Marmellata di kumquat, ideale per colazioni e dolci
Marmellata di kumquat: la ricetta della nonna che profuma d’inverno
La marmellata di kumquat non è una confettura qualsiasi: porta in cucina un agrume piccolo ma sorprendente, da gustare con la sua buccia sottile e profumata. Come nelle ricette di casa, il risultato è brillante, leggermente amaricante e pieno di carattere: perfetto sul pane caldo, sulle fette biscottate o per dare un tocco vivo a crostate e torte. Se non l’hai mai provata, il primo cucchiaino ti racconta già tutto: dolcezza equilibrata, note di fiori d’agrume, freschezza pulita.
Il protagonista è il kumquat, un agrume originario dell’Asia spesso chiamato mandarino cinese. Piccolo, luminoso, con la polpa vivace e la buccia sottile, è nato per le conserve: in cottura regala una consistenza setosa e un colore dorato, quella nota leggermente amara che rende la confettura elegante e mai stucchevole. È l’ingrediente che trasforma una colazione qualunque in un gesto di cura
Versatile e immediata, la marmellata di kumquat illumina impasti e farciture, lucida a caldo le superfici dei dolci e fa da contrasto a una semplice frolla alle mandorle. In dispensa diventa alleata creativa: un cucchiaio nel ripieno delle crostate, uno nello yogurt del mattino, uno su un pancake ancora caldo. È una di quelle preparazioni che profumano la casa e restano nel ricordo.
Ricetta marmellata di mandarini cinesi
Preparazione marmellata di kumquat
Come fare la marmella di kumquat? Per la preparazione della marmellata di mandarino cinese iniziate immergete i kumquat in una ciotola con l’acqua fredda e fateli riposare così per almeno 120 minuti. Trascorso questo lasso di tempo, date una spazzolata ai frutti per eliminare residui ancora presenti.
Adesso fate i kumquat a rondelle o tagliateli a metà, senza sbucciarli, ed eliminate tutti i semi. In una pentola mettete i kumquat, la scorza, il succo di limone e lo zucchero. Date una mescolata e accendete la fiamma portandola ad un livello moderato, cuocete così per 20 minuti mescolando ogni tanto. Infine prendete un frullatore ad immersione e frullate il composto ottenuto, la marmellata è pronta.
Tuttavia, verificate la consistenza adagiando un po’ di marmellata su un piattino e inclinandolo, se il composto si muove molto lentamente allora la marmellata è perfetta. Nel caso la consistenza non vi ispira proseguite la cottura per una diecina di minuti. Per concludere, mettete la marmellata nei vasetti sterilizzati, sigillate con il tappo, capovolgete e fate raffreddare in questa posizione. Etichettate e conservate in un luogo fresco e buio
Ingredienti marmellata di kumquat
- 1200 gr di kumquat
- 500 gr. di zucchero
- succo e scorza di un limone.
Origini e curiosità sulla marmellata di kumquat
La marmellata di kumquat nasce dall’incontro tra una tradizione casalinga molto italiana – quella delle conserve d’inverno – e un frutto dal cuore asiatico, il kumquat, simbolo di prosperità e buona fortuna in Cina. Non è una confettura qualsiasi: il nome stesso del frutto, dal cantonese “arancia d’oro”, richiama colore, luce e abbondanza, elementi che ritroviamo nel vasetto una volta cotto. Portare in tavola una marmellata fatta con questo agrume significa quindi unire gesto domestico e fascino esotico, con un prodotto che resta familiare ma ha una storia più lunga del nostro cucchiaino.
Quando la pianta di kumquat è arrivata in Europa, soprattutto nelle zone dal clima mite, ha conquistato subito i giardini perché era decorativa e resistente. Da lì è stato naturale pensare di trasformare i frutti in conserva: la marmellata di kumquat è stata un modo intelligente per non sprecare i piccoli agrumi maturati tutti insieme e, al tempo stesso, per catturare il loro profumo in una forma stabile e utilizzabile tutto l’anno. È una di quelle preparazioni che raccontano bene il rapporto fra orto, terrazzo e cucina.
Un dettaglio curioso è che il kumquat si mangia con tutta la buccia: questo fa sì che nella marmellata di kumquat entri anche la parte più aromatica e leggermente amaricante del frutto, la stessa che dà carattere alle marmellate di arance amare. Da qui il suo gusto particolare – agrumato, brillante, non stucchevole – che la rende ideale non solo a colazione ma anche per ricette più raffinate: crostate, frolle alle mandorle, abbinamenti con formaggi.
