Pappardelle alla mantovana per pranzo
Le cucine delle nostre nonne sono luoghi magici, ricchi di profumi, sapori e storie che risuonano nelle pareti, nelle pentole e nei cucchiai di legno consumati dal tempo. Qui, tra fornelli e ricordi, generazioni si sono incontrate e legami sono stati forgiati. La nonna Anna, con le sue mani sapienti e il suo sorriso rassicurante, è stata la mia guida in questo mondo affascinante della cucina tradizionale italiana.
Oltre alle deliziose pappardelle alla mantovana, Nonna Anna mi ha svelato segreti di innumerevoli altre ricette, tramandate da generazioni, che racchiudono in sé non solo ingredienti e tecniche, ma anche aneddoti, risate e momenti di vita vissuta. Ogni piatto ha una storia, ogni ingrediente ha un ricordo.
È un fatto universalmente riconosciuto che le nonne sono un patrimonio dell’umanità. Sono le custodi delle nostre tradizioni, delle nostre radici e della nostra identità culinaria. Attraverso questo sito, desidero condividere con voi l’eredità culinaria di Nonna Anna, celebrando non solo la ricchezza della cucina italiana, ma anche l’amore, la passione e la dedizione con cui le nostre nonne hanno nutrito le nostre anime e i nostri corpi.
Ricetta Pappardelle alla mantovana
Preparazione Pappardelle alla mantovana
Impastate le farine con le uova e l’albume sbattute leggermente a parte. Aggiungete un pizzico di sale. Proseguite ad Impastare fino a che non saranno state raccolte tutte le briciole della pasta.Risulterà un composto liscio, omogeneo e abbastanza elastico. Avvolgere il panetto formato in un foglio di pellicola e lasciare riposare.
Tagliate la zucca a pezzi, mondata dei semi, mettete in forno a 220 gradi e togliete quando, provando di tanto in tanto, la forchetta entra bene nella polpa, senza aspettare che cuocia troppo.
Lasciate raffreddare nel forno in modo che si asciughi il più possibile poi, con un cucchiaio, spolpate i pezzi lasciando la buccia e le parti indurite. Passate la polpa nel passa verdure.
La tradizione vuole che si pestino gli amaretti con un bicchiere e la mostarda venga tritata con la mezzaluna. Il liquido o sugo della mostarda viene aggiunto dopo alternandolo con gli amaretti.
Unite il tutto alla zucca e mescolate bene, poi mettete la noce moscata, il Grana Padano e il sale.
Riprendete la pasta e dividete in tre parti uguali. Stendete il panetto sul piano di lavoro aiutandosi con la farina di grano saraceno bianca. Tirare la pasta a mo di sfoglia abbastanza sottile in un formato rettangolare.
Tagliate con la rotellina delle pappardelle larghe 1,5 cm in modo irregolare, e riponete la pasta su un foglio di carta assorbente o come da tradizione su uno strofinaccio.
Riempite una padella con acqua calda, fate bollire, salate e buttate le pappardelle. Dopo circa 12 minuti di cottura scolate direttamente dalla pentola.
Stendere la crema sul piatto e riponete le pappardelle dopo averle fatte passare in una padella antiaderente con burro salato e rosmarino. Fate saltare per qualche minuto dopodichè riponete a nido sul letto di crema.
Sbriciolate grossolanamente gli amaretti sul piatto e aggiungete il rosmarino mondato finemente. Aggiungete qualche pezzetto di mostarda per finire il tutto. Una spolverata di Grana Padano a piacere.
Ingredienti pappardelle alla mantovana
Per la pasta
- 150 gr di farina di ceci
- 150 gr di farina di grano saraceno bianca + q.b. per la lavorazione
- 1 uovo + 1 albume
- un pizzico di sale
Per la crema
- 300 gr di zucca
- 150 gr mostarda mantovana di mele
- 100 gr di amaretti
- 100 gr di Grana Padano
- un buon pizzico di noce moscata,
- un pizzico di sale fino
Per il condimento
- burro chiarificato
- 4 rametti di rosmarino
- amaretti
- Grana Padano
- qualche pezzetto di mostarda di frutta mista
Pappardelle alla Mantovana: tra storia e modernità
La cucina, nel corso dei secoli, ha rappresentato non solo un modo per soddisfare una necessità primaria dell’uomo, ma anche una forma d’arte, un’espressione culturale e una manifestazione tangibile delle tradizioni di un popolo. In questo contesto, prendiamo in esame un piatto che, nella sua semplicità, racchiude secoli di storia e tradizione: le Pappardelle alla Mantovana.
Situata nel cuore della Pianura Padana, Mantova sorge sulle rive dei laghi che la circondano come un gioiello incastonato in un paesaggio di acqua e terra. La sua storia millenaria ha visto passare Gonzaga, artisti, letterati e musicisti, che hanno contribuito a rendere questa città un crocevia di culture, arti e sapori.
La zucca, ingrediente principale delle Pappardelle alla Mantovana, ha radici profonde nelle tradizioni culinarie non solo di Mantova, ma di molte civiltà antiche. In diverse culture, la zucca era vista come simbolo di fertilità, prosperità e rinascita. La sua presenza nel piatto mantovano non è solo un omaggio al territorio, fertile e generoso, ma anche un richiamo alle antiche tradizioni pagane e al ciclo della vita.
