Testaroli con radicchio e rigatino, un primo gourmet
Testaroli con radicchio e rigatino, una delicata combinazione di ingredienti
I testaroli con radicchio e rigatino sono un primo piatto particolare, in quanto presentano due anime diverse. Da un lato possono essere definiti gourmet, in quanto abbinano gli ingredienti in un modo diverso dalle altre ricette. Dall’altro lato possono essere definiti rustici e tradizionali, in quanto danno spazio ad alcune specialità dell’agroalimentare toscano e ligure.
Il riferimento è ai testaroli, un formato di pasto tipico della Lunigiana, zona a cavallo tra le province di La Spezia e Massa-Carrara. I testaroli sono tra i formati di pasta più semplici in assoluto in quanto realizzati solamente con la farina, il sale e l’acqua. Attualmente si impiegano le normali farine di grano, ma in passato veniva usato il farro, che conferiva un accento ancora più rustico.
Il legame con la tradizione più antica è dato dalla loro forma, infatti appaiono come dei rombi scaleni e irregolari. Non di rado, soprattutto se si spezzano, assumono una forma triangolare. I testaroli si prestano a molti condimenti, sia di origine vegetale che animale. La ricetta “base” dei testaroli vede come protagonista il leggendario pesto alla genovese. Questa ricetta, invece, opta per il radicchio e per il rigatino, che è una specie di salume.
A fare da base vi è il porro, che va oltre il banale soffritto. In linea di massima siamo di fronte a un primo piatto non troppo pesante, facile da preparare e che vi permetterà di fare bella figura con i vostri commensali.
Ricetta testaroli
Preparazione testaroli
- Per preparare i testaroli con radicchio e rigatino iniziate dal condimento. Lavate il radicchio e tagliatelo a listarelle. Poi sbucciate il porro, lavatelo e riducetelo a fette.
- In una padella con poco olio soffriggete il porro per circa 15 minuti, infine regolate con un po’ di pepe, un po’ di sale e mescolate bene.
- In una padella antiaderente riscaldate 3 cucchiai di olio extravergine d’oliva, poi unite l’aglio e il peperoncino.
- Ora aggiungete il rigatino, il radicchio e proseguite la cottura per circa 3 minuti.
- A questo punto mettete i porri soffritti. Intanto tagliate i testaroli per formare dei quadratini di 3 cm per lato e lessateli in acqua poco salata per qualche minuto.
- Una volta cotti, scolate i testaroli con la schiumarola e saltateli con il condimento.
- Servite il piatto caldo e buon appetito.
Ingredienti testaroli
- 300 gr. di testaroli consentiti
- 1 cespo di radicchio
- 200 gr. di porri
- 80 gr. di rigatino
- q. b. di peperoncino
- 1 spicchio d’aglio
- 3 cucchiai di olio extravergine di oliva
- 1 pizzico di sale
- q. b. di pepe
Le proprietà nutrizionali del radicchio
Vale la pena spendere qualche parola sul radicchio, che è uno degli ingredienti principali di questi testaroli con rigatino. Anzi è l’ingrediente che emerge con più forza, sia in termini di sapore che di colore. D’altronde spicca per un intenso rosso-violaceo, dovuto alla presenza delle antocianine, delle sostanze che fungono da antiossidanti e contribuiscono a prevenire il cancro. Nondimeno il radicchio abbonda di vitamine e sali minerali, infatti troviamo la vitamina C, presente in quasi tutte le verdure, e il potassio. Stesso discorso per le fibre e per l’apporto di acqua, un elemento da non sottovalutare.
In linea di massima, si può affermare che il radicchio faccia bene al sistema immunitario, alla circolazione e all’apparato digerente. Assolve anche a una funzione depurativa, supportando l’attività del fegato. L’apporto calorico infine è molto basso, pari a 13 kcal per 100 grammi. In occasione di questa ricetta, il radicchio va spadellato su un leggero soffritto di aglio e peperoncino, insieme ai porri (già cotti) e al rigatino.

Cos’è il rigatino toscano?
Il rigatino è tra gli ingredienti principali di questa ricetta a base di testaroli con radicchio. Potreste non conoscere questo alimento, visto che è molto legato alla sua zona di origine. E’ infatti un salume tipico del grossetano, che di recente ha acquisito la qualifica di PAT, Prodotto Agroalimentare Tradizionale. Dall’esterno il rigatino assomiglia alla pancetta o al guanciale, tuttavia viene ricavato da tagli diversi, per la precisione dalla parte superiore della schiena. Il sapore è molto più intenso, meno dolce e a tratti persino aspro.
Si abbina dunque con il radicchio, a cui “tiene testa” in maniera molto efficace. Per quanto concerne le proprietà nutrizionali, non differiscono molto da quelle della pancetta e del guanciale. Tutt’al più si segnala una quota di grassi maggiore, che non impatta molto sull’apporto calorico.
Per il resto si ravvisano le medesime problematiche degli altri salumi, ossia abbondanza di sali e una certa quantità di nitriti e nitrati. Ottimo è invece l’apporto di proteine e quello di oligoelementi. In linea di massima, come per qualsiasi altro salume, il consumo di rigatino è compatibile con qualsiasi tipo di dieta, purché in quantità moderate.
