bg header
logo_print

La carota viola combatte l’artrite in maniera naturale

Tiziana Colombo: per voi, Nonnapaperina

Ricetta proposta da
Tiziana Colombo

carote viola
Ricette per intolleranti, Cucina Italiana
Ricette vegetariane
Ricette senza glutine
Ricette senza lattosio
preparazione
Preparazione: 00 ore 29 min
cottura
Cottura: 00 ore 05 min
dosi
Ingredienti per: 6 persone
Stampa
5/5 (4 Recensioni)

La carota viola è una vera sorpresa di bontà!

Le carote viola e gli gnocchi di carote viola riportano subito alla campagna, ai filari umidi di rugiada e al profumo di terra buona. Il colore intenso non è un capriccio moderno. È la firma di una varietà antica, ricca di antociani. Al taglio, la polpa mostra cerchi e sfumature. In cottura, la dolcezza cresce con calma.

Nella tradizione contadina, le carote viola arrivano in cucina come arrivano le stagioni: senza fretta. Un tempo erano comuni nel Mediterraneo orientale. Poi la moda dell’arancione le ha nascoste per un po’. Restano, però, rustiche e generose. Croccanti da crude, avvolgenti da cotte.

Ricche di antociani, le carote viola portano colore e dolcezza. Buone crude, al forno o in padella. Naturalmente senza glutine e senza lattosio. Con un tocco acido mantengono meglio la tonalità.

A tavola si fanno notare, ma restano discrete. Stanno bene con agrumi, aceto di mele, erbe di campo. Con legumi e cereali ricordano i pranzi di un tempo. Con arrosti e brasati accompagnano senza rubare la scena. Il loro profumo resta pulito, la bocca resta fresca.

Così, tra ricordi e stoviglie di ogni giorno, le carote viola riportano equilibrio. Colore nel piatto, semplicità nel gesto. Un ingrediente antico che parla chiaro. E racconta, piano, il gusto di casa e i sapori di una volta.

Ricetta gnocchi di carote viola

Preparazione gnocchi di carote viola

Come fare gli gnocchi di carote viola? Per la preparazione degli gnocchi di carote viola iniziate lavando le patate e pelandole. Poi lavate e pelate le carote oppure grattatele per rimuovere la buccia. Infine fate cuocere a vapore sia le patate che le carote. Poi riducetele a poltiglia con uno schiacciapatate e quando avrete ottenuto una purea, aggiungete anche l’uovo, un po’ di sale e la farina di riso.

Mescolate ed amalgamate il tutto. A questo punto formate gli gnocchi, sul piano di lavoro stendete un po’ di farina di riso, e aiutandovi con quest’ultima create gli gnocchi con le mani. Rigate gli gnocchi usando il rigagnocchi o semplicemente utilizzando i rebbi di una forchetta. Per cuocere gli gnocchi, semplicemente immergeteli in acqua bollente salata. Sono pronti quando salgono in superficie. Condite a piacimento e servite.

Ingredienti gnocchi di carote viola

  • 250 g di carote viola
  • 250 g di patate rosse
  • 1 uovo medio
  • un pizzico di sale
  • q. b. di farina di riso.

Carote viola: storia di campagna, colore antico e cucina di casa

Origini, identità e memoria contadina

Le carote viola portano con sé un racconto antico. Prima dell’arancione di corte, la tavola conosceva toni scuri. Nelle campagne, nessuno si stupiva. Il colore diceva suolo asciutto, acqua misurata, mani pazienti. Il sapore restava franco, con dolcezza quieta. Le fiere di paese custodivano queste radici. Arrivavano in ceste di vimini, tra foglie umide.

