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Cinghiale alla cacciatora: un secondo dal gusto selvatico

Tiziana Colombo: per voi, Nonnapaperina

Ricetta proposta da
Tiziana Colombo

cinghiale alla cacciatora
Ricette per intolleranti, Cucina Italiana
Ricette senza glutine
Ricette senza lattosio
preparazione
Preparazione: 02 ore 40 min
cottura
Cottura: 02 ore 10 min
dosi
Ingredienti per: 8 persone
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4.6/5 (12 Recensioni)

Cinghiale alla cacciatora: un piatto dai sapori decisi

Il cinghiale alla cacciatora è un secondo piatto dai sapori forti, non adatto a tutti i palati. Gli estimatori della cacciagione avranno di che leccarsi i baffi, tra la carne resa tenerissima dalla lunga cottura ed il sughetto di pomodoro e verdure… a prova di scarpetta!

Siete pronti a stupire amici e parenti con una bomba di gusto? Vi ricordo che la marinatura della carne di cinghiale è essenziale.

Ricetta cinghiale alla cacciatora

Preparazione cinghiale alla cacciatora

  • Se volete procedere con la marinatura riunite in un  contenitore di vetro il cinghiale tagliato a cubetti e unite un bicchiere di aceto ogni chilo di carne.
  • Completate con delle erbe aromatiche, del pepe e un cucchiaino di zucchero.
  • Chiudete il contenitore e conservate in frigorifero e lasciate marinare per almeno 12 ore. Al momento dell’utilizzo scolate e asciugate la carne con della carta da cucina.
  • Tagliate la polpa di cinghiale a cubetti e togliete il grasso in eccesso.
  • Mettete i bocconcini di carne in una padella senza aggiungere nessun fondo di cottura (ne burro ne olio), in questo modo la carne rilascerà il proprio siero valorizzando il tipico sapore di selvaggina.
  • Eliminate il siero una volta che si sarà formato.
  • Togliete la polpa di cinghiale dalla padella e lasciatela riposare per qualche minuto. Su di un tagliere, riducete a pezzi il sedano, la carota, l’aglio e la cipolla.
  • Fate scaldare un bel giro d’olio in una casseruola, aggiungete il battuto di verdure, gli spicchi di aglio e, se lo gradite, i peperoncini secchi aperti a metà; lasciate dunque rosolare il tutto a fuoco vivo.
  • Nel frattempo riprendete la padella e ponete i bocconcini di carne che dovranno rilasciare un altro po’ di siero.
  • A questo punto, unite il cinghiale e le bacche di ginepro nella casseruola.
  • Aggiungete, infine, qualche foglia di salvia e mezzo rametto di rosmarino, amalgamando con cura.
  • Versate poi il vino rosso e lasciate cuocere a fiamma alta per far evaporare la parte alcolica, aggiungete in seguito i pomodori pelati e una noce intera che servirà ad assorbire il sapore selvatico che la carne può ancora rilasciare.
  • Lasciate cuocere per circa 2 ore.
  • A fine cottura aggiungete le olive nere, mescolate, assaggiate e aggiungete il sale e il pepe.
  • Servite il cinghiale alla cacciatora con tutto il suo condimento ancora caldo e un buon bicchiere di vino rosso.

Ingredienti cinghiale alla cacciatora

  • 1 chilo e mezzo di polpa di cinghiale
  • misto per soffritto (1 carota;1 cipolla e 1 gambo di sedano)
  • 2 spicchi d’aglio
  • 2 peperoncini rossi piccanti (facoltativi)
  • 1 cucchiaio di bacche di ginepro
  • 4 foglie di salvia
  • mezzo rametto di rosmarino
  • 500 ml di vino rosso corposo
  • 800 gr. di pomodori pelati
  • 1 noce intera
  • 150 gr. di olive nere
  • 4 cucchiai  di olio extravergine d’oliva
  • un pizzico di sale e pepe

Un secondo che lascia il segno: il cinghiale alla cacciatora

Pollo, maiale, vitello, cavallo, coniglio, tacchino… a furia di mangiare le solite carni, viene voglia di cercare sapori diversi e particolari. La carne di cinghiale è perfetta quando si sente la necessità d’interrompere la routine e si desidera qualcosa dal gusto intenso.

Il cinghiale è un maiale selvatico che conserva nel sapore della sua carne tutta la mediterraneità che lo contraddistingue. Preparando il cinghiale alla cacciatora porterai a tavola un piatto delizioso, ricchissimo di gusto. Questa pietanza può essere un secondo davvero particolare, ma volendo anche un piatto unico, considerata la ricchezza di sapori e nutrimenti.

