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Antipasto piemontese, una ricetta per fine estate

Tiziana Colombo: per voi, Nonnapaperina

Ricetta proposta da
Tiziana Colombo

Antipasto piemontese
Ricette per intolleranti, Cucina Italiana
Ricette senza glutine
Ricette senza lattosio
preparazione
Preparazione: 01 ore 15 min
cottura
Cottura: 00 ore 45 min
dosi
Ingredienti per: 4 persone
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3.4/5 (7 Recensioni)

Una storia di famiglia e di stagione: il vero significato dell’antipasto piemontese

Tra tutte le conserve casalinghe che si preparano a fine estate, l’antipasto piemontese occupa un posto speciale, non solo per il suo sapore unico, ma per la memoria che custodisce. È molto più di un piatto, è un rito, un gesto che si tramanda. La tradizione vuole che venga cucinato tra agosto e settembre, quando l’orto è ancora generoso e le giornate iniziano ad accorciarsi. Le verdure si raccolgono una a una – carote, zucchine, sedano, fagiolini, peperoni – e si cuociono separatamente, con pazienza, per non perdere colore e consistenza. Ogni famiglia ha il suo ordine, i suoi tempi, le sue dosi.

Una volta pronte, le verdure si uniscono in una grande casseruola con pomodoro, tonno, acciughe, capperi e a volte un pizzico di zucchero: il risultato è un mix dolce-salato, profumato e vellutato, perfetto da invasare ancora caldo. In alcune zone viene chiamato cumpostia, in altre semplicemente giardiniera cotta. A differenza della giardiniera classica, che è cruda e sott’aceto, l’antipasto piemontese è una vera preparazione “cucinata”, molto più ricca e intensa.

Oggi si riscopre con piacere anche fuori dal Piemonte, in tavola come piccolo omaggio alla tradizione contadina. È delizioso servito freddo, con crostini croccanti o fette di pane rustico, oppure come accompagnamento in un antipasto misto più strutturato. Alcuni lo usano persino per arricchire tartine, panini gourmet o buffet estivi. La sua versatilità lo rende perfetto per ogni occasione, ma è nei pranzi di famiglia che dà il meglio: basta aprire un barattolo e l’estate torna in cucina.

E tu, come lo gusti di solito? Lo prepari ogni anno o lo compri già pronto in gastronomia? Raccontami la tua versione preferita!

Ricetta antipasto piemontese

Preparazione antipasto piemontese

  • Per preparare l’antipasto piemontese dovrete iniziare sterilizzando i tappi e i vasetti. Per far ciò basta bollirli in tanta acqua e separate i vasetti con degli stracci per non romperli.
  • Poi lavate con cura le verdure e fatele a cubetti della medesima grandezza. I pomodori, tuttavia, incideteli in superficie e bolliteli per pochi secondi, infine pelateli.
  • Ora ricavate un trito molto fine dalla cipolla e rosolatela in poco olio, poi aggiungete la foglia d’alloro, la noce moscata e i pomodori fatti a pezzettoni.
  • Cuocete per 30 minuti, infine passate il tutto nel passaverdure e rimettete sul fuoco.
  • Ora aggiungete lo zucchero e le verdure a distanza di 10 minuti l’una dall’altra. Seguite magari questo ordine: sedano, carote, cipolline, fagiolini, cavolfiori e peperoni.
  • Cuocete per altri 10 minuti dall’ultima verdura aggiunta, poi integrate mezzo bicchiere di olio, l’aceto e un bel po’ di sale grosso.
  • Infine, mescolate con cura e versate l’antipasto caldo nei vasetti.
  • Poi applicate il tappo con chiusura ermetica e fate raffreddare i vasetti a testa in giù.
  • L’antipasto piemontese si conserva anche per un mese dalla preparazione, purché venga posto in un luogo buio e lontano dal calore e una volta aperto deve essere consumato nel giro di due o tre giorni.
  • Al momento di servire aggiungete del tonno sott’olio ben sgocciolato, mescolate bene e servite nel piatto di portata.

