciroppo di agave
  • 5 gr. di colla di pesce 

Gelatina alcolica alla tequila: quando e perché

La gelatina di tequila è un preparato molto particolare, certamente estraneo alle tradizioni nostrane. Come tutte le gelatine a base alcolica, è infatti originaria degli Stati Uniti, dove sta spopolando ormai da qualche anno. E’ considerato uno dei protagonisti di buffet e aperitivi serali, in quanto capace di coniugare un impatto estetico notevole con il sapore (e il grado alcolico) dei più famosi liquori.

La gelatina di tequila può essere preparata in occasione di feste, appuntamenti mondani, occasioni informali, aperitivi e apericene. Vista la freschezza che la caratterizza, può giocare un ruolo importante anche nelle serate estive. Le gelatina di tequila è una soluzione molto particolare, istrionica, con la quale riuscirete certamente a stupire e deliziare i vostri invitati.

Non solo tequila
Oltre alla tequila è possibile realizzare gelatine alcoliche con una grande varietà di liquori e distillati. Il rum bianco, ad esempio, regala note tropicali perfette per un dessert estivo, mentre il gin dona un profilo più erbaceo e aromatico. Anche il prosecco e la vodka sono delle ottime basi, soprattutto se abbinati a frutta fresca, come fragole o agrumi, per creare gelatine leggere e frizzanti.

Le proprietà della gelatina

Uno dei protagonisti della ricetta è ovviamente la gelatina. In questo caso, la gelatina animale. Questa si ottiene attraverso la lavorazione dei tessuti connettivi animali. Un tempo veniva realizzata quasi esclusivamente con i sottoprodotti ittici, a tal punto da guadagnare il soprannome di “colla di pesce”. Oggi si utilizzano i tessuti connettivi di bovini e suini. Si acquista in “fogli”, ciascuno dei quali solitamente pesa meno di 15 grammi.

La gelatina animale si ottiene attraverso un processo di idrolisi, a cui segue la filtrazione e la purificazione ad alte temperature. E’ l’ingrediente base di molti dolci, in genere, viene utilizzata per conferire densità e solidità ai composti. Della gelatina si apprezza non solo il ruolo in cucina, ma anche le proprietà nutritive, è infatti uno straordinario concentrato di proteine e antiossidanti.

Studi clinici hanno registrato un impatto positivo della gelatina sulla salute generale delle articolazioni. L’unico difetto è che essendo, appunto, di origine animale non è adatta a chi pratica una dieta vegana o vegetariana.

Quali sono le origini della tequila?

Alla base della gelatina alcolica alla tequila c’è un distillato davvero unico. Tutti conoscono la tequila, ma meno nota è la sua origine e il significato che ricopre per la cultura messicana. La tequila è infatti la bevanda alcolica nazionale del Messico, per quanto – almeno agli occhi degli stranieri – sia il simbolo del sud America. La vera tequila viene prodotta con la leggendaria pianta di agave tequilana Weber Azul, conosciuta semplicemente come agave blu. Essa sta al Messico come la canna da zucchero sta ai Caraibi, una coltivazione che ha fatto la fortuna del Paese, e che occupa buona parte del suo territorio fertile.

Originariamente veniva prodotta nella città di Tequila e dintorni, nello Stato di Jalisco. La produzione della tequila segue canoni peculiari, non perché la distillazione sia così diversa da quella degli altri liquori, bensì per l’approccio artigianale che i messicani adottano.

La tequila, in Messico, è per molti una questione di famiglia. Le multinazionali che la producono conservano spesso una struttura di questo tipo, mentre i piccoli brand (altrettanto preziosi) si cimentano ancora oggi nella conduzione familiare, nonché in una modalità di produzione che contempla molte fasi “a mano”. D’altronde, il disciplinare di questo tipo di alcolico, quello vero e di qualità almeno, è davvero severo.

L’importanza dello jmador, il coltivatore dell’agave

Tutto parte dall’irrinunciabile contributo dello jmador, ovvero il coltivatore dell’agave. Dopo averla curata per 8-10 anni, sceglie le piante più mature e ne pulisce il cuore, un accorgimento essenziale per non conferire alla bevanda degli sgradevoli sentori amari. Successivamente, le foglie dell’agave vengono cotte per uno o due giorni in forni appositi, in modo da favorire la fermentazione.

