
Favò valdostano: dalle alpi una pasta alle fave buonissima

Favò valdostano: un piatto per riconciliarsi con i sapori autentici
Oggi prepariamo un piatto tipico della Valle d’Aosta, per la precisione di Ozein, un pittoresco villaggio del comune di Aymavilles: il favò.
Dal punto di vista gastronomico il piatto è un primo a base di maccheroni arricchiti con la fontina sciolta e filante, valorizzati da un composto croccante a base di burro, erba cipollina e pane di segale tostato. E’ un piatto ricco di sapore ma equilibrato: la dolcezza della fontina fa da pendant con la rusticità delicata delle fave, che a loro volta vengono supportate dal sapore fermo del pane di segale e dall’aroma armonioso dell’erba cipollina.
Il piatto delizia anche per la sua consistenza, infatti alterna cremosità e croccantezza, trasformando ogni boccone in un’esperienza preziosa. Affinché la ricetta “riesca” è fondamentale l’impiego di maccheroni freschi e rigati al torchio. Solo questo tipo di maccheroni è in grado di accogliere degnamente un condimento così ricco e dalla consistenza così variegata. Tutti gli altri tipi di pasta rischiano di dare vita a un piatto sì squisito, ma anche slegato.
Ricetta favò valdostano
Preparazione favò valdostano
- Per preparare il favò valdostano iniziate togliendo via la crosta dalla fontina e tagliando il resto a cubetti di 1 cm.
- Ricavate un trito dall’erba cipolla e sbriciolate le fette di pane di segale.
- In una pentola grande lessate le fave in acqua bollente per 3-4 minuti. Nella stessa pentola versate i maccheroni e cuoceteli, mescolando di tanto in tanto.
- Scolate la pasta e le fave insieme, tenendo da parte un mestolo di acqua di cottura.
- In una grande padella sciogliete il burro a fiamma bassa. Unite l’erba cipollina e le briciole di pane. Mescolate e attendete che gli ingredienti formino un composto croccante e dorato.
- Trasferite la pasta e le fave in una grande ciotola, aggiungete la fontina e mescolate fino a quando la fontina non si sarà sciolta.
- Aggiungete il condimento a base di burro, erba cipollina e pane. Infine mescolate con cura.
- Saltate tutto in padella a fiamma alta per qualche secondo. Salate e pepate generosamente.
- Servite il piatto quando è ancora molto caldo. Se lo gradite, guarnitelo con del timo fresco.
Ingredienti favò valdostano
- 400 gr. di maccheroni all’uovo freschi e rigati al torchio
- 250 gr. di fontina
- 150 gr. di burro chiarificato
- 1 ciuffo di erba cipollina
- 2 fette di pane di segale
- 400 gr. di fave fresche già sgranate
- q. b. di sale e pepe
Tutto il potere nutrizionale delle fave
Vale la pena parlare delle fave, che spiccano in mezzo ai numerosi ingredienti del condimento del favò valdostano. Le fave sono tra i legumi più apprezzati che si caratterizzano per un sapore allo stesso tempo corposo e delicato, che si intensifica leggermente a seguito della cottura. In questo caso vengono cotte brevemente in acqua bollente, dunque conservano sia il colore che la freschezza. Le fave sono una risorsa anche sul piano nutrizionale.
Tanto per cominciare sono ricche di proteine vegetali e contengono una quantità moderata di carboidrati complessi, dunque sono perfetti per un’alimentazione bilanciata. Contengono anche fibre in abbondanza, utili per il benessere intestinale e per il controllo dei livelli di zuccheri nel sangue.
Le fave sono anche una buona fonte di folati, indispensabili per la sintesi del DNA e particolarmente importanti per le donne in gravidanza. Forniscono minerali essenziali come ferro, potassio e magnesio, sostanze che contribuiscono alla salute cardiovascolare e alla prevenzione dell’anemia. Abbondano poi di antiossidanti come i polifenoli, che proteggono le cellule dall’azione pericolosa dei radicali liberi e dal rischio tumorale.