Ingredienti antipasto piemontese

  • 1 chilo e mezzo di pomodori maturi
  • 250 gr. di verdure al netto di scarti (sedao; zucchine; carote; cipolline; fagiolini; cavolfiori e peperoni)
  • mezza cipolla
  • 1 foglia di alloro
  • una grattatina di noce moscata (facoltativa)
  • 1 cucchiaino di zucchero
  • mezzo bicchiere di aceto di vino
  • mezzo bicchiere di olio extravergine di oliva
  • q. b. di sale grosso
  • un vasetto di tonno sott’olio

Antipasto piemontese, un classico da rivalutare

Oggi vi presento l’antipasto piemontese, una ricetta tipica della cucina del Piemonte. E’ conosciuta con tanti nomi, tra cui “giardiniera alla piemontese” e “conserva alla piemontese”. Tuttavia, la ricetta è sempre la stessa e si prepara nel medesimo modo da parecchi secoli. Si prepara un soffritto di cipolle, poi si cuoce un certo numero di verdure, secondo tempistiche diverse, e si conserva il tutto in vasetti colmi di aceto e olio. Il risultato è magnifico, un vero e proprio tripudio di vegetali.

Come suggerisce il nome, può essere utilizzato a mo’ di antipasto, da accompagnare magari con delle bruschette. Tuttavia, può fungere anche da contorno per le carni arrosto, se non addirittura per le portate principali. Un abbinamento classico dell’antipasto piemontese è quello con il tonno all’olio di oliva, che va inserito nei vasetti e aggiunto al momento del consumo.

Il procedimento di questo antipasto è semplice, basta solo tenere sotto controllo il tempo di cottura e immettere le verdure al momento giusto. Lo scopo, infatti, è che tutte le verdure siano cotte bene e che abbiano la medesima consistenza. Per quanto concerne la conservazione, l’antipasto piemontese è pensato per durare, infatti può essere consumato entro un mese. Ovviamente, il liquido di conservazione va rabboccato ad ogni consumo.

La cucina piemontese
La cucina piemontese è una delle più ricche d’Italia, infatti unisce la tradizione contadina, le influenze francesi e una forte attenzione alla stagionalità. Accanto a piatti celebri come bagna cauda, vitello tonnato, tajarin e brasati, convivono antipasti delicati come la giardiniera, pensati per valorizzare le verdure e l’arte della conserva. È una cucina complessa e identitaria, che premia l’equilibrio, la tecnica e la qualità delle materie prime.

Quali verdure usare per l’antipasto piemontese?

La lista degli ingredienti dell’antipasto piemontese è molto lunga, ma per fortuna è composta da alimenti facili da reperire. Si parte dalla cipolla, con cui si realizza il soffritto. ll consiglio è di utilizzare le cipolle dorate, che sono aromatiche e quindi in grado di “sostenere” i sentori apportati dagli altri ingredienti. Per il resto sono nutrienti come le altre varietà, dunque ricche di antiossidanti e nutrienti come il calcio e lo zinco.

Troviamo poi i pomodori, che sono un grande classico delle conserve. Il consiglio è di gettarli in padella già pelati, per far ciò basta incidere la superficie e sbollentarli per pochi secondi, poi si rimuove facilmente la buccia per effetto del calore. I pomodori aggiungono il classico colore rosso alla preparazione, oltre che un sapore unico e un sentore acidulo.

Antipasto piemontese

Importante è anche la presenza dei fagiolini, che vengono spesso ignorati dalle altre conserve sott’aceto e sott’olio. In questo caso i fagiolini impattano sul sapore e sull’aspetto nutrizionale. Infatti, sono alimenti completi, che apportano un po’ di carboidrati e tante proteine, oltre che al consueto bagaglio di vitamine e sali minerali. Vanno citati anche i peperoni, di cui andrebbero impiegate le varianti rosse, verdi e gialle per aumentare la vivacità del piatto. I peperoni, se vengono spellati, sono digeribili come tutte le altre verdure. Inoltre, sono poco calorici e ricchi di vitamina C, quasi più degli agrumi. Contengono ovviamente anche tanti sali minerali, e in particolare il potassio. Per il resto, l’antipasto piemontese conta sulle carote, sul cavolfiore, sulle cipolline e sul sedano.

