Pimpinella o sanguisorba, una pianta davvero versatile

La pimpinella e i suoi usi tra cucina e rimedi
La pimpinella incuriosisce da secoli. La pimpinella profuma le insalate. Con pimpinella si indicano piante diverse, e qui nasce la confusione. Subito una cosa chiara: parliamo di aromi freschi e tradizioni vive. È un’erba che racconta tempi e tavole.
Nel linguaggio comune la trovi come salvastrella o anice verde. Due nomi, due storie. Tuttavia il cuore è lo stesso: un’erba dal tocco brillante, capace di dare carattere ai piatti. In Italia cresce nei prati e arriva in cucina con semplicità. Così la pimpinella resta fedele alla sua natura: essenziale, concreta, quotidiana.
Botanicamente i nomi contano. Con salvastrella (Sanguisorba minor) indichi le foglie tenere da usare a crudo. Con anice verde (Pimpinella anisum) parli dei semi, ottimi per dolci e liquori. In ogni caso l’uso cambia, e il risultato pure. Per questo è utile distinguere. Così eviti equivoci, e valorizzi il profilo aromatico più adatto.
In tavola l’effetto è chiaro: freschezza immediata. Le foglioline tagliate fini dialogano bene con verdure croccanti, uova sode, patate lesse. I semi, invece, offrono note più marcate. Per questo vanno dosati con cura. La pimpinella ti chiede equilibrio. E, quando lo trova, regala piatti puliti e molto piacevoli.

Storia e origini della pimpinella
La storia aiuta a capirla. Già i Romani la stimavano per il profumo e la usavano anche nel vino. Un gesto semplice, ma significativo. Poi arrivano i rimandi popolari: piccoli rimedi domestici, gesti di cura, memorie familiari. Così la pimpinella attraversa i secoli e rimane vicina alla vita di ogni giorno.
Il nome latino Sanguisorba deriva da “sanguis” e “sorbere”. Un indizio del passato: si pensava aiutasse a contenere le perdite di sangue. Oggi questo appartiene alla tradizione, ma racconta l’importanza che le persone le attribuivano. Ancora adesso la trovi nei ricettari di campagna e nei ricordi dei nonni.
In cucina il fascino resiste. Le foglie ricordano il cetriolo, con un accenno di noce verde. Dunque funzionano con yogurt, formaggi freschi, pesce al vapore. Inoltre si sposano bene con aceto leggero e agrumi. Per dare un tocco moderno, prova un’emulsione con olio, limone e un pizzico di senape. La pimpinella lega e rinfresca.
Infine, una nota pratica: scegli foglie giovani, verdi e tenere. Tritale al momento, perché il profumo svanisce in fretta. Aggiungile a fine cottura, o meglio a crudo. Così la resa aromatica resta luminosa. Con poche mosse ottieni un piatto più vivo e armonico.
Un focus sulla pimpinella
La pimpinella è una pianta aromatica da sempre utilizzata nella cucina popolare e nella medicina naturale. Si presenta con un fusto eretto e sottile, dominato da foglie irregolari verde scuro. I fiori sono piccoli e colorati di amaranto, rosso scuro e viola. A seconda della varietà, può sfiorare il metro di altezza o superare il metro e mezzo. E’ una pianta versatile, in quanto di essa si utilizzano sia le foglie che le radici. In botanica è nota come “sanguisorba”, ma non va confusa con la “pimpinella anisum”, detta comunemente anice verde, una pianta appartenente a tutt’altra famiglia, che propone usi e sentori diversi.
L’area della pimpinella è vasta, e coinvolge tanto la macchia mediterranea quanto le zone continentali. Tuttavia, soffre abbastanza i climi caldi. In Italia cresce spontanea un po’ ovunque, eccetto che nelle regioni più meridionali. La pimpinella è apprezzata anche dal punto di vista decorativo, infatti dona un aspetto colorato e selvaggio ai giardini, conferendo loro un tenore suggestivo.