Proprietà nutrizionali del kumquat
Rispetto a molte confetture classiche, la marmellata di kumquat porta con sé una parte dei vantaggi nutrizionali del frutto intero, perché nella ricetta tradizionale si utilizza anche la buccia. Il kumquat è naturalmente ricco di vitamina C, di fibre e di sali minerali come potassio, magnesio e calcio: una quota di questi nutrienti resiste alla cottura e contribuisce a rendere la marmellata più interessante dal punto di vista del benessere quotidiano. Non è un alimento “light”, perché resta una preparazione zuccherina, ma è senz’altro una delle versioni di marmellata agrumata più complete.
La presenza di oli essenziali nella scorza – in particolare limonene e pinene – è un altro punto di forza della marmellata di kumquat: sono proprio loro a dare profumo, freschezza e quella punta balsamica che pulisce il palato. Queste sostanze aromatiche sono citate in letteratura per possibili effetti antimicrobici e antinfiammatori; in cucina, tradotto, significa una confettura più vivace, meno piatta, che non stanca e che si abbina meglio anche a piatti salati.
Grazie alla parte di fibre solubili e alla presenza della buccia, la marmellata di kumquat ha anche una buona capacità di dare sazietà e di modulare l’assorbimento degli zuccheri, soprattutto se consumata in porzioni corrette e in abbinamento a pane integrale, yogurt o formaggi freschi. È la classica preparazione che rimane golosa ma che, rispetto a tante altre marmellate, ha un profilo più “pulito” e naturale.
Usi in cucina della marmellata di kumquat
La marmellata di kumquat è una di quelle conserve furbe che stanno benissimo a colazione, ma che danno il meglio quando si esce dalla solita fetta biscottata. La sua nota agrumata e leggermente amarognola la rende perfetta per farcire crostate dal gusto adulto, per lucidare torte di ricotta, per riempire biscotti di frolla con frutta secca. È ideale anche come “cuore” di un dolce al cucchiaio: basta stemperarla e usarla come base per una bavarese o per una cheesecake agrumata.
Sul fronte salato, la marmellata di kumquat lavora per contrasto: un cucchiaino accanto a un caprino, a una robiola o a un pecorino giovane crea un equilibrio di grasso e acidità molto piacevole. Può diventare anche una salsa veloce per carni bianche o per l’anatra: si allunga con poca acqua o vino bianco e si fa ridurre fino a ottenere una glassa profumata, lucidissima. Anche con il pesce dal sapore pieno (sgombro, salmone, tonno scottato) dà una spinta elegante.
Non va dimenticato l’uso “di servizio”: la marmellata di kumquat, scaldata con pochissima acqua, diventa una glassa immediata per lucidare frutta fresca, crostate e ciambelle. Il colore resta caldo, la brillantezza è naturale e il profumo d’agrume copre eventuali odori di uova o di burro. È il genere di conserva che in un laboratorio di pasticceria domestica non dovrebbe mancare, perché è versatile e riconoscibile.
Benefici e usi terapeutici
Anche se resta prima di tutto una preparazione gastronomica, la marmellata di kumquat eredita parte delle potenzialità del frutto: la quota di antiossidanti e di sostanze aromatiche presenti nella scorza contribuisce a contrastare i radicali liberi e a sostenere, nel complesso, l’equilibrio dell’organismo. Non si parla di effetto curativo, ma di un alimento che può inserirsi senza forzature in un’alimentazione varia.
In Asia, lo stesso kumquat viene tradizionalmente impiegato per preparazioni casalinghe con finalità espettoranti e carminative; usare la marmellata di kumquat in un infuso caldo o come base per una bevanda tiepida (con acqua e limone) è un modo domestico per riprendere quella tradizione. Il profumo degli oli essenziali e la parte agrumata aiutano a dare una sensazione di respiro più aperto e di palato pulito.
Alcuni studi sui composti del kumquat ipotizzano effetti interessanti su infiammazione, protezione cardiovascolare e controllo cellulare; è corretto però ricordare che la marmellata di kumquat contiene zuccheri aggiunti e che quindi va consumata con misura, soprattutto se ci sono esigenze metaboliche particolari. Resta comunque una scelta migliore rispetto a creme spalmabili e topping molto raffinati.
Coltivazione e conservazione del kumquat
Coltivare una pianta di kumquat in terrazzo o in giardino è il modo più semplice per avere materia prima fresca per la tua marmellata di kumquat. La pianta si adatta bene ai climi mediterranei, ama il sole e un terreno ben drenato; in inverno conviene proteggerla dalle gelate più forti, ma per il resto è poco esigente. Avere il frutto fresco sotto casa significa anche poter scegliere i più maturi e profumati, quelli ideali per le conserve.