Storia e origini dell’antipasto piemontese

L’antipasto piemontese ha una lunga storia che risale a secoli fa e riflette l’importanza delle tradizioni culinarie nella regione del Piemonte, nel nord-ovest dell’Italia. La cucina piemontese è caratterizzata da una grande varietà di ingredienti e influenze culinarie, e l’antipasto piemontese ne è un esempio emblematico.

Ecco una panoramica della storia dell’antipasto piemontese:

  • Origini storiche : L’antipasto, nella sua forma generale, ha radici antiche nella cucina italiana. L’idea di iniziare un pasto con piccoli assaggi di cibi diversi, spesso accompagnati da vino, risale all’antichità romana e mediterranea. Nel corso dei secoli, quest’usanza si è evoluta e si è adattata alle tradizioni culinarie regionali.
  • Influenze regionali : Il Piemonte è una regione ricca di influenze culinarie, grazie alla sua posizione geografica e alla sua storia. Nel corso dei secoli, il Piemonte è stato influenzato dalla cucina francese, grazie alla vicinanza alla Francia, nonché dalla cucina lombarda e piacentina. Queste influenze si sono riflesse nell’antipasto piemontese, che può includere elementi come i formaggi, i salumi e le conserve.
  • Prodotti locali di alta qualità : Il Piemonte è noto per la produzione di prodotti agroalimentari di alta qualità, come i formaggi, i salumi e il vino. Questi ingredienti sono diventati ingredienti chiave dell’antipasto piemontese, contribuendo a rendere questa pietanza così ricca e gustosa.
  • Tradizioni regionali : Le tradizioni culinarie variano da una zona all’altra del Piemonte. Ciò significa che l’antipasto piemontese può variare notevolmente in base alla località e alla stagione. Ad esempio, in alcune zone potresti trovare più tartufi, mentre in altre potresti trovare più funghi porcini.
  • Evoluzione nel tempo : Nel corso degli anni, l’antipasto piemontese è diventato una parte importante della cultura gastronomica del Piemonte. È spesso servito in occasioni speciali, durante le festività e nelle celebrazioni familiari. La creatività e l’abilità culinaria degli chef e dei cuochi casalinghi hanno contribuito a sviluppare e arricchire questa tradizione nel corso del tempo.

In breve, l’antipasto piemontese è un piatto che riflette la ricca storia culinaria della regione del Piemonte, con influenze regionali e internazionali che si fondono in un’esperienza gastronomica unica e deliziosa. È un modo affascinante di esplorare la cultura e la cucina di questa affascinante regione italiana.

E’ stato riconosciuto come Prodotto Agroalimentare Tradizionale (PAT). Questo riconoscimento sottolinea l’importanza e la tradizione culinaria di questa pietanza nella regione del Piemonte. I Prodotti Agroalimentari Tradizionali sono una parte significativa del patrimonio gastronomico italiano e rappresentano la varietà e la ricchezza delle cucine regionali italiane. Grazie a questo riconoscimento, l’antipasto piemontese può godere di protezioni e promozioni aggiuntive per preservare e promuovere la sua autenticità e tradizione.

Il contributo aromatico dell’alloro

Uno dei pregi dell’antipasto piemontese è la semplicità. A dispetto di tante altre conserve, non abbonda di aromi e tutto il sapore si regge sulle verdure. Gli unici ingredienti a supporto, infatti, sono il sale, l’alloro e lo zucchero. In realtà lo zucchero va inserito in una fase molto precoce della ricetta, ovvero quando si prepara la base con il pomodoro.

