
Arquebuse: un liquore aromatico che inebria i sensi

Arquebuse
Se ami i sapori antichi e le tradizioni autentiche, non puoi non conoscere l’arquebuse, un liquore aromatico che racchiude secoli di storia e saperi erboristici. Nato nei monasteri, questo elisir veniva utilizzato per le sue proprietà digestive e tonificanti, grazie all’infusione di erbe e piante officinali sapientemente dosate. Ancora oggi, un sorso di arquebuse regala profumi intensi e una sensazione di benessere immediato.
La preparazione dell’arquebuse richiede pazienza e ingredienti di alta qualità, ma il risultato è un liquore prezioso, perfetto da servire a fine pasto o da gustare in meditazione. Ogni produttore custodisce la propria ricetta segreta, arricchendo la base di erbe con tocchi personali che rendono ogni bottiglia unica. Il sapore finale è armonioso, con note fresche, balsamiche e leggermente amare, ideale da accompagnare a un buon dolce fatto in casa come quelli che puoi trovare nella nostra sezione dedicata ai dolci.
Oggi l’arquebuse vive una nuova stagione di riscoperta, apprezzato sia nella mixology moderna sia come digestivo naturale. È perfetto da gustare liscio, magari leggermente fresco, oppure come ingrediente speciale per creare cocktail profumati e originali. Se cerchi altre idee per abbinamenti o portate speciali, ti consiglio di esplorare anche le nostre proposte di antipasti perfetti per ogni occasione!
Ricetta arquebuse liquore
Preparazione arquebuse liquore
- Lavate le foglie di arquebuse, asciugatele, tagliarle a pezzi e mettetele in un contenitore di vetro con l’alcol.
- Chiedete bene il contenitore e fatele macerare per 7 giorni.
- Trascorso il tempo di macerazione fate sciogliere lo zucchero nell’acqua e lasciatelo sobbollire per non più di due minuti, spegnete la fiamma e lasciate raffreddare lo sciroppo di zucchero.
- Una volta raffreddato, versate lo sciroppo nel contenitore con le foglie e l’alcol. Mescolate e fate riposare un paio di ore.
- Versate il liquore di arquebuse prima in un colino, per eliminare le foglie e raccogliendo il liquido in una ciotola, poi filtratelo con una garza, in modo da trattenere le particelle più fini.
- Imbottigliate, etichettate e conservate in un luogo fresco e buio come una cantina.
- Prima di gustarlo, fatelo riposare per un paio di mesi.
Ingredienti arquebuse liquore
- mezzo lt di alcool alimentare a 95 gradi
- 15 gr. di foglie di arquebuse
- 250 ml. di acqua
- 200 gr. di zucchero di canna o zucchero semolato
Arquebuse: una ricetta dal sapore intenso
Quella del liquore di arquebuse è una ricetta tipica della gastronomia italiana, ottenuta dalla macerazione delle foglie dell’omonimo vegetale in alcol etilico, da mescolare in seguito con uno sciroppo fai da te di acqua e zucchero. L’ingrediente principale, chiamato “arquebuse”, è in realtà il tanaceto, una pianta dalle foglie dal colore acceso che, forti e resistenti, sono dotate di un profumo intenso ed aromatico immediatamente riconoscibile.
Questo liquore casalingo è noto per il suo gusto inebriante, deciso e lievemente balsamico, che dona immediatamente una spiccata sensazione di fresco a chi lo consuma. Famoso anche per le sue capacità digestive, questo preparato dalle origini antiche è perfetto da consumare dopo i pasti per facilitare l’attività dello stomaco. Ma vediamo insieme quali sono le sue altre importanti proprietà e come preparare a casa questo squisito liquore di origini piemontesi.
Le origini e le caratteristiche di questa preparazione
La ricetta dell’Arquebuse risale al 1857, anno in cui il Frate Emanuele, membro dell’ordine dei Fratelli Maristi, compose la ricetta di un distillato dai forti poteri officinali, battezzato da lui “Eau d’Arquebuse”. Quest’ultimo è il nome derivato dalla destinazione d’uso del prodotto, che era stato creato per curare le ferite causate dai colpi di un antico tipo di arma da fuoco: l’archibugio.
In passato, la ricetta dell’Arquebuse comprendeva non solo l’utilizzo delle foglie di tanaceto, ma prevedeva anche altri ingredienti come la menta, la salvia, il genepì, l’iperico, il limone. l’issopo e la camomilla. Il prodotto, sebbene sia oggi riconosciuto come uno dei preparati tipici della gastronomia piemontese, nacque in Francia, più precisamente a Lione, dove l’ordine dei monaci Fratelli Maristi risiedeva a quei tempi.
