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Farina di grano arso, un’antica e sana tradizione

farina di grano arso

La farina di grano arso ha origini antichissime

La farina di grano arso è un prodotto tipico della cucina pugliese ottenuto dalla tostatura del frumento. Ha un tipico colore marrone intenso ed è utilizzata, a piccole dosi, per dare più sapore a pane e pasta. A piccole dosi perché non può essere utilizzata da sola nei prodotti lievitati, il perché ve lo spiego più avanti nell’articolo.

Ovviamente, provenendo dalla Puglia, non poteva che essere impiegata per la preparazione della pasta regionale per eccellenza, le orecchiette che, però, se sono fatte con la farina di grano arso.

La farina di grano arso ha quindi origini antiche, nasce dalla necessità dei contadini pugliesi di recuperare le spighe di frumento rimaste sul terreno dopo il raccolto per avere una fonte di sostentamento alternativa e a basso costo al grano raccolto. Era usanza, però, per fertilizzare il terreno, bruciare tutto ciò che rimaneva a terra dopo la mietitura, compreso, dunque, il frumento con il quale, dopo essere stato macinato nei mulini a pietra, si ricavava la farina di grano arso.

Ottima per le orecchiette!

Ai giorni nostri, il grano più che arso è tostato, proprio come avviene per il caffè, questo gli conferisce un sapore leggermente diverso rispetto all’originale, caratterizzato da note affumicate e tostate, in grado di conferire a pane e pasta un sapore davvero molto particolare.

Probabilmente è per questo che negli ultimi anni tale farina è stata riscoperta e sempre più ricercata da chef e ristoratori. Peccato, però, che per via proprio della sua particolarità, e per il particolare processo di produzione, non è facile da trovare se non in negozi specializzati o da produttori locali (a caro prezzo).

Veniamo al motivo per cui nella panificazione non è possibile impiegare la farina di grano arso da sola. Quest’antica farina deve essere accompagnata da altre farine glutinose per via, mi dispiace deludere gli intolleranti, non della mancanza di glutine ma, piuttosto, per una sua modificazione durante la lavorazione con il calore.

In pratica, la funzione legante del glutine nella farina di grano arso è compromessa, così che, come nelle farine senza glutine, si rende necessario mischiarla con altre. Il rapporto ottimale, che garantisce di ottenere prodotti lievitati che non si sfaldino, è 70% farine di grano duro, 30% farina di grano arso.

Dal punto di vista nutrizionale, la farina di grano arso è da considerare una farina integrale, così rispetto a quella di frumento bianca può vantare un maggior contenuto di fibre, Sali minerali, carboidrati e proteine.

Storia e origini della farina di grano arso

La farina di grano arso, conosciuta anche come “farina nera” o “farina bruciata”, ha origini antiche e profonde radici nella cucina tradizionale di alcune regioni italiane, in particolare nella Puglia e nella Basilicata. La sua storia è intrecciata alla necessità di utilizzare ogni risorsa disponibile e allo sviluppo di metodi di conservazione dei cibi in tempi in cui le risorse erano scarse.

Le origini della farina di grano arso possono essere fatte risalire a periodi storici in cui la popolazione locale cercava modi creativi per sfruttare i raccolti di grano in eccesso e contrastare gli sprechi. Il processo di produzione della farina di grano arso si sviluppò come una pratica di recupero: in passato, quando si bruciavano i campi per prepararli per i successivi raccolti, alcuni chicchi di grano venivano inevitabilmente bruciati. Questi chicchi bruciati venivano poi macinati per ottenere la farina, dando vita alla “farina nera”.

Nel corso dei secoli, questa pratica si è evoluta in un’arte culinaria unica. La farina di grano arso è diventata un elemento caratteristico della cucina tradizionale di alcune regioni italiane, in particolare della Puglia. Era spesso utilizzata per preparare pani, focacce, taralli e altri prodotti da forno, che si distinguevano per il loro colore scuro e il sapore affumicato.

Oggi, la farina di grano arso continua ad essere apprezzata e utilizzata in queste regioni, anche se è diventata più difficile da trovare e produrre su larga scala. Tuttavia, è ancora possibile trovarla in alcune botteghe specializzate o mercati locali, dove viene preservata la tradizione di utilizzare questa farina unica per creare piatti che rappresentano il patrimonio culinario e culturale delle comunità locali.

In sintesi, la farina di grano arso ha una storia radicata nelle pratiche agricole e culinarie delle regioni italiane dove è tradizionalmente utilizzata. È un esempio di come la necessità di adattarsi alle risorse disponibili abbia dato origine a tecniche di conservazione e preparazione dei cibi che ancora oggi rappresentano una parte preziosa della cultura culinaria.

 

 

 

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