Il suo scopo non è prettamente di insaporire, bensì di contrastare la naturale acidità dell’ortaggio. D’altronde, è un trucchetto che si utilizza spesso anche quando si prepara il normale sugo per la pasta. Discorso diverso per l’alloro, che assolve a due scopi. In primo luogo aromatizza le verdure, trasmettendo sentori delicati, in grado di bilanciare la presenza di così tanti ingredienti diversi. In secondo luogo “allunga la vita” della conserva, in quanto esercita un’azione attiva nei confronti dei batteri.

Vale la pena spendere qualche parola in più per l’alloro, che è tra le piante aromatiche più preziose e allo stesso tempo più trascurate. E’ una risorsa della medicina naturale e occupa un posto speciale tra i classici “rimedi della nonna”. Se consumato sotto forma di infuso, per esempio, aiuta a rilassarsi e persino a combattere l’insonnia. Inoltre, è un formidabile digestivo in quanto risolve i casi di indigestione, specie se accompagnata dalla nausea.

Un’erba aromatica molto utilizzata in cucina

L’alloro, conosciuto anche come “Laurus nobilis”, è un’erbacea aromatica dalle foglie verdi scure, lucide e coriacee, tipica della cucina mediterranea. Questa pianta è ampiamente apprezzata per il suo aroma caratteristico e la sua versatilità in cucina. Le foglie di alloro sono spesso utilizzate sia fresche che essiccate, aggiungendo un tocco di profondità e complessità ai piatti.

Ecco come l’alloro può essere utilizzato:

  • Aromatizzare brodi e salse: Le foglie di alloro sono spesso aggiunte a brodi, zuppe e salse durante la cottura. Il loro aroma sottile e leggermente piccante si diffonde lentamente nel piatto, arricchendolo di profumi.
  • Stufati e piatti a lunga cottura: L’alloro è un elemento comune in stufati, brasati e piatti a lunga cottura. Le sue foglie contribuiscono a creare sapori intensi e profondi, mentre la cottura lenta permette all’aroma di svilupparsi pienamente.
  • Condimento per carni e pesce: Le foglie di alloro sono spesso inserite sotto la pelle delle carni o pesci prima della cottura, donando loro un sapore sottile ma distintivo.
  • Salse e marinature: Le foglie di alloro possono essere aggiunte a salse, marinature e condimenti per carne, pesce o verdure, contribuendo a un sapore più complesso.
  • Risotti e piatti a base di riso: Le foglie di alloro sono occasionalmente utilizzate per aromatizzare risotti e piatti a base di riso, aggiungendo un tocco raffinato e profumato.
  • Bevande e liquori: L’alloro può essere utilizzato per aromatizzare bevande calde come il tè o liquori fatti in casa come il limoncello.
  • Ripieni e infornati: Le foglie di alloro possono essere inserite all’interno di ripieni per carne o verdure, contribuendo al sapore complessivo del piatto.

È importante notare che le foglie di alloro non sono commestibili e sono generalmente rimosse prima di servire il piatto, poiché possono risultare legnose e dure. Inserire poche foglie intere in un piatto durante la cottura è spesso sufficiente per ottenere il loro aroma distintivo. L’alloro è un ingrediente prezioso in cucina per arricchire il sapore dei piatti con la sua nota sottile e aromatica.

Il contributo della noce moscata

L’antipasto piemontese che vi presento qui è una ricetta molto versatile, soprattutto per quanto concerne la fase di aromatizzazione. L’accompagnamento di pomodori, zucchine, carote, cipolline e fagiolini risulta già di per sé gradevole, ma può essere arricchito ulteriormente attraverso l’aggiunta di spezie ben dosate. Tra queste spicca la noce moscata. La noce moscata impatta su questa giardiniera in modo discreto ma incisivo. Aggiunta a piccole dosi dona un aroma caldo e leggermente pungente, che smorza l’acidità dell’aceto e arrotonda la sapidità del tonno (o del suo sostituto).

Il suo profilo aromatico crea un collegamento tra le verdure e gli elementi proteici, rendendo l’antipasto più complesso e armonioso. Se grattugiata al momento, invece, libera note resinose che conferiscono profondità al composto, senza mai risultare invasiva. È importante però non eccedere, infatti la forza della noce moscata è tale da rischiare di sovrastare gli altri sapori. Inoltre, a dosi elevate provoca allucinazioni.

