Tagliata con fonduta di taleggio e asparagi
Oggi vi propongo la Tagliata con fonduta di taleggio e asparagi. Vogliamo entrare insieme in una macelleria e chiedere al negoziante una rosa, una noce, un reale oppure un pesce? La nostra richiesta non susciterà stupore: otterremo senza difficoltà una rosa senza spine, una noce senza guscio, un pesce senza squame e un reale… senza corona.
Questi termini rientrano, infatti, nel vocabolario corrente dell’intenditore di carne, insieme a molti altri particolari che vi consentiranno di scegliere con competenza un « taglio» di carne e di destinarlo alla preparazione più adatta. La scelta di un pezzo di carne non è così facile come può sembrare. Non per tutte almeno.
Gli asparagi sono ortaggi buoni sotto ogni punto di vista. Ricchi di acqua e capaci di offrire un piccolo apporto di fibre e proteine vegetali, regalano inoltre delle notevoli quantità di potassio, magnesio, fosforo, ferro, selenio, zinco, calcio, rame e manganese. Per quanto riguarda l’apporto vitaminico non sono da meno: presentano elevati livelli di vitamina A, B1, B2, B3, B5, B6, C, E, K e J.
Gli asparagi (Asparagus officinalis) li conosciamo bene. Hanno un sapore unico e anche una forma inconfondibile. Appartengono alla famiglia delle Liliacee e sono noti per le loro notevoli proprietà benefiche e per il valore nutrizionale. Con le loro foglie aghiformi e l’aspetto sempre verde, sono molto diffusi nella parte centro-meridionale dell’Europa fin dai tempi antichi. Vengono coltivati, ma crescono anche spontanei… e quelli selvatici sono ancor più ricchi di nutrienti!
Esistono diverse varietà di asparagi e, oltre a quelli nel tradizionale colore verde, ci sono anche bianchi e viola, e vengono portati in tavola soprattutto in primavera. Ogni specie, con le sue differenze cromatiche, ha un sapore leggermente diverso, ma le proprietà nutrizionali non cambiano e, in ogni caso, sono a dir poco notevoli! Scopriamo insieme quali sono…
Per tutti questi motivi, garantiscono proprietà ed effetti benefici unici: si rivelano fantastici diuretici; aiutano a depurare l’organismo (favorendo l’eliminazione delle tossine accumulate) e a regolare la pressione (in particolare grazie al potassio), e si presentano come validi alleati della digestione. Il consumo di asparagi influisce positivamente sulle funzioni intestinali e sullo stato di salute della pelle, proponendo un buon supporto anche nella lotta contro i radicali liberi.
Il notevole contenuto di vitamine del gruppo B si rivela ottimale per tenere sotto controllo i livelli di glucosio nel sangue e, per questo, molti esperti consigliano questi ortaggi ai diabetici e a tutti coloro che desiderano spendere una maggiore attenzione nei confronti della prevenzione del diabete. Gli asparagi presentano inoltre interessanti dosi di carotenoidi, ovvero i precursori della vitamina A, che regalano potenti effetti antiossidanti e protettivi all’epidermide e alle mucose, e stimolano le funzioni del fegato.
Tagliata con fonduta di taleggio e asparagi : un secondo gustoso
Certo, quelle padrone di casa che hanno al loro attivo numerosi anni di esperienza gastronomica, ormai non si trovano più in difficoltà davanti al banco del macellaio, ma tutte quelle che hanno cominciato da poco o da pochissimo la loro « routine » di cuoca non hanno ancora la pratica necessaria per gli acquisti quotidiani, soprattutto in un campo così particolare e così vasto come quello delle carni.
Innanzi tutto trovandosi davanti alla grande varietà di pezzi di carne, esposti sul banco del macellaio, bisogna saperne distinguere la qualità che dipende da alcuni elementi importantissimi come: la razza dell’animale e quindi la sua provenienza. Ad esempio, la nostra carne migliore viene dalla Toscana e dal Piemonte, poiché i pascoli di queste regioni sono particolarmente buoni e ricchi. Il sesso: la carne di manzo è più fine, come qualità, di quella di mucca (che si riconosce dal grasso giallastro invece che bianco) e di quella del toro. Quella di vitello è più delicata, anche se meno saporita.
