
Pizzoccheri della Valtellina . Piatto della domenica

Pizzoccheri della Valtellina: ricetta autentica e sapori che sanno di casa
Ci sono piatti che parlano al cuore prima ancora che al palato, e i pizzoccheri della Valtellina sono esattamente così. Questa ricetta, nata tra i profumi di grano saraceno e formaggio fuso, mi ricorda le domeniche in cui la cucina si riempiva di vapore e di voci sovrapposte. Un piatto semplice all’apparenza, ma così ricco di memoria, che ogni volta che lo preparo sento di rimettere insieme piccoli tasselli di famiglia.
La bellezza di questo piatto sta nella sua rusticità elegante: sapori decisi, ingredienti poveri e un risultato da re. I pizzoccheri sono un abbraccio caldo in una giornata fredda, eppure sanno essere delicati e armoniosi. Una volta li ho preparati per una cena tra amici milanesi, molti dei quali non li avevano mai assaggiati: alla fine, invece dei soliti complimenti educati, ho ricevuto richieste di bis e… anche la padella vuota. È lì che ho capito quanto questo piatto abbia il potere di conquistare chiunque, anche senza grandi presentazioni.
Una cosa che mi piace fare con i pizzoccheri è adattarli alle stagioni: in primavera, li alleggerisco con coste e zucchine; d’inverno, vado sul classico, con verza, patate e burro abbondante. A volte uso anche formaggi del territorio che ho in dispensa, come lo Strachitunt, per un risultato ancora più deciso. E voi? Avete mai provato a reinventare un piatto così storico senza perderne l’anima?
In fondo, i pizzoccheri della Valtellina sono la dimostrazione che la tradizione non è rigida, ma viva e capace di adattarsi. Prepararli è un piccolo rito che trasforma la cucina in una stanza del tempo: profuma di buono, di terra e di cose vere. Se non li hai mai fatti in casa, ti invito a provarci. È uno di quei piatti che, una volta messi in tavola, parlano da soli.
Ricetta Pizzoccheri della Valtellina
Preparazione Pizzoccheri della Valtellina
Per la preparazione i pizzoccheri iniziate a pelare e tagliare a pezzi le patate.Mondare, lavare e tagliare a strisce la verza.
Cuocere in una pentola con abbondante acqua salata le patate e le verze per circa 15 minuti e a questo punto unire i pizzoccheri. Cuocere per 10-15 minuti, scolare ancora al dente
Nel frattempo che i pizzoccheri cuociono preparare il formaggio a cubetti piccoli e far rosolare l’aglio e le foglie di salvia nel burro fuso facendo attenzione a non farli annerire
Porre i pizzoccheri in una zuppiera a strati con il formaggio e il condimento appena fatto con la salvia ed amalgamare accuratamente. Cospargere di parmigiano reggiano e servire.
Varianti:
La verza può essere sostituita dalle biete. Oltre alla salvia, si può insaporire nel burro dell’aglio o della cipolla. Il formaggio semigrasso della Valtellina è protetto da un marchio di tipicità (Valtellina Casera DOP): per le sue caratteristiche, si veda L’Atlante dei Prodotti Tipici. In sua assenza, può essere sostituito con formaggi tipo Latteria o Fontina.
Ingredienti Pizzoccheri della Valtellina
- 200 gr. di formaggio CASERA o BITTO
- 500 gr. di pizzoccheri consentiti
- 400 gr di patate
- 400 gr di verza
- 50 gr. di burro chiarificato
- 10 foglioline di salvia
- unp pizzico di sale
- 2 spicchi d’aglio
Pizzoccheri della Valtellina . Un ottimo piatto della domenica.
I pizzoccheri sono, insieme alla polenta taragna, il piatto tipico più conosciuto della gastronomia valtellinese Si tratta di tagliatelle di farina di grano saraceno condite con abbondante burro e formaggio semigrasso nostrani.
Perfetti per le giornate fredde, sono un primo piatto senza dubbio molto ricco ed energetico. Oggi vi propongo una versione senza glutine. Come dico più volte, la diagnosi di celiachia non è la fine delle cene gustose e questi piatti ne sono testimonianza!
Il 18 luglio 2018 è nato ufficialmente il Consorzio di Tutela dei Pizzoccheri della Valtellina IGP (indicazione geografica protetta) . L’origine di questo piatto risale al 1750. Il grano saraceno è coltivato in Valtellina fin dal 1600. Il custode della ricetta originale di questo piatto tipico è l’Accademia del Pizzocchero di Teglio, un paese in provincia di Sondrio.
Pizzoccheri della Valtellina e sai cosa mangi!
Da dove derivi il nome di questo gustoso piatto, in realtà, non si è mai capito. Secondo alcuni il nome pizzoccheri deriva da “pinzocheri“, un termine con cui si indica una persona di poco conto, secondo altri invece deriva dalla forma della pasta e in particolare da “pit“, che significa pezzetto, e da”piz“, che significa schiacciare.
I pizzoccheri sono un piatto unico, abbastanza nutriente.In Valtellina si usa accompagnarli con remolacci crudi, intinti nel sale. Possono essere convenientemente abbinati a un’insalata e, per esempio, con dolci a base di frutta, quali una charlotte o una mousse di mele renette. Il vino di accompagnamento deve essere un rosso corposo; particolarmente indicati i Valtellina DOC ed il Valtellina Superiore DOC, un Inferno o un Valgella.