Cosa bere con la giardiniera?
L’abbinamento ideale è un vino bianco fresco, secco e di media acidità. A tal proposito sono ottimi il Gavi, il Roero Arneis o un Vermentino ligure. La loro freschezza pulisce il palato e valorizza la croccantezza delle verdure. Anche uno spumante brut funziona benissimo, soprattutto in presenza di varianti più aromatiche o di sostituti proteici più intensi, come il salmone o lo sgombro.

Servire la giardiniera piemontese in modo creativo

La giardiniera piemontese è un antipasto versatile, adatto sia alle tavolate tradizionali sia alle presentazioni più eleganti. Spesso viene servita in un unico contenitore, in modo semplice e informale, ma può diventare una proposta creativa se si gioca con forme e combinazioni. Un’idea consiste nel comporre piccole monoporzioni in bicchierini trasparenti, alternando strati di verdure e una piccola quantità di tonno. Il risultato è visivamente accattivante e pratico da consumare durante un aperitivo.

Un’altra proposta interessante è l’utilizzo della giardiniera come accompagnamento per crostoni di pane caldo, in questo caso la consistenza croccante delle verdure contrasta piacevolmente con la morbidezza del pane appena tostato. Per un effetto ancora più raffinato le verdure si possono tritare finemente (senza ridurle in purea) e disporre su bruschette come se fossero una tartare vegetale, aggiungendo un filo di olio extravergine di oliva e qualche grano di sale marino.

La giardiniera può essere servita anche come parte di un tagliere misto, insieme a tomini freschi, formaggi semistagionati e salumi delicati, in questo modo diventa un elemento di equilibrio, capace di alleggerire bocconi particolarmente ricchi. Chi desidera sorprendere, infine, può utilizzarla per farcire piccole barchette di indivia o foglie di radicchio, sfruttandone la forma naturale per creare finger food eleganti e scenografici.

Come sostituire il tonno

Il pregio di questa giardiniera risiede anche nella sua componente proteica, che viene garantita dal tonno. Tuttavia, esistono alternative altrettanto valide che consentono di personalizzare il piatto, adattarlo a esigenze alimentari o semplicemente a variazioni di gusto. Una prima opzione consiste nell’utilizzare uno sgombro sott’olio di ottima qualità. Rispetto al tonno, lo sgombro ha un sapore più marcato e una consistenza più morbida, ma riesce comunque a fondersi alla perfezione con l’acidità delle verdure. Per chi preferisce un profilo più delicato vi propongo il salmone sott’olio, che conferisce un tocco moderno e raffinato al piatto.

Ma non mancano nemmeno le alternative vegetali. Penso ai ceci schiacciati grossolanamente, conditi con olio extravergine e un pizzico di sale, capaci di simulare una componente proteica morbida e avvolgente, adatta a chi segue un’alimentazione vegetariana. Idem per il tofu affumicato, tagliato a cubetti piccoli e marinato brevemente nell’aceto utilizzato per le verdure, che offre una consistenza interessante e un sapore che si integra bene con il resto degli ingredienti.

Per una variante ancora più creativa si può optare per le uova sode tagliate a spicchi sottili o tritate grossolanamente. Il loro sapore neutro permette di enfatizzare maggiormente la carica aromatica delle verdure e delle spezie aggiunte, come la noce moscata o le bacche di ginepro.

Domande frequenti sull’antipasto piemontese

Quanti sono gli antipasti piemontesi?

La cucina tradizionale piemontese è ricca di antipasti, tanto che in molti ristoranti locali il “giro degli antipasti” può comprendere anche 8-10 portate. Si va dal classico vitello tonnato all’insalata russa, dai tomini elettrici alle acciughe al verde, fino alla bagna cauda e all’antipasto piemontese in barattolo, uno dei più casalinghi e versatili.

Qual è la differenza tra giardiniera e antipasto piemontese?

