
Coniglio in agrodolce alla siciliana, un secondo unico

Coniglio agrodolce, un secondo speziato al punto giusto
Il coniglio in agrodolce, detto anche cunigghiu a’ stampirata ( coniglio a la stimpirata in agrodolce) , è un secondo piatto della tradizione siciliana, e nello specifico della cittadina di Gela. E’ un piatto di carne dal sapore forte ma non pungente, che valorizza una delle carni più buone e allo stesso tempo più “difficili” da valorizzare: il coniglio.
La carne di coniglio, per quanto l’animale sia di piccole dimensioni, è considerata come rossa, quindi alla stregua del manzo. D’altronde le sue proprietà nutrizionali sono più simili a questo tipo di carne, piuttosto che al pollo o ai volatili. Ad ogni modo il coniglio ha un buon apporto proteico. Si attesta, infatti, sui 20 grammi di proteine per 100 grammi. Ottimo è anche il contenuto di sali minerali, come il potassio, il fosforo, il calcio e il magnesio. Il sodio è presente, ma in dosi limitate (0,06 grammi ogni 100).
L’apporto calorico del coniglio è davvero misero, infatti siamo sulle 120 kcal per 100 grammi. Il merito va alla limitata presenza dei grassi, che non rappresentano più del 4% della sua struttura. Il consiglio, in occasione di questa ricetta, va cosparso di farina, rosolato e cotto nel soffritto; infine va sfumato con il vino e – all’occorrenza – integrato con il brodo vegetale. E’ essenziale evitare che la carne si asciughi, in quanto il coniglio tende a diventare stopposo, soprattutto se il tempo di cottura è piuttosto lungo.
Ricetta coniglio in agrodolce
Preparazione coniglio in agrodolce
- Per la preparazione del coniglio in padella agrodolce iniziate lavando e asciugando il coniglio con della carta da cucina.
- Poi tagliate il coniglio a pezzetti e sciacquate nell’aceto. Riducete a fettine sottili la cipolla, il sedano e tagliate le carote a rondelle.
- Infine lavate i capperi e dissalateli. Cospargete i pezzi di coniglio con la farina e soffriggeteli in un tegame con poco olio usando una fiamma medio-alta per qualche minuto.
- Quando la carne ha acquisito una tonalità dorata versate il vino e salate. Continuate la cottura fino alla completa sfumatura del vino. A questo punto prelevate il coniglio e mettetelo da parte in caldo.
- Nel medesimo tegame versate un altro cucchiaio di olio d’oliva e il mix per il soffritto.
- Una volta che le verdure si sono ammorbidite, integrate le olive e i capperi.
- Quando le verdure sono cotte (circa 15 minuti), recuperate il coniglio e ponetelo di nuovo nel tegame, infine inumidite con l’aceto e aggiungete un po’ di pepe, lo zucchero e l’alloro.
- Ora abbassate la fiamma e lasciate cuocere il coniglio per circa un’ ora, mescolando di tanto in tanto. Se notate che la carne si sta asciugando troppo integrate il tutto con un po’ di brodo.
- Al termine della cottura aggiungete un po’ di sale se lo ritenete necessario. Servite il coniglio in agrodolce ben caldo.
Ingredienti coniglio in agrodolce
- 800 gr. di coniglio a pezzi
- mix per soffritto (sedano; cipolle; carote)
- 1 bicchiere di vino rosso
- 2 cucchiai di aceto di vino
- 1 cucchiaino di zucchero
- 4 cucchiai di olio extravergine di oliva
- 30 olive verdi denocciolate
- 2 foglie di alloro
- 2 cucchiai di capperi
- q. b. di brodo vegetale
- un pizzico di sale e pepe
Le proprietà delle olive verdi
Il coniglio alla siciliana in agrodolce ha una particolarità, ossia richiede l’impiego di molte olive. Queste, più che un ingrediente di supporto, si rivelano uno dei ingredienti principali. E non potrebbe essere altrimenti, vista l’importanza che la coltura dell’oliva ricopre nel territorio di Gela. Le olive hanno un apporto calorico abbastanza equilibrato, infatti siamo sulle 120 kcal per 100 grammi, una valore simile a quello degli altri frutti (esatto, l’oliva è un frutto). Ciò nondimeno, le olive sono ricche di acidi grassi benefici, che esercitano un ruolo di supporto alle attività del sistema vascolare.
Le olive sono ricche di sostanze antiossidanti. Il riferimento è ai fitosteroli, ai polifenoli e al β-carotene. Tra l’altro, quest’ultima sostanza aiuta l’organismo a metabolizzare la vitamina A, che fa bene agli occhi e non solo. Ricco è anche l’apporto di vitamina E, anch’essa capace di esercitare una funzione antiossidante. Buono, infine, è l’apporto di sali minerali, e in particolare di potassio e ferro. Quest’ultima sostanza favorisce la corretta ossigenazione del sangue ed è presente in genere nelle carni rosse.
Le principali qualità dell’alloro
L’alloro, utilizzato nel coniglio speziato, è una pianta aromatica molto diffusa nella cucina mediterranea, e in particolare in quella campana, calabrese e siciliana. L’alloro insaporisce i primi di carne e di pesce, valorizzando i piatti in modo discreto e senza mai esagerare. Di base è un ingrediente da erboristeria, consumato anche sotto forma di tisana o di decotto, d’altronde si distingue per le proprietà nutrizionali.
