bg header

Intolleranza al sorbitolo, un problema trascurato

intolleranza al sorbitolo

Cos’è l’intolleranza al sorbitolo?

Oggi parliamo di intolleranza al sorbitolo (o glucitolo), un disturbo che coinvolge molte persone e che, spesso, è in grado di compromettere il tenore di vita. E’ un disturbo subdolo, in quanto i suoi sintomi si confondono con quella di tante altre patologie. E’ subdolo anche perché il sorbitolo è contenuto in molti alimenti, sia industriali che naturali. Se per un intollerante al lattosio è più o meno facile riconoscere gli alimenti che gli recano danno, e un celiaco sa benissimo quali cibi evitare, l’intollerante al sorbitolo rischia quasi in ogni momento di ingerire la sostanza incriminata, con tutte le conseguenze del caso.

Ma partiamo con ordine. Cos’è il sorbitolo? Quali sono i sintomi connessi a questo tipo di intolleranza? A cosa è dovuto il disturbo? Spiegare nel dettaglio cosa sia il sorbitolo significa addentrarsi nei meandri della chimica organica, un esercizio poco utile per chi soffre di questo disturbo. Possiamo riassumere il tutto affermando che il sorbitolo è una “specie” di dolcificante naturale presente di base in alcuni frutti e, allo stesso tempo, utilizzato dall’industria alimentare per zuccherare alcune produzioni a basso costo. Questa semplice definizione restituisce la reale dimensione del problema. Il sorbitolo non è legato a una specifica classe di alimenti, e non è legato nemmeno a una categoria (ad esempio prodotti naturali vs prodotti industriali). La presenza del sorbitolo è trasversale e non è regolata da criteri fissi o ben definiti.

I sintomi della intolleranza al sorbitolo

I sintomi di chi è intollerante al sorbitolo sono simili ai sintomi di qualsiasi altra intolleranza alimentare. Anzi sono decisamente aspecifici, un termine che si usa quando i disturbi non sono esclusivi di una malattia, ma possono essere ricondotti a un numero molto alto di patologie. Ad ogni modo, gli intolleranti al sorbitolo sperimentano mal di stomaco o dolore addominale al basso ventre, gonfiore, meteorismo (presenza di gas nello stomaco) e diarrea. In genere si accusano almeno due di questi sintomi, sebbene numero e intensità dipendano dal grado di intolleranza.

A differenza di altre intolleranze alimentari o di disturbi diffusi verso altre sostanze, non è ben chiaro se l’intolleranza al sorbitolo possa portare a problemi più gravi e potenzialmente fatali. Per esempio, è stato dimostrato che la celiachia, se non trattata, può aumentare nel lungo periodo le probabilità di contrarre un tumore all’apparato digerente. Nel caso del sorbitolo non vi sono evidenze a sostegno o contro questa tesi. Il disturbo, rispetto agli analoghi che coinvolgono le altre sostanze, è ancora poco studiato.

Cause e diagnosi della intolleranza al sorbitolo

Qual è la causa della intolleranza al sorbitolo? Per rispondere a questa domanda è necessario inquadrare meglio il fenomeno e descrivere i due tipi di intolleranza al sorbitolo ad oggi conosciuti: intolleranza primaria e secondaria. L’intolleranza primaria ha origine probabilmente genetiche, infatti è scatenata dall’assenza o dalla scarsità dell’enzima che “tratta” il sorbitolo, ovvero il GLUT-5. Se questo enzima è assente o scarso, il sorbitolo verrà assorbito con estrema difficoltà o non verrà assorbito affatto, rimanendo nell’apparato digerente e scatenando una reazione da parte dello stesso (sostanzialmente accumulo di gas e flora batterica intestinale alterata). L’intolleranza secondaria non ha un’origine genetica, bensì traumatica e patologica. Una grave malattia acuta dell’apparato digerente, o una malattia infiammatoria intestinale, può mettere fuori gioco i villi della mucosa, che non riescono più ad assorbire il sorbitolo. In questo caso, se i villi sono danneggiati in modo reversibile l’intolleranza è provvisoria.

