Sensibilità ai solfiti e allergia: guida su sintomi e rimedi
Intolleranza e sensibilità ai solfiti
La sensibilità ai solfiti è un problema che colpisce molte persone sparse in tutto il mondo. Tuttavia, molte importanti organizzazioni che si occupano della tutela della salute, tra cui l’americana FDA – Food and Drug Administration, considerano i solfiti come “generalmente sicuri”. Ad ogni modo, anche se i solfiti, normalmente, non rappresentano un rischio per la salute, esiste una piccola percentuale di persone sensibili.
I solfiti, quando usati come conservante, sono sali inorganici che servono a prolungare la durata di conservazione di alcuni alimenti. Sono utilizzati per non far scurire gli alimenti, per impedire la crescita di batteri e per aiutare a mantenere la stabilità di alcuni farmaci. I solfiti possono crearsi anche naturalmente come parte del processo di fermentazione di alcuni alimenti, in particolare birra e vino.
Sensibilità ai solfiti: ecco chi colpisce e quali sono i relativi sintomi
Per prima cosa, è utile sapere che è molto probabile che tale sensibilità si sviluppi in persone che soffrono di asma. Anche se i dati variano parecchio, c’è infatti una forte correlazione tra sensibilità ai solfiti e la comparsa dei disturbi legati all’asma. La maggior parte delle reazioni avvengono a causa d’inalazioni di anidride solforosa prodotta dal solfito contenente nei prodotti alimentari o bevande mentre sono consumate.
Pur essendo meno comune, anche le persone che non soffrono di asma possono sviluppare una intolleranza o sensibilità ai solfiti. La causa è un deficit dell’enzima necessario per abbattere i solfiti, ovvero il solfito ossidasi. Questa condizione può svilupparsi a qualsiasi età e varia d’intensità da persona a persona. I sintomi si manifestano di solito entro 15 a 30 minuti dopo il consumo di un alimento contenente queste sostanze.
I sintomi dell’intolleranza ai solfiti
La maggior parte dei sintomi di sensibilità o intolleranza ai solfiti si risolvono in reazioni piuttosto lievi, anche se una minoranza di persone sensibili verifica reazioni acute gravi che vanno da problemi respiratori a problemi renali. Alcuni dei sintomi principali sono: difficoltà respiratorie, dispnea, attacchi di asma, sbalzi d’umore, palpitazioni, sintomi influenzali, congestione nasale e naso che cola.
Oltre a questi, è possibile riscontrare edemi (tra cui gonfiore del viso, labbra, bocca, lingua, occhi, mani e piedi), problemi di digestione (crampi, gonfiore, diarrea, nausea e vomito), pressione bassa con conseguente senso di affaticamento e stanchezza, difficoltà di concentrazione (noto come “nebbia del cervello”), arrossamento della pelle, eruzioni cutanee, orticaria ed eczema.
Come si diagnostica la sensibilità ai solfiti
Come abbiamo visto, l’intolleranza ai solfiti produce sintomi in quantità non trascurabile. Tuttavia, essi sono aspecifici e dunque potenzialmente riconducibili a una vasta gamma di patologie. Da qui scaturisce la relativa difficoltà nel giungere a una diagnosi in tempi rapidi. Nella maggior parte dei casi si esplorano ipotesi alternative, prima di prendere in considerazione l’intolleranza ai solfiti o, peggio ancora, l’allergia.
A questo punto non rimane che procedere con le indagini di laboratorio. La buona notizia è che per la sensibilità o intolleranza ai solfiti esiste un test molto facile da realizzare, praticamente indolore. Può essere eseguito in ambulatorio, presso una clinica specializzata, o anche a casa. In questo caso è la clinica stessa a spedire il kit: il sospetto “intollerante” segue le istruzioni e rispedisce la prova fatta. Dopo un periodo di tempo variabile (ma raramente superiore alle due settimane) può ottenere il risultato.