La memoria contadina lega le carote viola a minestre lente. Entravano in brodi di ossa, con orzo e fagioli. Oppure in teglia, accanto ad arrosti domenicali. Ogni casa seguiva il proprio ritmo. Il coltello segnava anelli chiari sul tagliere. Il profumo ricordava cantine fresche e paglia. La cucina parlava piano, e convinceva. In bottiglia finivano sotto aceto leggero. Le dispense tenevano barattoli ordinati. Era cibo di scorta, ma non punitivo. Era conforto serale, dopo campi e fatiche.

I nomi cambiavano con i dialetti. Qualcuno diceva carote nere. Qualcun altro le chiamava morelle. Il senso restava identico. Varietà rustiche, resistenti al vento e alle brine. La buccia proteggeva bene. La polpa rimaneva soda, persino dopo lunghe attese in dispensa. I semi passavano di mano in mano. Le nonne li conservavano in buste di carta. Ogni stagione aggiungeva un dettaglio. Così si manteneva la linea della famiglia.

Colore, nutrienti e sapore quotidiano

Il viola nasce dagli antociani, pigmenti naturali solubili in acqua. Il cuore, spesso aranciato, custodisce betacarotene. Insieme costruiscono equilibrio. La polpa delle carote viola resta compatta e succosa. Il morso porta dolcezza discreta, poi una nota erbacea. Il profilo rimane pulito, anche dopo soste in frigo. Questo doppio registro cromatico ha senso. Il cuore sostiene vista e pelle. La corteccia racconta protezione vegetale. La sinfonia rimane concreta, lontana da mode.

La fibra lavora in sottofondo. Dona sazietà senza pesantezza. Sostiene la regolarità, con gentilezza contadina. Gli zuccheri naturali restano moderati. Il sale va dosato con prudenza. L’olio extravergine lega e arrotonda, senza dominare. Il potassio dialoga con i liquidi corporei. Nulla di gridato. Solo bilanciamento ordinario. Il gusto segue, e non fatica. La sensazione finale risulta asciutta e nitida.

Il calore modifica il quadro. In padella, l’acqua di vegetazione affiora. In forno, le superfici caramellano e si chiudono. Gli antociani possono migrare nel fondo. Una traccia acidula contiene il viraggio. Il viola rimane vivo e leggibile. L’aceto di mele è compagno affidabile. Anche il succo d’arancia svolge il suo lavoro. Basta poco, davvero. Si cerca tono, non aggressione. Il fondo cottura diventa prezioso per legare cereali.

Scelta al mercato e conservazione in dispensa

Al banco, lo sguardo cerca sostanza. Le carote viola migliori sono sode, senza parti molli. La buccia appare opaca e continua. Il ciuffo, se presente, racconta freschezza. Un verde vivace indica raccolta recente. Profumo di terra bagnata, mai di frigo stanco. Piccole screpolature raccontano stress idrico. Non sono un dramma, ma segnalano coltivazioni più dure. Macchie nere profonde, invece, sconsigliano l’acquisto. Meglio passare oltre, senza rimpianti.

La taglia non dice tutto. Radici molto grandi possono risultare più fibrose. Quelle regolari spesso offrono trama fine. Il peso specifico aiuta il giudizio. Una carota pesante, a parità di volume, promette succo. Le carote viola seguono la stessa logica. Anche il taglio trasversale rivela dettagli. Anelli molto distanti suggeriscono crescita veloce. Una tessitura uniforme promette cottura regolare. Il profumo guida sempre. Se manca, il raccolto è probabilmente lontano.

A casa, il cassetto verdure mantiene ritmo costante. Sacchetti forati evitano condensa. Carta assorbente sotto il vassoio tampona l’umidità. Lontano da frutti molto maturi, la tenuta migliora. L’etilene accelera la stanchezza. Il colore perde tono con la luce diretta. I contenitori ermetici trattengono troppa umidità. Meglio una soluzione traspirante. Il cassetto non va sovraccaricato. Lo spazio consente un respiro minimo. Così il viola resta saldo e non cede liquidi.