La fase successiva vede la macinazione delle foglie, realizzata spesso con i mulini tradizionali. Lo scopo è estrarre il succo, che viene chiamato “aguamiel”. Il succo viene poi trasferito nelle cisterne, dove subisce una robusta fermentazione con l’aiuto di lieviti naturali derivanti dall’agave stessa. L’ultima fase è quella della distillazione, che viene realizzata per mezzo di alambicchi. Ovviamente, a seguito della distillazione viene selezionato solo il “cuore”, mentre il liquido posto in sommità e sul fondo viene scartato.

tequila

I vari tipi di tequila

Prima di proseguire con la ricetta della gelatina alcolica alla tequila soffermiamoci sui differenti tipi di questo prezioso distillato. Di tequila ne esistono due categorie: 100% Agave e Mista. Molti di voi hanno probabilmente assaggiato la tequila almeno una volta. Descriverne il gusto in modo univoco, però, è piuttosto complicato, viste le tante varietà ufficiali in circolazione. Tuttavia, la tequila più diffusa, di qualità media o medio-bassa che si acquista al supermercato, ha un sapore che ricorda l’acquavite. E’ dotata, però, di un carattere più forte, molto più aromatico e raramente balsamico. Il sapore è complesso e spesso tagliente, quindi non facile da apprezzare nella forma “liscia”.

Per quanto concerne la gradazione, la tequila di qualità (quella artigianale) vanta ben 55 gradi, invece quella “commerciale” ne hai circa 40. Esistono comunque numerose varietà di tequila, oltre a quelle da supermercato. Ecco le principali.

Tequila blanco. E’ una tequila invecchiata poco, al massimo due mesi. Il sapore è decisamente aromatico e cristallino, mentre il colore è spiccatamente chiaro. Per molti è questa la tequila perfetta, ossia quella più pura.

Tequila joven. A dispetto del nome, questa tequila è un blend, ovvero è frutto dell’unione tra la variante blanco e la variante non eccessivamente invecchiata. Il sapore cambia molto da marchio a marchio e a secondo delle modalità con cui si realizza il blend.

Tequila reposado. E’ una variante dal sapore meno aromatico e più deciso. E’ invecchiata più di 60 giorni, in media per tre o quattro mesi.

Tequila anejo. E’ una variante discretamente invecchiata, in media per un anno intero. L’invecchiamento ha luogo in botti di legno dalla capacità inferiore ai 600 litri.

Tequila extra anejo. L’invecchiamento avviene in botti del medesimo tipo, ma dura per tre anni. E’ la tequila più forte e dal gusto più aspro. E’ probabilmente la più complicata da consumare e dedicata ai veri intenditori.

Oltre la colla di pesce e l’agar agar
Gli addensanti naturali sono numerosi e permettono di personalizzare la consistenza delle gelatine. Tra le alternative spiccano la pectina, ideale per preparazioni più morbide e fruttate, e la carragenina, che offre una texture più elastica. Anche la gomma di guar e la fecola di patate possono essere impiegate per ottenere risultati diversi a seconda del tipo di dessert desiderato.

Un distillato ottimo liscio e nei cocktail

La tequila è uno dei distillati più amati e più diffusi, sebbene sia raro riuscire a gustare un prodotto di qualità eccelsa. Quelle riservate al commercio al dettaglio, spesso, non reggono il confronto con i veri distillati, a meno che non si decida di salire di prezzo. Ciononostante, la tequila è entrata nell’immaginario delle feste, secondo un approccio di consumo che fa letteralmente drizzare i capelli ai puristi, ossia la tequila con sale e limone. Di base, questo metodo non permette di gustare il distillato al meglio e non la valorizza affatto. Ma a questa “pratica” sono legati i ricordi di molti, specie in età giovanile.

