Oggi vi parlo del Pulled jackfruit burger
Pulled jackfruit burger, un panino diverso dal solito
Oggi cuciniamo il pulled jackfruit burger. Come suggerisce il nome, si tratta di un panino vegetariano, ovvero non realizzato con la carne bensì con prodotti di origine vegetale. Nello specifico si utilizza il jackfruit, un frutto asiatico che spicca per il sapore sapido e per le proprietà nutrizionali. Si caratterizza anche per una consistenza tale da ricordare il trito di carne.
A differenza di molte soluzioni per vegani e vegetariani, il pulled jackfruit burger non può essere considerato un surrogato. E’ molto di più, è un piatto dotato di una sua identità, che propone sapori diversi dal classico burger e che può essere apprezzato da tutti.
A dispetto delle sue peculiarità, è comunque facile da realizzare. Il jackfruit si cuoce in pochi minuti, invece i condimenti non necessitano di cottura e sono dati dalla salsa barbecue e dall’insalata coleslaw, che appartiene alla cucina anglosassone ma risulta ottima anche per chi nutre una sensibilità mediterranea. Sul fronte delle spezie troviamo invece l’aglio, il cumino e la paprika, che donano sentori pungenti ma equilibrati.
Ricetta Pulled jackfruit burger
Preparazione Pulled jackfruit burger
Per preparare il pulled jackfruit burger iniziate proprio dal jackfruit. Lavatelo con cura in modo da eliminare il sentore di salamoia, poi sfilacciatelo con le mani riducendolo in straccetti.
In una padella scaldate un po’ di olio extravergine di oliva, poi unite le spezie e il jackfruit. Infine cuocete a fiamma alta per 5 minuti e integrate la salsa barbecue.
Continuate cuocendo per altri 10 minuti circa, poi condite con il sale e spegnete il fuoco. Intanto preparate la coleslaw, seguendo la ricetta sul sito. Infine componete il panino con la coleslaw e con il jackfruit.
Ingredienti Pulled jackfruit burger
- 4 panini
- 400 gr. di jackfruit
- q. b. di salsa barbecue
- mezzo cucchiaino di cumino in polvere
- mezzo cucchiaino aglio in polvere
- 1 cucchiaino di paprika in polvere
- q. b. di sale e di pepe
- 1 cucchiaio di olio extravergine di oliva
- 230 gr. di coleslaw (vedi ricetta salsa coleslaw).
Quali spezie usare per il pulled jackfruit burger?
Il pulled jackfruit burger è un panino sui generis, dal carattere vegetariano ma buono per chiunque. Ciononostante si caratterizza per l’equilibrio tra i sapori. Equilibrio che si declina anche nella scelta delle spezie. In particolare si utilizzano il cumino, la paprika e l’aglio in polvere. Il cumino fornisce sentori dolci, ma abbinabili a quelli salati. La paprika, invece, dona un carattere piccante senza esagerare. Infine l’aglio conferisce il suo aroma unico e alcune note pungenti.
Queste tre aromi sono poi potenziati dalla salsa barbecue, che in questo caso non copre i sapori ma li valorizza. Sono tre aromi diversi che rivelano un certo potenziale nutritivo. Oltre al consueto carico di vitamine e sali minerali, si apprezza una forte presenza di antiossidanti, sostanze che tengono sotto controllo i radicali liberi, rallentano l’invecchiamento dei tessuti e contribuiscono a rendere meno probabile l’insorgenza del cancro.
Il ruolo della salsa barbecue nel pulled jackfruit burger
Il pulled jackfruit burger è una ricetta di derivazione americana, dunque non stupisce la presenza della salsa barbecue, che è una sorta di istituzione nel mondo anglosassone e non solo. Di norma, almeno in Italia, la salsa barbecue viene acquistata. In questo caso i prodotti di qualità non mancano, ma vi consiglio comunque di tentare la preparazione in casa. In questo modo avrete pieno controllo sugli ingredienti e ne trarrete maggiori soddisfazioni.
Si tratta essenzialmente di creare una base di aromi, allungati con un po’ di acqua, in modo da ricavare un composto cremoso. A questo punto si aggiungono il ketchup, l’aceto e lo zucchero, infine si emulsiona il tutto e si cuoce per 15 minuti. Poi si aggiunge la melassa, o il miele, e si cuoce ancora. A questo punto la salsa barbecue è pronta, ma lasciatela raffreddare completamente per utilizzarla.
Come si prepara la coleslaw?
Il pullet jackfruit burger è ben condito. Il merito di ciò va anche alla coleslaw, l’insalata di cavolo e carote della cucina americana. La ricetta è molto semplice: si tagliano il cavolo, le carote e i peperoni a strisce. Intanto si tostano le arachidi e si lessano le patate. In una ciotola a parte si montano con la panna acida tutte le verdure eccetto le patate, infine si condisce con un po’ di sale e di pepe.
A questo punto si tagliano le patate a cubetti piccoli e si integrano nel composto. Infine si fa riposare il tutto in frigo per un paio d’ore et voilà, la coleslaw è pronta per essere inserita nel panino.
La coleslaw rappresenta una gradevole aggiunta in quanto aggiunge un tocco di sapidità e maggiore aroma a un panino di per sé saporito, inoltre apporta una texture leggermente croccante. Fornisce poi un ulteriore carico di nutrienti, visto che è realizzata con ingredienti di origine vegetale.
Viaggiando si scoprono molti alimenti nuovi
Le Maldive sono posti meravigliosi da visitare: il contatto con le vere Maldive lascia spiazzati, avere la possibilità di condividere giornate in piena libertà con i suoi abitanti, conoscere le loro usanze, le loro abitudini, assaporare i loro cibi è stato per me un’arricchimento non indifferente.
