bg header
logo_print

La santolina, una pianta aromatica dai mille usi

Tiziana Colombo: per voi, Nonnapaperina

Ricetta proposta da
Tiziana Colombo

santolina
Ricette per intolleranti, Cucina Italiana
Ricette a basso contenuto di nichel
Ricette vegetariane
Ricette senza glutine
Ricette senza lattosio
preparazione
Preparazione: 01 ore 00 min
cottura
Cottura: 01 ore 00 min
dosi
Ingredienti per: 4 persone
Stampa
5/5 (1 Recensione)

Risotto alla santolina, una ricetta profumata e sorprendente

Siamo abituati a pensare alle erbe officinali come rimedi naturali o ingredienti per tisane, ma alcune di esse possono diventare protagoniste anche in cucina. È il caso della santolina, pianta aromatica dal profumo intenso e dalle mille virtù, che oggi diventa l’ingrediente speciale del nostro risotto alla santolina, una ricetta semplice, ma fuori dal comune. Il sapore delicato del riso si sposa con le note erbacee e leggermente balsamiche dei fiori di santolina essiccata, per un risultato equilibrato e raffinato. Un primo piatto che conquista con discrezione e che si rivela perfetto anche in abbinamento a un buon calice di vino bianco secco.

Il procedimento è quello classico del risotto, ma ciò che fa davvero la differenza è il brodo: dopo averlo portato a ebollizione, viene lasciato in infusione con i fiori di santolina per una decina di minuti. Così facendo, si arricchisce di aromi e trasmette al riso tutta la sua personalità. La tostatura del Carnaroli, la mantecatura con burro e Parmigiano e una cottura attenta completano l’opera. Il risultato è un piatto cremoso, profumato, con un finale piacevolmente fresco, che incuriosisce il palato e invita al bis.

Curiosità sulla santolina
Nota anche come “cotula” o “crespolina”, la santolina è una pianta rustica che appartiene alla stessa famiglia della camomilla. Cresce spontaneamente in zone aride e soleggiate e si riconosce per i suoi fiorellini gialli e per le foglie grigio-verdi, sottili e aromatiche. In cucina si utilizza in piccole dosi e preferibilmente essiccata, per aromatizzare oli, brodi, pane e, come in questo caso, il riso.

La prima volta che ho preparato questo piatto, l’ho servito come antipasto in una cena estiva. Nessuno degli ospiti conosceva la santolina e tutti hanno chiesto cos’era quell’aroma così insolito ma familiare. Alcuni hanno pensato alla camomilla, altri al rosmarino. E in effetti la santolina, con la sua natura intermedia, sembra voler racchiudere più suggestioni insieme. Il bello è che non copre gli altri ingredienti, ma li accompagna in modo armonico. Il consiglio? Usarla con mano leggera, come tutte le erbe aromatiche potenti.

Vi è mai capitato di usare in cucina un’erba che conoscete solo come pianta da giardino o da infuso? Magari l’avete nel balcone da anni e non immaginavate che potesse finire in un risotto…

Il risotto alla santolina si abbina bene con vini bianchi minerali e profumati, come un Sauvignon o un Vermentino. Volendo renderlo ancora più elegante, si può completare il piatto con un filo d’olio extravergine delicato e qualche fiore fresco non trattato, giusto per dare colore e un tocco botanico in più. Se volete stupire senza complicarvi la vita, questa è la ricetta perfetta.

Ricetta risotto alla santolina

Preparazione santolina

  • Portate a ebollizione il brodo vegetale.
  • Aggiungete i fiori di santolina, coprite e lasciate in infusione per 10 minuti.
  • Filtrate il brodo con un colino fine e mantenetelo caldo.
  • In una casseruola, sciogliete il burro.
  • Unite lo scalogno tritato e fate appassire dolcemente.
  • Versate il riso e tostatelo per 2 minuti, mescolando.
  • Bagnate il riso con il brodo alla santolina, aggiungendolo poco per volta.
  • Mescolate regolarmente e attendete l’assorbimento del liquido prima di aggiungerne altro.
  • Proseguite la cottura per 16–18 minuti, fino a ottenere una consistenza al dente.
  • Spegnete il fuoco, mantecate con il Parmigiano e regolate di sale.
  • Impiattate subito e, se desiderate, guarnite con fiori freschi di santolina non trattati.