Pappardelle: L’evoluzione di un formato
Il panorama gastronomico italiano, nella sua vastità e ricchezza, ha da sempre stupito ed emozionato con la sua incredibile varietà di piatti, formati e sapori. Nel vasto mondo della pasta, esistono decine di formati, ognuno con una storia e un significato. Tra questi, le pappardelle occupano un posto speciale, raccontando una storia di tradizione, evoluzione e passioni culinarie.
Tutto inizia in Toscana, terra di colline ondulate, vigneti rigogliosi e ricette che hanno fatto storia. Le pappardelle, caratterizzate da una larghezza che varia tra i 2 e i 3 centimetri, sono tradizionalmente preparate con una pasta all’uovo, ricca e saporita. In Toscana, sono spesso servite con condimenti robusti come il ragù di cinghiale o di lepre, che si adagiano perfettamente sulla loro superficie piatta, creando un abbinamento ricco e soddisfacente.
Dalla Toscana, le pappardelle hanno iniziato il loro viaggio attraverso la Penisola, adattandosi alle tradizioni e ai gusti delle diverse regioni. In alcune zone, la pasta può essere leggermente diversa, forse più spessa o più sottile, ma ciò che rimane costante è la sua capacità di essere un perfetto veicolo per una varietà di condimenti.
Nel contesto mantovano le pappardelle assumono una connotazione diversa.
Abbinandole con ingredienti come la zucca, tipica della zona, si crea un piatto che equilibra perfettamente la dolcezza terrosa della zucca con la robustezza della pasta. La salvia, il burro e il Grana Padano completano il quadro, rendendo le pappardelle un piatto emblematico di questo incrocio culturale e gastronomico.
Con l’avvento della globalizzazione e la fusione delle cucine, le pappardelle, come molti altri formati di pasta, hanno trovato la loro strada anche in cucine non italiane. Oggi, non è raro trovare pappardelle servite con condimenti ispirati da altre culture, creando ibridi gastronomici che rappresentano l’incontro tra tradizione e innovazione.
Le pappardelle, nella loro semplicità, sono un esempio perfetto di come un alimento possa evolvere, adattarsi e rimanere rilevante attraverso i secoli. Rappresentano non solo un formato di pasta, ma un viaggio attraverso la storia, la geografia e la cultura culinaria italiana. Che siano servite con un tradizionale ragù toscano o con una reinterpretazione moderna, le pappardelle continuano a deliziare i palati e a raccontare storie, una forchettata alla volta.
La modernità incontra la tradizione nella pappardelle alla mantovana
Oggi, in un’era di fast food e pasti consumati in fretta, piatti come le Pappardelle alla Mantovana ci ricordano l’importanza di rallentare, di apprezzare la preparazione del cibo e di celebrare le radici delle nostre tradizioni. In un mondo sempre più globalizzato, dove le cucine si mescolano e si influenzano a vicenda, è fondamentale non perdere di vista le origini e i valori tramandati attraverso i secoli.
Le Pappardelle alla Mantovana non sono solo un piatto delizioso da degustare, ma rappresentano un viaggio attraverso il tempo, una riflessione sul significato profondo del cibo nella nostra cultura e società. In ogni boccone possiamo assaporare la passione, la storia e l’amore che generazioni di mantovani hanno infuso in questa ricetta, rendendola un simbolo di una città e di un popolo.
In un mondo in continuo cambiamento, dove tutto sembra evolversi a una velocità vertiginosa, è rassicurante sapere che ci sono ancora piatti, tradizioni e storie che rimangono immutate, legandoci al passato e guidandoci verso il futuro. E le Pappardelle alla Mantovana sono, senza dubbio, uno di questi tesori inestimabili.
Perché si chiamano pappardelle? Il fascino dietro il nome di una pasta
La pasta è uno degli alimenti più amati e diffusi al mondo e, in Italia, ogni formato ha una storia, un’origine, spesso legata strettamente al nome che porta. Le pappardelle, con la loro forma larga e l’abilità di abbracciare ricchi condimenti, non fanno eccezione. Ma da dove proviene il loro singolare nome?
Il termine “pappardelle” deriva dal verbo toscano “pappare”, che significa mangiare con appetito e gusto, sottolineando l’idea di un piatto sostanzioso e saziante. Questo nome riflette perfettamente la natura di questa pasta: le pappardelle sono ampie, rustiche e spesso servite con condimenti ricchi e corposi. Mangiare un piatto di pappardelle è un’esperienza che coinvolge tutti i sensi, e il nome stesso evoca l’atto gioioso e soddisfacente di “papparsi” un piatto delizioso.
Le pappardelle oggi
Con il passare del tempo, le pappardelle hanno conquistato palati ben oltre i confini toscani. Mentre la tradizione le vede spesso abbinate a condimenti come ragù di cinghiale o di lepre, la versatilità di questa pasta ha permesso la creazione di numerose varianti in tutta Italia e all’estero. Nonostante le evoluzioni e le reinterpretazioni, l’essenza delle pappardelle rimane invariata: una pasta che invita a “pappare” con gusto e soddisfazione.
Dietro ogni nome, si nasconde una storia, e le pappardelle raccontano un racconto fatto di tradizione, passione e gioia di mangiare. La prossima volta che vi troverete a gustare un piatto di pappardelle, ricordatevi del significato nascosto dietro al suo nome e lasciatevi trasportare dalla storia e dai sapori della Toscana. E, naturalmente, non dimenticate di “papparle” con gusto!
Ricette con la zucca ne abbiamo? Certo che si!
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