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Il sanky, un frutto dalla storia millenaria

sanky

Un frutto esotico tipico del Perù

Avete mai sentito parlare del sanky? Probabilmente no. Si tratta infatti di uno dei frutti più esotici in assoluto. Non solo proviene da molto lontano, ma è anche poco diffuso in Italia, come in qualsiasi altra parte dell’Occidente. Vale dunque la pena di scoprirlo e, perché no, integrarlo nelle proprie ricette. D’altronde, il sanky è in grado di stupire per l’aspetto, il sapore e le proprietà nutrizionali. Partiamo con alcune informazioni generali. Il sanky è il frutto del cactus. Non si tratta di un cactus qualsiasi, ma piuttosto di una varietà ancora più selvatica, detta sankyo, che cresce nelle medie altitudini della Cordigliera delle Ande. L’habitat perfetto per la crescita del sanky è la zona pedemontana del Perù, tra i 700 e i 1000 metri.

Il frutto era molto apprezzato dagli inca e viene tutt’ora consumato dalla gente del posto, soprattutto in virtù delle sue proprietà energizzanti, che aiuterebbero uomini e donne a compiere i lavori più faticosi. Una proprietà interessante che può tornare utile per sostituire le ormai abusate bevande energetiche.

L’aspetto e il sapore del sanky

Il sanky ha un aspetto particolare grazie alla sua forma tonda e solo raramente ovale. La buccia è spessa e di colore verde tendente al giallo (simile al lime), tuttavia è ricca di spine come i più classici fichi d’India. Le dimensioni non sono eccessive, infatti sono simili a quelle di una mela. La polpa è di colore bianco e contiene dei semi neri commestibili di piccole dimensioni, simili a quelli dell’anguria o del frutto del drago. La polpa è comunque molto morbida, simile per consistenza alle nostre annone. Il sapore, invece, è del tutto diverso in quanto tende all’acidulo, per quanto gradevole al palato, soprattutto per chi ama i sentori forti. Ciò non toglie che possa essere consumato anche a crudo, magari arricchito da un po’ di zucchero.

Il sanky è particolare anche dal punto di vista botanico, infatti presenta una crescita molto lenta, che ne limita la resa. E’ questo uno dei motivi per cui non è mai stato veramente addomesticato, e quindi il suo consumo è concentrato nella zona d’origine. Ad ogni modo, la raccolta si concentra tra luglio e settembre. Le varietà più precoci sono anche quelle più acidule.

sanky

Il ruolo di questo frutto nella cultura andina

Benché il consumo del sanky sia poco attestato un po’ ovunque, e quindi necessita di un’operazione di recupero, vanta una storia millenaria. A modo suo, questo frutto ha partecipato alla storia degli inca e delle popolazioni miste che si sono susseguite in Perù. E’ abbastanza assodato, infatti, che il sanky fosse un alimento base per i chasqui, dei leggendari corridori e pilastro del sistema di comunicazione dell’impero Inca. L’impero si estendeva per migliaia e migliaia di chilometri, ed era tenuto insieme proprio dai chasqui, che riuscivano a recapitare messaggi e ordini in un tempo breve, correndo all’impazzata. Ebbene, pare che ci riuscissero perché ghiotti di sanky, che donava loro un’energia supplementare.

Esistono comunque varie leggende, tramandate soprattutto dai peruviani, sul sanky come frutto salvifico, capace di salvare questo o quel personaggio mitologico dai morsi del caldo e dalla fatica. Insomma, attorno a questo frutto si raccolgono storie, miti e credenze molto suggestivi. Attualmente il sanky viene consumato con il medesimo scopo dagli agricoltori e dai pastori dei territori andini, chiamati a lavorare una terra difficile, che espone a fatiche ingenti.

Le interessanti proprietà del sanky

Ma il sanky fa davvero così bene? La risposta è si. Non stiamo parlando di un frutto miracoloso, ma di sicuro abbastanza salutare. Il riferimento è alla straordinaria abbondanza di sali minerali come il magnesio e il potassio, superiore alla maggior parte degli alimenti vegetali e responsabile dell’effetto energizzante. A giudicare dalle quantità rilevate in laboratorio, il sanky sarebbe una sorta di super-integratore naturale. Il sanky è anche straordinariamente ricco di acqua, nonostante la sua polpa sia solo leggermente morbida. Da qui la sua utilità per chi deve sopportare climi caldi e aridi. Stesso discorso per le fibre, il cui apporto non ha nulla da invidiare a quello degli altri frutti esotici.

Si apprezza, poi, una certa quantità di antiossidanti, sostanze che regolano i processi di rigenerazione cellulare e aiutano a prevenire il cancro. Il sanky è anche un frutto vitaminico. Si segnala una discreta presenza di vitamina A, che fa bene agli occhi, ma soprattutto di vitamina C, che fa bene all’organismo a più livelli: potenzia il sistema immunitario, esercita una funzione antiossidante e aiuta il corpo ad assorbire il ferro.

Come consumare il sanky?

Il sanky può essere consumato da chiunque, infatti come apporto calorico, a dispetto degli altri frutti esotici, è davvero molto leggero: 60 kcal per 100 grammi. Il merito di ciò va alla quasi totale assenza di grassi, dunque può essere consumato anche durante i regimi dietetici e ipocalorici. Il sanky viene in genere consumato fresco, come qualsiasi altro frutto. In questo caso, però, se non si gradiscono i sentori forti e aciduli, è bene condirlo con un po’ di zucchero o miele.

Nondimeno può essere impiegato per realizzare le marmellate e le composte. Nella fattispecie, però, si tende a utilizzare pochissimo succo di limone e ad abbondare con lo zucchero, viste le peculiarità del frutto dal punto di vista organolettico. Meno attestato è l’uso all’interno di ricette, in quanto tenderebbe a coprire gli altri ingredienti, piuttosto che conferire ai piatti un carattere agrodolce.

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