Ingredienti santolina

  • 320 g di riso Carnaroli
  • 500 ml di brodo vegetale
  • 10 g di fiori di santolina essiccata
  • 1 scalogno tritato finemente
  • 50 g di Parmigiano Reggiano stagionato grattugiato
  • 30 g di burro chiarificato
  • un pizzico di sale

Santolina: guida completa alla pianta, al fiore e all’arbusto

La santolina vive tra orto e balcone con eleganza discreta. Il fogliame grigio argenteo riflette la luce e profuma con note resinose e agrumate. In estate spuntano capolini gialli, piccoli e compatti. Il cespuglio cresce basso e rotondo, per bordure ordinate e vasi ordinati.

Nel parlare comune ricorre come santolina pianta, talvolta come santolina grigia. Nei vivai compaiono nomi botanici differenti. “Santolina incana” è frequente per il fogliame argentato; altre volte si legge “officinalis” o “elegans”. La sostanza rimane la stessa: un’aromatica sobria, affidabile e luminosa. *Il profumo è gentile, mai invadente.*

Chi coltiva la santolina spesso apprezza la sua sobrietà. Resiste al sole e al vento, pretende poco innaffiamento, si accontenta di terreni asciutti. In cucina entra in punta di piedi. Piccole dosi bastano per dare pulizia ai sapori, senza coprire nulla. Il fiore porta un accenno di miele.

Quando si legge santolina cuidados, il riferimento riguarda la gestione quotidiana. Luce piena, drenaggio, potature leggere dopo la fioritura. Il ritmo segue le stagioni. A Nord si protegge dai ristagni, più che dal freddo. La pratica rende tutto semplice e ripetibile.

santolina

Guida alla santolina: pianta, fiore, arbusto e cucina

Identikit botanico: cos’è la santolina

La santolina pianta appartiene alle perenni mediterranee. Cresce compatta, con rami fitti e foglie finemente incise. Il colore tende al grigio argentato. In controluce crea un effetto quasi luminoso. Il portamento resta basso, quindi non invade gli spazi. L’insieme mostra ordine naturale e coerenza visiva.

Sotto il nome santolina si incontrano diverse specie e selezioni. Santolina incana indica spesso i tipi più argentei. Alcuni cartellini citano “officinalis” ed “elegans”. Cambia l’etichetta, non lo spirito della pianta. L’importante rimane il fogliame aromatico e il fitto cespuglio rotondo.

Il ciclo è semplice. In primavera riparte compatta mentre in estate fiorisce con capolini gialli. In autunno si accorcia di poco per mantenere la forma mentre in inverno riposa, soprattutto nelle zone fredde. Il comportamento risulta prevedibile e rassicurante. L’insieme costruisce una presenza costante.

La santolina convive bene con altre mediterranee. Lavanda, elicriso e rosmarino condividono esigenze simili. In bordura si alternano macchie di colori e profumi. In vaso la pianta resta ordinata. Il risultato parla di sobrietà e luce. Lo stile si integra con terrazzi moderni e giardini rustici.

Fiori e profumi: tra cucina e decoro

Il “santolina flower” è un piccolo bottone giallo. La forma è sferica, quasi un punto di sutura nel verde. Il fiore appare in estate e resta sospeso su steli sottili. L’effetto è allegro e pacato. La fioritura aiuta a leggere le aiuole e ad alleggerire i volumi.

Il profumo del fiore rimane lieve. L’eco ricorda erbe di campagna e miele chiaro. In cucina compare come guarnizione essenziale. Nei piatti freddi il giallo crea contrasto cromatico. In casa, i capolini secchi diventano piccoli accenti. I mazzetti decorano senza rumore.

Il taglio dei fiori aiuta l’ordine del cespuglio. Dopo la fioritura, un accorciamento prudente compatta la chioma. La pianta reagisce con nuove foglie fitte. Il grigio torna omogeneo e luminoso. La ripresa favorisce l’inverno, con una struttura chiara. Il vaso rimane pulito.