intolleranza al sorbitolo

Per quanto concerne la diagnosi, il problema principale è “arrivarci”. Nel senso che, prima di pensare a una intolleranza al sorbitolo, si verificano tante altre ipotesi. Ciò è dovuto alla presenza diffusa del sorbitolo nella dieta di ogni giorno ed al fatto che i sintomi sono associati a tante altre patologie. Ad ogni modo, l’esame più efficace e alla portata di tutti è il h2 breath test, o test del respiro. In questo esame il paziente ingerisce sostanze contenenti il sorbitolo ed  espira all’interno di un contenitore. L’aria viene poi analizzata, se il risultato del test contiene specifiche tipologie di gas allora l’intolleranza è confermata. La causa dei sintomi, come ho già detto, è proprio l’accumulo di gas intestinali. Per sostenere il test per intolleranza al sorbitolo è necessario digiunare otto ore prima dell’esame. In ogni caso si deve rinunciare a fibre (frutta, legumi e verdura) per tutto il giorno precedente.

Quali terapie per chi è intollerante a questa sostanza?

Come qualsiasi altra intolleranza, anche l’intolleranza al sorbitolo non è curabile. Non esiste una terapia che permette di guarire e di tornare a consumare senza problemi alimenti contenenti il sorbitolo. L’unica terapia possibile, che a questo punto può essere definita “sintomatica” consiste nell’evitare i cibi che contengono la sostanza incriminata. Ciò risulta difficile a primo acchito, visto che gli alimenti incriminati non sono associati a una categoria specifica. E’ molto più semplice se si conoscono gli alimenti da evitare, uno per uno.

Ecco una lista di alimenti cui gli intolleranti al sorbitolo dovrebbero rinunciare, in ordine di pericolosità: dolci per diabetici, chewingum senza zucchero, prugne, wasabi, pere essiccate, marmellate per diabetici, prugne secche, rosa canina, albicocche secche, pesche secche, marmellata di mirtilli, more, pere, succo di pera, frutta secca, prugne, ciliegie, datteri, mele, succo di prugna, pesche, uvetta, cocco essiccato e birra. Perché tra gli alimenti per evitare ci sono prodotti “senza zucchero” e prodotti “per diabetici”? Il motivo è semplice, il sorbitolo viene impiegato dall’industria alimentare per dolcificare, in sostituzione dello zucchero. Sostanza, questa, che fa certamente male ai diabetici e che in teoria fa ingrassare (da qui l’abbondanza nei prodotti cosiddetti light).

La pericolosità di così tanti alimenti può scoraggiare chi teme una intolleranza al sorbitolo o ha già ottenuto una diagnosi specifica. Tuttavia, alcuni consigli possono aiutare a convivere meglio con la malattia. Un consiglio è certamente quello di leggere l’etichetta di ciò che si acquista, in quanto la presenza della quantità di sorbitolo deve essere sempre segnalata. Inoltre, se l’intolleranza è grave, state attenti anche ai prodotti cosmetici e alle medicine, in quanto anch’essi potrebbero risultare pericolosi. Chiedete informazioni specifiche al produttore. Infine, diffidate in generale dei prodotti light e che recano la dicitura “senza zuccheri”.

Riproduzione riservata
CONDIVIDI SU

Aggiungi un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Puoi usare HTML tags e attributi:

<a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

TI POTREBBE INTERESSARE

Intolleranza al riso

Intolleranza al riso, un disturbo molto raro ma...

Le cause dell’intolleranza al riso L’intolleranza al riso esiste, sebbene non sia tra le più diffuse. D’altronde, quando si parla di intolleranza alimentare, il pensiero corre a ben altre...

Intolleranza alle solanacee

Intolleranza alle solanacee, come combatterla al meglio

Cosa sono le solanacee? Per comprendere i rischi e i meccanismi che stanno dietro all’intolleranza alle solanacee è necessario capire cosa si intenda per solanacee. Il termine è, infatti,...

Intolleranza al frumento

Intolleranza al frumento, cosa c’è da sapere

Perché usare i fiocchi di avena a colazione? Una colazione che si rispetti non può essere carente in carboidrati. Proprio per questo la ricetta dello Skyr con kiwi prevede anche l’impiego dei...

logo_print