Macafame, la ricetta del celebre dolce vicentino
Macafame, la ricetta veneta che trasforma il pane raffermo in dolce memoria
C’è un dolce che profuma di stufe accese, di case di campagna e di mani che non buttano via nulla: è il macafame, una ricetta semplice ma sorprendentemente evocativa. Nata tra le colline del Vicentino, questa torta rustica deve il suo nome al dialetto locale, dove “maca” significa “ammazza” e “fame” è proprio… la fame. Con pochi ingredienti recuperati dalla dispensa, soprattutto pane raffermo, mele e latte, le famiglie contadine riuscivano a preparare un dolce che saziava, scaldava e univa. È uno di quei sapori che raccontano più di mille parole.
Anche se i tempi sono cambiati, la voglia di dolci autentici e sostenibili non è mai passata di moda. E il macafame è proprio questo: un esempio perfetto di cucina del recupero, dove nulla si spreca e tutto si valorizza. Prepararlo è come fare un piccolo viaggio nel tempo, quando le nonne mettevano insieme quel che c’era e lo trasformavano in una coccola profumata. Basta pane vecchio, un po’ di latte, zucchero, uvetta, mela e magari una spolverata di cannella per ritrovare quei sapori genuini di una volta.
Il macafame non ha una ricetta fissa: ogni famiglia lo personalizzava in base a ciò che aveva. Alcuni usavano vino al posto del latte, altri aggiungevano fichi secchi, pinoli o scorza d’arancia. Oggi puoi giocare con le varianti: prova ad aggiungere cacao per una versione più golosa o frutta secca per renderlo ancora più ricco.
Il bello di questa torta è proprio la sua versatilità. Non serve la bilancia di precisione, basta l’occhio e un po’ di esperienza tramandata. Anche la consistenza può variare: c’è chi la preferisce più compatta, tipo budino, e chi invece punta a una struttura più asciutta e friabile. In entrambi i casi, il macafame conquista per la sua sincerità. È un dolce che non finge di essere altro: umile, buono, diretto, come le persone che lo hanno inventato.
Hai mai provato a prepararlo con i tuoi bambini o i tuoi nipoti? È un’occasione perfetta per raccontare storie di famiglia, insegnare il valore del riuso e divertirsi tra mani infarinate e risate sincere. In un mondo sempre più veloce, fermarsi a cucinare un dolce così può essere un gesto rivoluzionario. E poi il profumo che si sprigiona in casa mentre cuoce… beh, quello non ha prezzo.
La prossima volta che ti avanza del pane, non pensare subito al pangrattato: pensa al macafame. Pochi passaggi, ingredienti comuni e un risultato sorprendente. Ti ritroverai con una torta che sa di casa, che racconta una storia e che magari, anche solo per un attimo, ti farà sentire parte di qualcosa di più grande: una tradizione che continua, fetta dopo fetta.
Ricetta macafame
Preparazione macafame
Per preparare il macafame procedete come segue. Ammollate l’uvetta nel rum, poi tagliate il pane raffermo a pezzettini e ammollatelo nel latte appena scaldato. Quando il pane ha assorbito il latte, trasferitelo in una terrina. Poi aggiungete lo zucchero, le uova, l’uvetta ben scolata, le mele tagliate a dadini e il miele. Infine mescolate il tutto con cura.
Ora coprite una tortiera con della carta da forno e versateci il composto, compattandolo con le mani. Poi date una bella spolverata con la farina di riso e cuocete per circa 50 minuti a 160 gradi, o almeno fino a quando il dolce non avrà acquisito una doratura uniforme. Infine fate raffreddare il macafame e guarnitelo con abbondante zucchero a velo prima di servire.
Ingredienti macafame
- 500 cl. di latte intero consentito
- 2 mele rosse
- 2 uova intere
- 300 gr. di pane raffermo consentito
- 40 gr. di uvetta sultanina
- 1 bicchierino di rum
- 2 cucchiai di zucchero
- 1 cucchiaio di miele d’acacia
- 2 cucchiai di farina di riso
- q. b. di zucchero a velo.