Preparazioni di casa: crudo, padella, forno, brodo

A crudo, le carote viola portano croccantezza franca. Lamelle sottili dialogano con agrumi e aceto di mele. L’olio extravergine lega senza coprire. Semi tostati aggiungono ritmo. Il sale va dosato con misura. Il colore rimane vivo, soprattutto con acidità gentile. La buccia ben pulita regala carattere. Si può lasciare in insalate rustiche. Il taglio a julienne rende il morso più vivace. Con mela verde nasce un contrasto nitido. Il pane di ieri completa senza invadenza.

In padella, il fondo semplice fa scuola. Cipolla bionda, alloro, un filo d’acqua. Il calore basso accompagna la cottura. La polpa diventa setosa. Il viola scurisce leggermente, senza smarrirsi. Il fondo raccoglie succhi preziosi. Le rondelle devono rimanere integre. Meglio pochi movimenti di spatola. Il fondo non va asciugato troppo. Serve lucidità, non croste. Una noce di burro chiarificato, se gradita, arrotonda.

Al forno, la teglia lavora lentamente. Le superfici asciugano e caramellano. Il profumo cresce con pazienza. Una traccia di agrume mantiene il tono. L’olio buono impedisce durezze. Le carote viola restano riconoscibili, con carattere. Le spezie vanno scelte con misura. Il cumino rischia di coprire. Il coriandolo fresco, invece, accompagna bene. Il rosmarino porta respiro mediterraneo. Un goccio di vino bianco aggiunge profondità controllata.

Abbinamenti di stagione e tavola familiare

Gli abbinamenti cercano equilibrio. Con agrumi, le carote viola trovano una spalla acida. Arancia bionda, limone, mandarino tardivo funzionano bene. Il melograno aggiunge grana croccante. Il risultato rimane vivace ma sobrio. L’insieme racconta stagioni fresche. Con mele renette nasce un equilibrio rassicurante. L’acidità pulisce il palato. La dolcezza resta misurata. Una nota di finocchietto porta verticalità. Il morso rimane agile, dall’inizio alla fine.

I formaggi stagionati dialogano con misura. Un pecorino mite sostiene la dolcezza. Un parmigiano giovane porta sapidità ordinata. Lo yogurt colato, se tollerato, alleggerisce il boccone. Le noci aggiungono profondità e memoria. Il pane casereccio chiude l’armonia. I caprini freschi chiedono cautela. Meglio non sommare acidità. Si cerca un passo cadenzato, non una corsa. Il miele di castagno, in filo sottile, può aiutare. Basta davvero poco, per non coprire il viola.

Sul fronte del mare, il pesce azzurro regge bene. Alici, sarde e sgombro portano energia sapida. L’olio extravergine costruisce il ponte. Il prezzemolo spolvera freschezza. Il risultato resta nitido, anche tiepido. La tavola ringrazia, senza clamori. Con cereali antichi il discorso si allarga. Farro e orzo raccolgono i succhi di cottura. La ciotola diventa completa e nutriente. Una scorza di limone in chiusura ravviva. La temperatura può restare tiepida, per comfort.

Tra le carni, arrosti bianchi e bolliti parlano la stessa lingua. Il brodo accoglie le carote viola senza strappi. La senape antica, in piccole dosi, dà ritmo. Il rafano, quando presente, ravviva. Il piatto rimane domestico e composto. Si riconosce una storia di casa. Gli aceti marcati sconsigliano fretta. Meglio costruire l’equilibrio a gocce. Il pepe nero, fresco di macina, sostiene. La noce moscata rischia di coprire. La prudenza mantiene il racconto comprensibile.

Diete, intolleranze e scelte consapevoli

Le carote viola sono naturalmente senza glutine. Non contengono lattosio. Questo semplifica molte tavole familiari. La ricetta rimane inclusiva, senza forzature. La fibra contribuisce al senso di pienezza. Il gusto resta pulito e riconoscibile. Anche le cotture leggere aiutano la digeribilità. Il vapore rispetta profumi e colori. La temperatura media evita fibre dure. Il risultato resta semplice, come tradizione comanda.