Nei mix di erbe secche i capolini portano carattere. Il colore si conserva bene. Il profumo resta discreto. In abbinamento con lavanda e alloro nascono sacchetti profumati. In cucina i fiori si impiegano con misura. Il risultato tocca appena i sapori, senza imporre direzioni rigide.

Coltivazione pratica: drenaggio e potatura

La dicitura “santolina cuidados” spiega la manutenzione essenziale. Il sole diretto valorizza il fogliame grigio. Il terreno deve drenare con decisione. I ristagni sono l’unico vero nemico. In vaso il fondo con materiale inerte aiuta. Le radici respirano e lavorano meglio.

L’acqua serve di rado. In estate si controlla il pane di terra. L’innaffiatura arriva solo quando il substrato asciuga a fondo. Le concimazioni restano leggere. Un eccesso di azoto allenta la struttura. La pianta preferisce la sobrietà. La resa estetica guadagna in compattezza.

La potatura si concentra dopo la fioritura. Un accorciamento contenuto mantiene la forma. Si evitano tagli nel legno vecchio. La ricrescita produce cuscini fittti. In fine inverno ci si limita a pulizie leggere. L’attenzione costante previene squilibri e spogliamenti.

In climi freddi conta il drenaggio più della copertura. La santolina sopporta il freddo asciutto. Patisce l’umidità stagnante. Un vaso rialzato aiuta molto. Il vento non disturba. Il cespuglio rimane saldo e leggibile. La gestione quotidiana diventa ripetibile e semplice.

santolina in vaso

Paesaggio e balcone: il profilo del “santolina shrub”

Nel verde ornamentale si parla spesso di “santolina shrub”. L’arbusto rimane basso, quindi utile per bordure. Il colore argenteo dialoga bene con ghiaie chiare e corten. Il ritmo delle macchie grigie crea armonia. Le linee restano nette e rilassanti. L’effetto si adatta a molti stili.

Sul balcone il vaso cilindrico mette in risalto la forma. Il grigio valorizza fioriture blu o viola. La combinazione con salvie ornamentali risulta naturale. Il profilo rotondo rompe gli spigoli della scena. Nei terrazzi piccoli la compattezza conta. L’ordine visivo viene protetto.

Nelle aiuole secche l’arbusto costruisce una base. Tra pietre e ghiaia la tessitura fogliare riluce. Il giallo dei capolini è un accento garbato. Le piante vicine guadagnano definizione. Il complesso respira bene. L’insieme rimane coerente nel tempo.

Nel disegno dei percorsi la santolina segnala svolte e aperture. La ripetizione di cuscini crea cadenze. Gli spazi risultano leggibili anche d’inverno. L’arbusto non chiede irrigazioni frequenti. Il progetto diventa gestibile a lungo. La manutenzione ordinaria resta minima.

Santolina in cucina: aromi, dosi e abbinamenti

Il profumo della santolina ricorda resina e agrumi. In cucina la regola è la misura. Foglie finemente tritate portano pulizia ai sapori. Nei piatti a base di pesce il tocco diventa fresco. Il sale aromatico con scorze agrumate funziona bene. Il risultato rimane sobrio.

Sui cereali in chicco compare a crudo. Orzo, farro e riso accolgono l’aroma con naturalezza. Le patate lesse guadagnano carattere. Nelle carni bianche la nota balsamica alleggerisce. Il condimento si distribuisce con attenzione. La percezione resta chiara.

Nei dolci la santolina pianta trova spazio negli sciroppi leggeri. L’infuso breve profuma macedonie e yogurt. Zuccheri aromatici si preparano con riposi lunghi. La quantità minima evita eccessi. Il sentore lavora sul fondo. La sensazione resta fine.

Gli oli essenziali non entrano nelle ricette. La concentrazione risulta troppo alta. Le foglie e i fiori bastano per tutto. La sicurezza viene prima del profumo. L’equilibrio si ottiene con mani leggere. Il piatto rimane leggibile e armonico.

Diete e intolleranze: integrare la santolina con buon senso

Le erbe fresche, in piccole dosi, non portano glutine. La santolina si inserisce con facilità in menu dedicati. Nei primi si affida a brodi leggeri. Nei secondi a cotture semplici. L’aroma consente di ridurre salse pesanti. La digeribilità ne beneficia.