Alla scoperta delle proprietà della verza
La verza, protagonista dei pizzoccheri della Valtellina, è un vero toccasana per la salute. Questo ortaggio, meno celebrato di altri ma non per questo meno prezioso, nasconde al suo interno una miniera di nutrienti essenziali per il benessere dell’organismo.
Iniziando dal suo ruolo vitaminico, la verza spicca per l’abbondanza di vitamina A, alleata della vista e custode della salute della pelle. La presenza di vitamina C poi, ne fa un baluardo contro gli attacchi esterni, rafforzando le difese immunitarie e agendo come un potente antiossidante.
Ma la verza non è solo un concentrato di vitamine. È anche un’eccellente fonte di fibra, indispensabile per il corretto funzionamento dell’apparato digerente. Le sue fibre aiutano a mantenere la sazietà più a lungo, facilitando il controllo del peso e supportando le funzioni intestinali.
E per chi è attento alla linea, la verza si rivela un ingrediente prezioso: con un bassissimo apporto calorico, permette di arricchire le pietanze senza appesantire. Non è un caso che sia spesso inclusa nei piani alimentari ipocalorici.
Grazie alla sua versatilità, la verza si presta a svariate preparazioni: cruda in insalate croccanti, stufata per accompagnare secondi piatti, o come ingrediente principale di zuppe e minestroni. In ogni piatto, la verza mantiene intatti i suoi benefici, donando gusto e salute in ogni morso.
Viva la verza, ottimo elisir antitumorale
Spesso presente nei piatti tradizionali, come i pizzoccheri della Valtellina, la verza è un ortaggio che merita una ribalta speciale per le sue virtù antitumorali. Studi internazionali hanno messo in luce il potenziale di questa verdura nella prevenzione delle patologie tumorali.
Il merito è soprattutto degli isotiocianati, sostanze chimiche naturalmente presenti nella verza. Questi composti stimolano il nostro organismo alla produzione di enzimi detossificanti, che l’organismo svolge un ruolo chiave nel proteggere le cellule dalla degenerazione del DNA, una delle cause alla base dello sviluppo dei tumori.
Ma non è tutto. La verza è anche fonte di fitoestrogeni, composti vegetali che mimano l’azione degli estrogeni umani, contribuendo a regolarne l’attività. Questo può essere particolarmente utile nel contrastare i tumori ormono-dipendenti, come certe forme di cancro al seno.
Incorporare la verza nella dieta è quindi non solo una scelta di gusto, ma anche un passo proattivo verso un regime alimentare che supporta la salute a lungo termine. Con la sua capacità di contrastare l’insorgenza di tumori, la verza si conferma un ingrediente prezioso, un elisir di lunga vita che la natura ci offre generosamente.
Esistono anche i pizzoccheri bianchi. Lo sapevi?
Esistono variazioni dei tradizionali pizzoccheri, e una di queste è rappresentata dai pizzoccheri bianchi. Questa versione si discosta dalla ricetta classica, che prevede l’utilizzo di grano saraceno, conferendo alla pasta il suo caratteristico colore scuro e il sapore rustico.
I pizzoccheri bianchi sono realizzati con farine chiare, come quella di grano tenero, e talvolta possono includere anche altri tipi di farina non integrale. Il risultato è una pasta più delicata nel gusto e nel colore, ma che può essere utilizzata in ricette simili a quelle dei pizzoccheri tradizionali, compreso il condimento con verza, patate e formaggio Valtellina Casera DOP, arricchito spesso da aglio e burro fuso.
Questa variante può essere preferita da chi desidera una pasta dal gusto più mite o per sperimentare un contrasto diverso con il sapore forte e deciso dei condimenti tipici dei pizzoccheri. Nonostante sia meno conosciuta, la versione bianca dei pizzoccheri offre un’interessante alternativa per chi desidera esplorare la cucina valtellinese con un tocco di novità.
Domande frequenti sui pizzoccheri
Cosa c’è dentro i pizzoccheri?
I pizzoccheri sono un tipo di pasta a base di farina di grano saraceno e farina di frumento. Vengono tradizionalmente conditi con verza, patate, burro, aglio e formaggi tipici valtellinesi come il Casera e il Bitto.
Quali sono i formaggi per i pizzoccheri?
La ricetta tradizionale richiede il formaggio Casera DOP, tipico della Valtellina. In alternativa, si può usare anche il Bitto o altri formaggi semigrassi a pasta semidura, purché fondano bene.
Chi ha il diabete può mangiare i pizzoccheri?
Sì, ma con moderazione. I pizzoccheri contengono carboidrati complessi. Il grano saraceno ha un indice glicemico più basso rispetto alla pasta bianca, ma è sempre bene consultare un nutrizionista prima di inserirli nella dieta.
Quali sono gli ingredienti per la pasta pizzoccheri?
La pasta per pizzoccheri si fa con circa 80% di farina di grano saraceno e 20% di farina di frumento, acqua e un pizzico di sale. L’impasto si lavora e si taglia a strisce sottili, simili alle tagliatelle corte.
Ricette valtellinesi ne abbiamo? Certo che si!
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