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Olio extravergine di oliva: icona della gastronomia

Tiziana Colombo: per voi, Nonnapaperina

Ricetta proposta da
Tiziana Colombo

Olio extra vergine di oliva
Ricette per intolleranti, Cucina Italiana
Ricette a basso contenuto di nichel
Ricette senza glutine
Ricette senza lattosio
preparazione
Preparazione: 01 ore 00 min
cottura
Cottura: 01 ore 00 min
dosi
Ingredienti per: 4 persone
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5/5 (1 Recensione)

I bianchetti marinati sono un antipasto davvero sfizioso e diverso dal solito. Si caratterizzano per un sapore delicato, che differisce notevolmente dagli antipasti a base di salumi e formaggi. Ma cosa sono i bianchetti? Molti infatti non conoscono questo termine. Ebbene, sono semplicemente gli avannotti, quelli che in alcuni dialetti meridionali vengono definiti “nannata”. Nello specifico, si parla di pesciolini appena nati, e quindi di piccole dimensioni. Sono conosciuti anche come gianchetti. Per formare dei deliziosi bianchetti, in genere, si preferiscono pesci azzurri, come le alici e le sardine.

Ricetta bianchetti marinati

Preparazione bianchetti marinati

Come cucinare i bianchetti? Per la preparazione dei bianchetti marinati iniziate ricavando il succo dai limoni. Lavate attentamente i bianchetti (senza sciuparli), poi scolateli per bene. Ora adagiate i bianchetti su un ampio vassoio dai bordi rialzati e versate il limone sui bianchetti fino a coprirli del tutto. Fate marinare in questo modo per circa 60 minuti. Terminata la marinatura, scolate i bianchetti e conditeli con l’olio e il sale.

Fate riposare per qualche minuto e poi aggiungete anche il timo tritato. Ora bagnate leggermente delle friselle, in modo che si ammorbidiscano, e adagiatele su piatti piani o piccoli vassoi. Sistemate sopra a ciascuna frisella un po’ di bianchetti e condite con l’olio e con qualche rondella di olive nere. In alternativa potete anche conservare i bianchetti sott’olio. Buon appetito!

Ingredienti bianchetti marinati

  • 300 gr. di bianchetti
  • succo di 3 limoni
  • 1 rametto di timo
  • 5 cucchiai di olio extravergine di oliva Carli
  • una cucchiaiata di olive nere
  • un pizzico di sale.

Qual è l’ingrediente che contraddistingue la dieta mediterranea?

Olio extravergine di oliva: un’icona della gastronomia italiana nel mondo. Quando si pensa al cosiddetto “made in Italy” ci vengono in mente moltissimi prodotti diversi, dalla pizza al vino, dalla pasta ai latticini. Eppure, c’è un prodotto che ci ricorda subito l’Italia e, più in generale, la dieta mediterranea: l’olio extravergine di oliva.

Non si tratta solamente di uno degli oli più apprezzati e prodotti in Italia ma anche uno degli alimenti più fondamentali nella nostra dieta che addirittura da alcuni viene usato praticamente su ogni cosa.

La maggior parte dei piatti di origine mediterranea, infatti, ha come base principale l’utilizzo dell’olio di oliva, non solo per le fritture ma anche come condimento, dai primi piatti fino al dessert.

In questa sezione del sito tutta dedicata al nostro amatissimo olio extravergine di oliva scopriremo non solo come si produce l’olio extravergine di oliva ma anche consigli su come conservarlo e utilizzarlo in cucina oltre che come aromatizzarlo per renderlo ancora più speciale.

L’Italia, secondo produttore al mondo dietro la Spagna

Il nostro paese è il secondo produttore al mondo di Olio di oliva, secondo quanto riportato da Coldiretti nel 2018. All’interno dell’Italia, la regione che produce più olio di oliva è la Puglia, con una produzione di 87 milioni di chili. Al primo posto per la produzione a livello mondiale, invece, troviamo la Spagna, con un miliardo di chili all’anno.

Olio extra vergine di oliva

A livello di consumo mondiale, invece, che continua a crescere ovunque grazie alle proprietà e ai benefici dell’olio di oliva riconosciuti a livello mondiale, questa volta l’Italia si trova al primo posto, con ben 557 milioni di chili. Al secondo posto, invece, si trova la Spagna. Al terzo posto, è interessante notare come nonostante non sia un prodotto tradizionale, si piazzano gli Stati Uniti d’America.

Scopriamo la qualità superiore dell’olio extravergine di oliva

All’interno della vasta produzione d’olio di oliva italiano spicca senza dubbio quella dell’extra vergine di oliva. Tanti lo scrivono come olio evo. La qualità di quello prodotto in Italia, infatti, è molto alta, il che permette di esportarlo con grande successo anche all’estero, soprattutto in paesi come gli Stati Uniti che vedono crescere molto il consumo d’olio di oliva negli ultimi decenni.

Per essere denominato extra vergine di oliva, l’olio deve seguire un processo specifico di produzione, che è stato definito dalla legge anche a livello comunitario.