Nelle diete a basso contenuto di FODMAP, la carota risulta spesso ben tollerata. Le porzioni normali non affaticano. Quantità eccessive possono creare fastidio. La misura resta la miglior alleata. Il condimento incide molto. Salse pesanti complicano un profilo già equilibrato. In presenza di più commensali, conviene proporre condimenti separati. Ognuno calibra acidità e sapidità. La base rimane gentile e accogliente. Così si evita di appesantire il piatto. La convivialità beneficia di questa elasticità.

La cottura dolce favorisce una trama docile. In passati e vellutate, la cremosità arriva naturale. Non servono addensanti complessi. Il brodo vegetale mantiene il racconto lineare. La buccia pulita può rimanere, se gradita. Apporta carattere e qualche nutriente in più. Le spezie meritano ascolto. Zenzero e pepe sostengono senza invadere. Paprika affumicata rischia di sovrastare. Meglio una mano leggera. Il carattere delle carote viola va accompagnato, non coperto.

Germogli e presentazione: il tocco fresco

I germogli portano un accento giovane. Con le carote viola funzionano ravanello, alfa-alfa e pisello. Aggiungono croccantezza e una punta pepata. Il contrasto cromatico risulta immediato. Il verde illumina il viola profondo. Il piatto acquista ritmo, senza rumore. Anche i germogli di porro funzionano. Portano una dolcezza lieve e aromatica. In bocca la progressione resta lineare. La fibra della radice sostiene il morso. Il risultato rimane armonico e leggibile.

Sulla presentazione vale la sobrietà. Linee pulite, porzioni giuste, stoviglie semplici. Un fondo chiaro fa risaltare la radice scura. Una colata di yogurt colato, se gradita, crea luce. L’olio buono lucida senza appesantire. Il pane tostato richiama memorie domestiche. I piatti piani aiutano l’ordine. Evitano raccolte inutili di succhi. Il taglio obliquo crea movimento visivo. Le estremità, lasciate intere, danno ritmo. Un tovagliolo in lino chiude il gesto, con cura.

Anche le cime di carota, quando fresche, trovano spazio. In emulsione leggera regalano profumo erbaceo. Legano radici cotte e cereali. Il boccone rimane equilibrato. Si riconosce un gesto antico. Semplice, ma consapevole del dettaglio. Le erbe non devono sovrastare. Prezzemolo, cerfoglio e finocchietto bastano. La menta funziona solo in dosi piccole. Il profumo deve arrivare chiaro. Il viola rimane al centro del racconto.

La carota viola si è evoluta in molte varianti.

La carota viola combatte l’artrite in maniera naturale, Le carote viola sono un ingrediente ormai conosciuto al pubblico italiano. Si tratta di un ortaggio noto a chi vive nella nostra penisola, anche se la variante arancione è senza dubbio quella più diffusa.

Tuttavia la storia della carota non è legata all’Italia. Originariamente era coltivata nella regione dell’Afghanistan e gli esemplari iniziali erano di colore giallo e viola. Mio marito ha provato a seminare la qualità Purple Haze e le Deep Purple nel nostro orto. Vi dirò.

Da questa area la carota è poi stata esportata a est e ovest dove ha incontrato climi molto differenti. Proprio a causa di temperature diverse, questo alimento si è evoluto in modo autonomo. Così, verso oriente abbiamo incontrato la carota rossa in India prima e successivamente in Giappone, mentre nel nostro continente questo alimento ha assunto una colorazione prima sul giallo e poi tendente all’odierno arancione. Come vedete ci sono diverse varietà di carote!

Già nell’antica Roma si spiegava come cucinare la carota

La carota viola (Daucus carota) è una specie erbacea biennale che può arrivare fino a 1 metro di lunghezza. La radice è solitamente lunga circa 20 cm ed ha un diametro di 2. Durante il secondo ciclo di vita sviluppa un fusto eretto con foglie pelose. All’estremità sono presenti piccoli fiori bianchi attorno ad uno centrale rosso. La fioritura avviene per un lungo periodo di tempo: da maggio fino a dicembre.