Molto più interessante, se proprio si rigetta il consumo “liscio”, è il filone dei cocktail. Alcuni sono molto buoni e in grado di rendere onore al distillato. La maggior parte dei cocktail a base di tequila vedono la partecipazione di sciroppo di granatina e dei succhi di frutta, e in particolare gli agrumi. Alcuni nomi sicuramente saranno noti ad alcuni di voi: Tequila Sunrise, Angelo di fuoco, Margarita, Tequila bum bum, La Fenice, Pocholito e molti altri ancora.

Alcolici e celiachia

Il binomio alcolici e celiachia porta sempre con sé una serie di dubbi e quesiti, soprattutto perché non tutti sono in grado di distinguere le categorie degli stessi in funzione di quanto sancito in merito a questo settore. In questo articolo pertanto vedremo di fare chiarezza, per capire quali alcolici si possono consumare, quali no e per quelli in cui sono necessarie delucidazioni.

Partiamo col dire che vini, spumanti, champagne e distillati privi di aromi e altre sostanze sono sempre idonei. Però questa distinzione non per tutti risulta chiara e comprensibile, soprattutto per chi non è un intenditore in materia. Qui di seguito vedremo pertanto di fornire qualche nozione in più grazie alla quale potrete bere un cocktail con maggior serenità.

Distillati e acquaviti vengono ottenuti tramite distillazione e, ove in purezza, ovvero non addizionati di aromi, risultano idonei.

In questa categoria rientrano:

  • Assenzio
  • Brandy
  • Cachaça
  • Calvados
  • Cognac
  • Gin
  • Grappa
  • Ouzo
  • Rum
  • Tequila
  • Vodka
  • Whiskey
  • Bourbon
  • Scotch

Se tali e quali questi possono essere sempre consumati ma, al contrario, se aromatizzati possono essere considerati a rischio. Facendo un esempio pratico la grappa liscia è sempre consentita, mentre se si desidera assaggiare della grappa liquirizia, questa deve riportare la dicitura “senza glutine” per essere considerata sicura. Medesimo discorso vale per la vodka liscia e la vodka alla menta, per esempio.

Alcune persone si stupiscono del fatto che distillati come whisky, vodka e gin possano essere bevuti sebbene derivati da cereali contenenti glutine. Ebbene, dagli studi fatti dall’Autorità Europea per la Sicurezza degli Alimenti (EFSA), è emerso che queste bevande, attraverso il processo di distillazione, eliminano ogni eventuale traccia di glutine e relative possibili contaminazioni.

Sciroppo d’agave, il tocco raffinato per la gelatina alcolica alla tequila

La lista degli ingredienti della gelatina alcolica alla tequila comprende anche lo sciroppo d’agave, un dolcificante naturale che aggiunge eleganza e complessità al dessert. Esso sostituisce lo zucchero tradizionale, restituendo un risultato più armonioso e raffinato.

Lo sciroppo d’agave, infatti, possiede un potere dolcificante più elevato ma un sapore meno invadente, che lascia emergere la personalità della tequila senza coprirla. Dal punto di vista aromatico regala una nota calda e leggermente caramellata, in sintonia con le sfumature terrose e affumicate del distillato.

Inoltre vanta una consistenza fluida che lo rende perfetto per amalgamarsi in modo uniforme al composto, scongiurando la granulosità tipica dello zucchero. È anche più stabile a caldo, il che lo rende ideale per le preparazioni che prevedono una fase di riscaldamento come questa. Sul piano nutrizionale lo sciroppo d’agave è apprezzato per il suo basso indice glicemico e per la presenza naturale di minerali. È una scelta più equilibrata, che consente di ottenere dolci intensi ma leggeri. In una gelatina di tequila diventa l’elemento che equilibra forza e delicatezza, completando un mix che stupisce per pulizia e armonia.

Gelatina alcolica con agar agar, una soluzione comoda

La gelatina alcolica alla tequila viene tradizionalmente realizzata con la colla di pesce, ma chi desidera una preparazione più pratica o vegetariana può utilizzare l’agar agar. Si tratta di addensante di origine vegetale, che deriva da un’alga rossa e presenta caratteristiche tecniche molto diverse rispetto alla gelatina animale.

