Sambuco, tante ricette facili con questa pianta
Il sambuco è una pianta tra le più conosciute e utilizzate non solo dall’industria alcolica, che ne ricava un famoso liquore, ma anche in erboristeria, nella cosmetica e in cucina. La pianta si presenta come un arbusto e può raggiungere anche i 6 metri di altezza, benché nella stragrande maggioranza dei casi non superi i 3 metri.
La corteccia ha un singolare colore grigio scuro, mentre i fiori sono tra il colore bianco e il giallo. Il loro profumo è molto spiccato e in grado di emergere chiaramente. Le foglie di sambuco sono di un color verde scuro e hanno una forma classica, presentando una texture piuttosto ruvida e simile a quella dell’ortica.
Ricetta hugo e sciroppo di sambuco
Preparazione hugo e sciroppo di sambuco
Per la preparazione dello sciroppo al sambuco iniziate spremendo 10 frutti per ricavare il succo di limone. Fate bollire l’acqua, aggiungete lo zucchero e mescolate fino a formare uno sciroppo e lasciate intiepidire.
Ci vogliono circa 15 minuti. E’ meglio non lavare i fiori (ombrelle) sotto l’acqua corrente perché rischiano di rovinarsi. Basta scuoterli delicatamente ed eliminare eventuali sporcizie o insetti.
Lavate delicatamente i fiori di sambuco in un po’ di acqua fredda e rimuovete i fiori più piccoli. Lavate 2 limoni e tagliate a fette.
Versate i fiori e le fette di limone in un contenitore pulito e sterilizzato, poi coprite con cucchiai di sciroppo e mescolate. Chiudete con il suo coperchio e lasciate a macerare in frigo per minimo 3 giorni. 24 ore non bastano. Di tanto in tanto mescolate.
Sterilizzate le bottiglie e i tappi. Quando è pronto filtrate lo sciroppo e aggiungete l’ acido citrico prima di imbottigliare il liquido.
Utilizzate lo sciroppo per preparare una acqua aromatizzata fresca e dissetante con l’aggiunta di acqua frizzante e le fette di limone.
Per la preparazione del cocktail Hugo iniziate versando nel bicchiere lo sciroppo di sambuco e qualche cubetto di ghiaccio. Aggiungete lo spumante e la menta, poi allungate con la soda e date una mescolata leggera. Ora non vi resta che servire.
Ricetta sciroppo di sambuco
- 10 fiori di sambuco,
- 12 limoni,
- 1,5 lt. di acqua frizzante ,
- 150 g. di zucchero,
- 25 g. di acido citrico in polvere.
Ricetta Hugo cocktail
- 15 cl. di spumante o vino bianco Prosecco,
- 2 cl. di sciroppo di sambuco,
- q. b. di soda,
- 2 foglie di menta,
- 1 spicchio di limone o lime,
- q. b. di cubetti di ghiaccio.
I principali utilizzi del sambuco
E dopo aver letto come preparare Hugo e Sciroppo di sambuco scopriamo qualcosa di più!. Per quanto concerne i frutti di sambuco, esso sono bacche dalle tonalità molto scure, in genere non commestibili da crudo o comunque sgradevoli di sapore. Se cotti, però, possono essere impiegati per preparare creme e marmellate dal sapore forte e aromatico.
Spesso, la bacca di sambuco è utilizzata per aromatizzare i liquori molto alcolici. Il consiglio comunque è di non darsi alla raccolta “amatoriale” di bacche di sambuco, in quanto alcune di queste possono essere velenose.
Il sambuco cresce spontaneo nelle zone collinari e in montagna. Non di rado, viste le caratteristiche della pianta, può essere coltivato intenzionalmente e utilizzato come delimitazione dei terreni, un po’ come se fosse una siepe.
Qualche curiosità su questa particolare pianta
Le peculiari caratteristiche del sambuco hanno dato vita nel corso del tempo a varie leggende. L’elemento più peculiare è il contrasto tra il profumo dei fiori e il sapore delle foglie.
I primi sono incredibilmente profumati, le seconde emanano un sentore molto amaro, certo non privo di applicazioni in cucina, ma comunque sgradevole al palato (in mancanza di trattamento). Questa “dualità” si riscontra anche in un’antica leggenda germanica.
Nella tradizione norrena il sambuco prende il nome di “albero di Holda”. Holda era infatti una fata che abitava vicino alle distese di sambuco, e che poteva mutare il suo aspetto, rivelandosi ora come una bellissima ragazza ora come una strega arcigna.