Finisco con il raccontarvi una piccola curiosità. Nel più celebre manuale culinario dell’antica Roma, Libro de arte coquinaria, si consigliava di preparare la carota in  tre modi:

  • fritta e servita con salsa di vino,
  • condita con sale olio e aceto,
  • lessata e insaporita con il cumino.

Una nota interessante la troviamo nella Carota viola di Polignano Mare o carota di san Vito. In questa carota’ è ridotto il contenuto in nitrati, composti che possono rappresentare una minaccia per la salute umana in quanto in parte trasformati in nitrosamine, composti associati a diversi tipi di cancro. Nella Carota Viola di Polignano Mare il contenuto di nitrati è circa il 50% in meno rispetto alla carota tradizionale. Questa varietà di carote viola è un Presidio Slow Food. La carota viola dove si trova? Oramai la trovate al supermercato o al mercato rionale.

Ma come si cucinano le carote viola?

Gli gnocchi di carote viola rappresentano una base buona e versatile per creare primi di ogni tipo. Proprio come gli gnocchi tradizionali, infatti, si prestano a molte tipologie di condimento. Tutto questo nonostante vengano realizzati con ingredienti diversi dal solito, che forniscono colore e un pizzico di sapore in più. Il riferimento è in particolare alle carote viola, una variante non molto consumata in Italia ma che merita di essere presa in considerazione. Rispetto alle più diffuse carote di colore arancione, infatti, quelle viola si caratterizzano per principi nutrizionali più solidi e per una valenza più marcata in termini di benefici per l’organismo.

Il motivo è semplice, il colore viola è dato dalla presenza delle antocianine, che tra l’altro caratterizzano anche le melanzane (che hanno lo stesso colore). Le antocianine sono dei potenti antiossidanti che recano benefici all’apparato cardiocircolatorio e aiutano a prevenire i tumori. Le carote viola, inoltre, contengono il 22% in meno di zuccheri rispetto alle carote arancioni. Ciò, tra l’altro, determina un sapore meno dolce, ma comunque molto gradevole. Per il resto, i valori nutrizionali sono gli stessi: le carote viola contengono molte fibre, vitamine e sali minerali in abbondanza.

Quali patate scegliere per questi gnocchi?

E’ un dato assodato, senza patate non si possono preparare gli gnocchi, anche nella variante con carote viola. Sono, quindi, degli ingredienti fondamentali. Tuttavia, specie in relazione alle varianti particolari come questa, emerge un dubbio: quali patate utilizzare? In Italia (ma soprattutto all’estero) sono disponibili numerose varianti, e molte si distinguono per gusto, consistenza, resistenza alla cottura e proprietà nutrizionali.

Per gli gnocchi di carote viola e patate suggerisco un tipo di patata che consente alla ricetta di ottenere la massima resa cromatica e nutrizionale grazie alla presenza degli antiossidanti, sto parlando proprio delle patate rosse. Queste sono tali proprio per la presenza delle antocianine, che troviamo anche nelle carote viola, nelle melanzane, nel radicchio ecc..

Gnocchi di carote viola e patate

Va detto che le antocianine si trovano soprattutto nella buccia, ma una quota rilevante è contenuta anche nella polpa, la quale tuttavia appare di colore giallo. Ottime sono le proprietà nutrizionali. A fronte di un apporto calorico non eccessivo, le patate rosse si caratterizzano per l’abbondante presenza di vitamina A, vitamina C e flavonoidi.

Contengono molti carboidrati, come tutte le patate del presto, ma hanno un indice glicemico piuttosto basso. Proprio per questo motivo possono essere consumate senza alcun timore anche dai diabetici. Per quanto riguarda i sali minerali, si segnalano elevati livelli di potassio, che funge da ricostituente naturale e incide favorevolmente sulla gestione dei liquidi corporei.