Come coltivare questa pianta aromatica
Coltivare la pimpinella non è molto difficile, però occorre disporre di un giardino (la coltivazione in vaso è sconsigliata) e prendere alcuni accorgimenti. Può essere piantata sia in autunno che a inizio primavera, ovvero quando il clima non è né troppo freddo né troppo caldo. E’ bene prediligere zone ricche di sole e terreni freschi, leggeri e ben drenati. E’ infatti tra le piante che soffre peggio i ristagni idrici. Questo tipo di pianta apprezza anche i terreni calcarei, sicché molti integrano il suolo con dei gusci d’uovo.
L’innaffiatura deve essere frequente, ma non abbondante. Inoltre, è preferibile utilizzare del compost, magari una volta all’anno (in primavera). Il fusto non è granché resistente, dunque se la zona è ventosa è consigliabile procedere con un blando picchettamento. La pimpinella è però resistente dal punto di vista biologico, ma ha un nemico molto temibile, le lumache, che sono ghiotte delle sue foglie.
Le varietà della pimpinella
La pimpinella vanta alcune varietà. La distinzione più importante, però, è quella tra le sanguisorba minor e le sanguisorba maior. Le prime varietà sono più mangerecce, invece le seconde sono utilizzate più che altro nella medicina naturale. Si apprezzano però altre varietà, non originarie dell’Europa, ma ormai diffuse anche dalle nostre parti.
Sanguisorba canadensis. E’ la pimpinella più alta e vanta alcune caratteristiche tipiche delle piante rampicanti. Raggiunge anche i due metri di altezza. I fiori sono bianchi, disponibili per tutta l’estate e nella prima parte dell’autunno.
Sanguisorba obtusa. Le dimensioni sono nella media, in quanto superano raramente i 70 cm. E’ apprezzata per il colore dei suoi fiori, che virano sul rosa brillante e sul rosso chiaro.
Sanguisorba menziesii. E’ la pimpinella più piccola, infatti non supera i 60 centimetri. Ha un aspetto cespuglioso, anche perché le foglie sono piuttosto ingombranti e con un colore rosso, tendente al porpora.

Le principali proprietà di questa pianta
Pimpinella proprietà. La pimpinella è una classica pianta aromatica con forte potere speziante. Le sue proprietà nutrizionali sono discrete, come dimostra l’abbondanza e la varietà di oligoelementi. Questi si concentrano soprattutto nelle foglie, che contengono anche acidi grassi omega tre, che fanno bene alla circolazione e aiutano a prevenire malattie cardiache. Da questo punto di vista si segnalano alcune somiglianze con il basilico. La pimpinella è ricca di oli essenziali e di sostanze detossinanti. Certo, non raggiunge i livelli di altre piante aromatiche, ma rappresenta un valido aiuto per l’organismo.
Per quanto concerne il sapore delle foglie, queste spiccano per una certa leggerezza, ma sono in grado di richiamare sentori complessi. Ad alcuni, le foglie della pimpinella ricordano le noci, ad altri il cetriolo e il timo. Ciò è dovuto principalmente agli acidi presenti al loro interno. I fiori della pimpinella vengono raramente impiegati per le loro proprietà, tuttavia contribuiscono ad arricchire la pianta sul piano decorativo, sicché fungono da elemento ornamentale per i giardini.
Gli usi della pimpinella in cucina
La pimpinella è soprattutto decorativa, ma in un modo del tutto particolare. Non decora gli spazi interni, anche perché è veramente complicato coltivarla in vaso, ma arricchisce i giardini, donando un aspetto colorato e allo stesso tempo selvaggio. Nondimeno, la pimpinella viene utilizzata sia nella medicina naturale che in cucina. In entrambi i casi si usano le foglie. Con esse si preparano dei buoni decotti, che contribuiscono a risolvere alcuni problemi di salute. Essendo parecchio astringenti, infatti, sono un toccasana per la diarrea e, più in generale, per i disturbi gastrointestinali. A dire il vero, l’effetto aumenta se insieme alle foglie vengono cotte anche le radici, sebbene il gusto risulta un po’ più sgradevole.
E’ ben attestato anche l’uso esterno delle foglie di pimpinella, se sfregate sulle ferite, favoriscono la loro guarigione. Allo stesso modo, possono calmare i dolori provocati dai reumatismi. In cucina si utilizzano esclusivamente le foglie, di cui si apprezza il sapore vagamente speziato, che sa un po’ di limone e un po’ di frutta secca. Le foglie di pimpinella sono molto gradite all’interno di insalate, magari arricchite da alimenti dal sapore delicato, come possono essere i fiori (di altre specie). Nondimeno, possono essere inserite – se ben sminuzzate – nelle zuppe e nelle minestre, per condirle. Possono partecipare anche ai ripieni di pasta fresca, ma solo in associazione con ingredienti dal sapore non coprente. Raramente, infatti, sono associate alle carni. Infine, la pimpinella si sposa bene con la rucola, con i carciofi e con i formaggi stagionati.
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