Se volete saperne di più sulla produzione, la conservazione e l’utilizzo dell’olio extravergine di oliva, non perdetevi i prossimi articoli presenti in questa sezione dove approfondiremo questi e molti altri aspetti, buona lettura!

Come conservare l’olio extravergine di oliva

Abbiamo spiegato in altri articoli di questa sezione come si produce l’olio di oliva e le caratteristiche principali di quello extra vergine. In particolar modo di come la percentuale di acidità e la spremitura a freddo distinguono un olio extravergine di oliva da uno che non lo è.

Tuttavia, non è importante solamente sapere come scegliere un buon olio ma anche come conservarlo al meglio.

Per fare in modo che l’olio di oliva mantenga intatte le sue caratteristiche organolettiche, infatti, bisogna evitare una serie di errori comuni che potrebbero portare addirittura a creare un sapore poco piacevole o addirittura rancido. Vi spiego quali sono i principali accorgimenti da mettere in atto per conservare l’ Olio extravergine di oliva in maniera impeccabile.

conservare al meglio l’olio

Olio di oliva: attenzione alla temperatura e alla luce nella conservazione

Il primo accorgimento da ricordare è che l’olio extravergine di oliva non deve trovarsi in luoghi con temperature molto alte. È preferibile, infatti, che si trovi a una temperatura fra i 10 e i 20 gradi. Meglio tener lontana, dunque, la bottiglia dal forno e dai fornelli, ma anche da altri apparecchi elettrici che potrebbero creare una temperatura non ideale.

Al contrario, temperature fredde solitamente, a meno che non arrivino sotto zero, tendono solamente a solidificare l’olio, senza compromettere le sue caratteristiche.

Anche la luce diretta può modificare le caratteristiche organolettiche dell’olio. Per questo, è sempre preferibile scegliere dei contenitori opachi o scuri per evitare che l’effetto della luce provochi gravi danni all’olio. In più, è raccomandabile conservare la bottiglia in un luogo secco e buio, ad esempio nella dispensa o in una cantina asciutta.

L’azione dell’aria e del materiale del contenitore sull’olio di oliva

In generale, è preferibile scegliere (o travasare, se è necessario) e acquistare bottiglie di vetro oscuro, di latta o di acciaio inox che permettono di mantenere intatte le caratteristiche organolettiche e di proteggere l’olio dalla luce. Anche i contenitori di porcellana possono essere una scelta giusta per mantenere l’olio in ottime condizioni.

È necessario, infine, chiudere sempre in maniera accurata la bottiglia in modo che risulti perfettamente sigillata dall’esterno. Infatti, se l’olio entra in contatto con l’ossigeno, è possibile che si modifichi la composizione chimica o che addirittura si ossidi.

Per questo, è sempre preferibile scegliere contenitori con tappi che permettano di mantenere l’olio sottovuoto e che non rischino di lasciare il contenuto all’aria.

Olio di oliva: un prodotto di largo utilizzo fin dall’antichità

Se c’è un ingrediente fondamentale nella dieta mediterranea e indispensabile nella preparazione di qualsiasi piatto è sicuramente l’olio di oliva. Italia, Spagna, Grecia o Portogallo sono fra i maggiori produttori di questo “oro liquido”, nonché i maggiori consumatori. In tutta l’area del Mediterraneo, infatti, l’olio di oliva viene utilizzato da molti secoli.

Già greci e romani lo utilizzavano non solo per usi alimentari ma anche per usi cosmetici o medicinali. Al contrario di ciò che avviene oggi, però, le olive venivano conservate e spremute di volta in volta per evitare che l’olio potesse diventare rancido. I processi della produzione dell’olio di oliva si sono col tempo evoluti e perfezionati ma grossomodo la procedura è sempre la stessa. Andiamo a vedere ora quali sono, attualmente, le principali fasi della produzione dell’olio di oliva.

Olio di oliva

Quando è il tempo di raccolta delle olive?

In Italia, la raccolta delle olive inizia solitamente a ottobre e si protrae fino a dicembre. Esistono diverse tecniche per raccoglierle e che possono influire sulla qualità del prodotto finale.

La raccolta meccanica, ad esempio, avviene attraverso macchinari che scuotono l’albero e permettono la caduta delle olive mature. Pur essendo una tecnica rapida e più economica, questa modalità può avere conseguenze negative sugli ulivi.

La raccolta può avvenire anche in maniera manuale. Da una parte si scuotono i rami dell’albero con dei bastoni per far cadere le olive già mature. Dall’altra, le olive possono essere staccate una ad una a mano, permettendo anche di scegliere quelle migliori e di scartare quelle di minor qualità. Quest’ultima modalità, anche se è un processo più lungo e difficile, è quella utilizzata per elaborare gli oli di oliva di altissima qualità.

L’estrazione: ecco come avviene il passaggio da olive all’olio

Dopo essere state raccolte, le varietà di olive vengono trasportate nei frantoi. Qui passano per diversi procedimenti, come il lavaggio, la molitura e la gramolatura.

