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Shaker da barman e strainer, attrezzi utili per i cocktail

shaker da barman

Cosa sono lo shaker e lo strainer

Lo shaker da barman e lo strainer sono due strumenti fondamentali per chi vuole preparare degli ottimi cocktail alcolici o analcolici. Non possono mancare nei bar che intendono offrire ai clienti bevande di questo tipo. Anzi, i clienti in un certo modo se li aspettano, e la loro mancanza restituirebbe una sensazione di dilettantismo. Tuttavia, sono utili anche nelle case di chi si diletta nella preparazione dei cocktail (o dei mocktail), da servire magari durante le feste in appartamento o durante le occasioni speciali con parenti e amici.

Ma cosa sono nello specifico? A cosa servono? Beh, lo shaker non ha bisogno di molte presentazioni. E’ il contenitore di metallo nel quale vengono inseriti i cocktail in via di preparazione; serve ad agitare, mescolare ed amalgamare gli ingredienti.

Discorso diverso per lo strainer, benché il suo impiego sia simile a quello dello shaker. Lo strainer si presenta come una specie di colino in metallo a maglie medio-strette. Il suo scopo è impedire il passaggio delle sostanze solide (molto spesso pezzi di ghiaccio) durante la fase di travasamento dallo shaker al bicchiere.

accessori barman

Le varie tipologie di shaker da barman

Esistono più tipologie di shaker da barman, che si differenziano per la forma e anche per gli utilizzi. Ecco una breve panoramica sull’argomento.

Shaker Boston. E’ la tipologia più diffusa in assoluto, anche perché abbastanza pratica da utilizzare. Si compone di due parti, ossia di due contenitori che consentono da un lato la massima amalgama, dall’altro una buona ossigenazione. E’ utilizzato principalmente per i cocktail che contengono sciroppo o succhi di frutta. E’ molto capiente e può superare i 600 centilitri, inoltre è realizzato quasi sempre in acciaio, il metallo più asettico e più “neutro” nell’interazione con gli ingredienti.

Shaker Cobbler. E’ uno shaker più piccolo che si compone di tre parti, di cui una funge da tappo. La sua capienza è quasi sempre inferiore al mezzo litro. E’ utilizzato per tutte le tipologie di cocktail, quindi viene considerato come uno shaker molto versatile.

Shaker Parisienne. Di base si tratta di uno shaker Boston dalle forme più ricercate, che ricordano vagamente una piccola damigiana. E’ utilizzato soprattutto per rendere spettacolare la preparazione dei cocktail. La sua capienza è ottima, sebbene leggermente inferiore a quella del Boston.

Quando va utilizzato lo shaker e quando va evitato

Lo shaker da barman è un accessorio fondamentale in quanto, come abbiamo visto, consente la piena amalgama degli ingredienti. Tuttavia, non va utilizzato sempre, infatti alcuni cocktail non lo richiedono ed anzi comprometterebbe la loro preparazione in termini di sapore e resa estetica.

Il motivo di ciò risiede in alcuni effetti collaterali del processo di “shaking” (agitamento). Lo shaker, infatti, tende a disperdere un po’ di aroma a causa dell’energia cinetica impressa durante il mescolamento. Inoltre, compromette la lucentezza e la trasparenza degli ingredienti. Ciò non rappresenta un problema per i cocktail più intensi e colorati, ma può esserlo per quei cocktail che puntano sulla trasparenza ed hanno un aspetto delicato.

E’ il caso, per esempio, del Manhattan, che per effetto della whiskey e del vermut rosso si presenta con un rosso lucente e trasparente. Stesso discorso per il Dry Martini, che si avvale della presenza del gin e del vermut secco, proponendo un bianco traslucido.

Shaker personalizzati da barman, perché acquistarli

Lo shaker da bar è diventato nel tempo un sinonimo di cocktail. E’ il tratto distintivo della professione del barman, e persino di quella del flair bartender, ovvero di colui che spettacolarizza la preparazione delle bevande. Alla luce di ciò non stupisce la tendenza di molti professionisti e gestori di bar a personalizzare gli shaker, rendendoli unici con l’incisione del proprio brand. In effetti, l’applicazione del proprio logo su questo accessorio è diventata ormai un must, e alimenta un certo mercato.

Ecco qualche buon motivo per personalizzare lo shaker con il proprio logo.

Visibilità. Personalizzare lo shaker è un modo per rendere più visibile il proprio logo, imprimendolo meglio nella memoria del cliente. E’ un “trucco di marketing” molto vecchio ma sempre efficace, che coinvolge tutta l’oggettistica ad alta visibilità.

Professionalità. Preparare i cocktail con accessori brandizzati restituisce al cliente una sensazione di ulteriore professionalità, dunque aumenta anche la reputazione o la considerazione che i clienti hanno per il brand stesso.

Spettacolarizzazione. Benché la personalizzazione degli accessori sia un’attività sempre più diffusa, è considerata ancora oggi un tratto distintivo. Insomma, è un modo per conferire brio alla preparazione dei cocktail, rendendola ancora più gradevole e spettacolare.

Il set per cocktail, una panoramica esaustiva

Shaker e strainer sono solo due degli accessori che un barman dovrebbe possedere. Ecco una breve lista degli altri utensili che non dovrebbero mancare in un set per cocktail.

Muddler. E’ una specie di pestello molto lungo e dalla superficie irregolare, molto utile per una pestatura rapida ed efficace. E’ essenziale soprattutto quando il cocktail impone l’uso di ghiaccio e granatina, piuttosto che di erbe e polpa di frutta.

Stirrer. E’ il classico cucchiaio da cocktail, ideale per mescolare al meglio ed in modo delicato gli ingredienti.

Metal Pour. E’ una sorta di beccuccio che si avvita alle bottiglie e consente di versare i liquidi con assoluta precisione.

Speed. E’ una versione “uniforme” del metal pour, in quanto si compone anche di un contenitore.

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