Latte senza lattosio, quale è il migliore e come sceglierlo
Il latte senza lattosio come soluzione alle intolleranze
Il latte senza lattosio è la soluzione più pratica per continuare a consumare il latte nonostante l’intolleranza al lattosio. Questo disturbo è incredibilmente diffuso, infatti si stima che circa un terzo degli italiani ne soffrano. Si manifesta con crampi addominali e disturbi digestivi di diversa gravità, ma anche a quelli più bassi generano molti fastidi, che richiedono un cambio di passo in termini di alimentazione.
Questo cambio di passo coincide o con l’eliminazione del latte, in misura spesso drastica, o con il consumo di latte senza lattosio. Si fa presto a dire latte senza lattosio. In realtà esistono diverse alternative al latte, alcune delle quali appartengono alla categoria dei “surrogati del latte”. Altri, invece, sono frutto di un trattamento specifico applicato al latte standard. Tale trattamento interviene sulla presenza del lattosio e non va confuso con quelli che riguardano il latte, come la scrematura.
La scrematura coincide con l’eliminazione o la riduzione della parte grassa. Il latte viene scremato per aumentarne il tempo di conservazione, ma anche per renderlo meno calorico. Giusto per dare un’idea, il latte intero non scremato viaggia sulle 60 kcal per 100 ml. Il latte parzialmente scremato ne apporta 40-45, mentre il latte totalmente scremato non va oltre le 35 kcal. Va detto, però, che il latte totalmente scremato è poco utilizzato, in quanto quasi del tutto privo di sapore. Come viene scremato il latte? In un certo senso il latte tende naturalmente verso la scrematura. O, per meglio dire, tende a far emergere la componente grassa (più leggera di quella acquosa), che può essere prelevata meccanicamente. Per accelerare il processo, almeno a livello industriale, si riscalda il latte fino ad una temperatura di 55 gradi.
Dalla nota ministeriale: senza lattosio. E’ stata eliminata la dicitura “delattosato”, in quanto precedentemente associata alla dicitura “dietetico”. Si potrà usare al suo posto la dicitura senza lattosio per i prodotti lattiero caseari e per il latte con contenuto di lattosio inferiore a 0,1 g per 100 g o ml. .
Per tutti gli alimenti non contenenti ingredienti lattei l’indicazione “naturalmente privo di lattosio” deve risultare conforme alle condizioni previste dall’articolo 7 del regolamento (UE) 1169/2011. Noi scriviamo “consentita o consentito” per lasciare libero ogni utente di utilizzare il prodotto della marca che preferisce. Mi raccomando di leggere sempre le etichette .
Ricetta millefoglie con crema pasticcera al cioccolato:
Preparazione millefoglie con crema pasticcera
- Per preparare la millefoglie con crema pasticcera al cioccolato iniziate riscaldando una soluzione di latte senza lattosio e panna in una pentola.
- Versate in una ciotola lo zucchero, i tuorli e l’amido, poi mescolate e montate il tutto usando una frusta (o una planetaria) fino a ritrovarvi con un composto morbido.
- Intanto filtrate il cacao con un setaccio e versatelo poco per volta nel composto appena realizzato per evitare i grumi. Versate il composto così arricchito nella pentola assieme al latte e alla panna.
- Accendete la fiamma e cuocete fino ad ottenere una crema densa ma fluida.
- Poi, spegnete il fuoco e arricchite con il cioccolato fondente precedentemente sciolto a bagnomaria e con il burro. La vostra crema pasticcera è pronta!
- Ora stendete il rotolo di sfoglia e ritagliate tre rettangoli. Bucate leggermente la superficie con una forchetta e spennellate una miscela di tuorlo sbattuto e latte.
- Infine riponete la sfoglia in frigo per 15 minuti.
- Trascorso questo quarto d’ora, recuperate la sfoglia, condite con lo zucchero a velo e cuocete al forno in modalità ventilata a 200 gradi per 15 minuti.
- Dopo 10 minuti la sfoglia potrebbe aver acquisito una tonalità dorata, in questo caso abbassate la temperatura a 180 gradi.
- In ogni caso la sfoglia a fine cottura deve risultare dorata e ben caramellata.
- Infine sfornate e lasciate raffreddare.
- Ora non vi resta che comporre il dolce. Prima, però, ritoccate il rettangolo di sfoglia, se non combaciano gli uni con gli altri.
- Dopodiché, alternate la sfoglia e la crema pasticcera. L’ultimo strato deve essere di sfoglia.
- Infine arricchite con una bella spolverata di zucchero a velo e guarnite con i riccioli di cioccolato.