È proprio nei frantoi che avviene la distinzione fra olio di oliva normale e quello extra vergine. Oltre ad una percentuale bassa di acidità (inferiore allo 0,8%), elemento fondamentale stabilito per legge, l’olio extravergine di oliva viene spremuto meccanicamente e a freddo, ossia a una temperatura non superiore a 27 gradi.

Il risultato è che l’olio extra vergine, proprio per questa procedura, ha caratteristiche organolettiche superiori e per ciò ha anche un costo commerciale superiore rispetto a quello normale.

La principale differenza al gusto si traduce in un sapore e in un odore più decisi e in un olio dalle migliori proprietà nutrizionali.

Ovviamente, la scelta dell’olio dipenderà dalle necessità e dal gusto di ognuno, per questo potrete contare su una vastissima gamma di produttori con oli caratteristici e tipici che l’Italia propone in commercio.

Bianchetti marinati, un antipasto salutare e gustoso

La specie ittica, però, dipende dalle zone e da quello che può offrire il mare. Una caratteristica peculiare del bianchetto pesce infatti, è la quasi obbligatorietà del consumo fresco. Infatti, tollerano molto male l’abbattimento delle temperature, dunque non dovrebbero mai essere congelati o surgelati. Sono anche piuttosto delicati, dunque vanno maneggiati con cura, soprattutto durante la fase di pulitura.

I bianchetti pesce, infatti, sono di per sé leggeri: si parla di appena 100 kcal per 100 grammi. Si caratterizzano per un elevato contenuto proteico e sono anche piuttosto grassi, sebbene tali grassi siano salutari. Il riferimento è agli omega tre, che impattano favorevolmente sull’apparato cardiovascolare, sulle funzioni cognitive e sulla vista. I bianchetti sono anche ricchi di vitamine, e in particolare di vitamina A, D, B1, B2 e B12. Stesso discorso per i sali minerali, come si evince dalle elevate concentrazioni di calcio, fosforo, ferro e iodio. I bianchetti, quindi, sono molto leggeri e salutari. Certo, alcune tradizioni gastronomiche regionali ne suggeriscono la frittura, ma in questa ricetta vengono semplicemente marinati in modo da conservare leggerezza e capacità nutrizionali. Io amo anche la frittura di bianchetti. I bianchetti fritti sono deliziosi ma provateli marinati e poi ditemi che ne pensate!

Quale è il segreto di questa ricetta?

Il vero segreto di questi pesciolini marinati però non sta nei bianchetti, e nemmeno nella scelta di sostituire la marinatura alla frittura, bensì in un ingrediente che viene considerato spesso in secondo piano, ma che in preparazioni come queste incide parecchio: l’olio extravergine di oliva. Anche perché non si tratta di un olio qualsiasi, bensì dell’olio extravergine di oliva Carli.

Bianchetti marinati

Questa azienda da parecchi decenni funge da punto di riferimento per gli amanti dell’olio extravergine di oliva, in quanto ha saputo coniugare una certa potenza industriale-imprenditoriale (esportata in tutto il mondo) con il rispetto assoluto della tradizione. L’olio interviene nella fase finale, quando occorre dare un tocco di sapore ulteriore ai bianchetti già adagiati sulle friselle. Un semplice gesto, quasi automatico, quello di condire con l’olio, ma che in questo caso incide nettamente sul risultato finale.

Si fa presto a parlare di olio extravergine di oliva Carli, infatti l’offerta è molto ampia. Carli ha valorizzato la tradizione ponendo in essere più varianti di olio extravergine di oliva. Troviamo, per esempio, il Delicato, che si caratterizza per l’armonia dei sentori. Poi il Fruttato, che spicca per le sue note “fresche” e profumate. Ed infine va segnalato il DOP Riviera Ligure, dal sapore forte e deciso, in grado di regalare personalità a ogni piatto.

Le meraviglie del timo e le sue proprietà terapeutiche

L’olio non è l’unico condimento “particolare” di questi bianchetti marinati. Ad incidere sul sapore vi è anche una spezia conosciuta da sempre ma non molto utilizzata in cucina: il timo. E’ una spezia preziosa, le cui proprietà nutritive quasi sfociano nel terapeutico. Anzi, in antichità veniva impiegata come digestivo, carminativo e addirittura come antinfiammatorio. E’ il classico rimedio della nonna per la tosse, l’asma e la bronchite.

Il timo è anche una spezia “forte” e può essere potenzialmente irritante. Un abuso, infatti, può causare gastriti o peggiorare le ulcere. Sia chiaro, non può essere considerato un effetto collaterale, in quanto esso si verifica solo in seguito ad un consumo davvero smodato. In questa ricetta, come nelle altre, dovete utilizzarlo con parsimonia, anche perché è un sapore molto coprente. Nello specifico, va applicato ai bianchetti dopo che questi sono stati già conditi con olio, sale e pepe nero (rigorosamente macinato fresco). Insomma, olio Carli e timo fresco sono un abbinamento perfetto per condire un pesce delicato come i bianchetti. Fra le ricette con bianchetti trovate anche le Frittelle di bianchetti, nutrienti finger food

Ricette oli aromatizzati ne abbiamo? Certo che si!

5/5 (1 Recensione)
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