Come preparare i testaroli e il loro impiattamento
La ricetta dei testaroli con radicchio e rigatino è un gioco da ragazzi, tuttavia potete optare per una variante un po’ più complicata e in grado di esprimere una certa eleganza. Non si tratta di stravolgere il procedimento e nemmeno di cambiare gli ingredienti, piuttosto di agire sull’impiattamento. Nella forma “base” questo avviene in modo classico, ossia saltando la pasta nel condimento e distribuendo il tutto nei piatti di portata, come per qualsiasi altro piatto a base di pasta.
Nella forma “gourmet” il piatto si compone farcendo due testaroli alla volta, quasi a produrre delle lasagnette. Ciò richiede un po’ di tempo, ma il risultato è davvero splendido (potete ammirarlo nella foto qui sopra). Se optate per questa seconda alternativa vi consiglio di tagliare i testaroli a “quadrettoni”.
In questo modo potete trasformare quello che è a tutti gli effetti un condimento, in un ripieno vero e proprio. Per quanto concerne la disposizione del rigatino e del radicchio, non vi sono indicazioni precise, quindi potete inserirli a piacere, creando magari degli interessanti giochi di colore.
Come scegliere il peperoncino?
Il peperoncino è uno degli ingredienti importanti di questi testaroli con rigatino, radicchio, porri e aglio. Nello specifico il peperoncino vivacizza i sapori e offre piccantezza. Bisogna però fare attenzione a non scegliere il peperoncino sbagliato, oppure a non esagerare con le quantità. Come fare? Dipende dal vostro grado di tolleranza.
Chi tollera poco il peperoncino dovrebbe optare per varietà più leggere come il peperoncino dolce calabrese, che ha una punta di piccantezza appena percettibile, oppure per il peperoncino jalapeño, che ha un profilo aromatico più erbaceo che aggressivo. Queste varietà permettono di aggiungere un tocco di carattere al piatto senza compromettere l’equilibrio generale. Chi lo tollera abbastanza può usare il peperoncino cayenna, magari essiccato e sbriciolato. E’ un peperoncino classico e facile da dosare, che regala piccantezza senza dare particolarmente fastidio. In alternativa si può optare per il diavolicchio calabrese, che è più secco ma disegna una bella progressione al palato.
I più arditi possono optare per varietà più spinte, come l’habanero o il rawit, facendo però attenzione alle dosi. Sono peperoncini che, se usati in eccesso, rischiano di coprire completamente la dolcezza del porro e l’amaro moderato del radicchio. Un’ultima opzione da non trascurare è l’aromatizzazione mediante olio al peperoncino, che permette di esercitare un controllo maggiore sulla piccantezza.
Cosa bere con i testaroli al radicchio?
Il piatto che vi presento qui è sia elegante che rustico. In ogni caso ha un gusto complesso, per questa ragione è bene ragionare sugli abbinamenti. A tal proposito vi propongo questi tre vini.
Chianti Classico giovane. Un vino con un’acidità contenuta, tannini ben presenti e note fruttate. Queste sono le caratteristiche del Chianti classico, un vino che si rivela un buon partner per il rigatino e il radicchio, degli ingredienti dotati di una componente amara e sapida.
Lagrein dell’Alto Adige. Un vino rosso dal profilo morbido, con tannini meno ruvidi e una vena minerale che interagisce bene con la parte vegetale del piatto, in particolare il porro e l’aglio. Va servito leggermente fresco, soprattutto se il piatto viene gustato in primavera o in estate.
Vermentino toscano. Un vino bianco che sorprende per la sua capacità di reggere piatti complessi, in virtù di una buona alcolicità e di un’ottima sapidità naturale. Il Vermentino addolcisce l’amaro del radicchio e alleggerisce il piccante dell’aglio.
FAQ sui testaroli con radicchio
Cosa sono i testaroli?
I testaroli sono una specialità tipica della Lunigiana, zona di confine tra Toscana e Liguria. Si tratta di un tipo di pasta molto antica, probabilmente tra le più antiche d’Italia. Il loro nome deriva dal “testo”, una sorta di piastra di ghisa o terracotta dove l’impasto veniva cotto.
Come vengono fatti i testaroli?
L’impasto dei testaroli è semplicissimo: farina, acqua e un pizzico di sale. Poi viene colato sul testo caldo in modo da formare uno spessore sottile, simile a una crespella spessa. Una volta cotto si taglia a losanghe e si sbollenta rapidamente in acqua prima del condimento.
Cosa abbinare ai testaroli?
I testaroli si abbinano bene con pesti di ogni tipo, dal classico pesto genovese fino a quelli più rustici come il pesto di noci o di cavolo nero. In versione più elaborata si prestano bene a condimenti complessi, come quelli presenti in questa ricetta: rigatino, radicchio, porri e aglio. Anche un semplice filo d’olio extravergine può bastare se il prodotto è di alta qualità.
Cos’è il rigatino?
Il rigatino è un salume toscano simile alla pancetta, ma più magro e compatto. È ricavato dalla pancia del maiale e viene salato, speziato e stagionato. Può essere consumato crudo oppure cotto, come nel nostro caso, dove viene saltato in padella per sprigionare tutto il suo aroma.
A cosa fa bene il radicchio?
Il radicchio è ricco di fibre, antiossidanti e vitamina K. Ha proprietà digestive, depurative e antinfiammatorie. Il suo contenuto di antociani, responsabili del colore violaceo, lo rende utile nella prevenzione dei radicali liberi. In cucina è apprezzato per il suo gusto amarognolo, che stimola l’appetito e bilancia bene i sapori più grassi.
Ricette con radicchio ne abbiamo? Certo che si!
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