Il ruolo essenziale della fontina nel favò valdostano
Non possiamo non parlare della fontina, che garantisce sapore e cremosità al favò. La fontina si fa apprezzare per il sapore marcatamente di latte ma anche vagamente dolce, valorizzata da note che ricordano il burro e da un retrogusto che richiama alla nocciola. La sua consistenza è morbida anche a seguito di lunghe stagionature, il ché la rende perfetta per le fondute e in genere per i condimenti cremosi e filanti.
La fontina non ha nulla da invidiare agli altri formaggi sul piano nutrizionale, infatti è un’eccellente fonte di calcio, fondamentale per la salute di ossa e denti. Stesso discorso per il fosforo, che supporta la funzione cognitiva. E’ ricca inoltre di vitamina B12, una sostanza fondamentale per la crescita e lo sviluppo dei tessuti.
La fontina contiene anche proteine di alto valore biologico, utili per il mantenimento della massa muscolare. E’ inoltre ricca di vitamina A, una sostanza benefica per la vista e per il sistema immunitario. Contiene anche sodio, che potrebbe alzare la pressione in misura minore rispetto ad altri tipi di formaggi stagionati.
Gli aromi del favò valdostano
Se il favò è così buono il merito è anche degli aromi impiegati, infatti troviamo l’erba cipollina e il pane di segale, che vengono ripassati in padella insieme. Troviamo anche il timo, che viene aggiunto alla fine. L’erba cipollina invece aggiunge un aroma delicato ma persistente che ricorda la cipolla, anzi viene considerato un sostituto di quest’ultimo in quanto priva di sentori pungenti.
Il pane di segale non è propriamente un aroma, ma in questa ricetta viene impiegato come tale. Ad ogni modo apporta un sapore a metà strada tra il rustico e il dolce, alquanto palatabile e versatile.
Il timo, invece, trasmette sentori a metà strada tra l’amaro e il rinfrescante. Ricorda l’origano in una versione leggermente agrumata con un retrogusto di limone. Questi tre ingredienti aumentano la profondità organolettica del piatto, trasformandolo in un’esperienza gastronomica di prim’ordine.
Come servire il favò della Valle D’Aosta
Il favò si presta ad alcuni abbinamenti peculiari, per esempio al Muller Thurgau, un vino tedesco molto apprezzato anche nelle zone alpine degli altri paesi. il Muller Thurgau spicca per il colore giallo-verde, per la brillantezza e per la leggerezza. Propone un sapore complesso ma fresco, rotondo e vivace, che richiama alla frutta di stagione. Non è molto alcolico, infatti viaggia sui 12 gradi.
Alternative gradevoli sono il Falanghina e il Ca’ del Bosco. Sono entrambi vini leggeri freschi e a volte frizzanti, che si accompagnano a primi corposi ma capaci di conservare un certo equilibrio.
FAQ sul favò valdostano
Che sapore ha la fontina?
La fontina ha un sapore dolce, leggermente nocciolato e burroso, con note di latte fresco. A seconda della stagionatura può acquisire sfumature più intense e aromatiche. La sua consistenza morbida e cremosa la rende ideale per fondute e piatti caldi, oltre che per essere gustata al naturale.
A cosa fanno bene le fave?
Le fave sono ricche di proteine vegetali, fibre, ferro e vitamine del gruppo B, essenziali per il metabolismo e per l’apporto energetico. Sono utili per il sistema digestivo e favoriscono la salute del cuore grazie al contenuto di potassio e magnesio. Inoltre hanno un basso contenuto calorico, dunque sono ideali per le diete bilanciate.
Quanto cuociono i maccheroni freschi?
I maccheroni freschi cuociono generalmente in 3-5 minuti, a seconda dello spessore della pasta. È importante verificarne la cottura, assaggiandoli durante gli ultimi minuti, per assicurarsi che siano al dente. Una cottura troppo prolungata, infatti, può comprometterne la consistenza.
Cosa bere con il favò valdostano?
Con il favò valdostano si abbina perfettamente un Müller Thurgau, grazie alla sua freschezza e alle note fruttate e aromatiche che bilanciano la ricchezza del piatto. Questo vino, tipico delle zone montane, esalta i sapori rustici della ricetta senza sovrastarli, creando un abbinamento armonioso.
Ricette a base di fave ne abbiamo? Certo che si!
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