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Il vino dell’azienda agricola I Carpini: un protagonista

I Carpini

Ad una cena di gala il vino non può mancare: il 30 marzo 2017, l’azienda agricola I Carpini ha fatto la differenza

L’azienda agricola I Carpini si è rivelata uno sponsor importante, dal buon gusto e per un’ottima causa. Stiamo parlando della Cena di gala del 30 marzo 2017, che è stata dedicata a Il Mondo delle Intolleranze e organizzata per presentare quest’associazione che, poco tempo fa, è stata riconosciuta dalla Regione Lombardia anche come un ente di rilevanza culturale.

I principali protagonisti della serata sono stati certamente i piatti adatti a tutti, persino agli intolleranti, ma dobbiamo dire che anche il vino ha fatto la differenza. Infatti, abbiamo avuto a che fare con un sponsor di valore, nonché con un amabile accompagnamento per le pietanze preparate dagli chef Tommaso Arrigoni, Carlo Molon, Claudio Sadler e Stefania Barni (meglio conosciuta Zia Ste). I prodotti di un’azienda che dà valore a ciò che è biologico e naturale

La Cascina I Carpini è immersa nella natura e vive di tradizione, uva e vino buono. La filosofia di quest’azienda è molto diversa da quella della maggior parte delle attività che si occupano di produrre il vino: oltre a contare sui processi tradizionali, all’interno delle mura aziendali si preferisce che questa bevanda si prepari “naturalmente”… Le coltivazioni sono vaste e vengono curate rispettando l’ambiente e i vigneti stessi, e intervenendo in maniera molto ridotta rispetto a ciò che è previsto dalle norme della coltura biologica.

In moltissime annate, lo staff dell’azienda agricola I Carpini lascia che i mosti procedano nella fermentazione in modo naturale e spontaneo. Inoltre, all’interno della cascina si è scelto di non utilizzare gli additivi a meno che il caso non lo richieda e, comunque, in quelle situazioni ne vengono usate delle quantità estremamente minime. In fondo, viviamo nella natura e vivere più naturalmente possibile è un concetto che fa parte della filosofia aziendale.

Grazie a tutto questo, il loro vino si prepara “da solo” e risulta biologico, amabile e dotato di proprietà organolettiche uniche. Dal Chiaror sul Masso a La Fine del Mondo, dal Rugiada del Mattino al Terre d’Ombra, dal Bruma d’Autunno al Brezza d’estate… fino ad arrivare al Falò d’Ottobre: tutto nasce da un approccio speciale che porta sulle nostre tavole un vino di qualità, che risulta sempre buono e genuino sotto ogni punto di vista.

Un ringraziamento particolare all’azienda I Carpini e ad i suoi preziosi vini

Questa azienda ci ha permesso di organizzare al meglio la Cena di gala dell’associazione Il Mondo delle Intolleranze e di accompagnare con grazia e stile piatti prelibati come il carpaccio di salmone scozzese Loch Fyne con foglie d’ostrica e finger lime, l’uovo a bassa temperatura con Parmigiano Reggiano e caviale Volzhenka, il risotto con salsiccia Salumi Pasini e pistilli di zafferano ellenico Krokos Kozanis e la guancia di vitello con pure di sedano rapa e arachidi…

Pertanto, gli ingredienti genuini e deliziosi erano i protagonisti della tavola, ma il vino dell’azienda agricola I Carpini ci ha permesso di fare la differenza e di mostrare come anche chi soffre di intolleranze alimentari può gustare una cena completa e fantastica ogni volta che lo desidera! Per questi motivi, cogliamo l’occasione per fare uno speciale ringraziamento a questa fantastica realtà aziendale… in attesa di rincontrarci in un’altra occasione altrettanto unica!

I vini danno aromi caratteristici alle cucine di quasi tutto il mondo; ma anche se il vino si fa da tempi immemorabili nel Levante e nel Medio Oriente, nella cucina dei paesi arabi, della Turchia o della Persia non è un ingrediente comune.

Forse sembra piuttosto strano che una dose relativamente esigua di vino fatta cuocere lentamente nei piatti di carne possa dare un aroma forte e caratteristico e completamente diverso da quello del vino usato. L’alcool contenuto nel vino scompare quasi subito durante la cottura, dato che bolle prima dell’acqua, e quindi evapora e svanisce col vapore. Quel che rimane è un aroma unico, fondamentale in piatti come il coq au vin, il bceuf à la bourguignonne o molti risotti. Chiunque abbia vissuto per un certo periodo nei paesi europei produttori di vino si è senz’altro abituato a usarlo in cucina come fosse una consuetudine quotidiana, una cosa che si fa senza pensarci due volte.

I meno fortunati – perché vivono in luoghi dove il vino è considerato un lusso o un mezzo per ubriacarsi invece che la parte necessaria di un pasto – non hanno l’abitudine di tenere sempre il vino a portata di mano in cucina. Per costoro adoperare il vino presenta alcuni problemi perché, a parte la spesa, pochi piatti ne richiedono una bottiglia intera e d’altra parte una volta stappato il vino diventa agro in fretta. Però il vino non inacidisce se non lo si tiene esposto all’aria, dato che i batteri che fanno inacidire il vino necessitano d’ossigeno. Per risolvere il problema si può aggiungere un po’ di buon olio da cucina nelle bottiglie già stappate: l’olio galleggerà sul vino senza mescolarsi, riparandolo cosi dall’aria.

Per cucinare si adopera sia il vino rosso sia quello bianco, e la qualità del vino è d’importanza fondamentale. L’aroma, l’acidità o la dolcezza del vino influenzano l’aroma del piatto, e alcuni vini acidi hanno la tendenza a rendere la carne dura. C’è poi il fatto che alcuni vini cedono e nel corso della cottura diventano fiacchi. L’unica consigliera è l’esperienza, dato che la maggioranza non può permettersi di adoperare un rinomatissimo vino per cucinare ( a esempio un’intera bottiglia di Chambertin) e deve basarsi su un qualunque vino normale venduto dal fornitore locale. È però ovvio che in assenza di istruzioni contrarie un vino prodotto nella zona d’origine del piatto che ci si appresta a preparare, è proprio quello giusto. Non si adopera un chiaretto per un piatto originario della Borgogna. Alcune ricette richiedono vini molto particolari.

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