In particolare l’alloro contribuisce a risolvere i problemi intestinali riguardanti le coliche. E’ un formidabile rilassante, capace di agevolare il sonno. Inoltre, essendo ricco di vitamina A, supporta le funzioni visive. L’alloro è anche un eccellente depurativo, soprattutto nei confronti dei reni e del fegato. Infine equilibra la pressione sanguigna e contrasta l’alitosi.
I capperi fanno male?
Il coniglio agrodolce alla siciliana (cunigghiu a’ stampirata) si fregia anche della presenza dei capperi, che del resto sono tra gli ingredienti più ricorrenti della cucina siciliana. Attorno al consumo dei capperi ruotano alcuni pregiudizi, come quelli secondo cui farebbero male alla salute in quanto molto salati. In effetti i capperi sono per natura ricchi di sodio, e in più vengono di solito conservati sotto sale. Ciò non significa, però, che facciano male. Infatti, prima di essere impiegati nelle ricette, vanno dissalati. Per il resto, i capperi sono un concentrato di elementi benefici. A partire dal potassio, che risulta abbondante. Stesso discorso per gli antiossidanti, che come abbiamo visto agiscono in funzione preventiva sul cancro.
I capperi, poi, sono considerati dei buoni analgesici. Inoltre favoriscono la corretta composizione del sangue, soprattutto per quanto concerne la formazione di aggregati piastrinici. L’apporto calorico, infine, è piuttosto misero. In questa ricetta i capperi vanno aggiunti al soffritto dopo che le verdure si sono imbiondite, di conseguenza fungono da elemento di supporto per la cottura definitiva del coniglio.
L’importanza del brodo per il coniglio alla siciliana in agrodolce
Il coniglio alla siciliana in agrodolce è relativamente difficile da preparare. La fase più complessa è senz’altro la cottura, che però vanta un alleato efficace: il brodo vegetale. Il brodo viene aggiunto man mano che il coniglio si cuoce, affinché rimanga morbido e succulento.
Potete utilizzare il classico dado pronto ma ovviamente la scelta più consona è la preparazione in casa. Preparare il brodo è facile, ma preparare un ottimo brodo è già più complicato. Qualche trucchetto vi aiuterà a raggiungere il massimo risultato possibile. Innanzitutto utilizzate ingredienti freschi e di stagione. A tal proposito dovreste optare per le carote, il sedano e la cipolla. A queste potete aggiungere qualche foglia di alloro, una manciata di prezzemolo, uno spicchio d’aglio schiacciato e, se desiderate una nota più intensa, qualche grano di pepe nero.
Le verdure vanno poi tagliate grossolanamente e coperte con acqua fredda. Per quanto concerne la cottura dovrebbe essere effettuata a fiamma bassa e deve durare almeno 45 minuti. Fate attenzione anche a come lo utilizzate il brodo. Durante la cottura del coniglio il brodo va aggiunto poco alla volta, mantenendo sempre un livello minimo di liquido nella padella. In questo modo la carne si cuoce in modo uniforme, senza diventare stopposa o asciutta.
Coniglio in agrodolce, una ricetta che va valorizzata
La ricetta del coniglio in agrodolce è un piatto siciliano davvero squisito, raffinato e rustico, proprio per questo merita di essere accompagnato da un buon vino. Ecco qualche proposta.
- Etna Rosso: un vino rosso elegante con note minerali e speziate. Questo tipo di vino esprime un’acidità intensa ma ben bilanciata, che contrasta il gusto agrodolce ed esalta la complessità del piatto.
- Cerasuolo di Vittoria DOCG: un vino armonico che emana profumi di frutta rossa e spezie. Al palato risulta morbido e avvolgente, dunque è perfetto per accompagnare piatti saporiti a base di carni bianche.
- Insolia o Grillo: dei vini bianchi freschi e profumati. Questi vini sono ideali per chi vuole alleggerire l’esperienza gustativa senza rinunciare a un buon abbinamento.
FAQ sul coniglio in agrodolce alla siciliana
Che sapore ha la carne di coniglio?
La carne di coniglio ha un sapore delicato, leggermente selvatico e non troppo invadente. È tenera, magra e si presta a numerose preparazioni. Rispetto al pollo ha una struttura più compatta e un gusto più deciso, ma meno forte rispetto alla selvaggina.
Quanto deve cuocere la carne di coniglio?
La cottura della carne di coniglio dipende dal tipo di preparazione. In genere per uno stufato in agrodolce occorrono 45-60 minuti di cottura a fuoco basso. La carne è pronta quando si stacca facilmente dall’osso.
Con cosa si abbina il coniglio?
Il coniglio si abbina bene a verdure dolci come cipolle e carote, ma anche a frutta secca, olive, aceto e vino. E’ ottimo anche con contorni rustici come patate al forno o polenta morbida. Per quanto riguarda i vini è bene prediligere quelli rossi leggeri o i vini bianchi strutturati.
Che significa “stampirata”?
“Stampirata” è un termine siciliano che indica una preparazione in agrodolce con cipolla, aceto e zucchero. È tipica della cucina popolare siciliana e può essere usata per il coniglio, le sarde, le melanzane e altri ingredienti. Il termine richiama l’idea di una pietanza con sapori forti e contrastanti.
Ricette coniglio ne abbiamo? Certo che si!
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