Il frutto però è delicato e si deteriora in fretta: per una marmellata di kumquat di qualità è meglio lavorarlo entro pochi giorni dalla raccolta o conservarlo a freddo per rallentare la perdita di turgore. La cottura con zucchero e limone è il metodo più naturale per “fermare” profumo e colore, ma puoi anche surgelare i frutti interi se hai un raccolto abbondante e vuoi rimandare la produzione.
Una volta invasettata e pastorizzata correttamente, la marmellata di kumquat si conserva a lungo in dispensa, lontano da luce e fonti di calore. Dopo l’apertura va tenuta in frigorifero e consumata in tempi ragionevoli. È la trasformazione più intelligente di questo agrume: prolunga la stagione del frutto, ne valorizza l’aroma e ti dà un ingrediente pronto per ricette dolci, salate e di decorazione.
Perché abbiamo scelto la marmellata di kumquat?
Il kumquat si presenta con frutti di piccolissime dimensioni, lunghi al massimo un paio di centimetri. Il colore è identico a quello delle arance e dei mandarini, mentre la buccia si presenta sottile e liscia; si differenzia, quindi, da quella degli altri agrumi e può essere consumata insieme alla polpa. Anzi, di norma, il kumquat non si sbuccia neanche. Per quanto riguarda il sapore, il kumquat stupisce per la sua dolcezza, sostenuta da una polpa molto succosa e da un gradevole aroma che si sprigiona appena tagliato.
Il kumquat è un frutto prezioso anche dal punto di vista nutrizionale. A fronte di un apporto calorico contenuto, in linea con gli altri agrumi, si caratterizza per un’ottima quantità di vitamine. Il riferimento, ovviamente, è alla vitamina C, presente in dosi massicce. Stesso discorso per alcuni oli essenziali come l’alfa-pinene, l’alfa-bergamotene, l’alfa-muurolene e il beta-cariofillene. Questi esercitano un’importante azione antibatterica, antinfiammatoria e persino antitumorale (sono in pratica degli antiossidanti). Per ciò che concerne i sali minerali, il kumquat è una fonte eccezionale di manganese, calcio e ferro.

Quale zucchero utilizzare per la nostra marmellata?
E’ la classica domanda che si pone chi si approccia per la prima volta alla preparazione di una qualsiasi marmellata, inclusa quella al kumquat. E’ ovvio, chi ha già affrontato prima d’ora la questione, sa quale zucchero utilizzare. Anche perché, se si escludono le eccezioni (e le ricette particolari) il tipo di zucchero rimane lo stesso da marmellata a marmellata. Il dubbio è comunque giustificato, dal momento che in commercio esistono tante varianti. Premesso che, in linea teorica, qualsiasi zucchero può andare bene, in quanto capace di innescare quei processi che stanno alla base della preparazione delle marmellata, alcune tipologie rendono meglio di altre.
Per esempio, lo zucchero bianco è da preferire allo zucchero bruno di canna. Può sembrare strano, in quanto è proprio quest’ultimo a essere spacciato come alternativa salutistica. Infatti, lo zucchero è “bruno” perché contiene i residui della melassa, i quali lo rendono più buono ma anche più caratterizzato sotto il profilo gustativo. Un aspetto che può scontrarsi con il sapore, forte o blando, della frutta scelta. Dunque è meglio optare per una alternativa più asettica e neutra, come il normalissimo zucchero bianco.
E non chiamatela confettura di kumquat o confettura di mandarini cinesi! Il suo nome corretto è marmellata visto che è preparata con agrumi.
Il ruolo del limone nella nostra marmellata di kumquat veloce
La lista degli ingredienti della marmellata di mandarini cinesi comprende anche il succo di limone. Per alcuni, magari meno esperti, questa presenza potrebbe generare stupore o lasciare perplessi. Che ci fa il limone in una preparazione dolce? Ebbene, il succo di limone è necessario proprio perché la preparazione, in alternativa, sarebbe troppo dolce. Le marmellate si giocano sempre sull’equilibrio tra i vari sentori, dunque è necessario integrare un alimento acido per rendere il tutto più equilibrato. D’altronde, se notate, nelle marmellate industriale è sempre presente l’acido citrico.
Per questa ricetta, come per tutte le marmellate fatte in casa, vi basterà aggiungere un po’ di succo di limone. Mi raccomando, non andate oltre le dosi consigliate, il rischio è di passare da un’eccessiva dolcezza a un’eccessiva acidità. In questo caso sbagliare è difficile, la dose, infatti, coincide con il succo di un limone, che è sufficiente a coprire il “fabbisogno” di ben 4 vasetti di marmellata con mandarini cinesi .
Per un contrasto dolce e sorprendente, non perderti la confettura di melagrana: colore vibrante e gusto raffinato in ogni cucchiaino.
Ricette con mandarini cinesi ne abbiamo? Certo che si!
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