La giardiniera è una conserva di verdure crude sott’aceto, tipica di molte regioni italiane. L’antipasto piemontese invece è una preparazione cotta, dove le verdure vengono sbollentate separatamente e poi unite in una salsa di pomodoro, spesso con tonno, acciughe, spezie e un tocco di zucchero.

Come si dice antipasto in piemontese?

In piemontese si usa il termine antipast oppure, nel caso specifico della ricetta in barattolo, anche cumpostia, che richiama la parola “composta” e sottolinea la varietà degli ingredienti.

Quale antipasto si serve prima?

Si inizia di solito con gli antipasti più leggeri o freddi, come l’antipasto piemontese, per poi passare a quelli più intensi come la bagna cauda o la carne cruda. Tuttavia, l’ordine può variare in base al menu e alla stagione.

Quanto dura l’antipasto piemontese in barattolo?

Se sterilizzato correttamente, può conservarsi fino a 8 mesi in un luogo fresco e buio. Una volta aperto, meglio consumarlo entro 3-4 giorni tenendolo in frigorifero.

Posso preparare l’antipasto piemontese senza tonno?

Certo! Esistono versioni vegetariane che escludono tonno e acciughe. Per non rinunciare al gusto, puoi aggiungere capperi, olive, erbe aromatiche o spezie come paprika dolce o senape in grani.

Quali verdure usare per l’antipasto piemontese?

Le più usate sono carote, zucchine, fagiolini, peperoni, sedano, cipolle e pomodori. L’importante è scegliere verdure fresche, ben lavate e possibilmente di stagione.

Che differenza c’è tra antipasto piemontese e peperonata?

La peperonata è una preparazione a base quasi esclusiva di peperoni, con cipolla e pomodoro, servita calda o tiepida. L’antipasto piemontese è invece una conserva fredda, a base di più verdure cotte separatamente e unite in una salsa più dolce e delicata.

L’antipasto piemontese è adatto ai bambini?

Sì, è un’ottima soluzione per far mangiare verdure in modo gustoso. Se preparato in casa, puoi modulare le spezie e il sapore secondo i gusti dei più piccoli, evitando ad esempio ingredienti troppo salati o piccanti.

Come servire l’antipasto piemontese in un buffet?

Puoi porzionarlo in piccoli bicchierini, cucchiai da finger food o su crostini, magari decorando con foglioline di prezzemolo o fette sottili di verdure fresche. È comodo, scenografico e gustoso anche da freddo.

L’antipasto piemontese si può congelare?

Non è consigliato. La consistenza delle verdure potrebbe alterarsi con il congelamento. Meglio conservarlo sottovuoto o pastorizzarlo in barattolo, seguendo le corrette procedure di conservazione.

Ricette piemontesi ne abbiamo? Certo che si!

3.4/5 (7 Recensioni)
Riproduzione riservata

9 commenti su “Antipasto piemontese, una ricetta per fine estate

  • Dom 29 Gen 2023 | Anne Görblich-Baier ha detto:

    I am just learning Italian and try to improve my knowlede by translating and cooking your fantastic “ricette”.

    • Sab 11 Nov 2023 | Nadia Nesta ha detto:

      Buongiorno! Va consumato caldo o freddo? Grazie Nadia Nesta

      • Dom 12 Nov 2023 | Tiziana Colombo ha detto:

        Nadia si puo’ mangiare freddo tranquillamente. Io lo preferisco tiepido

  • Sab 15 Lug 2023 | Renato ha detto:

    Faccio questo antipasto da 30 anni ho avuto un enorme successo. Alle feste lo regalo agli amici. I barattoli finiti li faccio sterilizzare mezza ora. Durano oltre i 6 mesi. Il tonno lo metto direttamente nei componenti. Meraviglioso.

    • Sab 16 Set 2023 | ANTONINO PANZICA ha detto:

      Vero anche io regalo a i miei amici questa delizia che apprezzano tantissimo ,tanto da chiedermi di farne anche per loro

  • Dom 31 Ago 2025 | Carmen ha detto:

    Ottimo…..mi da tanti ricordi ..!

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