La stessa dualità si riscontra in alcune tradizioni dell’Europa settentrionale, in cui il sambuco veniva rappresentato con due segni distinti, uno raffigurante la morte e uno raffigurante la vita. Stesso discorso per le tradizioni celtiche, per le quali il sambuco rappresentava il tredicesimo mese, che nel calendario druidico segna il passaggio tra l’inverno e la primavera.
Tale dualità non è interpretata, non in questi modi almeno, dalle tradizioni mediterranee. Dalle nostre parti, infatti, il sambuco ha sempre rappresentato un simbolo “positivo” ed è sempre stato considerato come una pianta di buon auspicio.
Le proprietà del sambuco
Il sambuco ( Sambucus nigra ) è apprezzato non solo per i suoi tanti usi e per l’aroma che riesce a esprimere in tutte le sue componenti, ma anche per le proprietà nutrizionali e benefiche.
Le foglie sono considerate emollienti e depurative in virtù dell’abbondante presenza di fibre e acqua. Inoltre contengono anche una buona dose di antiossidanti. I frutti, anche da cotti, esercitano una funzione lassativa, benché leggera, infatti sono straordinariamente ricchi di fibre e discretamente antinfiammatori. La corteccia, invece, ha proprietà diuretiche e antibatteriche.
In passato, infatti, veniva utilizzata per curare la cistite e altre infiammazioni di lieve entità. I fiori di sambuco, infine, racchiudono un po’ tutte queste caratteristiche, infatti non è un caso che siano la componente più impiegata. I fiori, inoltre, incidono anche sul profumo, sulla commestibilità e sul sapore.
A loro modo, le bacche di sambuco possono essere considerate alimenti nutrienti e salutari, infatti sono ricche di vitamina A e vitamina C, un connubio che si riscontra (almeno in questa misura) solo nei migliori ortaggi. La vitamina A fa bene alla vista, come sicuramente saprete.
La vitamina C, invece, esercita un impatto positivo sul sistema immunitario. Inoltre è responsabile di un’azione antiossidante, che aiuta l’organismo a contrastare i radicali liberi, a ridurre lo stress ossidativo e a diminuire le probabilità di contrarre forme tumorali.
Le bacche di sambuco sono anche ricche di potassio, che regola la pressione sanguigna, soprattutto in caso di ipotensione. Inoltre, caso più unico che raro, contengono parecchi carboidrati. Allo stesso tempo sono tutt’altro che caloriche, anche perché sono quasi del tutto prive di grasso.
Infine, essendo ricche di acqua e di fibre, possono essere considerate sia depuranti che digestive. Alcune varietà di sambuco regalano bacche con una quantità di fibre ancora superiore, in grado di esercitare un’azione lassativa.
Niente di particolarmente pesante, comunque, a tal punto che possono essere utilizzate anche da chi non ha problemi di stipsi. Il sambuco, in tutte le sue componenti, presenta però delle controindicazioni. Esse si “attivano” in caso di consumo eccessivo e generano in genere vomito, nausea, diarrea.
Per quanto concerne la preparazione dei decotti e degli impacchi, è sconsigliata l’applicazione sulla pelle se si soffre di eritemi, dermatiti, eczemi e vesciche.
Attenzione alla variante velenosa del sambuco
Prima di esplorare gli usi del sambuco in cucina è bene fare una precisazione, infatti è opportuno sapere che esiste una variante velenosa del sambuco. Essa è ben conosciuta dagli esperti di botanica e di giardinaggio. Gli amatori, o chi si diletta nella raccolta delle piante, potrebbero però esserne all’oscuro con tutti i rischi che ne conseguono.
Per inciso, la variante velenosa è nota ufficialmente come “Sambucu Ebulus”, in gergo è invece nota come Ebbio. Come riconoscere il sambuco velenoso, o Ebbio che dir si voglia? In effetti l’aspetto è simile e per certi versi identico, ma è sufficiente prestare attenzione ad alcuni particolari per non sbagliare.
A partire dalle dimensioni: il sambuco “normale” è alto, invece l’Ebbio in genere non raggiungere i due metri. Stesso discorso per il fusto, quello del sambuco commestibile è fluido e costellato di puntini, mentre il fusto dell’Ebbio è più legnoso, rigido e omogeneo esteticamente.
Più difficile è il confronto tra i fiori e le bacche. I fiori di entrambe le piante, infatti, sono raccolti a ombrello. In genere, però, quelli dell’Ebbio hanno una forma leggermente ovaleggiante.
Le bacche sono quasi indistinguibili. Di solito, però, le bacche del sambuco ricadono verso il basso, mentre quelle dell’Ebbio sono rivolte verso l’alto.
Purtroppo ciò non rappresenta la regola, bensì una semplice tendenza a cui bisogna prestare la massima attenzione. Se non siete sicuri, rivolgetevi ad un esperto prima di usarlo nelle vostre ricette.