Io e mio marito siamo appassionati di viaggi e circa tre volte l’anno ci concediamo brevi periodi di vacanza in paesi lontani, alla scoperta di nuovi luoghi da visitare e nuove culture. In realtà, le Maldive per noi non costituiscono più un nuovo posto da visitare, perché siamo già andati tre volte, ed abbiamo visitato oltre ché Malè e qualche isola dei pescatori, anche alcuni resort. Ma le Maldive sono ormai per noi un appuntamento fisso, praticamente irrinunciabile, il ritorno al “paradiso terrestre”. Ho promesso a Paolo, mio figlio, che se venisse promosso a pieni voti, saremmo andati a farci una vacanzina……..
Nel nostro ultimo viaggio siamo stati molto fortunati in cucina. Infatti, abbiamo avuto modo di conoscere e provare un’infinità di piatti, frutti e verdure a noi completamente sconosciuti. Uno di questi frutti è il Jackfruit.
Un focus sul jackfruit
Vale la pena parlare del jackfruit, l’ingrediente più particolare del pulled burger. Si tratta di un frutto sconosciuto a molti, ma che è diventato già un mito tra i cultori della dieta vegana. E’ un frutto che può essere consumato come la carne, ovvero per far fronte al fabbisogno di proteine e alla “voglia” di salato. Del resto viene conservato in salamoia, un processo durante il quale assume una consistenza compatta e soda.
Per quanto concerne le proprietà nutrizionali, troviamo una spiccata abbondanza di vitamine del gruppo B, vitamina C (ottima per il sistema immunitario), potassio e ferro. Sul piano botanico, spicca per le dimensioni e per il peso, infatti è considerato da molti come il frutto più grande e pesante del mondo (può raggiungere i 50 kg).
In occasione di questa ricetta il jackfruit va lavato con cura, in modo da rimuovere buona parte del sale. Poi si sfilaccia in modo da ricavare degli straccetti ed infine va cotto su un in abbondante olio extravergine di oliva, arricchendo il tutto con la salsa barbecue. Così facendo il jackfruit assume un tono aromatico, che ricorda da vicino la carne di maiale.
Un frutto molto buono che contiene molta vitamine, l’ideale per mantenersi in salute. Contiene, infatti, vitamine e minerali, e offre numerosi benefici per la salute. Isoflavoni della frutta, antiossidanti e fitonutrienti significa che jackfruit ha proprietà anticancro. E ‘noto anche per aiutare e curare le ulcere indigestione. Ha inoltre proprietà lassative, specialmente se ingerito in grande quantità. Anche i semi sono commestibili. I semi crudi sono tossici, e vanno dunque bolliti.
Il famoso Jackfruit ha un sapore simile a quello dell’ananas, trovo che essiccato (lo vendono nei negozi di cibi etnici) sia buonissimo nelle torte leggermente aromatizzate con del limone.Sempreverde, alto sino a 20 metri, l’albero ospita in abbondanti quantità questi grossi frutti, il cui peso può superare anche i 30 chili!
Un frutto che potrebbe risolvere il problema della fame nel mondo
I jackfruit si presentano con una buccia ruvida e spinosa, molto simile al durian, e contengono una parte fibrosa all’interno della quale sono “immersi” tanti piccoli similfrutti dalla buccia gialla, che a loro volta ospitano un singolo nocciolo.
La polpa del jackfruit è lattiginosa e bianca, l’odore molto penetrante, che ricorda la cipolla marcia all’apertura del frutto o la banana per le parti commestibili al suo interno.Nel sud dell’India i jackfruit sono classificati in due grandi famiglie: Kooza pazham, più adatti al mercato ed al consumo, e Koozha chakka.
Ampio anche il numero di cultivar e varietà, tra le quali citiamo la Black gold, la Cochin, la Golden Pillow, la Mia 1 e la Golden Nugget.
Il jackfruit, nativo di India, Nepal, Bangladesh e Sri Lanka (o alcuni sostengono della penisola Malese), è coltivato in Asia, Australia, in Africa, alle Hawaii, in Brasile, in India, in Giamaica, a Suriname ed altri paesi.In Indonesia e nel Bangladesh è considerato frutto nazionale.
Il jackfruit è un frutto poco conosciuto da noi
Dopo essere stato raccolto il jackfruit tende a deteriorarsi velocemente a temperatura ambiente. Ragion per cui va conservato in frigorifero.
Nei paesi di origine è spesso venduto nei mercati, già tagliato in porzioni abbondanti.
Quando il jackfruit non è maturo si può cucinare come un tubero di patata, bollito. La parte commestibile sono i piccoli cuori gialli contenuti nel frutto, che spesso si ritrovano in vendita separatamente.
Una volta maturo, è ottimo per farne macedonie, torte o in abbinamento con il gelato.La cucina asiatica fa un ampio uso del jackfruit, in piatti caratteristici come il Gujjeda Kajipu (piatto indiano a base di curry) o il Kathal Sabzi. E’ consumato indifferentemente crudo o cotto, ma si trova in vendita anche essiccato.
Alcuni ritrovamenti archeologici in India testimoniano come la coltivazione del jackfruitfosse già praticata circa 6000 anni fa.
Il legno del jackfruit si utilizza per costruire strumenti musicali tipici della tradizione asiatica, ma anche per ricavare la tintura rosso porpora caratteristica delle tuniche dei monaci buddhisti.
Ricette da panini ne abbiamo? Certo che si !
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