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Spanakopita, una fetta di Grecia in tavola

Tiziana Colombo: per voi, Nonnapaperina

Ricetta proposta da
Tiziana Colombo

spanakopita
Ricette per intolleranti, Cucina greca
Ricette vegetariane
Ricette senza glutine
Ricette senza lattosio
preparazione
Preparazione: 20 min
cottura
Cottura: 50 min
dosi
Ingredienti per: 4 persone
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5/5 (48 Recensioni)

Conoscete la spanakopita? Dovete assolutamente assaggiarla

Della tradizione culinaria greca tutti hanno assaggiato i souvlaki, la moussaka, le pite, ma non tutti conoscono la spanakopita, una torta salata dal sapore strepitoso!

Realizzata con ingredienti semplici della cucina mediterranea. È una ricetta che potete sfruttare in tante occasioni. per un pranzo leggero al volo, come piatto unico di un bel pic-nic all’aperto, come antipasto o per un aperitivo con gli amici.

La spanakopita è di fatto un croccante scrigno di pasta fillo, che avvolge un composto di feta, dal sapore deciso e saporito, stemperata dagli spinaci. Il tutto, aromatizzato all’aneto. Non avete già l’acquolina in bocca?

Ricetta Spanakopita

Preparazione Spanakopita

Come fare la spanakopita? Iniziate subito preriscaldando il forno a 180°C. Quindi sciacquate accuratamente gli spinaci e scottateli per qualche minuto in acqua salata.

Quando saranno pronti, scolateli e lasciateli raffreddare prima di strizzarli accuratamente. Dovete, eliminare tutta l’acqua in eccesso, per evitare che la spanakopita risulti troppo umida.

Quando vi sembreranno abbastanza asciutti, tritateli grossolanamente. Tritate l’aneto e fate sgocciolare la feta, e poi sbriciolatela.

Preparate un leggero soffritto, sbucciando ed affettando finemente la cipolla, e facendola rosolare per qualche minuto in una padella con un filo d’olio.

Versatevi gli spinaci, l’aneto e le uova, e, aiutandovi con una forchetta, mescolate amalgamando bene il tutto.

Nel frattempo, stendete su una placca da forno 3 fogli di pasta fillo e spennellateli con un po’ d’olio.

Distribuitevi sopra il composto preparato e livellate. Come copertura, adagiatevi sopra altri 3 fogli di fillo e alternando con altro composto, livellate e coprite con gli ultimi 3 fogli.

Con un po’ d’olio spennellate la superficie e praticate delle incisioni prima di infornare per 40-50 minuti.

Buon appetito!

Ingredienti Spanakopita

  • 1 rotolo di pasta fillo Exquisa o pasta fillo senza glutine
  • 900 gr. di spinaci
  • 1 uovo d’oca o due di gallina
  • una cipolla bianca
  • 300 gr. di feta greca consentita
  • un mazzetto di aneto
  • 2 cucchiai di olio extravergine di oliva
  • un pizzico di sale e pepe

Spinaci, la pozione magica di Braccio di Ferro e della spanakopita

Con una fetta di spanakopita non diventerete come Popeye, ma avrete fatto il pieno di sostanze nutritive preziose per l’organismo. A Braccio di Ferro bastava aprire un barattolo di spinaci per diventare fortissimo. Quanti di noi, da bambini hanno mangiato questa verdura, convinti di diventare grandi e muscolosi come il famoso personaggio dei fumetti?

In realtà, pur contenendo una grande quantità di ferro, gli spinaci non ne hanno abbastanza da coprire la dose giornaliera.

È però vero che sono anche ricchi di vitamina A e di acido folico, particolarmente consigliato per le donne in dolce attesa, oltre che di nitrato (una sostanza che aumenta la capacità muscolare), e di luteina, essenziale per la salute della retina e quindi anche degli occhi.

spanakopita

Un formaggio salato e saporito, tipico della Grecia

L’ingrediente che conferisce carattere alla spanakopita è sicuramente la feta, il formaggio tipico della Grecia.

Prodotta con latte fresco di capra e pecora, è un alimento caratteristico dell’Ellade, dal sapore deciso e salato, molto apprezzato da chi ama gusti forti e sapidi.

La feta si riconosce anche a prima vista, per la sua pasta semidura, poco forata e compatta, di un colore bianco candido e senza crosta esterna.

Le sue caratteristiche, sia fisiche, che nutrizionali sono così particolari, da essere un prodotto DOP (Denominazione di Origine Protetta).

Come tutti i formaggi stagionati è piuttosto calorico, con 250 kcal. per 100 gr. di prodotto. Non dobbiamo dimenticare inoltre che non è adatto agli intolleranti al lattosio, perché la quantità di questo enzima contenuta nel latte di pecora e di capra, ha un contenuto di lattosio paragonabile al latte vaccino.

Accompagnate il piatto con la Retsina!

La Retsina greca è uno dei vini più “curiosi” dello scenario europeo. Il motivo di ciò risiede nella particolarissima storia di questa bevanda, la quale getta le sue radici addirittura nell’epoca classica. La leggenda, infatti, narra che la Retsina sia stata inventata niente meno che dal famoso medico Ippocrate nel lontano V sec. a.C.

In origine questo vino era una bevanda di tipo curativo, e solo con il passare dei decenni è diventata una bevanda in senso stretto. Il tratto principale della Retsina è la presenza della resina di pino, elemento che tra le altre cose gli dà il nome.

