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Succo al tamarindo, una bevanda dolce che dona benessere

Tiziana Colombo: per voi, Nonnapaperina

Ricetta proposta da
Tiziana Colombo

Succo al tamarindo
Ricette per intolleranti, Cucina Italiana
Ricette vegetariane
Ricette senza glutine
Ricette senza lattosio
preparazione
Preparazione: 10 min
cottura
Cottura: 10 min
dosi
Ingredienti per: 4 persone
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Succo al tamarindo: il gusto, la salute e la tradizione

Quella del succo al tamarindo è una ricetta che unisce sapientemente il sapore deciso dell’antica tradizione siciliana ad un’alimentazione salutare e attenta al benessere di corpo e mente, dando vita ad un drink dal gusto travolgente e dalle straordinarie proprietà. Il tamarindo, frutto che nasce dagli alberi sempreverdi originari del clima tropicale del Madagascar, è infatti ricco di vitamine, in particolare di vitamina C, e vanta molteplici proprietà, tra cui quelle antiossidanti e digestive.

Chiamato anche “dattero dell’india”, il tamarindo propone inoltre un’elevata concentrazione di minerali utili per l’organismo e di acido tartarico. Ma scopriamo più nel dettaglio quali sono i benefici che è possibile ricavare dal consumo di questa bevanda, perfetta da consumare in ogni momento della giornata, in particolare dopo i pasti.

Ricetta succo al tamarindo

Preparazione succo al tamarindo

  • Tagliate il tamarindo a pezzetti.
  • In una pentola versate l’acqua e lo sciroppo, poi portate ad ebollizione per circa 10 minuti.
  • Spegnete e lasciate raffreddare un paio d’ore in frigorifero prima di filtrare con una garza.
  • Servite con dei cubetti di ghiaccio e buon relax!

Ingredienti succo al tamarindo

  • 200 gr. di tamarindo fresco
  • 1 lt. di acqua naturale
  • 4 cucchiai di sciroppo di acero
  • qualche cubetto di ghiaccio

Benefici e proprietà del tamarindo

Il tamarindo è un frutto dal sapore dolce e molto particolare, molto comune in terra siciliana. Dalla forma simile a quella di un dattero, questo alimento vanta diverse potenzialità e offre un grande valore nutrizionale. In primo luogo è utile sapere che è ricco di un principio attivo unico, chiamato appunto tamarindina, dotato di un interessante potere antinfettivo ed antibatterico, che costituisce un valido aiuto nella lotta ai malanni stagionali e ai disturbi di natura virale e batterica.

tamarindo

Il succo di tamarindo è anche un valido alleato della bellezza: grazie alla presenza di numerose sostanze antiossidanti, come l’acido ellagico, quello caffeico e quello clorogenico, aiuta a contrastare i radicali liberi e perciò a combattere e a rallentare l’invecchiamento dei tessuti. Presenta notevoli proprietà lassative e, grazie agli acidi organici presenti nella polpa del frutto, si rivela un efficace regolatore dell’equilibrio intestinale adatto a tutti (si può somministrare persino ai bambini in caso di mal di pancia).

In generale, è ideale per migliorare i processi digestivi e per questo è consigliabile consumarlo dopo i pasti. Il frutto è dotato infine di proprietà ipoglicemizzanti, ovvero aiuta la riduzione del livello di zuccheri presenti nel sangue.

Nutrimento a volontà in ogni sorso di succo al tamarindo

La polpa di questo frutto è composta dal 30% di acqua, dal 50% di zuccheri semplici e dal 5% da fibre alimentari, oltre che da proteine e grassi vegetali da non sottovalutare. Anche vitamine e minerali sono presenti in abbondanza: il tamarindo propone grandi quantità di fosforo, potassio, magnesio, calcio, sodio e selenio, e di vitamina A, C, K, J e vitamine del gruppo B. Al suo interno è presente la pectina, un carboidrato digeribile capace di donare energia al corpo.

Grazie alle varie tipologie di fibre presenti in questo alimento, abbiamo a che fare con un drink perfetto per stimolare il senso di sazietà e depurare l’organismo, che si distingue persino per il suo elevato contenuto di oli volatili come geraniolo, limonene, safrolo, pirazina, salicilato di metile e acido cinnamico: tutte sostanze straordinarie per il benessere dell’organismo e dotate di grandi proprietà officinali.

Il tamarindo come si mangia? Aprite il baccello, eliminate i semi e recuperare la polpa. La polpa, se matura, può essere mangiata in purezza. Si può utilizzare per preparare lo sciroppo di tamarindo e la confettura. Viene utilizzato come spezia per insaporire i piatti ed è utilizzato per la preparazione di salse. La più famosa salsa in cui troviamo il tamarindo è la salsa Worcester. I baccelli di tamarindo si possono acquistare al supermercato o in negozi etnici.

Quindi, lo squisito succo al gusto tamarindo non è altro che un elisir di salute e bontà! Non siete d’accordo? E ora vi starete chiedendo: il tamarindo dove si compra?  Lo potete trovare nei negozi NaturaSi o Biobenessere. Potete trovare anche la pasta di tamarindo, una crema acidula e dolciastra che può essere utilizzata in accompagnamento al pesce fritto o grigliato o per preparare il Pad Thai.