Per chi limita il lattosio l’aromatica diventa alleata. Un olio profumato a freddo aggiunge profondità. Il sapore cresce senza formaggi. Il piatto non perde rotondità. L’attenzione alle quantità guida ogni passaggio. L’esperienza resta personale.

Nel perimetro FODMAP, contano i dettagli. Un soffio di erba a crudo risulta spesso gestibile. Le porzioni restano piccole. La percezione individuale orienta le scelte. Il diario alimentare aiuta a capire. La ripetizione porta consapevolezza.

Il riferimento rimane la cucina gentile. Ingredienti semplici, cotture sobrie, aromi misurati. La santolina lavora in sottofondo. Il risultato suona limpido. La tavola accoglie gusti diversi. L’insieme conserva equilibrio e piacere.

risotto alla santolina

Raccolta, conservazione e sicurezza domestica

La raccolta migliore arriva al mattino. Le foglie risultano asciutte e profumate. I rametti giovani portano intensità equilibrata. La scelta si concentra sulle parti tenere. Il taglio netto pulisce la chioma. La pianta risponde con nuova compattezza.

L’essiccazione avviene all’ombra e in luogo arieggiato. I mazzetti restano piccoli. Il tempo fa il resto. Una volta asciutte, le foglie si sbriciolano con le dita. I vasetti scuri proteggono l’aroma. La dispensa rimane ordinata.

In casa i capolini secchi profumano cassetti. I sacchetti di stoffa distribuiscono il sentore. L’effetto è lieve e costante. L’olio essenziale, invece, si considera non alimentare. La diluizione evita eccessi. La prudenza guida ogni uso.

Nella gestione domestica contano poche regole. Drenaggio, luce, tagli moderati. Le pratiche si ripetono durante l’anno. La santolina risponde con regolarità. Il giardino guadagna ordine e continuità. La cucina trova un accento delicato.

Faq su santolina

La santolina è commestibile?

Sì, in piccole quantità. Si usano foglie e talvolta fiori, sempre con misura. L’olio essenziale non è alimentare.

Che differenza c’è tra Santolina incana e altre santoline?

“Incana” indica i tipi più argentati. Altre etichette cambiano poco in cucina. Conta l’intensità aromatica della pianta concreta.

Come si coltiva in vaso secondo “santolina cuidados”?

Sole pieno, substrato drenante, poca acqua. Potatura leggera dopo la fioritura per mantenere compattezza e forma.

I fiori, il “santolina flower”, si usano nei piatti?

Sì, come guarnizione discreta o in infusi leggeri. L’effetto rimane delicato e cromatico.

Il “santolina shrub” regge freddo e vento?

Sì, se il terreno drena bene. Teme l’umidità stagnante più del freddo. Il vento non crea problemi rilevanti.

La santolina è adatta a chi evita glutine o lattosio?

Sì. Le erbe fresche non portano glutine. L’aroma aiuta ricette senza lattosio, mantenendo gusto ed equilibrio.

Ricette con erbe spontanee ne abbiamo? Certo che si!

5/5 (1 Recensione)
Riproduzione riservata

Aggiungi un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Puoi usare HTML tags e attributi:

<a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

TI POTREBBE INTERESSARE

Bouquet di elicriso

Elicriso: guida completa tra usi in cucina, tradizione...

Cos’è l’elicriso: origine, profumo, identità Elicriso significa luce, sole, oro. Il nome unisce “helios” e “chrysos” e richiama i fiori piccoli e dorati. Cresce in terreni asciutti,...

Arrosto di maiale alla santoreggia

Arrosto di maiale alla santoreggia, una bontà aromatica

La santoreggia: un’erba speciale per questo arrosto di suino La santoreggia, usata in questo delizioso arrosto di maiale, è un’erba aromatica appartenente alla stessa famiglia del timo e...

Zuppa estiva con ravanello e zucchine

Zuppa estiva con ravanello e zucchine: un primo...

Le proprietà delle foglie di ravanello Le foglie di ravanello sono le vere protagoniste della ricetta della zuppa estiva. Non necessitano di una lunga cottura, dunque vanno inserite quando le...