Con una portata così ricca di gusto, eventuali altre abbinate non possono che rispondere con qualcosa di molto più delicato, così da non cozzare con l’abbondanza di sapori del cinghiale. La carne di cinghiale contiene acqua, proteine, lipidi, colesterolo, sodio, ferro, calcio, fosforo, magnesio, potassio, tiamina, niacina, riboflavina e vitamina E. Un prodotto eccezionalmente abbondante di elementi essenziali per il sostentamento del nostro corpo.

cinghiale alla cacciatora

Le caratteristiche della carne di cinghiale

Il cinghiale è un animale antichissimo, comparso sulla Terra probabilmente anche prima che fosse abitata dagli uomini. La sua carne si presenta piuttosto fibrosa, compatta, saporita, inoltre il gusto e la consistenza si prestano bene a cotture in padella, in umido, con sughetti o stufati. Moltissime ricette regionali, soprattutto toscane, prevedono questo ingrediente particolare.

Per fare in modo che la carne di cinghiale presenti al meglio il suo sapore, occorre preservarne una certa lardellatura che eviterà il raggiungimento di un’eccessiva secchezza in cottura. Sarà importante trovare il giusto mezzo, rimuovendo il grasso in eccesso e conservandone una parte per garantirne la succosità.

Per similitudine, sono acquistabili del cinghiale gli stessi tagli di carne esistenti e commercializzati del maiale. Ovviamente, anche nel caso del cinghiale è particolarmente ghiotta la parte della coscia, le cui carni sono maggiormente morbide, succose e saporite. In alcune zone, la testa del cinghiale viene considerata una vera leccornia. Per preparare questo meraviglioso cinghiale alla cacciatora, servirà richiedere un buon taglio al tuo macellaio, tale da ricavarne una ricca dose di polpa. Servite il cinghiale con polenta e un buon bicchiere di vino.

Tante ricette con il cinghiale
Il cinghiale si presta a molte preparazioni, oltre alla ricetta alla cacciatora. Può essere cucinato in umido con polenta, in ragù per condire pappardelle, oppure trasformato in spezzatino con funghi e castagne. Nelle cucine regionali italiane esistono anche versioni con vino bianco e erbe aromatiche, che sono più delicate ma altrettanto saporite. In Toscana è tradizionale il cinghiale in dolceforte, con cioccolato e pinoli, mentre in Sardegna si prepara arrosto, profumato con mirto e rosmarino.

Carne di cinghiale, sinonimo di versatilità in cucina

La carne di cinghiale è una prelibatezza apprezzata in molte cucine regionali italiane. Nota per il suo gusto forte e selvatico, è spesso associata al classico cinghiale alla cacciatora. Tuttavia, la sua versatilità permette di esplorare altre ricette altrettanto deliziose, come il ragù di cinghiale per condire pasta o per accompagnare la polenta.

Un modo eccellente per valorizzare la carne di cinghiale è trasformarla in un ragù robusto e aromatico. Il ragù di cinghiale è perfetto per condire tagliatelle o pappardelle, tipiche paste all’uovo che ben si abbinano a condimenti intensi. La preparazione richiede pazienza: la carne deve cuocere lentamente con pomodoro, vino rosso, erbe aromatiche e verdure, sviluppando un sapore profondo e complesso.

Un’altra squisita opzione è servire il ragù di cinghiale con la polenta. Questo piatto rappresenta un classico della cucina rustica italiana, ideale per le giornate invernali. La dolcezza e la morbidezza della polenta contrastano piacevolmente con la ricchezza e l’intensità del ragù, creando un equilibrio di sapori irresistibile. La carne di cinghiale può essere utilizzata in molteplici modi in cucina, dalla preparazione di salsicce e insaccati a stufati e brasati. La sua ricchezza di gusto la rende adatta a piatti robusti e saporiti, perfetti per le cene invernali o per occasioni speciali.

La carne di cinghiale offre un mondo di possibilità in cucina, ben oltre la classica ricetta alla cacciatora. Sia che si scelga di preparare un ragù per condire la pasta o per accompagnare la polenta, questa carne selvaggia aggiunge un tocco di gusto unico e ricercato a ogni piatto. La sua capacità di combinarsi con diversi ingredienti e spezie la rende una scelta eccellente per chi desidera esplorare la cucina tradizionale con un tocco di originalità.