Il test punta a raccogliere un campione salivare. Il paziente non deve fare altro che rilasciare un po’ di saliva in una specie di piccolo imbuto presente in confezione, chiudere ermeticamente, agitare e picchiettare su una superficie dura, in modo che la salvia scenda versa il basso e si unisca alla soluzione presente nell’imbuto stesso.
Le complicanze dell’allergia ai solfiti
Visto e considerato che l’intolleranza e l’allergia ai solfiti viene quasi sempre diagnosticata con un certo ritardo, ci si potrebbe chiedere se esistano complicanze legate alla manifestazione prolungata dei sintomi. Insomma, che succede quando si vive per lungo tempo con i sintomi senza occuparsi dell’intolleranza e della sensibilità ai solfiti?
La buona notizia è che di base non accade nulla, o per meglio dire non si segnalano le complicazioni e le conseguenze nefaste di una celiachia non trattata (giusto per citare un disturbo legato all’assorbimento alimentare). Certo, si assiste a un peggioramento della qualità della vita, oltre ad una condizione di frustrazione e di disagio prolungata. D’altronde, come abbiamo visto, i solfiti sono presenti in molti alimenti, anche in quelli meno trattati.
Intolleranza, allergia e sensibilità ai solfiti: esistono rimedi?
Una volta che il test genetico dà risultato positivo all’intolleranza o l’allergia ai solfiti, come ci si dovrebbe muovere? Esistono rimedi o terapie contro questi disturbi? Purtroppo la risposta è no. Come la stragrande maggioranza dei problemi di assorbimento e assunzione alimentare, non esiste una cura. L’unico rimedio, se così si può chiamare, consiste nella rinuncia agli alimenti che contengono la sostanza incriminata.
A dire il vero le rinunce cui sono destinati gli allergici e gli intolleranti ai solfiti non sono così drastiche, in quanto nella maggior parte dei casi si tratta di preferire le versioni non trattate di certi alimenti, a discapito delle versioni trattate. Tutt’al più si può assistere a una certa difficoltà nell’approvvigionamento, o ad un lieve aumento della spesa alimentare.
Il riferimento è in particolare al vino. Il rapporto tra intolleranza ai solfiti e vino è purtroppo molto stretto, nel senso che molti vini contengono questa sostanza. Non che sia difficile trovare vini che ne siano privi, solo costano un po’ di più.
Altri alimenti che contengono molti solfiti anche naturali sono la birra, la frutta secca pelata e imbustata, la frutta disidratata, le gelatine, i succhi di frutta, il baccalà, i funghi secchi, l’uvetta, alcune carni trattate (es. wurstel, hamburger) e verdura conservata, ovvero quella liofilizzata, essiccata ed imbustata.
Quali sostanze causano la sensibilità o allergia ai solfiti?
Se avvertite uno dei sintomi o reazioni allergiche appena descritte dopo l’assunzione di cibi che contengono solfiti, rivolgetevi al medico per una diagnosi: solo lui è in grado di fare una precisa diagnosi.
In caso di sensibilità ai solfiti, il suggerimento è di verificare sempre la presenza di queste sostanze tra gli ingredienti. Cercate sull’etichetta una di queste diciture:
- diossido di zolfo
- bisolfito di potassio
- metabisolfito di potassio
- bisolfito di sodio
- metabisolfito di sodio
- solfito di sodio.
Le bevande della Cantina Centorame fanno la differenza
Tra le magnifiche aziende e fattorie che rendono le campagne abruzzesi ancor più preziose, troviamo anche la Cantina Centorame, che ci ha accompagnato nel tour delle Virtù Teramane permettendoci di completare delle fantastiche esperienze organolettiche con vini coinvolgenti al palato e di gran qualità. Situata precisamente a Casoli di Atri, ovvero una delle frazioni attualmente più popolate e attive da un punto di vista artistico e culturale, l’azienda Centorame nasce ufficialmente nel 1987, grazie alla passione tramandata per più generazioni.