La resina di pino veniva utilizzata per sigillare le botti in maniera pressoché ermetica, azione necessaria per impedire l’ossidazione del liquido e quindi per ridurre al minimo le conseguenze negative della lunga conservazione.

E’ proprio la resina di pino che, ieri come oggi, dona alla Retsina un sapore e un profumo inconfondibili. In antichità la Retsina era nota come “vino di Atene”, questa espressione deriva dal fatto che è sempre stata prodotta col vino savatiano, che si sviluppa rigoglioso soprattutto in Attica.

Stesso discorso per il pino, che in Grecia cresce soprattutto nei dintorni di Atene. Col passare dei secoli, la resina è diventata però un elemento superfluo in quanto sono emersi metodi di conservazione più raffinati, tali da impedire l’ossidazione senza dover applicare sostanze particolari.

A causa di questa dinamica, intorno all’Ottocento, la Retsina ha perso in popolarità finendo nel dimenticatoio. Dopo la seconda guerra mondiale ha però sperimentato una sorta di rinascita, dovuta principalmente a un cambiamento – o per meglio dire adattamento – del processo di produzione.

E’ considerata un vino “folkloristico”, non esattamente pregiato ma in grado di esprimere una certa “grecità“. Della Retsina moderna parlerò nel prossimo paragrafo.

La Retsina moderna e le differenze con la versione antica

La Retsina moderna è abbastanza diversa da quella antica. Come già anticipato, negli ultimi decenni il vino ha subito alcuni cambiamenti che riguardano soprattutto i processi di produzione. Il riferimento è proprio alla resina, che cede sentori e profumi non in quanto applicata alle botti (a mo’ di tappo), ma piuttosto come ingrediente vero e proprio.

La resina, dopo un processo di purificazione, viene inserita direttamente nel mosto. Ma come viene intesa oggi la Retsina? In linea teorica non si tratta di un vino pregiato. In termini di purezza, gusto e raffinatezza, non può reggere il confronto con i migliori vini europei.

Non a caso le stesse autorità elleniche lo classificano come vino da tavola, il cui scopo è quello di accompagnare pietanze più o meno tipiche.

Retsina

La funzione attuale della Retsina, però, va oltre la semplice enogastronomia, infatti stiamo parlando di un vino che non è buono a causa del suo valore intrinseco (non eccezionale), bensì per il suo valore culturale, apprezzato più dai turisti che dai greci stessi. Per quanto possa sembrare strano, i più grandi consumatori di questo vino non sono gli abitanti della Grecia, bensì coloro che vi giungono per visitarne le bellezze.

In questa prospettiva un ruolo importante è giocato dalla “diversità” della Retsina, caratteristica che non può essere messa in discussione. D’altronde di vini al sapore di resina non se ne trovano al di fuori dei confini ellenici. Possiamo quindi affermare che, più che un vino enogastronomicamente rilevante, sia un “vino folkloristico “, un vero e proprio vino realizzato ad uso e consumo dei turisti.

Come si consuma e a cosa si abbina la retsina?

A prescindere dal suo significato simbolico e dal suo valore culturale, la Retsina rimane un vino. Dunque è impossibile non parlare del suo sapore e dei suoi abbinamenti. Per quanto riguarda il sapore, assomiglia a un normale vino rosso o bianco. A ciò si aggiunge un forte sentore di resina di pino, che rende più gradevole il tutto.

La gradazione si attesta su livelli medi: 12-13 % per la variante rossa e 14-15% per la variante bianca. Per ciò che concerne il prezzo, vista la qualità discreta ma non eccelsa, il prodotto si rivela più che abbordabile. Si parla di circa 8 euro per una bottiglia da 750 ml.

Come si consuma la Retsina? A cosa andrebbe abbinata? In primis va detto non è un vino da aperitivo. Il suo sapore, infatti, è troppo “piatto” per reggersi da solo.

Dà però il meglio di sé se abbinato ad altri sentori, meglio se forniti da pietanze tipiche della cucina greca. Viene valorizzata al meglio quando accompagnata da ricette tipiche come l’insalata di feta, i dolmades, la moussakà e si abbina alla perfezione con gli spiedini di pesce alla griglia.

Il vino gluten-free? Sì, lo è, ma ci sono alcuni dettagli da valutare

Sono molti coloro che si chiedono se il vino è gluten-free oppure no. La risposta che si dà a questa domanda, in genere, è affermativa, proprio perché l’uva è naturalmente priva di glutine e i lieviti che contiene non sono ricavati da “idrolizzati” di frumento.

Il vino bianco, quello rosso e le relative varietà, quali lo spumante e i diversi distillati, sono quindi da ritenersi adatti a coloro che necessitano di stare alla larga da questa nota proteina. Tra l’altro, non è difficile trovare vini gluten free pregiati e di eccellente qualità: sono venduti nei locali di ristorazione, negli e-commerce online e, chiaramente, negli specifici reparti dei supermercati.

Però, bisogna comunque prestare attenzione: durante la produzione non devono essere utilizzate le farine di frumento per conservare le botti, né tantomeno coloranti o sostanze aromatiche che potrebbero contenere il glutine. Inoltre, neanche rischio di contaminazione è facile da escludere. Pertanto, andiamo ad analizzare la situazione nel dettaglio.

Ricette con pasta fillo ne abbiamo? Certo che si!

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Riproduzione riservata
Contenuto in collaborazione con Exquisa

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