Ingredienti millefoglie:
- 1 rotolo di pasta sfoglia rettangolare consentita,
- q. b. di zucchero a velo,
- q. b. di riccioli di cioccolato consentito
Ingredienti crema pasticcera al cioccolato:
- 0,5 lt. di latte intero consentito,
- 50 gr. di panna fresca consentita,
- 7 tuorli,
- 20 gr. di amido di mais,
- 180 gr. di zucchero,
- 20 gr. di cacao amaro,
- 70 gr. di cioccolato fondente al 70%,
- 50 gr. di burro chiarificato
Le due tipologie di latte per intolleranti al lattosio
Ma torniamo al latte senza lattosio, e nello specifico alle due macro-categorie. Esiste, infatti, il latte delattosato e il latte vegetale. Il primo è privato del lattosio, mentre il secondo è naturalmente senza lattosio. Il latte delattosato, inoltre, è vero latte, mentre il latte vegetale è in realtà una bevanda ricavata da altri alimenti, ma che può sostituire il latte standard tanto nel consumo in solitaria quanto nelle preparazioni dolciarie e non.
Le differenze tra queste due tipologie di latte sono importanti. Il delattosato ha un sapore del tutto simile alla controparte standard, d’altronde sempre di latte si tratta. Il latte vegetale, invece, eredita il suo sapore dall’ingrediente base. Sicché il latte di cocco è diverso dal latte di mandorla, che è diverso dal latte di soia e via discorrendo. A cambiare sono anche le proprietà benefiche e nutrizionali, sebbene si possano rintracciare similitudini tra i profili di latte ricavati da ingredienti della medesima famiglia. Tutti i tipi di latte provenienti dai legumi, per esempio, sono molto proteici, mentre quelli provenienti da frutta secca sono ricchi di grassi benefici.
Cos’è il latte delattosato?
Latte senza lattosio cosa vuol dire? Vale la pena approfondire singolarmente le due categorie di latte senza lattosio: latte delattosato e vegetale. Cosa dire sul latte delattosato? In realtà, parlare di latte delattosato significa parlare del processo di rimozione del lattosio. L’immaginario collettivo lo reputa un processo chimico, che priva la bevanda della sua naturale genuinità. In realtà il processo è del tutto naturale e consiste nell’immissione dell’enzima lattasi nel latte. Questo enzima è responsabile della digestione del lattosio, infatti gli intolleranti al lattosio ne hanno poco a disposizione, o ne sono privi del tutto.
L’enzima lattasi “digerisce” il lattosio prima ancora del suo consumo, scindendolo in glucosio e galattosio, due zuccheri che possono essere assorbiti senza alcuna difficoltà. A livello di sapore non cambia quasi nulla, anche perché il lattosio non impatta in termini di gusto. Stesso discorso sul piano nutrizionale, infatti il latte delattosato è buono e nutriente come il latte standard. Tuttavia, è un po’ più costoso.
Il latte per bambini senza lattosio è un’alimento di vitale importanza, vista la diffusione di questa intolleranza tra i più piccoli. Solitamentel’intolleranza al lattosio si manifesta dopo i primi anni di vita e non va confusa con l’allergia al latte o alle proteine del latte.
Il latte senza lattosio come si fa?
Latte senza lattosio cosa vuol dire? Il latte privo di lattosio è ottenuto mediante un processo che consente una riduzione consistente del lattosio, tale da rendere la bevanda digeribile anche agli intolleranti. Nella mia cucina il latte intero senza lattosio non manca mai! Il latte ad alta digeribilità è noto anche come latte delattosato o latte HD senza lattosio, dai termini inglesi High Digestible.
Le tecniche produttive per ottenerlo sono le seguenti:
- idrolisi del lattosio: è il metodo più utilizzato. In questo processo, tramite l’azione di alcuni enzimi selezionati, si riduce la quantità di lattosio in maniera significativa.
- metodo a filtrazione: grazie a dei filtri a membrana composti da microfori quasi impercettibili, si riescono ad isolare specifiche componenti del latte, come il lattosio. In questo modo non si alterano le caratteristiche organolettiche.
Dal punto di vista nutrizionale diversi studi hanno dimostrato come non vi sia nessuna differenza tra il latte convenzionale e il latte delattosato. Anzi, con l’idrolisi del lattosio si formano dei composti chimici che aiutano la crescita della flora microbica intestinale.
I latti vegetali e le loro proprietà
Il discorso sul latte senza lattosio di tipo vegetale è molto ampio, infatti sono molte le bevande che appartengono a questa categoria, e tutte si differenziano per resa, sapore e proprietà nutrizionali. Come ho già annunciato, questo tipo di bevande possono essere raggruppate per “famiglie”. Ecco una breve panoramica a tal proposito.
Latte vegetale da frutta fresca e secca. Fanno parte di questa sotto-categoria il latte di cocco, il latte di mandorla e il latte di nocciola. Il sapore ricorda l’ingrediente base, mentre le proprietà nutrizionali rivelano un certo apporto di vitamine e sali minerali. Nel caso della frutta secca troviamo anche grassi benefici, magari della serie omega 3 e omega 6.
Latte vegetale da legumi. Sotto questa categoria troviamo il latte di soia, che è un must in termini di latte vegetale. E’ anche quello con il profilo nutrizionale più completo e più vicino al latte di origine animale, infatti è ricco di proteine, di vitamina B e non difetta in calcio.
Latte da cereali. Per esempio il latte di riso, il latte di avena, il latte di miglio. Il sapore è molto corposo e abbastanza dolce. Il profilo nutrizionale è dominato dai carboidrati, ma non mancano i sali minerali.