Macafame, un dolce gustoso che nasce per “ammazzare la fame”
Il macafame è uno di quei dolci che raccontano una storia antica, fatta di povertà, ingegno e sapori intensi. Nella tradizione veneta, soprattutto a Vicenza, questo dolce era preparato per recuperare il pane raffermo e creare qualcosa di buono e sostanzioso. Non è un dessert raffinato o elegante, ma ha il fascino rustico delle cose semplici e vere, quelle che si preparano con amore e con quello che c’è in casa. Il nome, che significa proprio “ammazza fame”, dice tutto: riempiva la pancia e scaldava il cuore, soprattutto nelle giornate fredde.
Ogni famiglia aveva la sua versione del macafame. Gli ingredienti di base restavano più o meno gli stessi: pane secco, latte, un po’ di zucchero e magari dell’uvetta ammollata nel rum. A volte si aggiungevano le mele, le noci, o un cucchiaio di miele per profumare l’impasto. Era un dolce povero, certo, ma non privo di carattere. Il profumo che usciva dal forno quando cuoceva era inconfondibile, di quelli che fanno venire fame anche a pancia piena.
Il macafame rientra tra i dolci di recupero, come il pane dolce di Como o la torta di pane emiliana. La sua versione più antica non prevedeva nemmeno lo zucchero: si usava la frutta secca per addolcire in modo naturale.
Macafame, un dolce gustoso che nasce per “ammazzare la fame”
Scopri il macafame, un dolce veneto di recupero che unisce semplicità, tradizione e profumo di casa. Un modo genuino per non sprecare nulla.
Il macafame è uno di quei dolci che raccontano una storia antica, fatta di povertà, ingegno e sapori intensi…A me piace prepararlo quando ho del pane avanzato e poco tempo per cucinare qualcosa di complicato. Basta ammollarlo bene, unire gli ingredienti e infornare. In poco tempo si ha un dolce profumato, corposo, che si mantiene anche per più giorni. Non è troppo dolce, e forse è proprio questo che lo rende così amabile. È perfetto a colazione con un tè caldo, o a merenda con una spolverata di zucchero a velo sopra. Ogni volta mi ricorda i racconti della nonna e quelle ricette nate per necessità, ma diventate autentiche coccole.
Ti è mai capitato di assaggiare il macafame? Forse lo conosci con un altro nome, perché in tante regioni italiane esistono ricette simili. Hai mai provato a farlo a casa tua con il pane che avanza? È il modo perfetto per non sprecare nulla e scoprire una parte della nostra cucina più autentica. Vale la pena provarlo almeno una volta, anche solo per il profumo che riempie la casa.
Questa è la magia della cucina tradizionale: riesce a trasformare il pane vecchio in un dolce che sa di casa. Il macafame è un piccolo tesoro della nostra cultura gastronomica, e ogni morso ci racconta che la semplicità può essere la cosa più deliziosa di tutte.
Un impasto davvero particolare
La componente più particolare del macafame è proprio l’impasto, infatti al posto delle farine, degli amidi e del lievito troviamo il pane raffermo. In ragione di ciò, il macafame può rientrare nella categoria della “cucina di recupero”. Nello specifico, il pane raffermo viene fatto a pezzetti e ammollato nel latte, in modo da formare una pappetta adatta ad essere amalgamata con gli altri ingredienti.
Il latte dovrebbe essere intero, sebbene contenga più più grassi rispetto al parzialmente scremato e quindi è piuttosto calorico. Tuttavia, il latte intero è l’unico in grado di rimanere saporito anche quando interagisce con gli altri ingredienti. Se soffrite di intolleranza al lattosio, potete sostituire il latte con una versione delattosata, facilmente reperibile nei supermercati. Il resto dell’impasto è formato dall’uva sultanina, dalle uova, dallo zucchero e dal miele. Proprio l’uovo gioca un ruolo fondamentale in quanto non si limita ad arricchire il sapore del dolce, ma gli conferisce una texture più compatta. Inoltre impatta anche sulla stabilità del dolce, fungendo da addensante.