Questo è uno degli amari fatti in casa ideato con intenti officinali, in quanto il tanaceto è ricco di proprietà benefiche come quelle rinfrescanti, astringenti, insetticide e febbrifughe, e risulta quindi un ottimo rimedio casalingo per alleviare numerosi disturbi. Sin dai tempi più antichi, veniva usato inoltre contro di mal di denti, in quanto le foglie del tanaceto sono ricche di sostanze antidolorifiche e antibatteriche. Questo preparato è una buona fonte di vitamina C, manganese, tannini e polisaccaridi, elementi che lo rendono un ottimo toccasana contro l’influenza e i malanni stagionali.
Un focus sul tanaceto
Il tanaceto, scientificamente noto come Tanacetum vulgare, è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Asteraceae. Questa pianta è originaria dell’Europa e dell’Asia occidentale ed è conosciuta per le sue foglie frastagliate di colore verde scuro e per i suoi fiori gialli o giallo-arancio che sbocciano in estate.
Il tanaceto ha una lunga storia di utilizzo in campo culinario e medicinale. Ecco alcune delle sue principali applicazioni:
- Uso culinario: Le foglie del tanaceto possono essere utilizzate per aromatizzare e insaporire i piatti. Tuttavia, è importante usarlo con parsimonia, poiché le foglie contengono un olio essenziale chiamato tujone, che può essere tossico se consumato in grandi quantità.
- Medicina tradizionale: In alcune tradizioni erboristiche, il tanaceto è stato utilizzato per trattare una serie di disturbi, tra cui mal di testa, problemi digestivi e disturbi mestruali. Tuttavia, è importante notare che il suo uso a scopi medicinali deve essere fatto con cautela e sotto la supervisione di un esperto, poiché può avere effetti collaterali e interazioni con altri farmaci.
- Repellente per insetti: L’odore pungente del tanaceto è noto per respingere alcuni insetti, come le mosche. Pertanto, alcune persone coltivano questa pianta nei loro giardini per aiutare a tenere lontani gli insetti indesiderati.
- Ornamentale: A causa dei suoi fiori gialli brillanti e del fogliame decorativo, il tanaceto è anche coltivato come pianta ornamentale in giardini e bordure.
- Erboristeria: In alcune pratiche di erboristeria, il tanaceto è stato utilizzato per preparare tisane o estratti per vari scopi, ma la sua sicurezza e l’efficacia di tali preparati non sono sempre ben documentate scientificamente.
Come accennato in precedenza, il tanaceto contiene composti chimici, come il tujone, che possono essere tossici in grandi quantità. Pertanto, se si desidera utilizzare il tanaceto a scopi culinari o medicinali, è importante farlo con moderazione e consultare un esperto in erboristeria (o un professionista medico) prima di farlo, specialmente se si hanno preoccupazioni sulla sicurezza o se si stanno assumendo altri farmaci.
Mi raccomando di usare alcool alimentare
L’alcool alimentare è un ingrediente necessario alla preparazione di molti liquori fai da te, come per l’arquebuse, dunque vale la pena descriverne le caratteristiche e gli usi. In primis va specificata la differenza tra l’alcool alimentare e l’alcool denaturato, un altro prodotto di uso comune. La differenza risiede nel trattamento, che per l’alcool alimentare è di norma naturale, in quanto basato sulla fermentazione di soluzioni zuccherine. Per quanto concerne il denaturato, l’alcool viene – in aggiunta – sottoposto a un procedimento che lo rende imbevibile. Il motivo è semplice, ossia svincolarsi dalla tassazione sugli alcolici destinati al consumo e conservare tutte le proprietà dell’alcool, che – è bene ricordarlo – è un ottimo disinfettante, un discreto solvente e un buon detergente.
Dunque, l’alcool denaturato è destinato all’uso esterno, mentre l’alcool alimentare è destinato al consumo. In genere quest’ultimo viene impiegato per la produzione di liquori, soprattutto per quelli di rapida preparazione o che prevedono l’impiego di alimenti che non fermentano. Nella stragrande maggioranza dei casi, si tratta di immergere e far riposare l’ingrediente principale nell’alcool alimentare per un certo periodo di tempo, e aggiungere successivamente un normale sciroppo di zucchero. In mezzo vi saranno poi varie operazioni di filtraggio.
In tavola con l’arquebuse, una bevanda da sorseggiare in compagnia
Il distillato chiamato Arquebuse, particolarmente apprezzato quando servito freddo, si rivela essere una bevanda estremamente rinfrescante e dissetante, perfetta per essere gustata durante tutto l’anno, ma ancor più gradita nelle calde giornate estive. Questo liquore si distingue per le sue notevoli proprietà digestive, rendendolo un ottimo “ammazza-caffè” da sorseggiare al termine di un pasto, soprattutto dopo aver indulso in pietanze abbondanti.
