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Alimenti gratis per i celiaci, cosa dice la legge

decreto ministeriale

Alimenti gratis per i celiaci, un provvedimento doveroso

Chi ha ricevuto da poco una diagnosi di celiachia non è a conoscenza della possibilità di ricevere alimenti gratis per i celiaci. O, per meglio dire, di ottenere un bonus che può essere speso per acquistare alimenti privi di glutine. E’ una possibilità importante, che impatta notevolmente non solo sul portafoglio, ma anche sulla qualità della dieta. Questo bonus garantisce l’accesso a prodotti di buon livello senza preoccuparsi del loro costo. Tale possibilità è stata sancita nel lontano 2001, per quanto rimaneggiata più volte nel corso degli anni, soprattutto per stabilire i tetti di spesa. L’ultimo decreto è datato 2018 e non ha mosso più di tanto le acque. In media ha ridotto il bonus del 19%, ma nei fatti ha razionalizzato la spesa, aumentando il tetto per alcune fasce d’età e diminuendolo per altre.

Attualmente alla fascia d’età 6 mesi – 5 anni è assegnato un tetto di 56 euro, mentre alla fascia di età 6-9 anni è pari a 70 euro. Dai 10 ai 13 anni il tetto è pari a 100 euro per i bambini e a 90 euro per le bambine. Infine è pari a 124 euro per i 14-17enni maschi, mentre quello delle coetanee è pari a 99 euro. Dai 18 ai 59 anni il tetto è pari a 110 euro per gli uomini e a 90 euro per le donne. Gli over 60 invece beneficiano di un tetto di 89 euro (uomini) e 75 euro (donne). Le cifre sono in grado di soddisfare il fabbisogno di alimenti gluten-free e pongono il nostro Paese ai primi posti, visto che altrove i bonus sono contenuti o assenti. Per esempio, Spagna e Irlanda non garantiscono alcuna agevolazione per i celiaci.

Come accedere agli alimenti gratis senza glutine?

Cosa dice la legge sulla possibilità di ottenere alimenti gratis per i celiaci? A tal proposito è bene fare una panoramica sugli alimenti acquistabili e sulle modalità di accesso all’agevolazione. Per fortuna la lista degli alimenti acquistabili è abbondante e copre non solo il fabbisogno essenziale, ma anche quello “desiderabile”. In buona sostanza comprende alimenti che permettono ai celiaci di condurre uno stile di vita normale sul fronte alimentare, privo di rinunce. La lista comprende infatti pani e affini, prodotti da forno salati, prodotti da forno dolci, pasta, pizza, impasti, cereali per la prima colazione e persino dei piatti pronti. Vi invito comunque a consultare il Registro Nazionale degli Alimenti Erogabili a Carico del SSN per ulteriori informazioni.

Per quanto concerne le modalità di accesso il discorso è più complesso, nel senso che ciascuna Regione le stabilisce in modo autonomo. Il punto di partenza, però, è sempre lo stesso: il rilascio del certificato di diagnosi da parte di un Presidio di Rete, che in genere è gestito dalle ASL. Poi si potrà ottenere una ricetta cartacea finalizzata all’acquisto, o una tessera magnetica con il credito mensile precaricato. Per quanto concerne il “dove” la questione è più chiara. Gli alimenti gratis senza glutine vanno sempre ritirati in farmacia. La necessità di fare riferimento alla farmacia crea spesso dei fraintendimenti, per esempio quello secondo cui sia possibile portare in detrazione gli alimenti, proprio come se fossero dei farmaci. Ebbene, tale possibilità è preclusa in quanto sarebbe come fruire di una doppia agevolazione.

Il problema dell’inflazione

La possibilità di ottenere degli alimenti gratis per celiaci grazie ai buoni spesa è un segno di vicinanza del legislatore a chi soffre di questa patologia. Un segno di vicinanza niente affatto scontato, ma doveroso. Attualmente i celiaci diagnosticati in Italia sono più di 200mila, mentre si stima un sommerso intorno al mezzo milione. Il fenomeno è imponente, dunque la presenza dello Stato è assolutamente necessaria. Lo è soprattutto se si pensa che, al di fuori dei buoni spesa, buona parte degli alimenti senza glutine costa più delle controparti con glutine. Non è una questione di materie prime, ma di dinamiche industriali: il mercato del gluten-free è ristretto e non consente economie di scala.

Al netto di tutto ciò, andrebbe comunque operata una riflessione sul costo della vita. I tetti di spesa appaiono come “razionali”, ma rischiano di non essere più sufficienti. L’inflazione infatti galoppa e ha preso di mira anche gli alimenti senza glutine, dunque il potere di acquisto dei bonus si è ristretto. La speranza è che il legislatore, di concerto con le associazioni di categoria, possa intraprendere un percorso di revisione dei tetti di spesa.

Qualche consiglio per vivere bene senza glutine

Nonostante il sostanziale annullamento del rischio economico, grazie agli alimenti gratis per i celiaci, chi è stato da poco raggiunto da una diagnosi potrebbe avvertire del disagio. Il cambiamento spaventa, soprattutto quando coinvolge un fenomeno sociale come l’alimentazione. Il riferimento è alla paura di sentirsi diversi, soprattutto nei contesti conviviali. Il consiglio è di abbandonare questa percezione, in quanto priva di fondamento. La celiachia è una patologia diffusa e conosciuta, che non crea più sorprese o scalpore. Inoltre, quasi tutti i ristoranti sono attrezzati per il gluten-free.

Dunque non vivete la celiachia come una sorta di “sentenza”, anche perché è tutto sommato semplice evitare il glutine, in virtù di un’ampia scelta di prodotti e della possibilità di usufruire di alimenti gratis per celiaci. Anzi, questa condizione può essere un’opportunità per esplorare nuovi modi di intendere la cucina, nuovi sapori e alimenti prima sconosciuti.

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