In primo luogo l’agar agar non richiede tempi lunghi di ammollo e si attiva semplicemente portandolo ad ebollizione con il liquido. Una volta raffreddato, il composto si stabilizza rapidamente, garantendo una consistenza compatta ma non troppo rigida. Inoltre, resiste meglio alle alte temperature, il ché consente di servire la gelatina anche leggermente tiepida senza che perda forma.

Dal punto di vista organolettico l’agar agar è neutro, ossia non altera l’aroma della tequila e lascia intatto il profilo alcolico del dessert. È perfetto per chi cerca una soluzione leggera, moderna e più sostenibile, oltre che priva di ingredienti di origine animale. Con esso la gelatina assume un aspetto limpido e brillante, valorizzando anche la componente estetica del piatto.

Un dessert che unisce due mondi

La gelatina alcolica che vi presento in questa ricetta è un esperimento culinario, ma anche un piccolo ponte tra la pasticceria e la mixology. Unisce la freschezza e la precisione dei dolci da degustazione con l’intensità aromatica e la personalità dei cocktail. E’ un modo nuovo e sorprendente di gustare la tequila, esaltandone le qualità in una veste elegante e inaspettata.

Si può servire come fine pasto o come amuse-bouche (piccola porzione per stimolare l’appetito) durante una cena a tema messicano, magari accompagnata da scorze di lime candite o da una spolverata di sale rosa dell’Himalaya.

FAQ sulla gelatina alcolica alla tequila

Quanti gradi ha la tequila?

La tequila ha una gradazione alcolica che varia tra il 35% e il 55%, a seconda del tipo e del metodo di produzione. Le versioni più comuni, come la “blanco” o la “reposado”, si attestano intorno ai 40 gradi, offrendo un equilibrio ideale tra intensità e bevibilità.

Quante calorie ha la tequila?

In media 100 millilitri di tequila contengono circa 220 calorie, ma una porzione da 30 millilitri ne apporta poco più di 65. È quindi una bevanda alcolica relativamente leggera, soprattutto se consumata pura o in quantità moderate.

Quanti tipi di tequila esistono?

Le principali categorie di tequila sono cinque: Blanco (non invecchiata), Joven (mista), Reposado (invecchiata almeno due mesi), Añejo (oltre un anno) ed Extra Añejo (più di tre anni). Ognuna si distingue per colore, aroma e profondità di gusto, legati al tempo trascorso in botte.

Qual è la tequila più prestigiosa?

Tra le etichette di maggior pregio si segnalano la Don Julio 1942, la Clase Azul Ultra e la Patrón Gran Burdeos. Queste tequila sono prodotte con agave blu di altissima qualità e invecchiate in botti di rovere, caratteristiche che ne aumentano la complessità e il valore.

Si può fare la tequila in casa?

La tequila autentica può essere prodotta solo in Messico, nelle regioni autorizzate, e deve rispettare un disciplinare rigoroso. Tuttavia, si possono creare liquori simili artigianalmente utilizzando agave distillata o infusi aromatizzati, anche se non potranno mai essere chiamati ufficialmente “tequila”.

Ricette gelatine ne abbiamo? Certo che si!

4/5 (4 Recensioni)
Riproduzione riservata

Aggiungi un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Puoi usare HTML tags e attributi:

<a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

TI POTREBBE INTERESSARE

Mini cheesecake ad alberello di Natale

Mini cheesecake ad alberello di Natale senza forno

Base croccante e crema vellutata: la struttura delle mini cheesecake Come preparare la base croccante La base delle mini cheesecake ad alberello di Natale si realizza con il classico mix di...

Gâteau Breton

Gâteau Breton: Tarte bretone dolce senza glutine

Un dolce bretone dalla personalità burrosa Il gâteau breton senza glutine mantiene l’anima del dolce bretone tradizionale, cioè quella struttura quasi di pasta frolla ma più soffice e montata,...

papassini artigianali

Papassini senza lattosio: tradizione sarda e dolce inclusivo

Papassini senza lattosio: storia e memoria di un dolce italiano Origini tra tradizione e ricordo I papassini sardi affondano le radici nella storia rurale della Sardegna, luoghi dove le ricette si...