Come utilizzare questo tipo di pianta in cucina?
Del sambuco si utilizza un po’ tutto, corteccia inclusa. Le foglie e i fiori possono essere impiegati per preparare degli infusi. In questo caso le proprietà nutrizionali sono davvero importanti e superiori a molte altre specie vegetali.
Per quanto concerne gli infusi ai fiori di sambuco, è sufficiente lasciare in infusione 4 grammi di fiori ogni 15 cl. di acqua, che ovviamente deve essere bollente. Se si avverte la necessità di una bevanda “liscia” è possibile filtrarla ad infusione avvenuta.
Per quanto riguarda la corteccia, che è certamente la parte più difficile da trattare, si segnala la produzione del decotto. In questo caso, sono sufficienti 30 grammi di corteccia ogni litro di acqua. La cottura deve essere lunga, o almeno sufficiente a dimezzare il volume del liquido.
Il sambuco, tuttavia, è rinomato soprattutto per lo sciroppo in cui vengono impiegati i fiori. Esistono numerose ricette a riguardo. Qui in calce ve ne presento qualcuna, di cui una arricchita con l’aceto, benché la sua presenza possa far storcere il naso ad alcuni.
Lo sciroppo con fiori di sambuco, a sua volta, può essere utilizzato per altre preparazioni, sia in pasticceria che nella realizzazione di alcolici. Un uso singolare del sambuco lo vede come protagonista in uno dei cocktail più famosi, l’Hugo. In quel caso basta sostituire lo sciroppo di melassa con lo sciroppo di sambuco. Qui di seguito trovate la ricetta anche di questa variante.
Il succo di sambuco
Dal sambuco è possibile ricavare anche un buon succo. La particolarità di questo succo consiste nella sua “origine”. La materia prima, infatti, può essere fornita sia dai fiori che dalle bacche, e persino da entrambi.
I succhi di sambuco, derivanti in toto o in parte dalle bacche, sono abbastanza amari, ma hanno comunque un sapore gradevole. Invece sono molto profumati, gustosi e delicati i succhi derivanti anche dai fiori.
Il succo di sambuco vanta numerose proprietà, inoltre è ricco di antiossidanti, che come abbiamo visto fanno bene all’organismo e agiscono in funzione antitumorale.
In virtù dell’abbondanza di sali minerali, il succo di sambuco impatta positivamente su alcune funzioni dell’organismo e in particolare sull’apparato cardiovascolare. Non sono da trascurare anche le proprietà diuretiche e detossinanti, soprattutto se il succo contiene le bacche.
A tal proposito, migliora la regolarità intestinale e aiuta a risolvere i casi meno gravi di stitichezza. Infine, secondo la tradizione popolare, il succo di sambuco farebbe bene anche alla pelle, donandole lucentezza e migliorandone l’aspetto.
Il derivato più famoso del sambuco la sambuca
Impossibile ignorare in questo articolo sul sambuco quello che è il suo derivato più famoso, ossia la sambuca. Come sicuramente saprete si tratta di un liquore di tipo dolce, al 100% italiano e realizzato con i fiori di sambuco.
Per la loro preparazione vanno incontro a un processo di distillazione molto certosino. Per il resto la sambuca vanta la presenza di numerosi ingredienti, come l’anice stellato, il finocchio, svariate erbe aromatiche e ovviamente lo zucchero.
Alcune varietà di sambuco vedono come protagonisti anche il timo, la menta piperita e la genziana. La sambuca ha una lunga storia alle spalle, ma la sua ricetta è stata “codificata” solo nell’Ottocento per opera di una famosa distilleria del Lazio. La sua fama, comunque, è esplosa solo a partire dal 1945, quando è stata associata alla preparazione dei cocktail.
Attualmente la sambuca la si consuma come ammazzacaffè o digestivo, raramente viene bevuta liscia. Viene impiegata anche per correggere il caffè, soprattutto a fine pasto. Chi la consuma sotto forma di drink spesso la arricchisce con due chicchi di caffè.
Il sapore amarognolo dei chicchi, infatti, “potenzia” la naturale dolcezza aromatica del liquore. Per quanto concerne i cocktail, spesso viene abbinata alla soda e alla cola. Esiste un cicchetto, lo “sdraiavacche”, il cui nome è di per sé una descrizione sufficiente, che viene realizzato con la sambuca e il centerbe, presenti in parti uguali.
Se avete delle ricette da consigliarmi le rifarò per voi!!! Scrivetemi nei commenti o in privato e sarò felice di prepararle e pubblicarle, citando la fonte.
Ricette con sambuco ne abbiamo? Certo che si!
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