Esistono anche i tipi di latte da semi oleosi, che si caratterizzano per la presenza di grassi benefici, come i pseudo-cereali, che si caratterizzano per un mix tra carboidrati e proteine. A tal proposito, vi invito a leggere l’approfondimento sui tipi di latte vegetali.
Cosa scegliere tra latte delattosato e latte vegetale?
Dunque, cosa scegliere tra le due tipologie di latte senza lattosio? Provo a ribaltare la domanda: perché scegliere? Infatti, è possibile consumare l’una e l’altra tipologia, magari alternandole secondo i gusti e le proprie necessità. Tuttavia, se proprio dovete prendere una decisione, e stabilire quale sia la tipologia di latte nella vostra dieta, dovrete prendere in considerazione alcuni elementi. In primis, il vostro rapporto con il latte. Se è tra i vostri alimenti base preferiti, e siete abituati a consumarlo con regolarità, una diagnosi di intolleranza al lattosio dovrebbe spingervi verso il consumo di latte delattosato. Se invece amate sperimentare, puntare sui tipi di latte vegetale.
Nella scelta del latte pesa anche l’impegno che siete disposti a profondere. Il latte delattosato è semplicemente latte, mentre il latte vegetale può essere molte cose. I sapori sono così vari da imporre un minimo di sperimentazione prima di decretare quale sia la bevanda che fa al caso vostro. Marche di latte senza lattosio oramai le troviamo in qualsiasi supermercato. Il latte senza lattosio contiene calcio? SI. Il latte senza lattosio fa male alla salute? NO.
Il latte senza lattosio nelle preparazioni in cucina
Il latte senza lattosio fa ingrassare? NO. Un discorso simile va fatto per quanto concerne la preparazione dei dolci. Il latte delattosato può essere impiegato come il latte normale, ossia può essere sostituito integralmente e senza che ciò eserciti un impatto in termini di gusto. Sul latte vegetale occorre operare sempre una riflessione, inerente alle interazioni di quest’ultimo con gli altri ingredienti. Se non si valuta questo aspetto, si rischia di creare delle stonature tutt’altro che gradevoli. A dimostrazione di questa dinamica, vi presento una ricetta moderatamente complessa, ma realizzabile con il latte senza lattosio, ossia la millefoglie con crema pasticcera al cioccolato.
Sebbene la ricetta sia realizzata con il latte senza lattosio, vi accorgerete di non riuscire a notare la differenza, né in termini di sapore né in termini di texture. La ricetta, ci tengo a precisare, è davvero squisita. La millefoglie con crema pasticcera, d’altronde, piace a tutti. E la crema pasticcera qui chiamata in causa è persino aromatizzata al cioccolato, o per meglio dire al cacao e al cioccolato fondente. Ora non vi rimane che prepararla, buon divertimento e buon appetito!
Quanti tuorli utilizzare per questa millefoglie?
Un altro ingrediente fondamentale della millefoglie con crema pasticcera, sia essa classica o al cioccolato, è il tuorlo d’uovo. Il dubbio che emerge in questi casi riguarda la quantità. Quindi quanti tuorli è opportuno utilizzare? Se si sbaglia, in un senso o nell’altro, la crema può risultare o troppo leggera o troppo pesante. Ebbene, per una millefoglie media, che sia adatta a tutto il rotolo di pasta sfoglia, di base sono necessari sette tuorli.
I tuorli, a differenza dell’albume, presentano proprietà nutrizionali molto importanti, inoltre non sono nemmeno così calorici. Il tuorlo di un uovo, in genere, non va oltre le 60 kcal. Per il resto, il tuorlo è ricco di proteine, che lo compongono per il 16%. Buono è anche l’apporto di grassi benefici, che giovano alla salute del cuore. In quanto a sali minerali, si segnalano dosi eccellenti di fosforo – che fa bene alle prestazioni cognitive – e di ferro.
Un approfondimento sul cioccolato fondente
La vera novità della millefoglie con crema pasticcera è proprio il cioccolato. Di norma il cioccolato dovrebbe essere fondente al 70% in quanto esprime il perfetto equilibrio tra gusto e nutrienti. Il cioccolato fondente è uno dei pochi alimenti dolci che non è solo buono, ma anche salutare (se consumato nelle giuste quantità). E’ ricco di antiossidanti, che contrastano i radicali liberi, riducono lo stress ossidativo e agiscono in funzione antitumorale.
Il cioccolato fondente fa bene all’umore. Una verità che tutti hanno sperimentato in prima persona, ma che di recente è stata dimostrata da alcune ricerche scientifiche. L’unico vero difetto del cioccolato fondente è che è abbastanza calorico. In occasione di questa ricetta, il cioccolato fondente va sciolto a bagnomaria e integrato nella crema pasticcera, dunque viene usato in una fase precedente alla cottura. Inoltre, una parte di cioccolata va trasformata in riccioli, che vengono apposti sull’ultimo strato della millefoglie a mo’ di decorazione. Ma ora veniamo a noi e descriviamo nel dettaglio la ricetta.
Ricette senza lattosio ne abbiamo? Certo che si!
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