Il contributo della noce nel cinghiale alla cacciatora

La ricetta del cinghiale alla cacciatore prevede l’impiego di una noce. A dispetto di quanto si possa immaginare, non viene tritata e posta al momento del servizio, magari per conferire un tocco croccante. In realtà viene aggiunta a inizio cottura per assorbire il “peggio” dei sentori della carne di cinghiale. Nello specifico, la noce aiuta a mitigare l’aroma selvatico che caratterizza questo tipo di carne. Ci riesce grazie ai suoi oli naturali e alla capacità di trattenere parte dei composti più forti che si sviluppano durante la cottura.

La noce agisce di base come un piccolo ma efficiente filtro naturale: il suo guscio e la parte interna assorbono gli aromi più intensi, contribuendo a rendere la preparazione più equilibrata. Alla fine della cottura viene tolta e scartata, ma il suo effetto si fa sentire: il risultato è una carne dal sapore pieno e ricco, ma priva di eccessi. Si tratta di un accorgimento antico, tramandato nelle cucine contadine, e oggi riscoperto anche dagli chef per l’eleganza del risultato che consente di ottenere.

Se proprio ci tenete potete lasciarla. In questo caso, verso fine cottura, potete pestarla con un piccolo mortaio. In tal modo aggiungerete un sentore vegetale al fondo di cottura e renderete la consistenza del piatto più densa.

Perché le olive nere?

Le olive nere vengono aggiunte alla fine della cottura del cinghiale alla cacciatora. Il perché della loro presenza è presto detto. Le olive contribuiscono a dare profondità al sugo e a bilanciare la dolcezza del pomodoro. La loro sapidità, leggermente amara e leguminosa, integra il gusto del cinghiale, creando un contrasto armonioso con le note erbacee del rosmarino e del vino rosso usato per sfumare.

Mi raccomando, aggiungete le olive solo a cottura quasi ultimata. In questo modo manterranno la consistenza e non rilasceranno una quantità eccessiva di sale nel sugo. Le olive nere, oltre a impreziosire il sapore, donano un tocco visivo elegante con il loro colore scuro che risalta sul fondo rosso del condimento. In alcune versioni regionali si preferiscono le olive taggiasche, che sono più delicate e aromatiche, ma anche le olive nere tostate sono perfette, specie se volete dare un accento rustico e deciso.

Cosa bere con il cinghiale alla cacciatora?
Il cinghiale alla cacciatora si accompagna perfettamente con vini rossi corposi e strutturati. A tal proposito vi propongo un Chianti Classico Riserva o un Brunello di Montalcino, ideali grazie ai loro tannini eleganti e alla complessità aromatica che regge il confronto con il sapore intenso della carne. Chi preferisce vini meno alcolici può optare per un Montepulciano d’Abruzzo o un Cannonau, che con le loro note fruttate e speziate esaltano la ricchezza del piatto senza sovrastarlo.

FAQ sul cinghiale alla cacciatora

Come si elimina il sapore selvatico del cinghiale?

Il metodo più efficace è la marinatura. Si immerge la carne per 12-24 ore in vino rosso con sedano, carote, cipolla e spezie come ginepro e alloro. Va bene anche una noce, aggiunta in cottura, poiché attenua i sentori troppo forti, rendendo la carne più delicata e profumata.

Quanto deve cuocere il cinghiale alla cacciatora?

Dipende dal taglio, ma in genere serve una cottura lenta di almeno due ore. La carne deve diventare tenera al punto da potersi tagliare con la forchetta. Una cottura prolungata a fuoco dolce permette al sugo di concentrarsi e alla carne di assorbire tutti i profumi.

Si può fare il cinghiale alla cacciatora in bianco?

Si, esiste anche una versione senza pomodoro del cinghiale alla cacciatora, in cui il vino bianco sostituisce quello rosso e si aggiungono più erbe aromatiche. Il risultato è un piatto più delicato, con note fresche di rosmarino, salvia e limone, ideale per chi preferisce sapori meno intensi.

Quali contorni servire con il cinghiale alla cacciatora?

I contorni ideali per il cinghiale alla cacciatora sono la polenta, le patate arrosto o le verdure grigliate. Anche un purè di sedano rapa o di castagne si abbina bene, grazie alla loro dolcezza naturale che equilibra la forza del sugo di cacciatora.

Quante calorie ha una porzione di cinghiale alla cacciatora?

Una porzione media da 200 grammi fornisce circa 400-450 calorie, variabili in base al taglio e al condimento. È un piatto nutriente, ricco di proteine e ferro, ma va consumato con moderazione, soprattutto se accompagnato da polenta o pane.

Ricette con carni alternative ne abbiamo? Certo che si!

4.6/5 (12 Recensioni)
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2 commenti su “Cinghiale alla cacciatora: un secondo dal gusto selvatico

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