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Cherimoya: il frutto che aiuta il sistema immunitario

cherimoya

Il frutto salutare e benefico dalle antiche origini: la cherimoya

La cherimoya è un frutto estremamente caratteristico e particolare all’aspetto che inizia a fare la sua gradita presenza anche nel nostro paese. E’ davvero difficile confonderlo con altra frutta esotica: la sua buccia è infatti del tutto singolare, sembra quasi sia costellata qua e là da impronte delle dita.

La sua polpa ha un sapore particolarmente gradevole, che si avvicina a quello dell’ananas e della banana allo stesso tempo, essa è molto dolce: è proprio questo suo sapore straordinario a renderlo frutto privilegiato per i golosi e, in particolare, per coloro che hanno bisogno di zuccheri per lo svolgimento di attività sportiva.

Cherimoya: il frutto esotico antimicrobico per eccellenza

Una delle ragioni per le quali questo singolare frutto è esportato in tutto il mondo, nonché particolarmente consumato da intere popolazioni a livello globale, è la presenza in esso di potenti sostanze antimicrobiche in grado di difendere il nostro organismo da infezioni di qualsiasi genere.

cherimoya

La cherimoya possiede un alto indice di sostanze antiossidanti in grado di rafforzare il sistema immunitario preservandolo dall’aggressione di agenti patogeni. A favorire ed ottimizzare questa proprietà è la presenza di vitamina C unitamente a quella di particolari micro elementi in grado di neutralizzare la proliferazione di batteri e di funghi.

Frutto tipico dei paesi tropicali dell’Asia, esso era conosciuto e coltivato già dagli Inca, proprio per via di queste sue proprietà antibatteriche. Gli effetti sono analoghi a quelli dell’aglio, con la differenza strettamente correlata al sapore, che, nel caso di questo frutto, è assolutamente goloso e gradito ai più.

Oltre all’aspetto “estetico”, a rendere particolare ed unico questo frutto è anche il modo in cui rimane attaccato all’albero: questo legame, infatti, ha luogo non tramite un semplice consueto peduncolo, bensì con un tratto di ramo vero e proprio, caratteristica questa che non è possibile riscontrare in nessun altro frutto al mondo.

Alla cherimoya viene dedicato un intero festival nel mese di ottobre all’interno della splendida cornice della piccola città andalusa di Almunecar: in questo luogo incantevole, la coltivazione di questo frutto la fa da padrona, rappresentando un patrimonio di significativo, immenso valore per l’economia del luogo.

Quali sono le sue caratteristiche

Oggi vi presento un frutto davvero particolare, che, sono certa, pochi di voi hanno mai assaggiato: il cherimoya. Si tratta di un frutto esotico, originario del Sud America e del Centro America, ma coltivato anche in alcune zone specifiche del Mediterraneo. Si presenta con una buccia di colore verde chiaro, simile a quella di alcune varianti dell’avocado, con una strana texture a placche. Risulta molto morbido al tatto e presenta una polpa cremosa quando consumata a uno stadio adeguato della maturazione, è di colore chiaro (praticamente bianca) ed è arricchita da semini neri.

E’ un frutto strano in quanto cresce solo in determinati climi, come alle pendici delle Ande e nelle zone collinari del Mediterraneo meridionale. Infatti, è coltivato principalmente in Cile, Perù, nella comunità autonoma dell’Andalusia e nelle provincie di Reggio Calabria, Messina e Catania. In Italia è conosciuto anche come “cirimola” e “anona”. Anche la pianta presenta alcune sorprese. I cherimoya crescono su un arbusto sempreverde, molto piccolo e di dimensioni che raramente raggiungono i 5 metri. Le foglie sono lanceolate e abbastanza grandi (tra i 7 e i 15 cm). I fiori, invece, sono piuttosto piccoli e di colore giallo marrone. Il profumo non è caratteristico, infatti dalla buccia non si ricava alcuna essenza.

Le proprietà nutrizionali di questo frutto

I cherimoya sono tra i frutti più squisiti che la natura possa offrire. Infatti, si caratterizzano per un sapore estremamente dolce, che ricorda quello di una crema. La resa organolettica dei cherimoya è valorizzata da proprietà nutrizionali eccellenti, che spiccano rispetto a quella degli altri frutti della medesima categoria. Sotto certi versi, sono più nutrienti degli avocadi, con cui condividono (in parte) aspetto e consistenza. A fronte di un apporto calorico sostenuto ma non elevato, pari a 70-80 kcal per 100 grammi, i cherimoya offrono vitamine, sali minerali e fibre in abbondanza.

Giusto per rendere l’idea, un etto di cherimoya apporta circa 300 mg di potassio e 2,6 mg di fosforo, oltre a una quantità tutt’altro che trascurabile di vitamina C e vitamina E. I grassi sono pari allo 0,6% del totale, mentre i carboidrati si attestano sul 17%. I cherimoya, soprattutto, contengono straordinarie dosi di annonacina, un formidabile antiossidante che agisce a protezione dell’apparato cardiovascolare, aiutando a prevenire il cancro.

Come consumare il cherimoya?

Come già accennato, i cherimoya sono frutti molto dolci e dalla consistenza cremosa. In sintesi, sono quanto di più vicino al concetto di dessert che la natura possa offrire. Non a caso, si possono consumare non solo a crudo, ma anche al cucchiaio. Nello specifico, si sbuccia solo metà del frutto e si estraggono pezzi di polpa con un cucchiaino, come se si stesse degustando un vasetto di yogurt. Ovviamente, per adottare questo particolare metodo di consumo è necessario che il frutto sia maturo al punto giusto, ossia non troppo morbido per non rendere difficoltoso l’uso della buccia a mo’ di ciotola, e non troppo acerbo da rendere difficoltoso l’impiego del cucchiaio.

Ovviamente, non si tratta dell’unica applicazione dei cherimoya. Anzi, il frutto può essere impiegato anche per impreziosire delle ricette. Nella stragrande maggioranza dei casi, si tratta di ricette che contengono crema, o che comunque propongono una texture morbida e delicata. Fate attenzione ai semi, ce ne sono davvero tanti e qualcuno potrebbe sfuggirvi. Ovviamente non è un problema se state consumando il frutto a crudo, ma sarebbe da evitare se la polpa è parte di una ricetta.

Alcune ricette con il cherimoya

Le ricette a base di cherimoya non abbondano in Italia. D’altronde, è un frutto poco diffuso, se non nelle zone dove viene coltivato (Reggio Calabria, Messina e Catania). Dunque, è bene guardare alle tradizioni gastronomiche andine, o al massimo del Centro America per trovare qualcosa di interessante. In alternativa è possibile utilizzare la creatività, proponendo commistioni inedite, ma allo stesso tempo gustose ed equilibrate.

Il riferimento è in particolare alla colazione o merenda con Skyr e cherimoya, che vede la presenza del cherimoya e di un ingrediente scandinavo, ossia lo Skyr. Il risultato è eccezionale, per quanto frutto di un abbinamento decisamente sui generis.

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