La Cantina Centorame si trova in un terreno acquistato negli anni ’60, da sempre usato per la coltivazione di vigneti, oliveti e frutteti. L’amore per il territorio ha fatto la differenza anno dopo anno, finendo per donare ancor più carattere a quei numerosi vitigni abruzzesi di proprietà dell’azienda. Sapori autentici, tradizione e innovazione che si uniscono, portano sulle nostre tavole dei prodotti unici, capaci di elevare il valore di ogni pietanza tipica.
I prodotti della cantina Centorame
Grazie a notevoli tecniche produttive che si combinano alla perfezione con la tradizione enologica abruzzese, la tenuta aziendale Centorame propone numerosi prodotti senza solfiti, preziosi per chi soffre di sensibilità ai solfiti. Sono dei vini eccellenti da un punto di vista organolettico e relativamente alla qualità, come il San Michele Montepulciano DOC, Trebbiano DOC e Cerasuolo DOC; e il Castellum Vetus Montepulciano DOCG e Trebbiano DOC. Grazie agli immensi e rigogliosi terreni della Cantina Centorame, è possibile portare in tavola anche l’Olio Extravergine Monocultivar Tortiglione.
A provare il valore di questi prodotti tipici che nel nostro tour “a base” di Virtù Teramane non possono mancare, ci sono anche numerosi e notevoli riconoscimenti. Per il San Michele Montepulciano della Cantina Centorame, ad esempio, si contano: Gran Menzione – Vinitaly nel (2003), Gran Menzione – Guida Vini Buoni d’Italia (2004), Oscar qualità prezzo – Almanacco del Bere Bene Gambero Rosso nel (2005), Miglior rapporto qualità prezzo – Guida al vino quotidiano Slow food (2006), e 2 Bicchieri Rossi – Guida vini d’Italia Gambero Rosso (2007, 2009 e 2011).
La Cantina Centorame: tante virtù abruzzesi da toccare con mano
All’Educational Tour delle Virtù Teramane a Borgo Spoltino, che si è tenuto dal 29 Aprile al 1° Maggio 2018, abbiamo potuto assaporare Liberamente della Cantina Centorame, un Montepulciano d’Abruzzo DOC, realizzato attraverso lavorazioni tradizionali e senza solfiti aggiunti. Le caratteristiche di questo amabile vino sono apprezzabili fin dal primo sorso e l’uva utilizzata per la sua produzione è stata al 100% coltivata nella zona di Montepulciano d’Abruzzo.
Con una gradazione alcolica del 13% e il suo sapore coinvolgente, questo vino della Cantina Centorame si affianca benissimo a molti primi piatti, ma anche a tantissimi formaggi stagionati, alle carni rosse e alla cacciagione. Insomma, quest’azienda ci propone un intreccio di gusto e una genuinità da non perdere, regalandoci sempre un’indimenticabile esperienza organolettica… proprio come è successo al tour delle Virtù Teramane!
Montepulciano Centorame, un vino che abbraccia i sapori della terra
La vinificazione del Montepulciano Doc avviene con pigiatura e pressatura soffici, cui fa seguito una lunga macerazione delle vinacce che copre un arco di tempo di ben 30 giorni, condotta con frollature soffici e applicazioni di delestage. A ciò fa seguito una fermentazione spontanea (senza solfiti) di un anno nelle botti di acciaio e di un anno in bottiglia. Questo processo regala un vino corposo al palato, cristallino nella sua veste estetica e profumato di terra e di ciliegia.
Il Montepulciano Centorame sa proporsi come un vino di corpo, vista la gradazione di 13,5 gradi. Si tratta di un regalo della natura, che sa sostenersi con le sue gambe e che può essere proposto nelle migliori occasioni per accompagnare i primi piatti intensi, preparati con sughi di carne o di verdure dell’orto. L’associazione ottimale del Montepulciano DOC si legge con la carne, con i tipici arrosticini di agnello e con i piatti di terra più corposi, dagli arrosti agli stufati che sanno offrire grandi sensazioni al palato dei buongustai.
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