L’età: la carne di manzo migliore proviene da animali macellati tra i cinque e i sei anni; quella di vitello da esemplari uccisi tra i due e i sei mesi. Il periodo migliore è intorno ai tre mesi. L’età è particolarmente importante ai fini della qualità della carne: un manzo più vecchio è più coriaceo, un vitello macellato troppo giovane è ancora flaccido e gelatinoso e completamente privo di grasso; macellato troppo vecchio perde il suo caratteristico colore rosato e la carne, tendente al grigiastro, diventa secca. Lo stato fisico dell’ animale al momento della macellazione: se è affaticato ad esempio dal troppo lavoro (e questo vale per il manzo) o in stato di agitazione, la carne risulta dura.
L’alimentazione: dopo aver appeso i quarti di manzo e vitellone all’ ingresso del suo negozio, il macellaio si accinge a dividerli nei vari tagli.
Scegli con cura la carne
Gli animali che sono stati nutriti con erba e hanno lavorato poco sono quelli che forniscono la carne più tenera. Oltre alla qualità, però, è importante riconoscere anche il giusto punto di frollatura e i vari tagli. Il primo, infatti, è determinante per la tenerezza della carne, i secondi per la riuscita di una ricetta e soprattutto per il prezzo. La frollatura: ha lo scopo di rendere più tenera la carne degli animali, dopo la macellazione. È un fatto provato che la carne di un animale appena ucciso è secca, quasi coriacea, perché nelle sue fibre muscolari permane ancora un residuo di vitalità. Oltre a tutto è completamente priva di sapore. È quindi importante che vi accertiate che la carne abbia già subito il processo di mortificazione (termine tecnico con cui viene definita la frollatura) che va da otto a quindici giorni, oppure che provvediate a farla frollare in casa, se avete scoperto troppo tardi che si tratta di carne fresca.
A questo punto vi chiederete in quale modo potrete accorgervene. È semplicissimo: la carne presenta un colore più vivo di quello abituale, determinato da una parziale sopravvivenza delle cellule alla morte dell’animale. All’opposto c’è la carne troppo frollata o addirittura guasta: si può riconoscere perché all’atto del taglio si copre di un velo untuoso e assume un colore quasi livido. È chiaro che si tratta di un animale malato o di uno che ha lavorato troppo prima di essere macellato. Il taglio: come dicevamo prima, da questo dipende, oltre la buona riuscita di un piatto, anche il prezzo della carne che sarà maggiore o inferiore, a seconda che sia di primo, secondo o terzo taglio.
Un piatto che ti farà ricredere sul fatto che per mangiare una buona tagliata è necessario andare al ristorante!
Ed ora la ricetta della Tagliata con fonduta di taleggio e asparagi.
Ingredienti per 4 persone
- 600 gr. di filetto di manzo
- 400 gr. di asparagi
- 1 scalogno
- q.b sale e pepe
- 2 cucchiai di olio extra vergine d’oliva
per la fonduta:
- 250 cl. di latte Accadi
- 20 gr. di farina di riso
- 15 gr. di burro
- 140 gr. di taleggio cremoso
Preparazione
Pulite gli asparagi e sbianchiteli in acqua bollente salata per qualche minuto. Tagliateli a pezzettini e stufateli in un tegame basso con dell’ olio, lo scalogno tritato fine, sale e pepe. Qualche punta lasciatela da parte per l’impiattamento
Passate a preparare la fonduta versando il latte, la farina e il burro in un pentolino e fate bollire, mescolando continuamente per evitare la formazione di grumi.
Appena la fonduta diventa corposa, togliete dal fuoco, unire il taleggio tagliato a dadini e frullate il tutto. Coprite con un coperchio mentre preparate la carne.
Fate grigliare il filetto da ambo i lati, salate e passatelo in forno per circa 10/15 minuti a 180 gradi e lasciate riposare per altri 10 minuti prima di tagliarlo a fettine
Passate all’impiattamento stendendo le fettine di filetto, mettete due cucchiaiate di asparagi e sopra versate la fonduta. Decorate con le punte tenute da parte e servite
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