La sua compagnia è sempre gradita, poiché questo liquore fai-da-te è in grado di stupire piacevolmente gli ospiti. Il suo profumo avvolgente affascina i sensi, mentre il suo sapore, forte ma al tempo stesso fresco e delizioso, conquista il palato di chiunque lo assaggi. La preparazione di questa bevanda è sorprendentemente semplice e richiede pochi gesti, ma ora esaminiamola in dettaglio per poter gustare questo squisito elisir il più presto possibile e per accontentare anche i palati più esigenti.
Desidero esprimere la mia gratitudine alla famiglia di mio genero, in particolare a Mamma Rita e Papà Enrico, per avermi concesso l’opportunità di conoscere e apprezzare questa autentica gemma di liquore amaro e aromatico.
Il liquore di arquebuse, una ricetta da valorizzare
Il liquore arquebuse è buono così come si trova, ma può essere valorizzato ulteriormente. Tradizionalmente, come abbiamo visto, si compone di una miscela di erbe aromatiche tra cui spicca il tanaceto, che gli conferisce un sapore unico e leggermente balsamico. Tuttavia si può pensare all’aggiunta di piccole quantità di chiodi di garofano, cannella o scorza di agrumi, spezie che arricchiscono il profilo aromatico e donano maggiore complessità.
In alcune ricette artigianali si tende a far macerare le erbe per periodi più lunghi, o a usare distillati di qualità superiore per esaltare gli aromi naturali delle piante. Il risultato è un liquore dal carattere intenso, con note erbacee molto spiccate e perfetto per chi ama i gusti non troppo dolci.
Ma valorizzare l’arquebuse significa anche presentarlo in modo adeguato. Per l’occasione vi consiglio di bicchierini da digestivo a temperatura ambiente, magari in un contesto che richiami le sue origini botaniche del liquore, come una tavola rustica con elementi naturali. Dunque occhio anche al centro tavola.
Cosa abbinare al liquore arquebuse?
L’arquebuse può fungere da digestivo ma anche come protagonista di aperitivi dolci. In quest’ultimo caso vi consiglio di valutare attentamente i dolci di accompagnamento. A tal proposito vi consiglio dei dolci secchi come i cantucci alle mandorle, o dei biscotti speziati che non coprono l’aroma del liquore. Ma si sposano bene anche le crostate con marmellate di agrumi o fichi. In questo caso l’acidità e la dolcezza del ripieno crea un interessante contrasto con il carattere erbaceo dell’arquebuse.
Chi cerca un abbinamento più raffinato può optare per dei cioccolatini fondenti ripieni di ganache aromatizzata con lo stesso liquore, così da creare una continuità di gusto. Sono difficili da fare, ma il risultato ripagherà in pieno il vostro sforzo.
Durante l’inverno l’arquebuse può essere servito caldo in infusione, aggiungendo la scorza d’arancia e l’anice stellato In questo caso può essere accompagnato da pan di spezie o panpepato.
FAQ sul liquore arquebuse
Che cos’è il liquore all’arquebuse?
Il liquore all’arquebuse è una bevanda alcolica a base di erbe, tipica della tradizione alpina francese e italiana. Il nome deriva da una miscela di una trentina di erbe officinali utilizzate per la sua preparazione, tra cui spicca il tanaceto, noto anche come arquebuse.
Come si riconoscono le foglie di tanaceto?
Le foglie di tanaceto (Tanacetum vulgare) sono molto frastagliate ed hanno un colore verde acceso, ricordano in parte le foglie della felce per la loro forma piumata. Al tatto risultano leggermente ruvide e al naso emettono un odore intenso, erbaceo e canforato. Il tanaceto cresce spontaneamente nei prati e lungo i bordi delle strade, fiorendo tra luglio e settembre.
Come si usa il tanaceto in cucina?
Il tanaceto viene usato con estrema moderazione a causa della presenza di tujone, una sostanza che in alte concentrazioni può risultare tossica. In passato era impiegato per insaporire frittate, liquori e conserve. Oggi il suo utilizzo è ristretto principalmente alla preparazione di amari e distillati come l’arquebuse.
A cosa fa bene il tanaceto?
Tradizionalmente al tanaceto venivano attribuite molte proprietà benefiche: digestivo, antinfiammatorio, vermifugo e persino emmenagogo (cioè in grado di stimolare il ciclo mestruale). Tuttavia l’assunzione diretta del tanaceto è sconsigliata senza supervisione, poiché alcuni suoi principi attivi possono risultare dannosi a dosi elevate.
Ricette con costolette di agnello ne abbiamo? Certo che si!
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