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Aceto al dragoncello, un sostituto dell’aceto di vino

Tiziana Colombo: per voi, Nonnapaperina

Ricetta proposta da
Tiziana Colombo

Aceto al dragoncello
Ricette per intolleranti, Cucina Italiana
Ricette vegetariane
Ricette senza glutine
Ricette senza lattosio
preparazione
Preparazione: 01 ore 00 min
cottura
Cottura: 01 ore 00 min
dosi
Ingredienti per: 4 persone
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Le differenze tra l’aceto al dragoncello e l’aceto di vino

L’aceto al dragoncello è una gradevole alternativa al classico aceto di vino. E’ una preparazione semplice, che gioca sulla combinazione di un paio di ingredienti, ma che può regalare dei momenti all’insegna della buona tavola, nonché una ventata di freschezza e novità in quanto a condimenti. La ricetta consiste nel versare i rametti di dragoncello in un barattolo o in una bottiglia, riempirlo con l’aceto classico e lasciar riposare il tutto per qualche settimana. Ovviamente, maggiore è il periodo di infusione e maggiore sarà l’intensità dell’aceto.

Ricetta aceto al dragoncello

Preparazione aceto al dragoncello

Per la preparazione dell’aceto al dragoncello iniziate sterilizzando il contenitore e il relativo coperchio o tappo. Potete utilizzare indifferentemente un barattolo o una bottiglia di vetro. Sciacquate i rametti di dragoncello e mettetene cinque o sei nel contenitore. Se desiderate un aceto dal sapore più intenso, spezzate i rametti prima di inserirli.

A questo punto versate l’aceto fino a coprire interamente il dragoncello. Etichettate e chiudete bene la bottiglia e lasciate riposare in un posto fresco e asciutto per circa 3 settimane. Più lo farete riposare e più forte sarà il suo sapore. L’aceto al drangoncello lo potete utilizzare per condire le insalate o contorni.

Ingredienti aceto al dragoncello

  • 1 lt. di aceto di vino bianco
  • 5 o 6 rametti di dragoncello.

L’aceto al dragoncello segue il canovaccio degli aceti aromatizzati, una categoria che può regalare molte soddisfazioni in cucina e dare vita ad abbinamenti particolari, capaci di stuzzicare il palato. Proprio agli abbinamenti, però, occorre prestare parecchia attenzione. Essendo un aceto aromatizzato non può essere utilizzato per tutte le pietanze, come si farebbe con il classico aceto di vino. Il consiglio è di prediligere quei piatti che naturalmente si sposano bene con il dragoncello. Dunque, i secondi di carne o di pesce e le insalate molto corpose. Io lo uso spesso per condire il pesce al cartoccio e la selvaggina, e mi trovo davvero bene. Anche sulle patate fa la sua bella figura, specie se si tratta di patate novelle. Ho scoperto che è ottimo per sciogliere la senape in polvere di tipo inglese quindi ideale per preparare la salsa alla senape.

Un approfondimento sul dragoncello

L’ingrediente principale di questo aceto è proprio il dragoncello. Molti di voi non lo conoscono, e d’altronde non figura tra i protagonisti della cucina italiana, a dispetto delle soddisfazioni che è capace di regalare. Vale la pena, dunque, approfondire un po’ l’argomento. Il dragoncello è una pianta aromatica, che si presenta con dei rametti ricchi di foglioline oblunghe. Quando lo si impiega crudo, quindi non sottoposto a un trattamento, si scelgono ovviamente le foglioline. In questo caso, invece, si utilizzano i rametti interi, in quanto lo scopo è quello di innescare un processo di infusione che insaporisca in modo intenso l’aceto di vino. Il dragoncello può essere considerato alla stregua del prezzemolo, dell’origano e del rosmarino. Tuttavia, in quanto ad aroma, non assomiglia a nessuno dei tre.