Perché abbiamo usato il miele?
Tra gli ingredienti più importanti del macafame ricetta vicentina troviamo il miele. Il miele viene utilizzato come dolcificante, benché sia presente anche un po’ di zucchero in quantità minori. Perché abbiamo usato il miele? La risposta è semplice, il miele da un lato dolcifica e dall’altro insaporisce. Inoltre restituisce una sensazione di rusticità, che rende il macafame ancora più gustoso. Il miele ha origini antiche, infatti prima era l’unico ingrediente in grado di dolcificare e l’uso dello zucchero o era sconosciuto o era poco utilizzato.
Il miele vanta alcuni pregi per quanto concerne il profilo nutrizionale, per esempio non fa aumentare di molto l’indice glicemico. Una buona notizia per i diabetici e per chi vuole dimagrire, infatti ad elevati livelli glicemici corrisponde un più intenso senso della fame. Il miele, inoltre, è ricco di antiossidanti, che regolano i processi cellulari e aiutano a prevenire il cancro. Infine apporta una certa abbondanza e varietà di sali minerali.
Il dolce contributo delle mele
Come già anticipato, il macafame non contiene una farcitura, tuttavia è realizzato con un ingrediente di contorno, che viene spesso usato anche per le farciture, ossia la mela. Per questa ricetta sono necessarie almeno due mele per realizzare il macafame. Le mele vengono tagliate a cubetti e inserite nell’impasto, in modo da interrompere la linearità di quest’ultimo e risultare ancora più gradevoli al palato. Quale mele utilizzare? In realtà non c’è una varietà in particolare, quindi potete scegliere quella che più preferite. Nel vicentino, ad ogni modo, si utilizza spesso la mela Decio, che è anche una delle varietà più antiche.
A prescindere dalla varietà, le mele sono conosciute per l’abbondanza di vitamina A, potassio e zuccheri naturali, come il fruttosio. Contengono anche le pectine, delle fibre che fanno bene al cuore e alla quercitina. Questa sostanza, che funge da antiossidante, impatta anche sulla capacità dell’organismo di combattere i virus. Per quanto concerne l’apporto calorico, la mela viaggia sulle 50-60 kcal per 100 grammi.
FAQ su Macafame, il dolce povero vicentino
Cos’è il Macafame?
Il Macafame è un dolce tipico veneto a base di pane raffermo, mele, uvetta e altri ingredienti semplici. È chiamato anche “ammazza fame” perché nato come dolce povero anti-spreco nelle famiglie contadine.
Che differenza c’è tra Macafame, torta di pane e Pinza veneta?
Tutte sono torte di recupero a base di pane raffermo. Il Macafame è più diffuso nel Vicentino e spesso arricchito con mele e uvetta. La Pinza veneta può avere farina di mais, canditi e semi di finocchio. La torta di pane può variare molto a seconda della zona.
Cosa posso aggiungere o sostituire come ingredienti?
Puoi aggiungere noci, pere, fichi secchi, gocce di cioccolato o scorza d’arancia. Se sei intollerante al lattosio, puoi usare latte vegetale o senza lattosio.
Il Macafame si può fare senza uova?
Sì, puoi sostituire l’uovo con un po’ di banana schiacciata o aumentare leggermente la dose di latte per una versione più “vegan”.
Quanto si conserva il Macafame?
Si conserva per 2-3 giorni a temperatura ambiente ben coperto, oppure per una settimana in frigorifero. Può anche essere congelato a fette.
Il Macafame è adatto a chi è celiaco?
Solo se preparato con pane senza glutine. Tradizionalmente si usa pane comune.
Meglio mele o pere?
Tradizione vuole le mele, ma le pere sono un’ottima alternativa, soprattutto in stagione o per una versione più succosa.
Con quali bevande si abbina?
Perfetto con tè, caffè, latte caldo o vini dolci da dessert come Recioto o Torcolato vicentino.
Ricette di dolci ne abbiamo? Certo che si!
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