Il ruolo della farina di riso e le sue proprietà

Tra gli ingredienti degli gnocchi di carote viola spicca la farina di riso. A differenza di molte preparazioni di questo tipo, nella fattispecie non viene impiegata per la preparazione dell’impasto. Per quello, sono necessari solo le carote, le patate, l’uovo e il sale.

Dunque, che ruolo ha la farina di riso? Ebbene, la sua funzione è duplice. Da un lato, consentire una manipolazione più fluida dell’impasto, senza che rischi di attaccarsi alle mani (quando si impasta è sufficiente cospargere i palmi con un po’ di farina per evitare questo rischio).

Secondariamente per coprire gli gnocchi, facilitarne la cottura e migliorarne l’aspetto. In questo caso ho optate per la farina di riso in primis perché non contiene glutine, e quindi è compatibile con le necessità degli intolleranti a questa sostanza e dei celiaci, secondariamente perché il suo sapore (che comunque incide) non dispiace affatto.

Faq su carote viola

Le carote viola perdono colore in cottura?

Rilasciano antociani con il calore. Un tocco acidulo aiuta la stabilità. Teglie asciutte e tempi misurati fanno la loro parte.

Che differenza c’è tra carote nere e carote viola?

Sono nomi d’uso per varietà scure. Il cuore può restare aranciato. Il profilo aromatico cambia poco, più nella sfumatura che nella sostanza.

Si mangiano crude senza problemi?

Sì, come le arancioni. La croccantezza risulta franca. L’acidità pulita rende il morso più vivo. Attenzione solo a taglieri contaminati.

Hanno sapore più dolce rispetto alle arancioni?

La dolcezza è comparabile. Cambia la nota erbacea, spesso più “terrosa”. Il risultato resta equilibrato e piacevole.

Qual è la stagione migliore?

Autunno e inverno regalano il momento più felice. Il freddo compatta la polpa. Il gusto diventa rotondo, senza smancerie.

Macchiano mani e taglieri?

Possono lasciare aloni leggeri. Le superfici lavabili recuperano facilmente. Il legno assorbe un poco, come da tradizione.

Ricette carote viola ne abbiamo? Certo che si!

5/5 (4 Recensioni)
Riproduzione riservata

4 commenti su “La carota viola combatte l’artrite in maniera naturale

  • Gio 21 Gen 2021 | Mari ha detto:

    Salve, la carota viola contiene nichel?

    • Gio 21 Gen 2021 | Tiziana Colombo ha detto:

      Le carote hanno un contenuto medio/basso di nichel e si possono utilizzare sia crude che cotte.

      • Gio 21 Gen 2021 | Mari ha detto:

        Grazie mille e complimenti per il sito!

        • Gio 21 Gen 2021 | Tiziana Colombo ha detto:

          Grazie, ci mettiamo molto impegno e le tue parole ci fanno piacere

Aggiungi un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Puoi usare HTML tags e attributi:

<a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

TI POTREBBE INTERESSARE

Candela di burro con pane

Candela di burro con pane, una deliziosa ricetta...

Come preparare la candela di burro? Guardando la candela di burro potreste pensare a una preparazione estremamente complicata, che richiede una manualità spiccata se non addirittura un...

Annam Jeera Papad

Annam Jeera Papad, il pane indiano che sa...

Come utilizzare l’annam jeera papad L’annam jeera papad può essere consumato come qualsiasi altro tipo di pane, quindi può fungere da companatico per le preparazioni più morbide e cremose,...

crostata banane e cioccolato

Pasta frolla senza burro, un’ottima base senza lattosio

Come preparare la pasta frolla? La pasta frolla senza burro è davvero speciale e diversa dalle altre, allo stesso tempo è anche semplice da realizzare. E’ sufficiente creare un mix secco con...