dragoncello

In un certo senso il dragoncello è unico, ma il suo impiego in cucina non è granché diffuso. Il motivo risiede nella tradizione, che lo vede più come una pianta officinale che come una spezia. In effetti, esercita delle importanti proprietà benefiche. In primo luogo aiuta a digerire, in virtù di un’abbondanza straordinaria di fibre e della presenza di alcune sostanze specifiche. Combatte anche le infiammazioni, specie quelle alla prostata e all’apparato urinario, e allevia il mal di gola e la tosse. Contiene anche molte sostanze che aiutano a prevenire le forme tumorali e giovano al cuore e alla circolazione. Insomma, le foglie di dragoncello sono una sorta di toccasana, che vengono preparate sotto forma di infuso e decotto. A tal proposito, infusi e decotti non sono la stessa cotta. Negli infusi l’ingrediente viene fatto riposare per qualche minuto nell’acqua bollente, mentre nei decotti l’ingrediente cuoce in abbondante acqua.

Le proprietà dell’aceto di vino

L’aceto di vino è l’altro ingrediente principale dell’aceto al dragoncello. Il suo ruolo è semplice, ossia assumere gli aromi e le proprietà del dragoncello. Per farlo, è necessario lasciare in infusione il rametto in una bottiglia per almeno due o tre settimane. L’aceto di vino, che figura tra i condimenti simbolo della gastronomia italiana, è un condimento atipico, in quanto può fungere anche da risorsa per la conservazione di alimenti. D’altronde, buona parte delle tradizioni italiane si basano proprio sulla conservazione sotto aceto. Al di là di ciò, l’aceto di vino è un ingrediente prezioso, anzi è decisamente valido dal punto di vista nutrizionale. In primo luogo, a differenza del vino vero e proprio, è poco calorico: 100 grammi apportano solo 19 kcal. Secondariamente, è ricco di sali minerali, come il calcio, il ferro, il magnesio, il potassio e lo zinco.

Il calcio giova alla salute delle ossa, contribuendo a prevenire le patologie a carico dell’apparato scheletrico. Il ferro regola l’ossigenazione del sangue, mentre il magnesio funge da ricostituente. Il potassio, infine, interviene in molti processi organici legati alla circolazione. L’aceto di vino contiene anche tracce di vitamina C, indispensabile per rafforzare il sistema immunitario.

L’importanza della sterilizzazione

Una fase fondamentale nella ricetta dell’aceto al dragoncello è la sterilizzazione. Per la precisione vanno sterilizzati il contenitore e il suo coperchio. Potete utilizzare indifferentemente le bottiglie o i barattoli, ma dovrete seguire sempre il medesimo procedimento. La sterilizzazione avviene, di norma, mediante bollitura. Se per esempio optate per i barattoli, dovete porli separati in una pentola colma d’acqua e farli bollire per almeno mezz’ora. Solo in questo modo potrete essere sicuri dell’assenza di batteri o altri microbi, che potrebbero intaccare i vostri alimenti.

Esistono altri metodi per sterilizzare, il primo consiste nella “cottura” al forno, che deve avvenire per poco tempo a temperature basse e di poco superiori a quelle dell’essiccazione. I più avventurosi utilizzano anche il forno a microonde, ma in questo caso è necessario regolare alla perfezione la durata, in quanto vi è il rischio che i vetri si rompano o si rovinino.

Un altro condimento che si può preparare con quest’erba è il burro al dragoncello. Il burro al dragoncello è un’alternativa gradevole al burro classico. Fa parte della categoria dei burri aromatizzati, che apre scenari suggestivi in quanto a sapori, colori e applicazioni in cucina. Come tutti i burri aromatizzati, è anche molto semplice da preparare. L’unico ostacolo, se si può chiamare tale, riguarda le dosi. E’ bene che queste siano proporzionate con estrema precisione, in quanto vi è il rischio che il burro risulti squilibrato, e quindi sostanzialmente inservibile.

Ricette con dragoncello ne abbiamo? Certo che si!

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