Succo al tamarindo, una bevanda dolce grazie al succo d’acero

Il succo al tamarindo non dovrebbe essere di norma così dolce, infatti il frutto è abbastanza acidulo e quasi pungente. Dunque, se la bevanda è così dolce il merito va ad un altro ingrediente, ovvero allo sciroppo d’acero. D’altronde il sapore dello sciroppo d’acero è ricco, dolce e complesso, valorizzato da note di caramello e vaniglia, che si combinano a un delicato sentore di affumicato.

La consistenza dello sciroppo è regolare e liscia, perfetta per aggiungere profondità a dolci, pancake, waffle o altre preparazioni dolciarie. In questo caso funge da semplice dolcificante. Lo sciroppo d’acero si caratterizza anche per il metodo di preparazione, che differisce da quella degli altri sciroppi. Si inizia con la raccolta della linfa dagli alberi di acero, che avviene durante i primi mesi primaverili, quando le temperature diurne iniziano a superare lo zero.

La linfa viene poi bollita per lungo tempo, concentrandosi fino ad ottenere lo sciroppo. Questo processo richiede molta pazienza: per produrre un litro di sciroppo sono necessari circa 40 litri di linfa. Lo sciroppo d’acero viene classificato in base al colore e alla intensità del sapore: dal più chiaro e delicato al più scuro e robusto.

Il ruolo del tamarindo in cucina

Il tamarindo è un frutto più versatile di quanto si possa immaginare, per questo motivo le sue applicazioni vanno oltre la trasformazione in succo.

Nella cucina asiatica è spesso impiegato per preparare salse, come la salsa tamarindo usata nel famoso pad thai, oppure per insaporire curry e zuppe. In India il tamarindo è un ingrediente fondamentale nel chutney e nei piatti di legumi, come il sambar.

Nella cucina messicana viene utilizzato per fare bevande rinfrescanti che non sono veri e propri succhi, come l’agua de tamarindo, che dona un tocco acidulo alle salse piccanti. Anche nella cucina africana è molto usato il tamarindo, infatti si utilizza per preparare le marinature per carni o piatti di pesce.

Il tamarindo: un frutto dal sapore legato al grado di maturazione

Questo succo o bevanda ci da modo di approfondire un aspetto legato al sapore del tamarindo, operando delle distinzioni in base ai diversi gradi di maturazione.

Quando è ancora poco maturo il frutto ha un gusto intensamente aspro e quasi acerbo, che può essere alquanto pungente. In questa fase viene spesso utilizzato per dare una forte nota acidula ai piatti salati, bilanciando altri sapori.

Quando il tamarindo è più maturo inizia ad ammorbidire la sua acidità, sviluppando una leggera dolcezza che lo rende ideale per salse e bevande, proprio per questo si utilizza in preparazioni che richiedono un equilibrio tra dolce e acidulo.

Quando è ben maturo il frutto diventa molto più dolce, pur conservando una delicata punta di acidità. Il sapore diventa ricco e complesso, perfetto per dolci, chutney e bevande. La sua dolcezza e viscosità lo rendono utile anche per preparare i dessert. Io onestamente preferisco il tamarindo con maturazione media, è il più versatile e può essere trasformato in succo, salsa e condimento per piatti salati.

FAQ sulla bevanda o succo al tamarindo

Che frutto è il tamarindo?

Il tamarindo è un frutto tropicale che cresce su un albero della famiglia delle Fabaceae. Si presenta sotto forma di baccelli marroni, all’interno dei quali si trova una polpa densa e appiccicosa che contiene i semi. La polpa del tamarindo viene utilizzata per il suo sapore caratteristico e per le ottime proprietà medicinali.

Che sapore ha il tamarindo?

Il sapore del tamarindo è una combinazione di dolce, acido e leggermente piccante. Quando è maturo la polpa è dolce-acidula, mentre quando non è ancora del tutto maturo ha un gusto più aspro e deciso. Viene spesso usato per aggiungere un tocco rinfrescante e agrodolce a bevande, salse e piatti di ogni tipo.

A cosa fa bene il tamarindo?

Il tamarindo è ricco di nutrienti e apporta numerosi benefici per la salute. E’ una buona fonte di vitamina C, vitamina B, magnesio e potassio. È noto per favorire la digestione, grazie alle sue proprietà lassative, e viene usato come rimedio naturale contro la stitichezza. Inoltre aiuta a ridurre l’infiammazione, regola il colesterolo e promuove la salute cardiovascolare.

Dove si mangia il tamarindo?

Il tamarindo è consumato in molte parti del mondo, ma è particolarmente diffuso nelle cucine indiane e del sud-est asiatico, oltre che in Africa e nell’America Latina. In India viene utilizzato per preparare chutney, salse e piatti a base di curry. In Messico è spesso usato per fare bevande rinfrescanti e dolcetti a forma di caramelle. Infine, in Thailandia e in altri paesi asiatici viene impiegato in zuppe e piatti a base di pesce o carne.

Ricette succhi fatti in casa ne abbiamo? Certo che si!

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